Ogni
giorno che passa mi sento più demotivato che mai.
Fino
a ieri pensavo che
l'Esercito mi avrebbe soltanto non consegnato la nuova vestizione, o trasferito
chissà dove, ma
al solo pensiero che tutta questa situazione creatasi
possa essere addebitada al un mal funzionamento dei nostri vertici mi
demoralizza a morte, eh si! perché anche io ho partecipato a missioni in terra
di Bosnia e Kosovo, con l'intento di aiutare chi più ne aveva bisogno, regalando
la propria colazione ad un bambino, chiedendo il latte in mensa per
poi portarlo a chi ne aveva bisogno, tagliando la legna per darla a chi non
l'aveva, portare il sorriso a chi l'aveva perso di fronte all'uccisione dei
cari.
Per
noi militari è stata davvero dura, all'inizio mal equipaggiati e
con il morale attaccato ad una cornetta del telefono che ci costava ore di fila
per poter mandare un bacio e una rassicurazione a fidanzate e genitori, le
nostre giornate erano divise fra la branda ed i vari servizi affidatici.
Ore
passate a controllare i confini, a perquisire mezzi, ore passate con la paura
in gola, ore passate a difendere gente a noi estranea in cultura e religione
ma comunque sempre esseri umani, ore passate a sperare che tutto finisse
più presto possibile, ore passate a programmare il rientro a
casa, ore
passate a dividere quei pochi soldi che la missione ci dava per i regali da
fare una volta a casa, ore passate a pensare come i nostri genitori fossero
orgogliosi di noi per quello che stavamo facendo, ore passate a pensare
a quei poveri militari che durante i due conflitti mondiali portavano
sulle spalle per le Alpi pezzi di artiglieria per la difesa dell'Italia,
ore pensando come mai al giorno d'oggi nessuno si sente così legato
alla propria nazione come all'ora, come mai i nostri nonni colpiti a morte
si rialzavano gridando "Viva l'Italia".
Quello
che mi logora non è il sapere
chi è il responsabile, ma il dubbio che si è creato per noi militari, che,
da sempre, senza ripensamenti eseguiamo gli ordini che ci vengono impartiti
con la fiducia che mettiamo nelle mani dei nostri superiori.
Da sempre
è vivo il sentimento di equipararci all'esercito Americano, noi che dell'uniforme
a loro in dotazione riusciamo a farne una quasi uguale ma di materiale
scarso per le poche risorse concesse alla Difesa.
Penso
che l'uranio
abbia impoverito i nostri cuori, carichi sino a ieri di speranza, per
un futuro migliore. Penso troppo, forse, ma spero che questi miei pensieri
possano essere attimo di riflessione per chiunque la pensa come me.
Per
concludere gradirei che questo mio non breve pensiero fosse pubblicato in
ricordo dei militari scomparsi per il DU.
Cordiali Saluti S. V.
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