RIALLINEAMENTO
GRADI
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...C’è differenza tra Rottami e...
rottami!!!
A cura di
MICELI Marcello
Coordinatore Nazionale Comparto Giovani Sideweb
E’ incoraggiante
accorgersi che tutti sono felici e contenti, e vedere con quanta enfasi ed
entusiasmo è stato accolto quest’ultimo provvedimento riguardante le
“solite” carriere dei “soliti” sottufficiali delle FF.AA.; il sogno che si
avvera grazie ad un incantesimo che finalmente avrebbe risposto alle
aspettative di tutti.
Ed è indubbio che di
questo “colpaccio” si devono ringraziare i Co.Ce.R. che tanto si sono
prodigati affinchè il miraggio divenisse realtà (senza nulla togliere
ovviamente al grande impegno ed interesse degli SS.MM. i quali, a detta
degli stessi rappresentanti nazionali, necessitano di essere elogiati per la
loro collaborazione e consulenza).
Eh già, ora si che sono
tutti, o quasi, contenti!!!
Ma, in tutta sincerità,
non riesco a fare a meno di pensare anche a coloro che, per via delle
solite disfunzioni createsi con le solite, mi verrebbe da dire, aliquote di
personale, a “festeggiare”... non ci riescono proprio.
E mi riferisco a coloro
che ...tanto rappresentano “pochissime unità”... piuttosto
che niente... (come se, visto che sono pochi, non meritassero
anch’essi di essere rappresentati).
Il problema è che
proprio tra alcuni di questi “pochissimi” (in realtà non sono poi
così pochi) si riversavano maggiormente le speranze di un quantomeno minimo
recupero, l’aspirazione ad una sterile GIUSTIZIA, di un minuscolo
riconoscimento, se non economico, almeno giuridico... se non giuridico,
almeno economico.
D’altronde dieci anni di
patimenti, dieci anni di ingiustizie, umiliazioni, frustrazioni... cosa
volete che siano. Almeno così accontentiamo ...quasi tutto il personale...
o no!
Non me ne vogliano i
nostri rappresentanti nazionali. Anzi, l’impegno che spesso dimostrano è
meritevole di lode. Ma a questi “pochissimi” sfigati qualcuno ci deve
pensare?
Quando ci si trova di
fronte a Marescialli, talvolta con 20, 22, 25 anni di servizio effettivo che
(senza demeriti, beninteso, e tra di loro tanti “eccellenti”) per ironia
della sorte (si, proprio così, per ironia della sorte) si sono trovati ad un
certo punto dall’altro lato della montagna, e con la strada sbarrata per
giunta, è inevitabile non pensare che ci si aspettava che un eventuale
riallineamento si sarebbe dovuto rivolgere tra gli altri, verso e non
contro di loro.
Ed ancor più in
particolare mi riferisco a coloro che sono stati promossi M.llo Capo con le
decorrenze che partono dal 01.04.2001 al 31.12.2001, i quali con questo
riallineamento non divengono 1° M.llo e dovranno nuovamente (ma ci sono
abituati) rifare un’ulteriore valutazione (suppletiva) e chissà quanti tra
di questi (probabilmente i più anziani, come al solito) non passeranno
neanche questa volta, e si vedranno nuovamente scavalcati, e senza demeriti,
e magari con la solita qualifica di “eccellente” ecc. ecc.
Ed è vero che anche il
M.llo Capo con decorrenza luglio/dicembre 2000 è costretto ad affrontare una
valutazione (ingiusto anche questo) “a scelta” (aliquota straordinaria), ma
almeno essi hanno avuto un (seppur minimo) contentino di carattere
economico. Non dimentichiamo, infatti, che tutti coloro che non sono stati
promossi entro marzo 2001, per norma interna (assurda) del D.lgs 82/2001, al
loro passaggio a M.llo Capo non possono più beneficiare dell’assegno
personale di riordino ex art. 19 (64,92 euro mensili corrispondente al
livello stipendiale superiore), andando a rimetterci, negli anni 2002, 2003
e 2004, oltre 2.500 euro (per non citare la perdita dell’emolumento previsto
dall’art. 17 della stessa legge che corrisponde ad ulteriori 280 euro circa
per ogni anno). Non solo, a partire da gennaio 2005, con l’introduzione del
sistema parametrale, gli stessi sottufficiali dovranno attendere ancora uno
o due anni affinchè il loro parametro corrisponda a quello del 1° M.llo
(parametro 133, spettante al 1° M.llo ed al M.llo Capo con 10 anni di
grado... altri 900 euro “persi” per ogni anno).
E non voglio deprimere
ulteriormente i lettori, perchè ci sarebbe da aggiungere quanto tutto ciò
risulterà fortemente penalizzante al momento della cessazione del rapporto
di lavoro (bisognerebbe davvero mettersi una mano sulla coscienza e capire
il futuro che si sta prefigurando per questi soggetti)... forse a queste
persone andava riservato un trattamento più dignitoso.
E questo è solo uno
dei tanti aspetti “devastanti” che stanno colpendo la categoria dei
sottufficiali, peraltro indirizzati a colpire le anzianità, considerate non
più, a quanto pare, sinonimo di esperienza e di rispetto (senza parlare
dell’appiattimento delle carriere per tutti, della perpetua disattenzione
nei confronti della categoria dei Sergenti e delle loro aspettative, e senza
argomentare del ruolo Truppa... su cui oramai sarebbe da scriverci una
intera “collana”).
Ed è per questo che
viene spontaneo chiedersi se coloro che hanno partecipato a questa
ennesima ingiustizia avevano gli occhi bendati, perchè ben più grave
sarebbe se ne fossero stati consapevoli. Proviamo ad immaginare come
“festeggeranno” alcuni nostri servitori dello Stato, magari con oltre 25
anni di carriera, e senza “peccati”, quando si renderanno conto che possono
rimanere nel grado di M.llo Capo per chissà quanti anni ancora, a dispetto
di coloro, ad es., che con poco più di 17 anni di servizio riusciranno ad
indossare il grado di 1° M.llo (ed intendiamoci, non ho nulla contro quest’ultimi,
anch’essi già “patitori” di altre contraddizioni, in particolare di
carattere economico).
Non sarebbe stato più
opportuno, dico io, non assumersi la responsabilità politica, se non anche
etica e morale, di tale provvedimento?
Non è più opportuno,
oggi, non enfatizzare i “presunti” risvolti positivi di questa legge e
continuare a rivendicare le REALI aspettative del personale?
Non sarà il caso di
valutare quali, a questo punto, potranno essere gli effetti di un eventuale
“Riordino delle Carriere”?
Di fronte a questi
disegni “strategicamente” studiati a tavolino, il “popolo” dei militari è
costretto a continuare ad accettare la politica del “Vù cumprà”,
essendo diventato questo, oramai, l’attuale modo di “concertare”.
Forse, piuttosto che
fare “litigarello” con le organizzazioni sindacali (che comunque tanto hanno
da insegnarci in quanto tali), sarebbe opportuno guardarsi all’interno e con
sincerità, obiettività e senza ipocrisia fare un passo indietro e
riconsiderare tutta la materia relativa a questo modo di rappresentare,
considerato da sempre poco confacente con le esigenze di “garanzie di
tutela” professionale e sociale.
Se non si possiede la
forza capace di trasformare in politiche concrete i sogni, non mostriamo, in
un sogno, la realtà che non è. Se rottami si è considerati... così si
continuerà a fare!
Treviso, 28/10/2004
MICELI Marcello
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