COCER: INCONTRO CON LA COMMISSIONE 
DIFESA DELLA CAMERA 
Rappresentanza militare e associazionismo! 
 
A cura di salvatore Rullo 
s.rullo@tin.it   
- 24/09/2003 
  
Fratelli Militari, 
E’ doveroso da parte mia rendervi partecipi ed informarvi sull’audizione 
del CoCeR Interforze in commissione difesa della camera del 24 settembre ’03 
avente come oggetto oggetto la proposta dei rappresentanti di Aeronautica, 
Esercito, Marina, Carabinieri e Guardia di Finanza per una nuova legge sulla 
Rappresentanza Militare. 
Era un’occasione importante dove finalmente mi sono sentito di svolgere il 
mio ruolo al massimo delle possibilità per dare un contributo nella speranza di 
ottenere una legge finalmente al passo con i tempi. 
(Ho dovuto ascoltare, tra l’altro e purtroppo, una richiesta che ritengo " 
inopportuna, assolutamente fuori luogo, completamente estranea all’oggetto 
dell’incontro e leggermente vergognosa, fatta da un delegato rappresentante dei 
volontari dell’Esercito che personalmente stimo-avo e che vi citerò al termine 
dell’articolo…."). 
Tornando all’audizione, la proposta ufficiale del CoCeR interforze la 
potete trovare anche su internet, ma poiché sul sito della Camera non comparirà 
neanche una parola di quello che noi abbiamo detto e rimarrà solo una fredda 
frase che dirà: " oggi 24 sett. audizione informale del CoCeR interforze" per 
quello che mi riguarda, vi voglio rendere conto del mio operato e delle mie 
dichiarazioni tramite l’unico mezzo, purtroppo, che mi consente di raggiungervi 
tutti in breve tempo e che consente anche di avere un rapporto d’informazione e 
confronto. 
Alle 15.00, puntuale, deciso e con il solito tono autorevole che non 
ammette repliche se non raramente, Il Generale Presidente Ramponi apre i lavori 
e dà la parola informandoci che ci darà 30 minuti di tempo per parlare! Pensate, 
30 minuti per  i 5 CoCeR ! e dopo 8 mesi dall’ultimo incontro! con tale 
premessa mi aspettavo un’osservazione ma nessuno a battuto ciglio e l’ammiraglio 
Bergantino, presidente del CoCeR interforze ha cominciato subito a leggere il 
suo intervento. 
Dopo un collega della finanza, toccava a me e pensavo alle difficoltà che 
stavo per affrontare nel cercare di riassumere il mio intervento, trasmettere 
emozioni e sentimenti partecipativi, esprimere concetti condivisi anche dai miei 
colleghi del CoCeR AM, sarebbe stato difficile ma dovevo riuscire al meglio 
delle possibilità ed ho esordito cosi: " Mi scusi presidente Ramponi, oggi si 
svolge un’audizione importante dove si dovrebbero mettere le basi per un nuovo 
progetto e lei ci concede solo 30 minuti? e dire che volevo cominciare dicendo 
che, … se me lo consentite NON sarò breve"!..." guardandomi in modo severo il 
generale presidente mi è apparso un po’ sorpreso ed in tono secco mi dice :" 
guardi , le posso concedere al massimo 10 minuti e se vuole in 10 minuti si 
possono dire tante cose! – grazie presidente penso di farcela!." ( alla fine 
l’incontro è durato 60 minuti )!.  
( ndr : non mi piace essere troppo lungo, generalmente non lo sono mai, se 
avete un po’ di pazienza però a seguire potete leggere il mio intervento). 
 
Signor Presidente della Commissione Difesa, Onorevoli membri; se me lo 
consentirete….. NON sarò breve.  
Ritengo utile una introduzione su come è nata la Rappresentanza Militare ed 
una sua breve genesi. 
Agli inizi degli anni 70 i giovani che nel 68 avevano dato vita al movimento 
degli studenti, chiamati a prestare il servizio di leva, nell’entrare nelle 
caserme si trovavano davanti al muro del regolamento di disciplina . 
I primi rifiuti rancio collettivi, l’insofferenza per le forme più urtanti 
della vita di caserma, l’attaccamento ai valori assimilati nelle scuole e 
soprattutto nelle lotte studentesche, si concretano nella richiesta di un 
maggiore rispetto per la persona umana e per i diritti che la costituzione ha 
sancito come irrinunciabili, il rapporto più maturo che i giovani hanno 
instaurato con la realtà del paese, sono fenomeni che gettano preoccupazione 
nelle alte gerarchie militari. 
La parte più conservatrice e autoritaria della gerarchia s’indigna e lancia 
ammonimenti del tipo: " crisi di valori " " degradazione " "corruzione delle 
coscienze" " decomposizione del tessuto sociale" . 
I rimedi proposti sono gli stessi di sempre: " repressione severa dei 
sovversivi" che disgregano l’ordine costituito persino nelle caserme. 
Esiste anche una parte d’ufficiali " illuminati" che comprendono che questa 
realtà non può essere governata con interventi episodici o emotivi, e giudicano 
la crescente conflittualità nelle caserme come il distacco tra la società 
militare e la società civile.  
Invece che ridare legittimità alla funzione militare, ricostruire metodologie 
e valori su un piano nuovo e diverso e di costruire una nuova organizzazione che 
corrisponde al modello di società che si va affermando nel paese, la risposta 
dei tecnocrati è puramente pragmatica e organizzativa: miglioramenti delle 
condizioni di vita del soldato – aumento della decade – maggiore elasticità 
nella concessione delle licenze e dei permessi – qualche miglioramento delle 
infrastrutture. 
La seconda direttrice per risolvere i problemi è quella della "concessione" 
di una democrazia fittizia, si rivalutano le possibilità di controllo della 
commissione rancio, si riconosce al militare il diritto di portare qualche tipo 
di giornale (senza diffonderlo), il diritto di assistere a manifestazioni 
politiche ( purché non esprima dissenso o assenso ) il diritto all’obiezione di 
coscienza. 
Il movimento dei sottufficiali trova maggiore spazio nell’Aeronautica 
che per le sue caratteristiche di arma con il maggiore contenuto tecnologico ha 
sottufficiali con una disponibilità più sensibile alle idee di rivalutazione del 
proprio ruolo all’interno della forza armata e soprattutto nella società civile. 
Con queste basi, di maggior apertura mentale, vive maggiormente la 
marginalizzazione della sua posizione sociale. 
I sottufficiali delle altre forze armate – solo in seguito – prenderanno 
coscienza di questa problematica e si affiancheranno all’arma azzurra. 
La mobilitazione dei sottufficiali cresce e si estende, i sottufficiali 
dell’AM manifestano a Roma in Piazza Venezia, un sergente è arrestato, nasce il 
movimento dei sottufficiali.. 
In un documento del 1975 si afferma: IL PIENO DIRITTO DEI 
SOTTUFFICIALI AD ORGANIZZARE MANIFESTAZIONI PER I LORO INTERESSI, PER ESSERE 
TRATTATI COME LAVORATORI SIA PURE CON LE STELLETTE E L’ESIGENZA DI AVERE UN 
CONTATTO CON L’OPINIONE PUBBLICA E LE FORZE SINDACALI, SI FANNO ANCHE 
RIVENDICAZIONI SALARIALI, ABOLIZIONE DELLA FORTE DISCRIMINAZIONE TRA UFFICIALI E 
SOTTUFFICIALI, ABOLIZIONE DEI TRIBUNALI MILITARI E DEL CODICE MILITARE DI PACE, 
LA RIFORMA RADICALE DEL REGOLAMENTO DI DISCIPLINA E LA RICHIESTA DI UNA RM 
DEMOCRATICAMENTE ELETTA. 
Ci fu il tentativo di soffocare le richieste del movimento, con un disegno 
repressivo attuato sia su vasta scala e rappresentato dall’ondata di punizioni 
disciplinari e denunce comminate; ma ciò non produsse altro effetto che 
radicalizzare il movimento nella volontà di proseguire la lotta.  
Nell’autunno del 1975, sotto la pressione di questo vasto movimento che 
coinvolge ormai tutte le forze armate, l’allora MD Forlani presenta alla 
commissione difesa della camera una " bozza di regolamento di disciplina" per la 
quale chiede un parere consultivo. Il Movimento si oppone decisamente, si 
svolgono assemblee più o meno legali, si tengono seminari di studi, si avanzano 
proposte alternative. 
Il governo è costretto a cambiare strada convincendosi che in una materia 
così delicata, che tocca i diritti e i doveri della massa dei cittadini che 
concorrono a garantire la sicurezza del paese, deve essere il parlamento a 
legiferare. 
Nell’ottobre 1976 il governo, accogliendo una proposta ordina la diffusione 
del progetto di legge tra le Forze Armate e s’impegna a raccogliere il parere 
dei militari d’ogni ordine e grado. 
I punti fondamentali: viene accolta una netta distinzione e una diversa 
normativa disciplinare per il militare a seconda che si trovi a svolgere compiti 
strettamente attinenti a funzioni o scopi di servizio oppure si trovi in licenza 
o permesso; vengono profondamente modificate il regime e le procedure per le 
punizioni; sono riconosciuti e autorizzati organi di rappresentanza e di 
partecipazione che consentano alla base di presentare istanze di carattere 
collettivo. 
Il disegno di legge viene presentato dal MD Lattanzio. 
Questo è accaduto 28 anni fa.!  
Art. 11 cpv della Convenzione Europea dei Diritti 
dell’Uomo, adottata a Roma il 4 novembre 1950, resa esecutiva in Italia con la 
legge 848/55, " non vieta che restrizioni legittime siano 
imposte all’esercizio di alcuni diritti da parte dei membri della Forze Armate, 
della polizia o delle amministrazioni dello Stato.". 
---- Sebbene il diritto sopranazionale ammetta 
restrizioni legittime, la cui valutazione di legittimità è sicuramente 
riservata al Legislatore, l’art. 8 della legge sulla disciplina militare estende 
il concetto di restrizione sino a farlo coincidere con quello di
esclusione. 
- Se limitazioni possono essere opposte agli esercizi dei 
diritti dei cittadini, sebbene militari, queste andrebbero applicate solo ed in 
casi di particolare emergenza o gravità altrimenti dovrebbe sempre prevalere il 
pieno esercizio dei diritti dei singoli E DELLE ASSOCIAZIONI DA LORO COSTITUITE. 
Il principio inviolabile di una democrazia è che i diritti 
vanno riconosciuti e non attribuiti. 
Ritornando alla genesi della Rappresentanza, quando si concretizzò il 
movimento dei militari democratici il potere disponeva di due sole Opzioni: il 
compromesso o la violenza , blandire l’avversario o annientarlo. 
Non si può andare in guerra contro chi chiede diritti... ed allora si 
percorse la via scontata, quella del compromesso che concesse un vantaggio
immediato ma  diventò un impedimento 
strategico poiché tutto il movimento venne 
incanalato in un alveo istituzionale che gradualmente riuscirà a dettare 
condizionamenti e limitazioni di fatto che hanno portato la RM ai nostri giorni 
riducendola ad uno strumento totalmente inadeguato a soddisfare le 
richieste e le esigenze del personale.
1978, ( l’anno della legge 382 ) è un anno che personalmente ricordo per 2 
motivi: l’anno in cui mi sono diplomato e l’anno in cui fu ucciso un uomo 
politico che fece parte della Commissione che, all’interno della Costituente fu 
il relatore della parte riguardante " i diritti dell’uomo e del cittadino". 
Da un pò di tempo la politica è: sondaggi, spot, televisioni e … mi sforzo di 
immaginare cosa potrebbe pensare ora l’On. Moro degli ultimi anni della vita 
politica del nostro paese. La sua sensibilità politica sembra svanita.  
Siamo qui a parlare di riforme e diritti. 
Abbiamo tutti una grande occasione, una nuova legge sulla Rappresentanza 
militare che finalmente dia una dignità rappresentativa alle forze armate.  
Non vedo quale recondito timore si dovrebbe avere nel dare ai militari 
italiani un effettivo potere contrattuale ed il diritto di costituirsi in 
associazioni. 
Perché:  
- Noi che siamo tra i paesi europei che hanno esportato democrazia in Europa 
e nel mondo – 
- Noi che abbiamo anni di esperienza alle spalle di interventi all’estero in 
missioni di pace -  
- Noi militari che siamo cresciuti e maturati nella democrazia e che nel 
nostro giuramento di fedeltà alla Repubblica e d’osservanza 
  della costituzione diamo da sempre ampie e sicure garanzie. 
Perché o per quanto tempo ancora ….dobbiamo sempre assistere ed essere attori 
passivi o sterili Notai di provvedimenti che riguardano la nostra attività 
lavorativa ed il nostro futuro ( vedi i recenti parametri – e l’attualissima 
problematica degli alloggi con lo stridente contrasto tra l’insufficienza degli 
stessi e la vendita programmata). 
Chi ha timore di confrontarsi con noi. L’autorità politica, i vertici 
militari, o entrambi? 
Nel nostro interno abbiamo delle grandi potenzialità che opportunamente 
formate e preparate e con mezzi idonei potrebbero dare un notevole, vero e 
costruttivo contributo all’intero sistema difesa. 
On. Presidente ed onorevoli Membri della commissione, l’occasione che ci date 
oggi è importante per noi ed anche per voi, cambiare una legge vecchia di 25 
anni è un grosso obiettivo e possiamo raggiungerlo insieme. 
Se consideriamo l’ultimo anno, si può osservare che tutte le volte che 
abbiamo affrontato argomenti importanti come: Parametri, Alloggi, Riallineamento 
delle carriere, ci siamo trovati davanti l’insormontabile muro di cemento armato 
delle spese per la difesa e del contenimento o della riduzione delle stesse.  
Non siamo qui a chiedervi miglioramenti economici che per quanto riguarda 
alcuni ruoli delle forze armate si sono puntualmente realizzati allargando la " 
forbice" stipendiale tra ufficiali ed altri ruoli; l’argomento odierno è molto 
più importante di qualsiasi contratto economico poiché i DIRITTI non hanno 
prezzo. 
Abbiamo incontrato migliaia di colleghi in molte basi, parlato ed ascoltato 
attentamente e sicuramente non abbiamo trovato colleghi felici ed entusiasti 
della condizione militare e degli ultimi provvedimenti che ci hanno riguardato. 
La partecipazioni degli Ufficiali a questi incontri, purtroppo, è stata 
bassissima e con percentuali ridicole e sempre vicine allo 0. 
Se il dato sorprende qualcuno dei presenti è facilmente spiegabile in quanto 
i provvedimenti economici e normativi che riguardano Ufficiali non passano 
attraverso la Rappresentanza se non in minima parte, ma viene tutto risolto 
attraverso incontri e contatti diretti tra stati maggiori ed autorità politica o 
addirittura durante cene o pranzi.  
Vi consegniamo oggi la nostra proposta, onorevole 
presidente, le ricordo e sottolineo che è una proposta unitaria a livello 
interforze con linee di principio chiare e condivise da Aeronautica, Esercito, 
Marina, Carabinieri e GdF. 
Se mi concedete di assegnare un merito a questo mandato ci 
va riconosciuto quello di essere uniti su questa proposta di riforma e 
voi mi insegnate come è difficile presentare documenti unitari e potete intuire 
le difficoltà che abbiamo dovuto superare per conciliare posizioni diverse che 
derivano da culture, sentimenti e proposte spontanee e coerenti o suggerite 
dall’alto. 
Credo che tutti condividete l’auspicio di avere uno 
strumento nuovo che consenta finalmente di dare DIGNITA’ ed ONORE al ruolo che 
attualmente noi ricopriamo; ho usato, volutamente, due termini di antico uso che 
appartengono al dna dialettico del Militare ed alla storia delle forze armate – 
Quante volte abbiamo sentito la frase  anche usata in modo retorico, ……. 
VENIVA CONCESSO L’ONORE DELLE ARMI? 
La storia della Rappresentanza Militare lo insegna, troppe 
volte, durante lo svolgimento del nostro ruolo abbiamo subito pesanti sconfitte 
senza neanche il classico onore 
delle armi. ( …. Non rimanevano neanche agli atti le nostre proposte o 
osservazioni …..). 
 
Il documento redatto e la nostra proposta trae origine da una delibera – 
comunicato stampa dell’ottobre 2002 dove il CoCeR Interforze, a larghissima 
maggioranza, dichiarò che: 
non si perseguivano obiettivi sindacali se veniva concessa 
una legge nuova di riforma della rappresentanza che comprendesse anche il 
diritto associativo. 
La proposta si può riassumere in alcuni passaggi 
fondamentali: 
Maggiore informazione e preparazione dei delegati 
per affrontare le problematiche di competenza delle quali si richiede un 
significativo ampliamento. 
Facoltà di intrattenere rapporti tra organi di 
rappresentanza, tra gli stessi e la propria base senza eccessivi vincoli o 
autorizzazioni. 
Tutela del delegato che si concretizza con la piena 
libertà di espressione e la distribuzione di proprie pubblicazioni al personale 
nonché con la non perseguibilità per le opinioni espresse nell’espletamento del 
mandato. 
Effettiva competenza ed autonomia contrattuale a livello 
centrale e periferico e che finalmente ci liberi dalla presenza e dal ruolo di 
tutore che esercitano gli stati maggiori. Ormai dovremmo essere " maggiorenni e 
vaccinati " e soprattutto capaci di svolgere A PIENO TITOLO il RUOLO CHE CI 
COMPETE. 
  
Diritto di Associazione. 
A riguardo è utile richiamare alla attenzione alcuni 
contenuti espressi dal relatore in commissione difesa ( on. Cossiga ) che 
convergono su alcune richieste del CoCeR: Si 
conviene sulla tutela del singolo quando esistono casi che possono avere 
riflessi di carattere generale. Non ritiene ci siano problemi particolari 
affinché il CoceR si occupi di problematiche specifiche ( trasferimenti a 
domanda). 
Riconosce il diritto di negoziare 
( ma lo rimanda ad una proposta di legge - 3372 dove si 
costituirebbero due comparti autonomi per le forze di polizia e le forze armate) 
……non si capisce perché i criteri della contrattazione non possano essere 
inseriti nella nuova legge sulla rappresentanza militare e dovrebbero essere 
tratti da un altro provvedimento.  
Logicamente pensiamo che quello odierno sia il primo di una serie di 
incontri, ci avete stimolato a lungo – da anni ormai si attende - e noi stessi 
sentiamo l’urgente bisogno di una legge nuova, ora chiediamo di lavorare tutti 
insieme per costruire le fondamenta di una nuova casa, con tutto il tempo 
necessario e con un confronto sereno e costruttivo da oggi e fino alla stesura 
del regolamento di attuazione. 
Concedeteci la possibilità, è un nostro diritto, di cambiare la NOSTRA legge. 
Fate in modo che la figura che doveva nascere nel lontanissimo 1978, cresca e 
finalmente e diventi un Rappresentante Militare che possa svolgere il suo ruolo 
in modo efficace. 
M.llo RULLO Salvatore 
CoCeR Aeronautica Militare. 
s.rullo@tin.it 
  
P.S. 
  Vi devo un chiarimento sulla richiesta, che all’inizio 
dell’articolo, ho definito tra l’altro, inopportuna. 
  
Il delegato dell’Esercito, che rappresentava la categoria dei volontari 
all’interno del CoCeR interforze, ha preso la parola, in un’audizione dove si 
doveva parlare di proposte sulla nuova legge per la rappresentanza militare per
chiedere l’estensione di un anno dell’attuale mandato dei volontari 
che dovrebbe scadere nell’Aprile del prossimo anno. ( non credevo alle mie 
orecchie) !.  
Di fronte ad una categoria, quella dei volontari delle forze armate, che 
necessita del massimo appoggio e sostegno nel campo logistico, normativo ed 
economico si usa una sede istituzionale per chiedere di prolungare " presenze 
Romane" di pochi!. 
Già quando fu proposta la stessa questione con una delibera, tra i 
pochissimi che non votarono a favore c’ero anche io e scrissi al CSMD 
spiegandogli la mia opinione sull’argomento. 
Oggi mi riprometto di chiedere un incontro al generale presidente Ramponi 
per esprimere il mio parere sul " valore morale " della richiesta fatta dagli 
attuali delegati dei volontari in servizio permanente. 
Macchiare un incontro così importante con simili richieste non è stato, 
secondo me, una scelta felice. Simili trattative si fanno nei corridoi bui di 
qualche palazzo, con il cappello in mano ed in posizione " fantozziana", o 
lontano da testimoni moralmente sensibili. Se ritorno indietro nella memoria, 
nelle mie letture di giovane chierichetto, mi sembra di ricordare che i trenta 
denari furono consegnati nei pressi di un orto e …… pagò un personaggio molto 
importante. Ora potrebbero pagare migliaia di volontari i quali hanno diritto di 
essere rappresentati nel miglior modo possibile. 
Scusate la franchezza ma a me non piace vivere nel mondo dove si pensa 
prima ai propri vantaggi o interessi e dopo a quelli degli altri. 
M.llo RULLO Salvatore  
CoCeR Aeronautica Militare 
s.rullo@tin.it 
  
             |