I GIOVANI VOLONTARI NELL'ESERCITO?

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a cura di Francesco Martin
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Trovando enormi difficoltà nel convincere i giovani di oggi ad arruolarsi nell'Esercito dei Volontari, il Governo ricorre all'ausilio dell'industria, la quale, pare,  assumerà l'impegno di garantire un lavoro a quanti faranno almeno tre anni di ferma.  

La Gioventù moderna, bene educata dall'informazione e dagli esempi spesso negativi e controproducenti delle generazioni precedenti, inizia, per fortuna, finalmente a comprendere come in una società globalizzata diviene sempre più importante pensare anche per se stessi e costruire da sè le premesse per il proprio futuro, tenendo in considerazione ciò che è utile e vantaggioso, nella vita ed evitando con cura tutto ciò che potrebbe essere nocivo e dannoso.

Finiti i tempi in cui si profittava della grande area bisognosa e disoccupata del Sud-Italia, la quale forniva a basso costo emigranti che si contentavano di disperdere in spese passive un salario da manovale ed ai quali era fatta balenare come uno specchietto per le allodole la contropartita di una minima pensione di anzianità dopo una ventina d'anni di servizio effettivo, forma modernizzata del tipico legame che nell'Impero romano richiamava i legionari sottoproletari dell'epoca alle Legioni: la prospettiva di un latifondo al termine delle operazioni militari nel corso delle quali avevano rischiato la vita, non avendo null'altro da perdere. 

Nell'Era della Libertà, che in Italia stiamo appena iniziando ad assaggiare e apprezzare, come si può chiedere ad un giovane di sottomettersi a regole limitanti e discriminanti rispetto a tutti gli altri lavoratori, e ad affidare il proprio destino all'incertezza, alla mancanza di garanzia, alla stessa aleatorietà dei pubblici contratti che cambiano a piacimento ad ogni soffiare di vento? 

Come si può pensare che nel pieno di una Vita che promette Libertà,  Premi e Vantaggi di ogni sorta a chi abbraccia il Mondo dell'Economia e dell'Imprenditorialità, qualcuno accetti il sacrificio spesso inutile e il castigo di una vita pubblica e privata condizionata dalle volontà altrui sorrette da astruse e incomprensibili regole che si collocano ancora oggi fuori dallo spazio e dal tempo?  

L'antico patto scellerato che forniva reclute dal Sud impoverito al Nord arricchito è stato spezzato proprio dal  Progresso Economico. Il Meridione si sta risvegliando dal torpore ed inizia ad industrializzarsi. 

Spero che, nel più breve tempo possibile, esso diventi come la locomotiva Nord-Est che traina il Paese. Ne ha tutte le potenzialità ambientali, climatiche, di risorse ed  umane.  I Giovani debbono avere il Diritto alla Felicità e alla Realizzazione di sè, che costruiranno liberi di agire sul proprio territorio, aumentandone la ricchezza, e divenendo indipendenti dagli eventi che trasformeranno con le proprie capacità, in un contesto libero, con poche, chiare e semplici regole del gioco.  

Per ottenere tale Stato Socio-Economico dell'Arte, lo Stato , la Burocrazia, le Leggi debbono essere  completamente riformati, riscritti, adattati ex-novo all'Evolvere dei Tempi.  

Nell'Esercito dei Volontari, come in una catena di retroazione temporale generazionale, troveranno posto, forse, tanti Extracomunitari vaganti, sempre che ad essi, economicamente, sia conveniente.  

 Francesco Martin
cittadino europeo

 

 
 

 


 

 

 

 

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