MILITARI
SENZA MOTIVAZIONE?
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Riceviamo e gentilmente
pubblichiamo!
Il
governo Berlusconi esprime piena solidarietà al popolo americano e si
dichiara disponibile, per bocca dello stesso Ministro della Difesa
Martino, ad offrire i propri uomini nella guerra contro il terrorismo
internazionale affianco dei soldati della “valorosa” alleanza del
Nord.
Lodevoli
propositi, peccato che questi signori non conoscano, o facciano finta di
non sapere, quali siano le reali condizioni in cui versa il nostro
Esercito, di cui io stesso faccio parte gia dal 1994.
Ormai
per Politici e Generali, fautori del passaggio dalla naja al nuovo modello
di difesa che prevede solo volontari, è diventato quasi uno slogan :
“Esercito di professionisti, ben addestrati ed equipaggiati, per
fronteggiare qualsiasi situazione operativa“, sono queste le parole che
spesso si sentono ripetere, quello che però non dicono è quale è il
vero livello di preparazione, e da quale tipologia di individui è
composto il nostro Esercito "fantoccio", che fino ad ora ha
saputo solo svolgere incarichi di terz’ordine e di protezione civile
internazionale, mostrandosi si capace di impiantare tende, spalare macerie
e distribuire viveri, ma del tutto impreparato a condurre operazioni
militari di una certa caratura, prova ne è il fatto che ci vengano sempre
affidati incarichi di supporto e logistici. “Chi è causa del suo mal
pianga se stesso” così recita un vecchio adagio popolare.
Se
il soldato americano, o quello francese, o quello tedesco è superiore a
quello italiano non è certo perché è meglio retribuito o equipaggiato
(come vorrebbe far credere qualcuno), ma lo è perché è stato
selezionato ed addestrato da del personale competente e perché crede in
quello che fa. Nel nostro Paese, invece, non vi è alcuna selezione del
personale arruolato. Il profilo del soldato italiano medio che decide di
arruolarsi e “servire il suo paese in armi” non è dei migliori, e non
conforta affatto: età media 19 anni, del Sud, con la terza media, spesso
con alle spalle una situazione familiare disastrosa e con precedenti di
lavoro in nero. Sono giovani dotati di un bagaglio culturale minimo, dagli
occhi spenti, che il più delle volte si esprimono e comunicano unicamente
nei loro dialetti di provenienza, che della lingua italiana non hanno che
una vaga idea, giovani a cui la vita non ha concesso molto e che alla
prospettiva di una vita fatta di incertezze e di equilibrismi hanno
preferito il cosiddetto “posto statale”, la sicurezza di un lavoro
fisso che non conosce crisi o cassaintegrati e che in cambio di una vita
povera di gratificazioni e grandi prospettive di carriera offre uno
stipendio sicuro.
Vocazione
e patriottismo non sanno nemmeno cosa siano, l’obbiettivo è fissato in
partenza: “entrare in servizio permanente”, il telefonino ultimo
modello, la macchina sportiva e costosa, poi sposarsi e ottenere
l’ambito trasferimento vicino casa dove con due milioni al mese puoi
fare la vita da “signore”.
Delle
motivazioni che stanno alla base dei conflitti in Bosnia, Macedonia, o
Kosovo sanno poco o nulla, eppure gli si dice di partire e vanno,
allettati dai 7 milioni al mese che offre la trasferta. Naturalmente tutto
questo poco o nulla importa ai vertici della Difesa Italiani, che
dall’alto premono affinché sia coperto il vuoto di 160.000 unità che
l’abolizione della leva comporterà.
L’importante
è fare numero nel minor tempo possibile, gettando nel calderone di tutto:
alti e bassi, magri e grassi, belli e brutti, dislessici, strabici o con
tic nervosi, tutti possono indossare una divisa nell’Esercito della
salvezza ! Come se le guerre oggigiorno si combattessero con i numeri. E
se una volta entrato in “servizio permanente” hai problemi di droga ?
Semplice, disintossicati e non preoccuparti il posto è assicurato non te
lo toglie più nessuno ! Visite mediche all’acqua di rose, colloqui con
lo psicologo inesistenti, quiz culturali d’ingresso allegorici, ecco su
quali basi si fonda il nostro futuro Esercito. Non a caso assistiamo ad
episodi di ragazzi che perdono la vita per colpi di fucile partiti
accidentalmente dall’arma del collega, che cadono da elicotteri in volo
o che decidono di farla finita perché scoprono che forse quella non era
la vita fatta per loro. In otto anni ho visto quasi di tutto, le cronache
giudiziarie lo dimostrano, dalla semplice ricettazione di oggetti di
valore provenienti chissà da dove, alla vendita di copie pirata di CD
musicali o per Playstation, finanche colleghi arrestati per furto. Insomma
è un panorama abbastanza squallido e buio con il quale devo fare i conti
giorno per giorno, con la consapevolezza che sarebbe l’equivalente di
andare al macello se un giorno mi venisse chiesto di recarmi a combattere
al fronte affianco ad un altro Esercito, solo perché il Sig. Ministro
Martino del Governo Berlusconi aveva voluto mostrare al mondo di esserci
anche lui.
NDR.
Condivido
quasi tutto della tua lettera. Ma credo che alla base di tutto ci sia
anche il trattamento economico. Se paghi poco ricevi poco. Non puoi
pagare poco ed ottenere un'altissima qualità di scelta di uomini. Poi una
volta dentro, visto come ti trattano, non dai molto....... fai
l'indispensabile..., nulla di piu'..... Per questo arruoliamo quasi
esclusivamente persone come da te espresso.
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