Relazione del CO.CE.R. - A.M alla Commissione Difesa della Camera
sulla condizione del Personale Militare
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Roma 18 luglio 2000
 


PREMESSA

Signor Presidente, Onorevoli Membri della Commissione, desideriamo ringraziare per l'opportunità offerta al Co.Ce.R. Aeronautica di esprimersi sulla “Condizione Militare” e quindi porre alla Loro attenzione le problematiche maggiormente sentite dal personale rappresentato. 

Molti argomenti sono stati ampiamente e compiutamente illustrati alle SS.LL. dai Vertici Militari. 

In particolare per la nostra Forza Armata, le più rilevanti problematiche del Personale Navigante sono state trattate dal nostro Capo di Stato Maggiore ed è per questo quindi che non tratteremo tale argomento, ci soffermeremo

invece, sui temi di interesse più generale senza certamente avere la pretesa di ritenere esaustiva la nostra esposizione.

GENERALITA'

La divisione del Mondo in due blocchi contrapposti su un piano politico-militare ha provocato nel nostro Paese la formazione di due schieramenti ideologici sia nella Società che nelle Istituzioni che finora hanno di fatto rallentato qualsiasi processo di riforma delle Forze Armate.  La stessa Legge dei Principi, la 382/78, salutata da tutti i militari quale momento significativo per la democratizzazione del mondo militare, ha stentato e stenta ancora ad assolvere a quella funzione riformatrice tanto auspicata da chi la volle e l'approvò. 

Tutto veniva giustificato dal fatto che una politica “aperturistica” potesse minare le basi della disciplina, fondamento essenziale di un efficiente strumento militare.

A prova di questo, le componenti più democratiche delle Forze Armate erano fatte oggetto di particolare attenzione da parte dei Vertici che vedevano in questi elementi “perturbatori” il pericolo che potesse essere messa a repentaglio l'efficienza operativa delle Forze Armate.  

Diffondere nel personale il seme della riflessione sulla propria condizione militare veniva, allora, considerata come azione tendente a minare gli assetti gerarchici nonchè la coesione delle Forze Armate. 

Tale concezione è, purtroppo, ancora radicata in molti settori della Difesa.  Prova ne è la difficoltà che incontra la Rappresentanza Militare a farsi riconoscere quale soggetto paritetico rispetto ai suoi interlocutori istituzionali, nell'esercizio delle funzioni che le sono proprie. 

E' per questo che l'odierna “audizione” assume particolare rilevanza soprattutto perchè dà il giusto riconoscimento al ruolo del Consiglio nei confronti delle Istituzioni, in una materia di primario interesse per tutti i cittadini con le stellette, quale è la condizione militare, anche in relazione alle Forze Armate degli altri Paesi Europei. 

L'argomento è di grande attualità alla luce dei molteplici impegni che le Forze Armate Italiane, negli ultimi anni, hanno dovuto affrontare sia in Patria che in altre parti del mondo. 

Compiti che, abbiamo assolto con molto impegno ed abnegazione, dimostrando un alto livello di professionalità, e meritando il rispetto sia dei nostri Alleati che delle istituzioni del nostro Paese.

TRATTAMENTO
GIURIDICO ECONOMICO

Il processo di integrazione Europea di cui la difesa comune è certamente elemento fondamentale ed essenziale, inoltre le mutate condizioni, frutto del superamento dei due blocchi hanno concorso a formare una diversa concezione di difesa sia nell'opinione pubblica che nella classe dirigente politica che, per tutta risposta ha dato impulso ad un'importante attività legislativa, (vedi le leggi sui Vertici e sul  Servizio Femminile, sulla Riforma del Servizio di Leva, quest’ultima ancora in itinere). 

Ma a fronte di tutta questa attività legislativa indirizzata a modificare l'intero strumento di Difesa Italiano, poco è stato fatto per migliorare la condizione del personale militare.  Le due deleghe legislative conferite dal Parlamento al Governo Parlamento al Governo per il Riordino delle Carriere degli Ufficiali edei Sottufficiali con la clausola “senza oneri” a carico dell'Erario ne costituiscono un esempio lampante. Infatti tali deleghe dovevano costituire un rimedio alle sperequazioni provocate dai Decreti Legislativi 490/97 e 196/95 e dovevano concorrere ad eliminare il considerevole contenzioso amministrativo sviluppatosi in materia (si pensi che solo i Sottufficiali delle FF.AA. hanno in pendenza circa 40.000 ricorsi). 

Rimane la speranza che con le deleghe contenute nel Disegno di Legge sull'Esercito Professionale si possa intervenire per risolvere le problematiche ancora sul tappeto. 

Piace rammentare che il Ministro della Difesa Onorevole MATTARELLA in occasione della presentazione del volume di Codesta Commissione su “Episodi di violenza e qualità della vita nelle Caserme delle FF.AA.” ha affermato che:  “essere in Europa alla pari con i nostri maggiori Alleati, significa anche sapere realizzare condizioni di pari dignità per il nostro personale militare chiamato del resto, ad operare sulla base di standard comuni di addestramento e di impiego”. 

Ma pari dignità, a nostro avviso, significa anche assicurare, almeno in una prospettiva non troppo remota, ai militari italiani l'allineamento alla realtà Europea del trattamento economico, dei provvedimenti giuridici, economici, previdenziali ed assicurativi. 

Per quanto attiene, infine la categoria dei Volontari di Truppa in Ferma Breve e del Personale di Truppa in S.P. è auspicabile che il trattamento sia almeno uniforme tra tutte le Forze Armate.  Solo in tale ottica di preventiva armonizzazione interna delle normative che riguardano la categoria sarà poi possibile pensare al salto di qualità che vedrebbe uniformare il trattamento stesso a quello dei corrispondenti soggetti militari delle altre Forze Armate Europee. 

Allo stato attuale delle cose, molti sono i motivi di lamentela nella categoria in ambito Forza Armata, alcuni comuni anche all'Esercito ed alla Marina (quali ad esempio: limitazione del mandato di R.M. rispetto alle altre Categorie “Contrattualizzate”) altri propri solo dell'Aeronautica (quali ad esempio: il vestiario che non prevede un uniforme estiva con giacca, etc.).

Auspichiamo, però, che con il varo dell'Esercito Professionale tutte le problematiche vengano risolte e si possa così pensare al processo di “Europeizzazione”

anche dei trattamenti economici e giuridici della Categoria. 

 

ALLOGGI DI SERVIZIO

La problematica degli alloggi di servizio per il personale militare è intimamente connessa con la mobilità del personale stesso che, come è noto, è soggetto a numerosi e frequenti trasferimenti nel corso della carriera. 

Tale problematica, sempre fortemente sentita in ambito Forza Armata, è stata notevolmente complicata dalla ristrutturazione ordinativa dell'Aeronautica che ha reso sempre più carente, soprattutto in alcune aree, e nel complesso certamente inidonea la distribuzione attuale del patrimonio abitativo disponibile. 

A titolo esemplificativo mentre nell'area Sud (Puglia, Campania, Sicilia) oltre il 20% degli alloggi sono liberi e non richiesti, nell'area di Roma non si riesce a far fronte alle numerose richieste del personale che, proprio in virtù della ristrutturazione, continua ad essere trasferito ai neo-costituiti Alti Comandi ed agli Enti Centrali. 

Non è certamente pensabile che si possa arrivare a disporre di un numero di alloggi sufficiente a soddisfare le esigenze abitative di tutto il personale neanche solo di quello considerato “chiave” per funzione ed incarico ricoperto. 

E' pertanto opinione del Co.Ce.R. Aeronautica che la soluzione più agevolmente percorribile, peraltro in linea con analoga “policy” perseguita in questo momento da altri Enti Pubblici ed Amministrazioni Statali, è quella di dismettere ed alienare l'intero patrimonio abitativo mantenendo soltanto un minimo di alloggi ubicati all'interno di installazioni militari, da assegnare gratuitamente (ed obbligatoriamente) ad Incarichi di Vertice (Comandanti) individuati in modo tassativo dallo Stato Maggiore di Forza Armata. 

La vendita del patrimonio abitativo, oltre a sollevare l'Amministrazione dai notevoli oneri di gestione e minuto mantenimento (oneri invero gravosi, in considerazione della vetustà media degli alloggi), consentirebbe di raccogliere una disponibilità di risorse da utilizzare: 

a.         per costituire e/o ricostituire quella disponibilità minima di alloggi per gli “Incarichi di Vertice”; 

b.        per istituire una “indennità” per il rimanente personale, da modulare in base a criteri che tengano conto della situazione economico-abitativa della località di servizio.  

            A parte l'evidente ritorno in termini economici di una siffatta operazione, si evidenzia che la soluzione prospettata eliminerebbe malumori, rancori, demotivazione ed un non irrilevante contenzioso. 

A corollario e completamento di tutto quanto proposto si evidenzia la necessità di procedere alla stipula di accordi a livello nazionale con le Regioni e gli Enti Locali minori per l'acquisizione di disponibilità alloggiative in affitto a canone agevolato. 

RUOLO DELLA
RAPPRESENTANZA MILITARE

Per quanto attiene al ruolo della Rappresentanza Militare alla luce della sentenza della Corte Costituzionale si fa osservare che nelle motivazioni a sostegno della legittimità Costituzionale la Suprema Corte ha osservato che:

la Costituzione Repubblicana supera radicalmente la logica istituzionalistica dell'Ordinamento Militare giacchè quest'ultimo deve essere ricondotto nell'ambito del generale ordinamento statale “rispettoso e garante dei diritti sostanziali e processuali di tutti i cittadini”.  

La garanzia dei diritti fondamentali di cui sono titolari i singoli “cittadini militari” non recede quindi di fronte alle esigenze della struttura militare; si che meritano tutela anche le istanze collettive degli appartenenti alle Forze Armate. 

Questi e altri motivi enunciati dalla Corte non consentono, alla stessa, di ritenere illegittimo il divieto posto dal legislatore per la costituzione delle forme associative di tipo sindacale in ambito militare. 

Se è fuori discussione, infatti, il riconoscimento ai singoli militari dei diritti fondamentali, è pur vero che in questa materia non si deve considerare soltanto il rapporto di impiego del militare con la sua Amministrazione e, quindi, l'insieme dei diritti e dei doveri che lo contraddistinguono e delle garanzie dell'ordinamento che rivela nel suo carattere assorbente il servizio reso in ambito speciale come quello militare. 

Inoltre la Consulta se da una parte paventa che una eventuale declaratoria di illegittimità costituzionale dell'art. 8 della Legge 382/78 aprirebbe inevitabilmente la via ad organizzazioni la cui attività potrebbe risultare non compatibile con i caratteri di coesione interna e neutralità dell'Ordinamento Militare; dall'altra “suggerisce” al legislatore che l'Ordinamento deve assicurare forme di salvaguardia dei diritti fondamentali spettanti ai singoli militari quali cittadini, anche per la tutela di interessi collettivi. 

Queste deduzioni logiche cui è pervenuta la Suprema Corte a sostegno dell'infondatezza di illegittimità costituzionale dell'art. 8, nella parte contestata, devono essere anche motivi ispiratori inamovibili per una riforma della Rappresentanza Militare al fine di dare uno strumento efficiente ed efficace per la tutela del personale militare, sia come singoli che come collettività. 

Si consideri, altresì, al riguardo che l'Italia è tra i Paesi firmatari della Convenzione Internazionale n. 862 del 19 novembre 1984 (che ha ratificato la Convenzione n. 151 “dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro”) dove si stabilisce chiaramente, nell'art. 1 comma 3 della parte prima, che “la legislazione nazionale determina la misura in cui le garanzie previste dalla presente Convenzione si applicheranno alle Forze Armate e di Polizia”. 

E' auspicabile che si giunga al più presto ad attuare quanto indicato dalla Suprema Corte, in armonia con la citata convenzione internazionale, anche perchè attualmente la disparità di tutela tra i Lavoratori Militari e quelli Civili della Difesa ha raggiunto livelli inaccettabili. 

Spiace, infatti, dover, a riguardo, constatare che il Co.Ce.R. per poter incontrare il Ministro della Difesa debba attendere una nuova crisi di Governo mentre i Sindacati del Personale Civile, vengono addirittura sentiti con cadenza settimanale sulle problematiche connesse alla ristrutturazione ed alla chiusura degli Enti Militari!! 

 

CONCLUSIONI  

Onorevole Presidente, Onorevoli Commissari, a conclusione della presente relazione, il Co.Ce.R. Aeronautica auspica un incisivo intervento delle SS.LL. al fine di ottenere l'istituzione di almeno uno dei tanti “tavoli tecnici” promessi dal Governo, per affrontare e risolvere le problematiche rappresentate. 

Ciò consentirà di instaurare un clima più disteso nei rapporti tra Co.Ce.R. ed Istituzioni, riportandoli nell'alveo di una serena collaborazione, certamente foriera di risultati positivi nell'interesse del Personale Militare rappresentato.

 

 
 

 


 

 

 

 

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