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<<Audizione del Cocer presso la Commissione difesa del Senato del 7 marzo 2007>>

 

Stato di attuazione della Professionalizzazione e Ruolo delle Forze Armate nel processo di pace.

 

(Documento dei Sottufficiali del Co.Ce.R. Marina Militare)

 

“Gentile Presidente,

La ringraziamo della possibilità che ci viene concessa di esprimerci in particolare come categoria dei Sottufficiali di Marina. Questo documento, che relazionerò è stato redatto oltre che da me anche dagli altri due colleghi Capo Vietri e il Luogotenente Milani.

In considerazione della particolarità dell’argomento da trattare non si possono escludere delle riflessioni sulla legge cosiddetta “Professionale” n. 331/2000 e il decreto legislativo che ne è scaturito, guardando con particolare attenzione ad alcuni aspetti normativi significativi. Tutto ciò attraverso gli occhi di chi militare e delegato vive in prima persona le trasformazioni dello strumento militare e con il dispiacere che spesso da diversi anni la  stessa Rappresentanza era stata attenta e critica.

Citerò alcuni articoli del “professionale” e relative considerazioni:

A)      art. 3 comma 1) lett. c): “disciplinare il progressivo raggiungimento dell’entità dell’organico delle singole categorie indicate alla lettera a), prevedendo anche il transito del personale in esubero rispetto all’organico delle Forze Armate nei ruoli di altre amministrazioni in relazione alle esigenze, ai profili d’impiego e alla programmazioni delle assunzioni da parte delle amministrazioni stesse o, in caso di mancato reimpiego, il collocamento in ausiliaria se con meno di cinque anni dei limiti di età previsti per ciascuna categoria di personale”. Articolo ripreso dall’art. 3 del Decreto Legislativo 215/2001.

Purtroppo questa norma è stata considerata solo in ridottissima parte. Infatti non solo non ci sono state opportunità di reimpiego nelle altre amministrazioni ma anche i collocamenti in ausiliaria sono stati minimi da non influire su una riduzione degli esuberi.

In virtù di questo dettato di legge una opportunità potrebbe essere il transito e reimpiego nel Corpo delle Capitanerie di Porto. Come è noto il personale del Corpo non è considerato nell’ambito della riduzione del personale. Inoltre, a fronte, dei sempre maggiori impegni che vanno dalla polizia giudiziaria, polizia marittima, polizia ambientale, archeologica marina, attività anti-terroristiche, sicurezza della navigazione, concorso al contrasto di traffico di stupefacenti, antimigrazione e ricerca e soccorso in mare ecc…, il personale rimane comunque ridotto e può far fronte solo con la totale dedizione e professionalità.  Il rimpinguamento di personale preso dall’esubero delle FF.AA. oltre tutto, avrebbe un impatto fortemente positivo e sarebbe fortemente apprezzato dall’opinione pubblica in quanto andrebbero a rinforzare gli aspetti della sicurezza del cittadino e delle Istituzioni. Per questo, necessiterebbe solo un minimo di aggiornamento professionale rispetto a ciò che servirebbe per il transito ad altra Amministrazione Pubblica. A similitudine, in modo analogo potrebbe avvenire per il transito nei ruoli della Protezione civile.

B)

1) art. 3 comma 1) lett. f), punto 1.: “prevedere il reclutamento di volontari in ferma prefissata di durata di uno o cinque anni, da impiegare sia sul territorio nazionale, sia all’estero, modificando in funzione di tali previsioni le corrispondenti disposizioni del decreto legislativo 195/96, nonché la possibilità di differenziare le modalità di reclutamento in relazione alla durata della ferma contratta, di alimentare con i volontari in ferma di un anno i volontari in ferma prefissata di cinque anni per due successive rafferme biennali”.

2) art. 3 comma 1) lett. f), punto 5.1) (ed anche seguenti):”prevedendo iniziative per il sostegno, la formazione professionale, il completamento di cicli di studio ed il collocamento preferenziale sul mercato del lavoro privato, anche attraverso il ricorso a convenzioni tra il Ministero della difesa e le associazioni delle imprese private e l’attivazione di agevolazioni anche finanziarie che favoriscano le assunzioni da parte delle imprese”.  Articolo trattato anche dall’art. 17 D. Lgs. 215/01.

3) Art. 5 comma 2:”….. con D.P.C.M., di concerto con i Ministri della pubblica istruzione e Università, sono determinati i crediti formativi per i cittadini che prestano servizio militare volontario, rilevanti, nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale o di specializzazione, previsti per l’acquisizione dei titoli necessari all’esercizio di specifiche professioni o mestieri”.

Questi punti normativi, forse per la non lungimiranza hanno di fatto causato l’incontrollabile fenomeno del precariato.  Il famoso comma 519 dell’art. 1 della finanziaria 2007 nonostante sia chiaro nel considerare i militari ai fini dell’assunzione a tempo indeterminato dei militari non ancora in servizio permanente, sta avendo delle resistenze nell’applicazione per via dell’interpretazione dei Vertici delle Forze Armate. Questo non è un particolare di poco conto perché non si riesce ancora a capire se questa interpretazione può portare con il tempo al ripristino del servizio militare di leva obbligatoria. Comunque nonostante gli aspetti positivi della norma (comma 519 art.1 ) questa ha carattere di circostanza. Opportuno sarebbe non fondare più gli organici delle Forze Armate sui volontari a ferma determinata. Guardando al personale, purtroppo non sono state sviluppate quelle norme tese a salvaguardare e valorizzare i militari che terminavano la ferma al fine del loro ingresso nel mondo del lavoro. C’è più di qualche caso dove del personale in ferma breve per il quale si sono investiti risorse economiche per specializzarlo e formarlo, impiegato in teatri internazionali, è dovuto rientrare perché non c’era modo di trattenerlo in servizio. Per di più l’essere venuta meno sia da parte politica che dell’amministrazione l’applicazione ad esempio di convenzioni ai fini occupazionali e la valorizzazione della professionalità, hanno fatto avvertire da parte del giovane non solo di non avere una considerazione in più per aver servito la nazione ma percepito dalla società come colui che è stato allontanato dall’Istituzione perché non all’altezza di lavorare nelle Forze Armate. Volgendo lo sguardo all’Istituzione Forze Armate, inoltre, viene da chiedersi che se esse continueranno a reggersi sempre più su basi precarie, queste non potranno che assumere struttura precaria, vanificando così quello che è il concetto di esperienza lavorativa.

C)    art. 6 “Relazione in Parlamento”. “…..il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della difesa, presenta al Parlamento la relazione annuale sullo stato della disciplina militare, sullo stato dell’organizzazione delle FF.AA., in relazione agli obiettivi di ristrutturazione, nella quale in particolare riferisce sul livello di operatività delle Singole Forze Armate, sul grado di integrazione del personale militare volontario femminile ecc… “. Relazioni queste che avrebbero contribuito a monitorare e approfondire lo stato dei fatti apportando le dovute correzioni politiche e amministrative, ma che non si sono mai presentate. E se per caso ci sono state, di certo la Rappresentanza Militare non ne è venuta a conoscenza.

D)   Art. 1 “Le Forze Armate sono al servizio della Repubblica. L’ordinamento e l’attività delle Forze Armate sono conformi agli art. 11 e 52 della Costituzione e alla legge. Compito prioritario delle Forze Armate è la difesa dello Stato. Le FF.AA. hanno altresì il compito di operare al fine della realizzazione della pace e della sicurezza, in conformità alle regole del diritto internazionale ed alle determinazioni delle organizzazioni internazionali alle quali l’Italia fa parte. Le FF.AA. concorrono alla salvaguardia delle libere istituzioni e svolgono compiti in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità ed urgenza……”. In ultimo ma primo sia in ordine di articolo che di importanza è proprio il primo articolo della legge professionale, perchè richiamandosi alla costituzione, dà il senso delle nostre FF.AA. e l’orientamento che la politica e le amministrazioni devono avere. È chiaro che da quasi venti anni gli impegni internazionali sono aumentati e l’Italia, si è sempre distinta sia per l’impegno incondizionato mostrato dai nostri militari, ma soprattutto per la capacità di interpretare i dettati della costituzione sempre attuale proprio perché basata su valori sempre validi, quali la pace la libertà e il rispetto della vita umana. Al contrario però l’attenzione politica in generale nei confronti del personale militare all’atto pratico viene, via, via meno. È chiaro che, la vita del militare, che vada fuori sede o no, è una vita di particolare dedizione come il prete o il medico o come dovrebbe essere per l’insegnante, perché ha a che fare con le fatiche quotidiane e si impatta con la drammaticità della vita umana, soprattutto per chi va in teatri di guerra. Oltre tutto, nelle famiglie dei militari è difficile avere due redditi, almeno a tempo pieno, perché, è evidente, che ne verrebbe meno la stabilità familiare, a causa della mobilità. La stabilità familiare è stata minata negli anni anche dalla soppressione o limitazione di organismi quali ad esempio di protezione sociale, o comunque e soprattutto di stipendi non assolutamente adeguati per un sostentamento dignitoso delle famiglie e che aiuti l’instabilità provocata dalla scelta di vita che la famiglia stessa è costretta a farsi carico.

Se si vuole, quindi, fare delle Forze Armate professioniste, bisogna evitare di entrare nella logica che la diminuzione delle risorse debba corrispondere alla diminuzione dei numeri di stipendi da erogare. Anzi, determinati ruoli di tipo logistico amministrativo, dovranno comunque essere assicurati da qualcuno. La tecnologia dovrà essere più sofisticata e quindi la qualità dovrà sostituire i numeri. Ma le risorse economiche sono sempre inferiori.

In definitiva si sta assistendo ad una operazione mai registrata in altre amministrazioni. Solo nelle Forze Armate la chiusura degli Enti e la gestione degli esuberi del personale, grava esclusivamente sul personale. Riteniamo che se il progetto generale debba avere come obiettivo l’accentramento di funzioni operative in meno enti, la riduzione del personale e il mantenimento al contempo dei livelli di efficienza con l’impiego di minori risorse, il progetto generale non deve disconoscere la necessità di un riordino delle carriere che metta definitivamente ordine nella organizzazione gerarchica, cosa oggi naturalmente compromessa. La necessità, quindi di andare a definire i ruoli stabilendo quanti e quali devono essere i dirigenti e i vari livelli (Ufficiali), quale deve essere il ruolo direttivo (Marescialli), quanti i ruoli di concetto ed esecutivo (SGT. e truppa). Solo con un riordino di questo tipo, dove vengono riconosciute le funzioni e l’adeguato trattamento economico, accompagnato da norme non traumatiche per la questione “esuberi”, solo in presenza di queste garanzie come delegati COCER ci sentiamo in grado di dare il pieno consenso al progetto.

Le suddette osservazioni non sono altro che il frutto dei lavori della Rappresentanza negli ultimi cinque anni.

Concludendo, viene da chiedersi: “quanto la politica avverte veramente l’importanza delle Forze Armate e il ruolo che i militari italiani svolgono? quanto lo avverte veramente  l’amministrazione?”. Ciò che più dovrebbe preoccupare è, se questi valori non li avvertiranno più i militari, se continueranno ad essere considerati lavoratori comuni, addirittura a tempo determinato, da sfruttare e non considerati uomini al servizio della nazione e quindi della pace dei suoi cittadini. 

 

I delegati del CO.CE.R Marina


 1° Maresciallo Luogotenente Alessandro MILANI

 

Capo 1^ Np. Antonio CIAVARELLI  

 

C° 1cl. TSC/ETE Giampaolo VIETRI

 



PUBBLICHIAMO PARTE DEGLI INTERVENTI PIU' INTERESSANTI FATTI DAI DELEGATI COCER IN COMMISSIONE DIFESA SENATO GIORNO 7/3/07

 

Riserva di pubblicare il resoconto stenografico.

 

Seguito dell'indagine conoscitiva sull'attuazione della legge 23 agosto 2004, n. 226, e del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 197, con particolare riferimento alle prospettive evolutive del ruolo delle Forze armate nella costruzione del processo di pace, anche in relazione agli altri soggetti coinvolti in tale processo: seguito dell'audizione dei rappresentanti del COCER Interforze.

 

            Riprende l’audizione, sospesa nella seduta del 21 febbraio scorso. 

 

            Ha per primo la parola il magg. MORO, che si sofferma in particolare sulle trasformazioni intervenute nel ruolo dell’Esercito e sugli effetti delle drastiche riduzioni di cui è stato oggetto il bilancio del comparto, a fronte di un accresciuto impegno, anche sul piano internazionale, dei militari italiani. 

            Il c.le magg. ca. ANGOTTI dà quindi lettura di un documento relativo alle categorie dei volontari e vertente in particolare sui problemi del precariato, sulla riduzione delle infrastrutture alloggiative e sugli aspetti previdenziali. 

            Intervengono poi il cap. corv. SANGIORGIO, che focalizza in particolare le aspettative della Marina, auspicando precise garanzie sotto il profilo dell’adeguamento dei mezzi e delle risorse, nonché sotto quello della riduzione dei compiti, ed il capo di 1ª classe CIAVARELLI, il quale fornisce alcuni approfondimenti relativi alla situazione dei sottoufficiali della Marina. 

            Il ten. col. BOTTACHIARI si sofferma quindi sugli aspetti di specifico interesse dell’Aeronautica militare, domandando in particolare se esista o meno una scelta strategica afferente al ridisegno dello strumento militare e quali ne siano i motivi ispiratori e sollecitando anch’egli una maggiore attenzione nei confronti del precariato. 

             Il col. AZZARO richiama alcune considerazioni già contenute in un documento distribuito nella precedente seduta e relativo alla peculiare situazione degli appartenenti all’Arma dei Carabinieri. 

            Il col. BARTOLONI rinvia alle osservazioni avanzate nella scorsa seduta e riferite al Corpo della Guardia di Finanza; il mar. a. TRINX coglie l’occasione per sollecitare infine una maggior attenzione della politica sulla riforma della rappresentanza militare. 

      Seguono interventi e richieste di chiarimenti del senatore BERSELLI (AN) (si sofferma in particolare sulle problematiche relative alla professionalità delle Forze armate e della scarsità delle risorse assegnate al comparto, che rischia di compromettere l’impegno sul piano internazionale), della senatrice BRISCA MENAPACE (RC-SE) (ricorda di aver più volte sollecitato una riflessione sul concetto stesso di Difesa, che non coincide con quello di Forze armate, e sottolinea che i militari sono cittadini in armi, e che sono dunque titolari di diritti) e del senatore BIONDI (FI) (esprime apprezzamento per le considerazioni svolte dagli intervenuti e concorda con l’esigenza di pervenire ad una riforma condivisa del sistema di rappresentanza militare, anticipando la propria disponibilità personale a confrontarsi sul tema). 

            In considerazione dell’andamento dei lavori dell’Assemblea, il PRESIDENTE dispone il rinvio del seguito dell’audizione ad altra seduta.  

La seduta termina alle ore 16,45 del 7/3/2007


SideWeb, 10/3/2007
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