NONNISMO?
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Nell'Arma non si chiama nonnismo: è pazzia!
 
 
 
Egr. Colleghi,
Mi affido alla vostra grande professionalità, perchè vogliate rendere nota (a vostra discrezione) la mia vicenda personale e, perchè anche io abbia una minima forma di espressione che in altri modi mi è negata: perchè siamo militari.
Sono un Maresciallo dell'Arma dei Carabinieri, ho 25 anni e mentre gli altri amici e coetanei si sono divertiti o impegnati diversamente, io da circa 4 anni servo lo Stato. Gli ultimi episodi accorsimi però, me ne hanno fatto pentire amaramente.

Ho fatto la Scuola Marescialli e poi, dopo varie vicissitudini,  sono stato destinato in sottordine ad una Stazione CC. del sud Italia.
 
Lì giunto, come in ogni altra destinazione, mi sono trovato bene con i colleghi ma non con il comandante, qualche anno più anziano e di molta esuberanza; a nulla sono valsi i tentativi di offrirgli amicizia o comunque una collaborazione sul lavoro.
 
Chiedevo lui consigli, puntualmente  invece, il giorno seguente, venivo spedito (per averli confidato sprazzi della mia vita privata) dal Cap., al quale mi si chiedeva motivo del mio comportamento.

Es.: Un giorno vado a fare footing per tenermi in forma, sulla collina dove mi ero recato inizia a piovere ed un ragazzo di mia conoscenza (aveva fatto la domanda d'arruolamento per ausiliario da noi) si offre di darmi un passaggio; mi è sembrata la cosa migliore per tornare in caserma. Ne parlo con il mio superiore dicendogli: - Bravo ragazzo quel Tal.. dei Tali, sai mi ha dato un passaggio ect..

Il Maresciallo,  mio comandante di Stazione: - Ma come ti permetti a prendere passaggi in questo paese...?! Cazziatone e a rapporto dal Capitano. Cosa gli dovevo spiegare poi?!
Altra occasione. Vado a divertirmi un sabato sera, fuori sede 100 km. (libero dal servizio) incontro delle ragazze (le conoscevo poco), dò un passaggio ad una di queste e lei dimentica la borsetta nella mia macchina.Trovandomi in conversazione chiedo consiglio al mio maresciallo su come a suo parere era più comodo fare riavere la borsetta alla poveretta: era meglio tramite l'Arma territoriale o  dovevo ridargliela io di persona? 
Come mai fai queste cose... nuovo cazziatone ed ovviamente dal capitano!!
Non Vi sto raccontando, ordinaria amministrazione dell'Arma dei CC. Questo era il preludio per quanto di più assurdo uno immagini che possa capitargli .Nemmeno Pirandello ha osato....
Avevo ricoperto l'incarico di comandante int. della stazione di  un paese attiguo.
Un giorno di ritorno da una giornata di lavoro, che mi aveva visto impegnato per esercitazioni di tiro a fuoco (mattina), indagini di P.G. c/o Procura della Repubblica (pomeriggio), compilazione dei servizi ed imprevisto incidente ad un sorvegliato speciale (sera); salito nella mia cameretta in caserma la vedo messa in totale disordine materasso cappottato, lenzuola e biancheria con l'impronta delle pedate di chi si era fatta una passeggiata sulla mia roba. Cd/s e casse acustiche danneggiati, effetti personali sparsi a terra e nel corridoio come quando vi è un furto in una abitazione.

Chi era stato a fare ciò? il mio comandante che la mattina stessa davanti a molti aveva detto: se non metti in ordine  ti butto tutto fuori!
Ho preso la faccenda quale uno scherzo, ma ne ho voluto fare uno altrettanto avvertivo. Ho scritto con tutti  i crismi come so fare una denuncia indirizzata alla Procura Militare e per far giungere chiaro il messaggio l'ho messa sopra la scrivania del Maresciallo.

La pratica non era impiantata, non avrei mai creato problemi ad un collega. Invece questo dettaglio i miei superiori non l'hanno proprio considerato. Io vessato sul lavoro, vengo di nuovo mandato dal Cap. dal quale per giunta vengo ancora una volta rimproverato aspramente.
 
Poi invece di trovar grazia trovo giustizia, o il Cap. tiene in conto chissà quali eventi raccontati dal collega più anziano (lo conosceva da anni io invece da pochi giorni), o agendo in mala fede.... insomma vengo mandato per ACCERTAMENTI MEDICO SANITARI all'Ospemiles di competenza.
 
A mia insaputa vengo accompagnato da colleghi a cui era stato ordinato da tenere certi comportamenti, come si fa con i matti da legare. Sfortuna mia, insomma quelli che erano stati i miei pochi ma rispettabili trascorsi nell'Arma, sono diventati motivo di indagine, la mia personalità sotto indagine.
 
Ancora oggi dopo circa sei mesi mi trovo in convalescenza per questi motivi - 1°provvedimento: "STATO ANSIOSO CON SOSPETTE ANOMALIE COMPORTAMENTALI 40gg" - 2°  provvedimento:  "ANOMALIE COMPORTAMENTALI CON SOGGETTO CON DISTURBO DELLA PERSONALITA' 180gg"!!
 
Io non soffro di manie di persecuzione, ma non pensa che è stato ottimo l'espediente di farmi passare per matto? Elencando in un certo carteggio, che si chiama rapporto informativo, solo quei fatti sopra detti circa due passaggi dati o ricevuti, i miei superiori sono riusciti con i pochi e dubbi accertamenti fattimi dalla Sanità  Militare a farmi avere giorni di convalescenza per motivi psicologici.
 
Io che sino ad ora non me ne ero preso mai un giorno di convalescenza...., nemmeno per le influenze che ho avuto. Infatti l'unica anamnesi e diagnosi risultano le dichiarazioni del collega. Rischio di non passare in servizio permanente, per i motivi anzi detti ed anche perché non sono mai più tornato in servizio da allora. 
 
Ho fatto ricorso al TAR avverso i provvedimenti medico legali ed aspetto il verdetto. Per ciò che riguarda l'episodio che in altre FF. AA. si chiama nonnismo ho attivato la Procura Militare per ciò che attiene alle testimonianze... Ancora nulla di fatto. I miei colleghi non dicono più di tanto perchè hanno paura.
 
Poi ormai per l'Amministrazione Militare  sono un malato di mente!! Ad oggi la mia famiglia è a tribolare per questa situazione assurda. Spese esose di avvocati ect. ect e non so se alla fine posso e voglio tornare più a rivestire la mia divisa e i miei alamari. Ho interpellato i miei superiori, in linea gerarchica per ricevere aiuto, mai una mano, quale spirito di Corpo ho visto in questi mesi?! Mai una telefonata da nessuno. BENEMERITA???? Mah!
 
Quello che mi è successo prende nome di MOBBING: in altri termini vessazioni che si devono subire sul lavoro. Se ti ribelli sei fuori!
Sig.ri posso capire i vostri dubbi su quanto Vi racconto. Vi fornirò mia documentazione medica (del Policlinico Universitario)che dice testualmente che sono: "IN PERFETTO STATO DI SALUTE PSICO-FISICA". E' un parere illustre e terzo. La mia vicenda è divenuta già motivo di un articolo della Gazzetta del Mezzoggiorno). Essere passato per matto è un fatto che si usa nell'ambito militare per sperare di essere congedato... ma a quanto pare anche per fare congedare.
 
Questo è il prezzo che paghiamo per non avere nessun tipo di tutela sindacale....
 
Si diceva negli ultimi mesi del decremento degli episodi di nonnismo: ecco un modo per farli sparire...
Succede in Italia quello che si è usato nei regimi totalitari. Facciate, magari accompagnando un militare malato ad una visita nelle strutture della Sanità Militare, scoprirete un mondo che il giornalismo non si è preso la briga di raccontare. Persone ammalate in cerca di qualche tipo di riconoscimento. Persone che invece........  Insomma è la Sanità Militare, che più volte viene usata come "arma" per azzittire o mezzo per accontentare. E pensare che il suo motto è :"UT FRATRIBUS VITAM SERVARES" !!
 
Di noi Carabinieri hanno detto :"ubbidir usi soffrir tacendo", invece. Ma quando la sopportazione raggiunge un limite, e vengono lesi i diritti civili, ognuno ha il dovere di lamentarsi e Voi  siete la nostra unica voce.
 
Cordiali saluti.
 
 
 

 


 

 

 

 

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