MOZIONE
(art.22 R.I.R.M.)
Delegato CO.I.R. cat. ”B”
del COM.SUP.FO.TER.
Mar.Ord. t. sp. E.I. Nicola di MEO
Carissimi Colleghi,
nei
giorni del 5 e 6 Ottobre
dello scorso anno e nel successivo
incontro del 19 Gennaio c.a.
furono convocati dal Consiglio Centrale della Rappresentanza Militare
della sezione Esercito in Roma tutti i Delegati dei Consigli Intermedi per
una consultazione in merito al provvedimento di concertazione economica
relativo al biennio 2000-2001.
Allora, dopo aver richiamato
all’attenzione dei presenti le attuali limitazione poste dalle norme che
regolano le modalità e le procedure
di concertazione di cui al Dlgs 195/95 così come modificato dal
Dlgs 129/2000, al fine di
evitare deludenti risultati che ancora una volta si sarebbero potuti
perpetrare a danno delle
aspettative del personale
militare della categoria dei Sottufficiali e dei Volontari in Servizio
Permanente (V.S.P.), avevo
proposto di inserire nelle premesse di quello che doveva essere il
documento di concertazione del Consiglio Centrale una condizione ed un
impegno da parte di tutti. E precisamente, qualora dopo i cosiddetti
lavori per il rinnovo contrattuale non fossero state recepite o disattese
le aspettative del personale appartenente alle categorie sopraccitate o
peggio ancora
si fossero realizzati soltanto “giusti riconoscimenti” per alcune
fasce di grado, il Consiglio Centrale avrebbe promosso una consultazione
di studio fra tutto il personale militare
che coinvolgendo l’Opinione Pubblica e la Autorità di Governo
aprisse un dibattito nel Paese
per la riforma del sistema di rappresentanza del personale militare.
Oggi tutti sappiamo come sono andate le
cose.
A chi ha giovato questo organismo di
rappresentanza del personale militare?
La categoria che mi pregio di
rappresentare è rimasta ancora una volta a raccogliere “briciole di
carità” .
L’attuale strumento non è stato in grado di garantire
nemmeno la certezza del “normale ed ordinario orario di lavoro” né
altrettanto ha saputo rivendicare il rispetto dei previgenti accordi di
concertazione in materia di vacanza contrattuale previsti dall’art.1 del
D.P.R. 16 Marzo 1999 n°255 pubblicato sul
suppl. ord. della G.U. nr 180
del 03.03.1999.
Ed ancora, in merito agli interventi correttivi ed integrativi per il
riordino dei gradi dei ruoli non direttivi del personale militare
realizzati con il Dlgs n. 82 del 28 Febbraio 2001, nessun
significato è stato riconosciuto alla eccezionale mole di lavoro dei
delegati della rappresentanza che
hanno riempito inutilmente gli archivi dei rispettivi Consigli Centrali di
Forza Armata.
Dopo oltre 10 anni dall’entrata in vigore della legge 241/90, tesa a
garantire la massima trasparenza negli atti amministrativi della Pubblica
Amministrazione, rimangono irrisolti i problemi riguardanti la scarsa ed
insufficiente chiarezza
nei trasferimenti del personale militare che per esigenze personali
e comunque NON di servizio sono disposti
in accoglimento di domanda. Ancora oggi, nonostante le
deliberazioni di questo Consiglio Intermedio, non si conoscono i criteri
discrezionali, i parametri
e/o punteggi, che informano l’operato delle competenti direzioni generali
del Ministero della Difesa nei procedimenti amministrativi sopra citati.
Inoltre in merito ad una
necessaria via di comunicazione diretta fra i delegati dei Consigli
di Base con i rispettivi
delegati del Consiglio Intermedio, ancorché deliberata,
resta disattesa anche
la richiesta di un
elenco aggiornato degli Enti dipendenti ed i relativi nominativi dei
Delegati di base;
Ed infine in merito alle nuove norme a sostegno della maternità e
paternità di cui alla legge 53/2000 questo Organismo non è stato nemmeno
interpellato per un semplice parere durante la fase di predisposizione
degli atti ministeriali che hanno determinato il Decreto Legislativo
151/2001 e la conseguente circolare applicativa della Direzione Generale
del Personale Militare.
Ecco come anche in tale materia di elevata caricatura sociale si è
evidenziata l’assoluta insufficienza di questo Organismo dell’Ordinamento
Militare che, da troppo tempo, non coincide con la rappresentatività delle
categorie.
E nonostante tale strumento di
rappresentanza, attraverso due importanti interventi legislativi, è stato
sostanzialmente modificato, dapprima nel 1995 con il Dlgs nr 195/95 ed in
seguito con Dlgs n. 129 del
30 Marzo 2000, per l’ennesima volta si è dimostrato per il personale
appartenente alla categorie dei Sottufficiali e dei Volontari in Servizio
Permanente uno strumento
assolutamente inutile in termini di EFFICACIA , FUNZIONALITA’ed
ECONOMICITA’:
UNO STRUMENTO
CHE PRODUCE “CARTA
SENZA VALORE”
Cari Colleghi, queste considerazioni
non siano
reputate, ve ne prego,
come delle polemiche valutazioni
prive di sufficienti elementi di analisi che possano
ledere l’unitarietà di un “corpo”
discriminato per categorie: queste sono l’ennesima ed ulteriore
constatazione di fatto facilmente verificabile!
La dignità e la tutela degli
interessi del personale
militare della categoria Sottufficiali e... credo anche dei Volontari in
servizio permanente, di complemento e di leva non può continuare ad essere gestita
dall’attuale sistema dell’Ordinamento Militare, ancorché privo di
qualsiasi forma di volontarietà di adesione è imposto quale unico
strumento di rappresentanza,
troppo spesso usato secondo le convenienze anche di chi decide di fare
battaglia politica o personale strumento di arrivismo o di delega
inappellabile in materia di benessere del personale .
Fatte salve le materie di natura militare
o che comunque si riconducano a questioni di interesse prettamente
militare ognuno deve avere il diritto di poter sindacare
le eccezioni che riguardano fondamentalmente gli interessi che sono
comuni a qualsiasi lavoratore del nostro Paese.
Il personale militare ed in particolare
quello appartenente alle
categorie più deboli, Sottufficiali e Volontari in Servizio
permanente, ha bisogno di poter intervenire “in itinere”
con l’Istituzione Militare quando questa predispone atti che nulla
hanno a che fare con la “cosa militare” ma che
intervengono sugli interessi legittimi, sociali ed economici degli
operatori delle FF.AA. senza il dovuto rispetto di auspicati “metodi di
reciprocità”.
L’Istituzione Militare rappresentata al
vertice, negli uffici legislativi e nei vari organi di direzione del
Ministero della Difesa, da individui che appartengono ad una sola delle
categorie del personale delle FF.AA., quella degli Ufficiali dirigenti,
non può essere “parte e
controparte” anche nelle questioni di ordine socio-economiche con il
restante personale delle altre categorie: Ufficiali di complemento,
Sottufficiali, Volontari e Militari di leva.
Sono troppe le occasioni che hanno dimostrato che questo strumento,
voluto dall’Ordinamento Militare per la tutela degli interessi del
personale dipendente, produce benefici quasi univocamente soltanto al
personale appartenente alla categoria degli Ufficiali dirigenti ed
omogeneizzati.
Le riforme non
possono continuare ad essere pianificate al buio, predisposte da “pochi e
di parte”
ed imposte dall’alto!
I responsabili e le autorità delegate
degli Stati Maggiori devono assumersi l’onere di una responsabile
partecipazione delle rappresentanze del personale nel rispetto di una
maggiore reciprocità democratica nelle materie di competenza già stabilite
dall’art. 5 del Dlgs.195/95..
Le occasioni e i tempi
trascorsi nonché il deludente rendimento di questo strumento di
Rappresentanza del Personale dell’Ordinamento Militare possono essere
considerate ampiamente sufficienti per riconoscere ad ognuno la libertà di
farsi rappresentare anche da altri organismi che nel pieno rispetto delle
Leggi dello Stato, senza alcuna onere di spesa a carico della
collettività, fanno della tutela del personale i propri “ferri del
mestiere”.
E’ necessario un organismo di tutela che
partecipi responsabilmente al negoziato democratico degli interessi del
personale nel pieno rispetto di apposite garanzie sindacali.
C’è bisogno di una alternativa a questa
forma assoluta ed anacronistica di rappresentanza!
Non può essere
lo spauracchio dello sciopero o le astratte ipotesi di conflittualità
con i caratteri di coesione interna e di neutralità
dell’Ordinamento Militare la giustificazione per i
Sottufficiali ed i Volontari in Servizio Permanente delle FF.AA.
per legittimare questa forma di democrazia “gialla”.
Cari Colleghi, per noi “ultimi”,
la richiesta di un alternativa a questo strumento di Rappresentanza del
Personale
non ha e non vuole avere
alcuna tonalità politica, ma è
un’esigenza, una necessità:
UNA QUESTIONE DI
LIBERTA’ E DI DEMOCRAZIA
Per questi motivi, oggi
ancora una volta, voglio
rinnovare alle SS. LL. di questo Consiglio Intermedio e del Consiglio
Centrale l’interpellanza di assumersi la responsabilità e l’impegno di
promuovere nel più breve
tempo possibile e comunque non oltre l’anno in corso una consultazione
di categoria fra tutto il personale militare che coinvolgendo anche
l’Opinione Pubblica apra un dibattito nel Paese con le Autorità di Governo
per il riconoscimento del personale,
che opera nell’ambito dell’ Apparato Militare della nostra Nazione, di
costituire e di aderire
volontariamente ed in piena libertà,
nel rispetto delle Leggi dello Stato, ad organismi per la tutela e la
difesa degli interessi socio-economici conformemente a quanto già
indicato nella Carta Sociale Europea ratificata con la legge n. 929
del 1965 e dalla Carta Sociale Europea Emendata ratificata con la
legge n. 30 del 9 febbraio 1999.
E nelle more di quanto
sopra, al fine di rendere
il doveroso contributo di partecipazione in occasione
dell’imminente apertura dei lavori di concertazione
ministeriale per il rinnovo contrattuale relativo al quadriennio
2002-2005 (biennio economico 2002-2003), una ragionevole proposta, che
ponga fine a qualsiasi forma di discriminazione retributiva nella
predisposizione del relativo documento del Consiglio Centrale,
ritengo possa essere avanzata:
-
ipotizzando gli adeguamenti economici annuali degli assegni
fissi e continuativi ivi compresa l’indennità integrativa speciale, in
godimento alla data del 1° Gennaio 2002, almeno in ragione
degli incrementi medi stipendiali, calcolati dall’Istituto
Nazionale di Statistica (ISTAT) per l’elaborazione degli indici delle
retribuzioni contrattuali, che sono stati conseguiti nell’anno precedente
dalle altre categorie di lavoratori della Pubblica Amministrazione ed in
analogia a quanto è riconosciuto per Legge alla categoria degli Ufficiali
dirigenti e c.d. “omogeneizzati”
prevedendo per tali
emolumenti il riconoscimento delle relative classi stipendiali;
-
in materia di congedo parentale, ammettendo il personale
militare alle stesse opportunità di retribuzione durante i periodi di
relativa assenza, già riconosciute ai lavoratori autonomi e delle Pubblica
Amministrazione secondo la rispettiva Contrattazione Collettiva Nazionale,
senza ulteriori ed immediate
decurtazioni stipendiali ;
-
prevedendo l’Indennità di Funzione per i Sottufficiali e
Volontari in Servizio Permanente di cui all’art 1 comma 9
del D.L. 379/87 convertito con Legge
468/87 con le stesse
decorrenze di anni 13 e 23 di parziale omogeneizzazione di cui all’art. 1
comma 8 della medesima Legge così come modificata dai successivi
interventi legislativi per gli Ufficiali delle FF.AA;
-
corrispondendo l’Indennità Integrativa Speciale nella misura relativa al
proprio livello stipendiale ponendo fine all’annosa questione (circa 3
mila lire) del personale
inquadrato nel liv. 7°bis a
cui ancora oggi è corrisposta la anzidetta indennità nella misura relativa
al 7° livello.
Per quanto sopra detto,
sicuro del Vostro impegno a favore delle categorie rappresentate, porgo i
miei ringraziamenti ed in accordo con il collega Mar. Ord. GAMBATO
Michele, delegato Co.I.R. cat. “B”,
si chiede di deliberare di inviare la presente al Consiglio
Centrale della Rappresentanza
Militare per i provvedimenti che si riterranno opportuno promuovere .
Treviso li 4 Settembre
200
Mar. Ord. t. sp. E.I.
Nicola di MEO
Mar. Ord. a. sp. E.I. Michele GAMBATO