CORRIERE ADRIATIC0 
            20 maggio 2003 
 
 
In discussione la proposta del ministro 
Martino  
 
Niente spese militari nel patto di stabilità 
 
 
 
 
ROMA - Mentre la Ue tiene i conti pubblici nel mirino, spunta l'ipotesi di 
escludere le spese militari dal calcolo dei parametri fissati dal patto di 
Stabilità. Di ciò hanno discusso i ministri della Difesa dei Quindici riuniti a 
Bruxelles. La proposta, avanzata dal ministro Antonio Martino, ha ricevuto il 
sostegno di Francia, Germania e Belgio. Si tratta, comunque, di "una decisione 
condizionata e parziale" tale da non stravolgere il documento fondante dei 
Quindici. 
 
"L'Europa ci chiede di fare di più per la difesa. Quindi ha senso chiedere 
all'Europa di fare qualcosa per facilitare gli investimenti in capitale fisico 
ed umano" spiega il ministro Martino invitando comunque alla prudenza. 
L'esenzione potrebbe riguardare le spese militari a lungo termine come 
l'acquisto di sistemi d'arma e l'addestramento del personale. Attualmente 
l'Italia investe nella Difesa l'1,05% del pil occupando l'ultimo posto nella 
graduatoria continentale. Ma l'obiettivo è quello di elevare l'impegno all'1,5%. 
Intanto torna d'attualità il rischio di una manovra aggiuntiva. 
 
A denunciarlo è stato il commissario europeo Pedro Solbes, che ha puntato il 
dito contro il ricorso eccessivo alle misure una tantum da parte dell'Italia, 
sollecitando "riforme di natura strutturale" per impedire che il rapporto 
deficit-pil del 2004 sfondi la soglia limite del 3%. Immediata la replica del 
viceministro per l'Economia Mario Baldassarri. "Ogni anno ha la sua pena, per 
ora guardiamo al 2003". Il governo non abbassa la guardia. Il bilancio pubblico 
è sotto controllo e i dati - precisa Baldassarri - "sono migliori di altri 
grandi paesi 
  
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