A QUANDO LA PARIFICA CON I COLLEGHI EUROPEI??
a cura di Francesco
Martin
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Non mi meraviglio
ormai più di nulla. Attendiamo da tempo immemorabile Riforme
improcrastinabili che speriamo, a questo punto, la stessa evoluzione dei
tempi e la piena integrazione europea di tutte le Nazioni membre
porteranno finalmente a compimento, omologando allora non solo le
pensioni, ma anche gli stipendi e lo stesso sistema dei valori, delle
leggi, e del tenore di vita in tutta quanta l'Unione, senza eccezioni
per alcuno, o, se eccezioni debbono esistere, debbono essere, per lo
meno, adeguatamente retribuite per il futuro, e risarcite per il
passato.
Rimane comunque sempre
aperta a, a mio parere , per i militari che hanno prestato servizio
sotto il fardello di leggi, regole e regolamenti appositi nel Belpaese
creati per un mondo militare ancora considerato arcaico e borbonico,
semianalfabeta e sottomesso a certi "Poteri Forti", la
questione di un rispetto, almeno minimo, dei contratti stipulati oramai
25 anni fa, e che prevedevano, come unica e reale contropartita ai bassi
stipendi, alle menomazioni della libertà privata e pubblica, alla spada
di Damocle della minaccia dei trasferimenti, alla esenzione in negativo
dai diritti concessi a tutti gli altri dipendenti pubblici, il
famigerato minimo di pensione, a fronte della mancata corresponsione del
quale penso sia ora di iniziare una causa di risarcimento, con citazione
dell'Amministrazione per danni.
Ciò considerando anche
il fatto che nessuna delle regole che ci differenziano dagli altri
pubblici dipendenti è stata cancellata o aggiornata ai tempi, mentre
l'unico cambiamento reale e tangibile è stato proprio quello
dell'accesso alla pensione d'anzianità, per la quale siamo stati
perequati, almeno per ora, a tutti gli altri lavoratori, rispetto ai
quali la nostra vita continua ad essere differenziata e sottoposta ai
codici militari e a regolamenti limitanti specifici,( che mi piacerebbe
sottoporre al vaglio di legittimità costituzionale italiana ed europea,
e ai vari Tribunali per la tutela dei Diritti Umani) - con danno,
quindi, non temporaneo, ma costante e permanente, e condizionante la
vita dal passato al futuro, e non per un periodo limitato nel tempo, a
fronte del quale sacrificio si riceveva in contraccambio il Diritto a
Pensione, in assenza del quale non sarebbe stata da parte mia (e di
moltissimi altri) accettato il lascito del proprio destino alle volontà
autocratiche di terzi, con la conseguente riduzione delle
libertà individuali, gli oneri economici sostenuti in spese da
emigrante condizionato nelle scelte e, come ricompensa, l'incertezza di
un futuro del quale si continua a non essere proprietari e
padroni.
Allora, o si parificano
in tutto e per tutto i pubblici dipendenti, sottoponendoli al medesimo
trattamento eguale per tutti, oppure si mantengano pure certe anomale,
univoche ed uniche differenze, ma anche nei vantaggi, e non solo negli
svantaggi che Qualcuno, con enorme faccia di tolla, ha perfino il
coraggio di definire "Privilegi".
In attesa, ma anche
facendoci sentire, perchè si definisca, finalmente, la figura del
"Militare Europeo", o meglio del Poliziotto UE, in unica
Forza Parificata nell'Europa Unita, cosa che, tra l'altro, farebbe
risparmiare una montagna di denaro ai contribuenti parte dei quali siamo
noi stessi.
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