Il Sottufficiale visto con gli
occhi dell'Ufficiale
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RICEVIAMO
E PUBBLICHIAMO
Gentile Signore,
la sua mi sembra una visione un pò
pessimistica della vita nelle FF.AA., probabilmente ha avuto molte esperienze
negative e i cosidetti "baies" (filtri personali della realtà
dovuti alle personali esperienze) le fanno distorcere la realtà delle cose.
Quello che racconta mi fa tornare
indietro ai tempi del Generale Cadorna e della sua "visione" della
disciplina militare: è vero, può succedere, in casi di particolare gravità,
di negare una licenza "importante" come quelle da Lei citate, ma
sinceramente non credo che la prassi sia quella da Lei evidenziata!!
Credo anzi, dalla mia esperienza, che
c'è una certa elasticità a concederle, anche per merito della legge 231/90 e
dei "famigerati" recuperi!
Non parlo degli altri, per me la cosa
più importante è l'UOMO che sta sotto alla divisa, il suo animo, la sua
intelligenza, la sua voglia di fare, la sua dignità: solo con il rispetto e
la stima reciproca si giunge all'obbiettivo preposto!
Se non ho ascendente sui miei
sottoposti, se non sono un leader, non sarò mai un CAPO, non sarò mai
rispettato come persona, non lavorerei bene, poichè avrei alle dipendenze
del personale non motivato e che quindi, in ultima analisi, rende meno.
Se viene affidata la "guardia
in plancia" ad un giovane ufficiale, vorrà dire che le esperienze e
gli studi post maturità classica (non si studia navigazione in
Accademia?) hanno messo in grado l'ufficiale di poterlo fare: se io
Comandante non mi fidassi di tale ufficiale, non mi affiderei certo nelle
sue mani....
Quello che dice sul rischio e
relative indennità è sacrosanto, anche se Le ricordo che, facendoLe un
esempio vicino alla Marina, un Comandante di un Incrociatore percepisce
una "indennità di Comando" di un paio di centinaia di migliaia
di lire, avendo "in carico" una nave di svariate centinaia di
miliardi...
Sono quindi d'accordo sul fatto che
chi, come Lei, ha particolari responsabilità amministrative, debba essere
giustamente indennizzato.
Credo che i nostri vertici facciano
quanto possibile per rappresentarci, purtroppo a volte non c'è peggior
sordo di chi non vuol sentire e la nostra classe politica non è certo
avvezza alle FF.AA. per tanti motivi che non sto a elencare, ma che
portano lo stesso cittadino a diffidare dei militari, dei loro stipendi e
dei loro "privilegi" semplicemente perchè non sono veramente
informati di quanto lavoriamo, di cosa facciamo e di quanti sacrifici
dobbiamo fare nella nostra vita. Pensi che, recentemente, un mio cugino si
lamentava di aver vinto un concorso pubblico a Grosseto e di non poter
avere, "come voi militari", l'alloggio di servizio, concesso a
suo fratello, maresciallo, proprio nella stessa città!
Purtroppo alcuni ufficiali e
sottufficiali poco rispettosi della loro divisa hanno, forse più in
passato che ora, creato agli occhi del militare di leva, quello che poi
ritorna civile e che "racconta delle FF.AA." il mito del
militare incapace, nullafacente, seduto a leggere il giornale o a fare gli
affari suoi con la divisa sbottonata perchè troppo stretta, vista la
pancia fuori misura, oppure intento a intrallazzare e rubacchiare le penne
ed il parmigiano: una volta un magistrato militare ha definito, in una
intervista sui casi di "trasporti masserizie", i militari
"degli ascari pronti a rubare tutto quello che potevano".
La chiave di volta è la coscienza
civile che in Italia è poco marcata, quindi l'influenza sull'opinione
pubblica e di conseguenza sul mondo politico.
Negli USA basta indossare una
qualsiasi divisa per essere dei Signori rispettati e stimati, si è mai
chiesto perchè?
La saluto cordialmente,
assicurandoLe che non mi dimentico MAI di quanti hanno collaborato con me
in maniera sincera e proficua.
Il Maggiore
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