LA LIBERTA' DI PAROLA NELLE FORZE ARMATE E LA POLEMICA SUL GENERALE MOSCA MOSCHIN

Ha indubbiamente ragione il Generale Mosca Moschin, capo di Stato Maggiore Difesa, sul piano dei contenuti: l'eccessivo sforzo presenzialista delle nostre truppe in missioni di pace sta facendo dell'Esercito un esercito di crocerossine. Un conto è l'assistenza sociale mescolata a compiti di polizia militare, che competono ai carabinieri e non all'esercito, un conto sono compiti bellici.

Mandare all'estero, in compiti bellici di prima linea, dei soldati impreparati è da incoscienti e rispecchia la mentalità del soldato "carne da cannone" o del soldato "carne da uranio".

Sul piano formale il Generale Mosca Moschin ha pure ragione, perché la libertà di parola dei militari (di tutti i gradi) è affermata dalla legge dei Principi di Disciplina all'Art.9 -Legge 382/78- , da una sentenza dell'Alta Corte (131/73), e da un parere del Consiglio di Stato del 1985.

Della libertà di parola si è ampiamente avvalso il colonnello Pappalardo, in occasione della riforma dell'Arma dei Carabinieri, con la piena approvazione del comando dei Carabinieri e di tutte le forze politiche.

Purtroppo la legge sembra che non si applichi al personale di truppa. Il generale Mosca Moschin ha anche ragione di opporsi alla partecipazione italiana al progetto di aereo da trasporto europeo, perché l'Italia ha già in acquisto una trentina di aerei da trasporto USA (tipo C130 rinnovati) che sono del tutto sufficienti per le esigenze.

Del resto, le commesse per l'euro-aereo sono già state tutte assegnate a Francia, Inghilterra e Germania, e all'Italia non resterebbero che subcommissioni (per la Finmeccanica). Infine le spese di bilancio dell'Aeronautica per apparecchiature sono state enormi, oltre 50.000 miliardi . Occorre quindi mettere drasticamente un freno, anche perché alcune commesse sono state disastrose, come quella per il cacciabombardiere AMX.

FALCO ACCAME
PRESIDENTE Assoc. Naz. Assistenza Vittime arruolate FF.AA.