Mi trovavo in spiaggia, sotto 
  l’ombrellone, ammirando un topless mozzafiato, con mia moglie che ringhiava 
  come un pittbull, quando il mio occhio, felino e guardone, va a cadere (e si 
  faceva anche male) su un articolo dal titolo "Berlusconi: in pensione più 
  tardi. Maroni frena, sindacati in rivolta" pubblicato su “La Repubblica” 
  di lunedì 25 agosto. In quell’articolo, tra l’altro, il vicepresidente di 
  Confindustria Guidalberto Guidi, proponeva di ridurre la spesa, agendo su 
  pensioni, sanità e stipendi dei dipendenti pubblici. 
  
  Dopo un salto scimmiesco sulla sdraio, comincio 
  a dirne di tutti i colori, tanto è vero che mia moglie era già con il 
  cellulare in mano per chiamare il 118, pensando ad un improvviso colpo di 
  calore. Non potevo credere a quanto detto dal Sig. Guidi. Ma come, gli stessi 
  imprenditori lamentano la stagnazione dei consumi e qui si propone di rivedere 
  gli stipendi degli statali, sicuramente ribassandoli? 
  
  Chi ricorda Henry Ford alzi la mano. Sapete cosa 
  ha fatto questo distinto signore americano? Ebbene, una mattina decise di 
  AUMENTARE lo stipendio ai propri dipendenti, pensando che sarebbero stati 
  loro i primi acquirenti della mitica Ford T (la vettura utilizzata da Stanlio 
  e Ollio). E sapete come andò a finire? Non solo gli operai acquistarono la 
  vettura, ma la Ford fu l’unica industria a non risentire della crisi del 1929, 
  tanto è vero che oggi è quel colosso che tutti conosciamo. 
  
  Tutto questo caro Sig. Guidi è per dirle che se 
  il Governo decide di adottare la sua proposta, rivedendo gli stipendi ai 
  pubblici dipendenti (o a qualsiasi altro lavoratore dipendente), voglio vedere 
  come si incentivano i consumi, con una milionata di famiglie che si vedono gli 
  stipendi rivisti sicuramente al ribasso. 
  
  È chiaro che Henry Ford lo ricordiamo solo per 
  le vetture che la sua industria produce. Ma per il resto? 
  
  Invece io proporrei una politica contro 
  l’evasione fiscale, ma una politica alla “Rudolph Giuliani” (lui ha voluto 
  “Tolleranza zero alla criminalità”), noi invece potremmo tentare la 
  “tolleranza zero all’evasione fiscale”.
  
  Secondo me ci risolleviamo, e non di poco.
  
  Antonio Gubellini, Treviso.
  
  
  antonio.gubellini@katamail.com