MILITARI CONTRATTUALIZZATI
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A QUANDO LA PARIFICA CON I COLLEGHI EUROPEI??

a cura di Francesco Martin
Via 20 Settembre 43,  12100 Cuneo    
tel.0171.697489    
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Non mi  meraviglio ormai più di nulla. Attendiamo da tempo immemorabile Riforme improcrastinabili che speriamo, a questo punto, la stessa evoluzione dei tempi e la piena integrazione europea di tutte le Nazioni membre porteranno finalmente a compimento, omologando allora non solo le pensioni, ma anche gli stipendi e lo stesso sistema dei valori, delle leggi, e del tenore di vita in tutta quanta l'Unione, senza eccezioni per alcuno, o, se eccezioni debbono esistere, debbono essere, per lo meno, adeguatamente retribuite per il futuro, e risarcite per il passato. 

Rimane comunque sempre aperta a, a mio parere , per i militari che hanno prestato servizio sotto il fardello di leggi, regole e regolamenti appositi nel Belpaese creati per un mondo militare ancora considerato arcaico e borbonico, semianalfabeta e sottomesso a certi "Poteri Forti", la questione di un rispetto, almeno minimo, dei contratti stipulati oramai 25 anni fa, e che prevedevano, come unica e reale contropartita ai bassi stipendi, alle menomazioni della libertà privata e pubblica, alla spada di Damocle della minaccia dei trasferimenti, alla esenzione in negativo dai diritti concessi a tutti gli altri dipendenti pubblici, il famigerato minimo di pensione, a fronte della mancata corresponsione del quale penso sia ora di iniziare una causa di risarcimento, con citazione dell'Amministrazione per danni. 

Ciò considerando anche il fatto che nessuna delle regole che ci differenziano dagli altri pubblici dipendenti è stata cancellata o aggiornata ai tempi, mentre l'unico cambiamento reale e tangibile è stato proprio quello dell'accesso alla pensione d'anzianità, per la quale siamo stati perequati, almeno per ora, a tutti gli altri lavoratori, rispetto ai quali la nostra vita continua ad essere differenziata e sottoposta ai codici militari e a regolamenti limitanti specifici,( che mi piacerebbe sottoporre al vaglio di legittimità costituzionale italiana ed europea, e ai vari Tribunali per la tutela dei Diritti Umani) - con danno, quindi, non temporaneo, ma costante e permanente, e condizionante la vita dal passato al futuro, e non per un periodo limitato nel tempo, a fronte del quale sacrificio si riceveva in contraccambio il Diritto a Pensione, in assenza del quale non sarebbe stata da parte mia (e di moltissimi altri) accettato il lascito del proprio destino alle volontà autocratiche di terzi, con la conseguente riduzione delle libertà individuali, gli oneri economici sostenuti in spese da emigrante condizionato nelle scelte e, come ricompensa, l'incertezza di un futuro del quale si continua a non essere proprietari e padroni. 

Allora, o si parificano in tutto e per tutto i pubblici dipendenti, sottoponendoli al medesimo trattamento eguale per tutti, oppure si mantengano pure certe anomale, univoche ed uniche differenze, ma anche nei vantaggi, e non solo negli svantaggi che Qualcuno, con enorme faccia di tolla, ha perfino il coraggio di definire "Privilegi".  

In attesa, ma anche facendoci sentire, perchè si definisca, finalmente, la figura del "Militare Europeo", o meglio del Poliziotto UE, in unica Forza Parificata nell'Europa Unita, cosa che, tra l'altro, farebbe risparmiare una montagna di denaro ai contribuenti parte dei quali siamo noi stessi.
 

 
 

 


 

 

 

 

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