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ODISSEA TRASFERIMENTI!

 

 

Cari amici,

vi rappresento un nuovo episodio (tra i tanti) accaduto ad un militare  dopo oltre 10 anni di servizio.

Il dipendente effettua tre domande di trasferimento dalla regione lazio per la puglia ai sensi della legge n. 104/92 per accudire il padre vedovo, reduce di guerra, (aveva circa 80 anni), riconosciuto handicappato grave e invalido civile al 100% con accompagnamento.

l'amm/ne militare, rigetta motivando sic et semplicer "per esigenze di servizio" in spregio alle più elementari norme tra cui la legge 241/90.

Il padre  muore in casa senza che nessun familiare l'avesse potuto accudire.

Il militare in data 17.11.99, ripresenta una nuova istanza di trasferimento ai sensi della legge n. 104/92 per accudire una zia paterna che si era occupata di lui sin dalla morte della di lui madre, all'epoca appena dodicenne, riconosciuta anche lei handicappata grave con invalidità del 100%.

L'amm/ne dopo oltre 9 mesi rigetta anche questa istanza, sempre per esigenze di servizio.

Il militare nel 9/2000 ricorre al tar e all'ispettorato del lavoro.

1. Nel 11/00, il tar lazio nega la sospensiva perchè: avere una handicappata grave abbisognevole di assistenza, di oltre 82 anni non lo si ritiene quale danno grave e irreparabile...  guarda caso l'anno precedente per la stessa situazione con ordinanza 90/99 fu concessa la sospensiva...  oggi non più perchè,pensate un pò, il relatore della 2^ sez. è il padre di un ufficiale della Guardia di Finanza e da quel momento i semplici militari perdono pedissequamente tutti i ricorsi ivi presentati!!!!!!!

2. L'ispettorato, scrive alla caserma chiedendo di specificare dettagliatamente quali siano le esigenze di servizio.

L'amm/ne, non solo non risponde da oltre 3 mesi alla richiesta dell'ispettorato, (e mai risponderà) ma addirittura udite udite, apre un procedimento disciplinare a carico del militare, contestando che lo stesso avrebbe dovuto preventivamente informare il comando.

Il militare, si giustifica dicendo che sarebbe fuori luogo informare il datore di lavoro di un'iniziativa così lineare e pacifica e ai sensi delle attuali disposizioni, aggiungendo che lo stesso ministero del lavoro nonchè il sindacato al quale è iscritta la zia, avevano rappresentato che non vi era alcun obbligo da parte del lavoratore nel comunicare alla caserma tale iniziativa.

Conclusioni: il militare viene comunque punito perchè lui avrebbe dovuto informare la caserma.

Nella determinazione punitiva, non viene citata alcuna norma o regolamento violato.!!!!!!

vale a dire...SEMPLICE E INUTILE MILITARE COME TI SEI PERMESSO AD INFORMARE UN ENTE ESTERNO DEI NOSTRI IMBROGLI E DEI NOSTRI ABUSI?????????????? 

 

 


 

 

 

 

 

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