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UNIVERSITA' DELLA TUSCIA DI VITERBO

Penalizzato il personale dell'Aeronautica!

 

 

 

Cresce "l'insofferenza" del personale dell'Aeronautica, che si vede riconosciuti soltanto 80 crediti formativi universitari (110 per coloro che hanno superato il corso di I.G.P.), rispetto agli altri colleghi dell'esercito che hanno invece 150 c.f.u. riconosciuti.

 

Riceviamo  e pubblichiamo volentieri questa lettera
unitamente ad un nostro intervento finale.

 



Puoi leggere o intervenire sul blog!

 

“...Sempre più mortificato della mia condizione di sottufficiale dell’Aeronautica Militare Italiana, di cui tanto fiero mi sono sempre sentito di appartenere”. 

Ricordo che quando ventidue anni fa, dopo essermi diplomato, partecipai al concorso per entrare alla Scuola Sottufficiali dell’A.M. (ci tengo a precisare che non feci altri concorsi perché la mia vera passione è sempre stata l’Arma Azzurra) non ottenni il “benestare” di mio padre perchè avrebbe voluto che io proseguissi gli studi affinchè potessi diventare l’unico della famiglia a raggiungere l’ambito traguardo della laurea (credo che su questo tema quasi tutti i genitori siano uguali).

Nonostante tutto, il mio desiderio superò tali sentimenti e partii per effettuare il corso di formazione in quel di Caserta.

Rammento, comunque, che per non disilludere completamente le aspettative del genitore, mi ripromisi che un giorno sarei riuscito a coronare il suo sogno portando a termine gli studi universitari.

Ma si sa che tra il dire e il fare….

Così, tanti anni sono passati e con il crescere dei problemi ed impegni vari, famiglia, figli, lavoro, ecc.. il mio proposito si allontanava sempre più fino a quando, qualche mese fa, sono venuto a conoscenza che un mio vecchio amico, sottufficiale dell’Esercito, stava per laurearsi in quanto la sua F.A. aveva stipulato tempo addietro una convenzione con l’Università degli Studi della T.U.S.C.I.A. di Viterbo con la quale gli veniva riconosciuto l’iter formativo della propria carriera lavorativa, comparandolo con un certo numero di crediti formativi universitari (CFU), al fine del conseguimento della laurea di 1° livello in “Scienze Organizzative e Gestionali”.

Finalmente, dopo tanti anni di attesa, venivano riconosciuti gli studi effettuati dal Sottufficiale nel corso della propria vita lavorativa.

Confidando nel fatto che prima o poi anche l’Aeronautica Militare si sarebbe mossa in tal senso, subito mi ritornò in mente la promessa fatta a mio padre circa la possibilità di raggiungere quell’obiettivo tanto importante. E, per giunta, grazie anche ad un riconoscimento tangibile di quanto dato in tutti questi anni alla F.A.

Ma, ahimè, come spesso è accaduto in passato, ecco arrivare la delusione.

Infatti, considerando che al mio collega dell’E.I. gli hanno riconosciuto 150 CFU (ne occorrono 180 per conseguire la laurea) e che ha dovuto sostenere ulteriori tre esami, ho scoperto, leggendo il telegramma che riguarda il personale A.M. da voi reso noto qualche giorno fa, che, per il Sottufficiale dell’Arma Azzurra (con la medesima Università ed il medesimo corso di Laurea) è stata stipulata una diversa convenzione.

Praticamente verranno riconosciuti soltanto 80 Crediti, più eventuali altri 30 per coloro i quali hanno superato il corso IGP e/o P (personalmente li ho superati entrambi).

La mia prima impressione ha scaturito forte stupore. Perché questa grossa differenza con il mio amico/collega dell’E.I.?

Pertanto, dopo aver approfondito la questione, mi è risultato inevitabile confrontarmi con l’omonimo collega di differente F.A., e, visto che in Aeronautica l’iter formativo di un Maresciallo è abbastanza vasto e complesso (per talune categorie probabilmente di più rispetto alle altre FF.AA.), la domanda nasce spontanea: “ma allora un sottufficiale come me vale la metà di un omonimo di diversa F.A.? Il corso di formazione iniziale dell’A.M. vale forse meno di quello dell’Esercito? E tutte le altre qualifiche, abilitazioni, corsi e “stracorsi” effettuati non valgono nulla?” Capisco la difficoltà a considerare le tante differenze di specializzazione che esistono nell’A.M. ed altresì l’impossibilità di “quantificare” in CFU corso per corso, ma non sarebbe stato più giusto riconoscere almeno quanto dato ai colleghi dell’Esercito Italiano (150 CFU)?

Ciò che mi preoccupa, adesso, è che questa situazione rischia di trasformarsi nella solita “guerra tra poveri”. Maresciallo dell’Esercito contro Maresciallo dell’Aeronautica:...” io sono più bravo di te, io sono già laureato e tu no, i tuoi studi valgono la metà dei miei, io merito più di te”  ecc. ecc. Per non parlare della difficoltà “spirituale” nel rapportarsi quando ci si imbatte in attività congiunte interforze.

E adesso, dentro di me, una forza emotiva mi riconduce a quel lontano 1984, anno in cui decisi di servire la mia Nazione, facendo coincidere i “valori” con le “passioni”, affidandomi al famoso “spot” dei tempi che mi garantiva di diventare “il tecnico del futuro”.

Ed ora, se consideriamo l’escalation di carriera di un “vecchio” Maresciallo, con tutta la sua fierezza di indossare una divisa blu, al tecnico del futuro gli si è sostituita la figura del soldato di serie “b”. Un soldato, appunto, da “rottamare”. 

E’ quasi certo che quanto sopra non fermerà il mio intento di proseguire con gli studi, ma sicuramente il percorso sarà più lungo e difficoltoso in quanto sarò costretto ad iscrivermi al 2° anno, affrontando molti più esami di quanti ne ha superati il mio amico.

Non solo, purtroppo il tutto mi costringerà a pagare un anno di tasse in più, tanti spostamenti da e per Viterbo, vitto, alloggio, libri, ecc. (e ciò non potrà non ripercuotersi duramente sul bilancio e sugli affetti familiari, con buona pace di mia moglie e dei miei figli).  

Mi piacerebbe partecipare questi miei pensieri verso coloro che hanno disposto in merito, ma l’esperienza mi ha insegnato che in certi casi la “dialettica collaborativa” conta poco ed i  sentimenti..... ancora meno!  

Non conosco l’intendimento della Marina Militare (mi risulta che ancora non si siano attivati) ma spero per loro, con tutto l’affetto ed il calore di chi, a prescindere dal colore della divisa, tanto rispetta coloro che dedicano anima e corpo alle richieste istituzionali derivanti dal proprio status, che la propria Amministrazione si attivi per considerarli per ciò che valgono e per quanto meritano. 

Adolfo 

20/1/2006

 


Segue nostro commento.


Non può sfuggire il messaggio che la lettera aperta del nostro amico, più che uno sfogo personale, voglia rappresentare un monito, un suggerimento da dare ai competenti vertici dell’Aeronautica Militare la quale tanto ed incondizionatamente ha sempre ottenuto da parte delle “divise blu”.

La stessa direzione universitaria ha già chiarito che le competenze per riconoscere e quantificare la valenza di tutti i corsi effettuati per trasformarli in crediti formativi spetta ai preposti organi dell’Amministrazione. Pertanto, non può non risultare di difficile comprensione la volontà, o meglio la scelta, di non uniformarsi alle altre FF.AA., penalizzando in maniera incisiva il proprio personale che avrebbe desiderato vedere salvaguardate le proprie aspettative.

Purtroppo, è molto antipatico rapportarsi con i colleghi dell’Esercito o della Marina, ma il confronto diventa imprescindibile. Il forte rammarico di coloro che hanno scelto di servire l’Aeronautica Militare, non può non essere giustificato dalla convinzione di aver subito un’ingiustizia (nella fattispecie rappresentata dalla disparità di trattamento), tale da rischiare di compromettere quelli che sono i, seppur forti, sentimenti di appartenenza. E’ così che l’onore ed il “prestigio” di far parte dell’Arma Azzurra si espongono al pericolo di pregiudicare le originarie convinzioni di fondo.

E’ lecito chiedersi chi ha deciso e come ha giudicato, e legittimo rimane analizzare il proprio status ed il proprio percorso per confrontarlo con quelli altrui. I “messaggi” giunti fino a poco tempo fa da esponenti del Co.Ce.R., i quali si riferivano certamente allo stesso S.M.A., sembravano giustamente mirati principalmente ad uniformarsi alle altre FF.AA., questo ovviamente nel reciproco interesse Stato Maggiore/Personale rappresentato. Perchè poi i fatti contraddicono le intenzioni?

Già il fatto di partire in ritardo rispetto ad altri Comparti (vedi Esercito ma anche Carabinieri, Guardia di Finanza) può essere acquisito come una sorta di “arretratezza” proprio dagli stessi aviatori che hanno sempre creduto nella loro Forza Armata, considerandosi talvolta dei privilegiati.

Se la “notizia del giorno” è rappresentata dal famoso “Riordino delle Carriere” che tanto clamore sta suscitando visto l’orientamento del legislatore poco condiviso da coloro che ne subiranno l’imperativo finale, ora, rileggendo il documento del nostro amico Adolfo, sentire parlare proprio di “Riordino dei Gradi, Riordino dei Ruoli, Armonizzazione, Omogeneizzazione, Uniformità di Carriere, ecc.” sembra divenuto imbarazzante, dato che, di fronte a questa “rottamazione” incondizionata, non si possono istituire “differenze” nelle stesse categorie. Ecco perché, quando si discorre di cose “grandi” quali possono essere, appunto, le rideterminazioni delle professionalità, forse sarebbe più opportuno guardare anche più vicino ed iniziare dalle piccole cose, da quei principi che non dovrebbero mai essere trascurati.

Nel rispetto di chi ha scelto di condividere impegni ed oneri derivanti dal generico “status” di Sottufficiale delle Forze Armate, è certo che non dovrebbe, un diverso colore di una divisa, creare sperequazioni tali da far disperdere quelli che hanno sempre rappresentato i comuni “valori militari”.

Ancorché tale questione non presenta alcuna rilevanza giuridica, si auspica che ne venga evidenziato il giusto aspetto politico.

Anche questo modo di fare, così come testimoniato dal nostro amico, rischia di favorire la triste locuzione... “stavamo meglio quando stavamo peggio”. 

m.m. - Treviso

23/1/2006



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