Non voglio per ora dirvi come mi chiamo; pensate a me, un 
    po’ come al Signor Rossi delle forze armate.
 
    
    Cercherò di dirvi chi sono, cosa facevo e cosa faccio ora.
 
    
    Sono un sottufficiale della Marina Militare Italiana, 
    diplomato in elettronica e con quasi vent’anni di servizio, svolto sino a 
    pochi anni fa lavorando come tecnico elettronico ad un sistema missilistico 
    a bordo di una delle nostre navi.
 
    
    Potete ben immaginare, anche senza avere una conoscenza di 
    missili oppure di armi in genere che per svolgere un lavoro di questo tipo 
    sia necessaria un’elevata professionalità.
 
    
    Penso di aver sempre svolto il mio lavoro con molta 
    responsabilità e professionalità, il sistema cui ho lavorato è uno dei più 
    importanti che ci sono a bordo delle navi; la difesa stessa della nave e 
    dell’equipaggio che si trova a bordo, è affidata a sistemi come quello ed a 
    persone come me (anche se non va dimenticato che a bordo di una nave il 
    lavoro di ogni persona è importantissimo).
 
    
    Il mio lavoro mi piaceva, ero cosciente della 
    responsabilità che avevamo io e quel ristretto numero di persone che come me 
    facevano e fanno un lavoro simile. La difesa di una Nave, la vita di 
    centinaia di persone potrebbe essere nelle tue mani.
 
    
    Quando sai, che dalla qualità del tuo lavoro dipende anche 
    solo la vita di una persona, il tuo modo di pensare non può essere 
    superficiale o leggero.
 
    
    Quando qualche politico, che non ha nemmeno la più pallida 
    idea di come funzioni o di come sia fatta una nave la manda in mezzo ad una 
    guerra oppure in aree potenzialmente ad alto rischio, sei cosciente del 
    fatto che se farai bene il tuo lavoro, domani potresti salvare la vita di 
    qualcuno.
 
    
    Tutto questo, (riuscire a far funzionare tutto 
    perfettamente nonostante i molteplici problemi), era per me motivo di gran 
    soddisfazione e nel mio lavoro ero gratificato dall’apprezzamento dei 
    colleghi e dei superiori.
 
    
    Sappiamo tutti, quanto sia difficile trovare un lavoro che 
    ti possa contemporaneamente piacere, gratificare e soddisfare; io lo 
    avevo!
 
    
    Ora c’è da domandarsi: perché ho parlato al passato?
 
    
    È molto semplice, da poco più di due anni, sono stato 
    trasferito; dopo essere stato impiegato per oltre tredici anni a 
    bordo delle navi anche per me è giunto il momento di sbarcare per assumere 
    un incarico a terra.
    
    Mai mi sarei aspettato di fare questa misera fine (misera 
    per me); il mio attuale lavoro consiste nel fare il segretario (senza voler 
    sminuire chi il segretario lo fa per mestiere). Scrivo qualche lettera al 
    computer, ritiro e consegno della posta in un ufficio, metto dei timbri su 
    delle lettere totalmente insignificanti; normalmente queste attività sono 
    svolte dal personale di leva e non da persone che possiedono una 
    specializzazione, un’anzianità di servizio ed una professionalità come la 
    mia.
 
    
    Tra qualche anno, l’amministrazione deciderà (come accade 
    normalmente) che il mio periodo a terra sarà terminato ed io ritornerò 
    nuovamente a bordo là dove dovrei riprendere la mia attività di prima.
    
    Voi non sapete cosa succederà; io si. Dopo aver trascorso 
    4/5 anni a mettere timbri, avrò dimenticato molte delle cose che è 
    fondamentale sapere e ricordare, ne cito solo alcune, procedure, norme di 
    sicurezza per il personale e le apparecchiature, funzionamento degli 
    apparati, schemi, utilizzo degli strumenti di misura.
 
    
    La cosa buffa e triste è che ritornando a bordo avrò gli 
    stessi compiti e le stesse responsabilità di prima e se dovessi commettere 
    degli errori, se dovesse capitare un qualsiasi incidente; la colpa sarà solo 
    mia che non sono in grado fare bene il mio lavoro.
    
     
    
    Non sono un militarista convinto, non sono un 
    guerrafondaio, sono semplicemente un tecnico (bravo secondo chi mi ha 
    giudicato) cui piaceva molto il suo lavoro.
 
    
    Da diverso tempo mi sto chiedendo e spero che ora lo 
    facciate anche voi, che fine fa la professionalità e la dignità di una 
    persona; quelle forze armate di professionisti che tanto vorrebbero i 
    vertici militari come potranno mai essere realizzate se i tecnici 
    specializzati, i professionisti vengono demotivati e seviziati in questo 
    modo?
 
    
    Io non ho una risposta per questa domanda; so per certo 
    che non ho più alcuno stimolo né alcuna motivazione per continuare fare 
    questo lavoro in un ambiente che calpesta in maniera così clamorosa le 
    persone conducendole spesso a cercare altrove quelle soddisfazioni e 
    gratificazioni che sarebbe giusto dare per un lavoro che richiede tali 
    sforzi e sacrifici sia personali che di tutti i nostri cari.