RIFLESSIONI
DI UN MILITARE
Da
circa un anno vivo intensamente questa esperienza, ci troviamo giorno per giorno
ad affrontare dei problemi che come cittadini lavoratori con le stellette ci
portiamo avanti da anni, ogni volta che ci avviciniamo ad una soluzione, succede
qualcosa che ci fa sfumare cio' che di buono si e’ prodotto e tutti lì a
chiederci perche’ accade tutto questo, so di non avere le risposte che da anni
non riusciamo ad avere a tutte le nostre domande, a tutti i nostri problemi, ma
vorrei partire da alcune riflessioni che possono (mi auguro) indicarci la
strada.
Credo
che il problema principale sia intrinseco dentro di noi, nella nostra
formazione, nel nostro modo di fare, ci crediamo portatori assoluti delle
verita’ e rifiutiamo il confronto, non accettiamo (o lo facciamo
malvolentieri) che la soluzione che ci prospetta un nostro collega possa essere
migliore di quella che abbiamo avuto la capacita’ di sviluppare noi, in alcuni
casi perdiamo il contatto con la realta’ vissuta nelle basi e questo diventa
un freno, un limite dal quale si puo’ venir fuori cercando di isolare il
nostro “io”, il nostro egoismo o addirittura (in alcuni casi succede) il
nostro essere schivi di schemi o di “veline” che qualcuno ci passa, ci
suggerisce in cambio di non so cosa. Nei pochi casi in cui ci siamo compattati,
in cui abbiamo (finalmente) dimostrato di essere una squadra, siamo riusciti a
produrre qualcosa di positivo che potrebbe essere il punto di partenza (ma anche
in quei rari casi sono scattate quelle manovre che minano quanto prodotto) che
deve essere la base per poter ottenere dei risultati che devono dare
credibilita’ e convinzione in quello che facciamo, devono ispirare fiducia nei
colleghi che ci hanno consentito di fare questa esperienza (voglio ricordare che
ogni volta che si vota per eleggere la rappresentanza di base, vanno a votare
poco piu’ del 30-40% degli aventi diritto).
Prima
lamentavamo il fatto di avere una scarsa informazione, abbiamo cercato di
attivare tutti quei canali per superare questo primo ostacolo, ma anche questo
e’ stato causa di incomprensioni, discussioni, divisioni che non portano nulla
di buono.
Alcuni
hanno l’onesta’ intellettuale di esprimere il proprio pensiero sia quando ha
un senso positivo e propositivo, sia quando diventa critico e di denuncia, ma
sempre nel rispetto di una crescita collettiva, mentre in altri c’e’ un
percorso deviante, un progetto preciso che vuole, deve, seguire un piano
precostituito che ucciderebbe la natura stessa della rappresentanza e che
anziche’ farci fare quel passo avanti di cui abbiamo bisogno, ci riporta
indietro negli anni, nella storia (o preistoria).
Oggi abbiamo piu’ modi e
possibilita’ di incontrarci, di discutere e se questi incontri ci
permetteranno di crescere, di creare entusiasmo e convinzione che qualcosa
puo’ e deve cambiare, abbiamo fatto il primo passo verso quella strada che
segnera’ il punto di svolta, il cambiamento e allora riusciremo a veder
riconosciuti i nostri diritti, i nostri principi che nessun riallineamento,
nessun parametro, nessun riordino (importantissimi) potranno ripagare e mettere
in discussione.
La
nostra capacita’ deve essere quella di saper volare alto, fin dove volano le aquile!!!!,
ma nel momento in cui c’e’ il piccolo problema della piccola base, noi
dobbiamo essere presenti, solo cosi’ riusciremo a dare un’impronta diversa e
un significato positivo a quelli che sono i nostri impegni ed i nostri ideali!!!
Antonio
Tosiani