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navighiamo verso il terzo millennio (avanti Cristo)
Sono un Capitano di Fregata della Marina Militare con 23 anni di
servizio destinato a Roma da tre anni. Fino ad oggi, malgrado gli
innumerevoli disagi avuti sia a causa
della perenne distanza dalla famiglia dovuta ai lunghi periodi
d’imbarco, sia ai vari
cambi d’incarico e sedi di servizio con relativi cambi di superiori con
cui ogni volta bisogna confrontarsi, il mio percorso professionale non
aveva avuto nessun ostacolo.
Circa tre
anni fa, sono stato destinato a Roma e semplicemente per incompatibilità
caratteriale e professionale con un pari grado in posizione gerarchica
sopraordinata che già stanziava sul posto da diversi anni costituendo così
per i capi di corpo la memoria storica a cui fare riferimento e che aveva
ed ha la notevole capacità di condizionarli, mi sono trovato coinvolto in
diverse situazioni sgradevoli che hanno pregiudicato in maniera
esponenziale sia i rapporti con i superiori che di conseguenza il giudizio
finale espresso sulla mia figura professionale.
Questo stato
di disagio si è tramutato con il tempo in un’alterazione delle mie
condizioni psico-fisiche (sbalzi della pressione arteriosa, gastrite
nervosa, stato ansioso e ripetuti casi d’insonnia) esteso di riflesso
anche alla mia famiglia.
Oggi
siamo al punto che oltre ad avere problemi interni al comando (e sono
pochi quelli che non ne hanno) e grazie a corrispondenza che non viaggia
per canali ufficiali, quindi a mia insaputa (riservata informazione), la
mia immagine professionale risulta compromessa anche ai vertici della
nostra organizzazione. Questi anziché analizzare il caso che potrebbe
avere carattere di generalità all’interno del comando d’appartenenza
(e sicuramente lo ha), gli risolvono il problema accettandone la proposta
di allontanarmi per un altro ente della stessa sede finalizzando il tutto
a testarmi presso un altro comando che sarà già fortemente influenzato
in modo negativo nei miei
confronti.
Mi chiedo a
questo punto a che cosa sono valsi i precedenti anni di servizio senza
demerito e se tutti i superiori che mi hanno precedentemente valutato (fra
cui qualcuno attualmente è ai vertici) siano stati degli incapaci, se io
sia stato un ottimo attore capace di prenderli in giro per tutto questo
tempo o se il
sottoscritto oggi abbia una alterazione della propria personalità.
Mi chiedo
inoltre se sommando a quanto già detto il fatto di aver subito
discriminazioni anche di carattere economico-amministrativo
(straordinario, alta valenza operativa ecc..) derivanti da rivendicazioni
messe in atto sempre per i cattivi rapporti con i superiori tutto questo
non si possa chiamare al giorno d’oggi “MOBBING”, fenomeno, per
fortuna ai nostri giorni altamente tenuto in
considerazione.
Distinti
Saluti
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