Riceviamo e diamo consocenza del
comunicato lanciato delle maggiori organizzazioni sindacali
del personale contro l'approvazione di questo riordino dei
gradi.
Siulp; Siap-Anfp; Silp-Cgil;
Fsp (Sodipo-Rinnovamento Sindacale-Lisipo); Coisp; Uilps;
Sappe; Cisl Fp-Penitenziari e Forestali; Fp Cgil Comparto
sicurezza; Uilpa Penitenziari;
Cocer Arma dei carabinieri (responsabili settore); Cocer
Corpo della guardia di Finanza; Cocer Esercito italiano,
Aeronautica e Marina militari (responsabili settore)
CITTADINI
VI CHIEDIAMO SOLIDARIETA’ PER
GARANTIRE LA VOSTRA SICUREZZA
L’assoluta maggioranza dei
Sindacati della Polizia di Stato, della Polizia penitenziaria
e del Corpo forestale, con la vicinanza ideale delle
Rappresentanze militari dell’Arma dei carabinieri, della
Guardia di finanza, dell’Esercito, dell’Aeronautica e della
Marina, scendono oggi in piazza per manifestare contro
l’azione inconcludente e deleteria di questo Governo sulla
sicurezza.
A fronte di mirabolanti promesse
di aumento delle retribuzioni, degli organici, e di un
riordino in grado di meglio strutturare le amministrazioni
preposte alla sicurezza e alla difesa del Paese, si registrano
risultati del tutto insignificanti e persino offensivi per la
stessa dignità degli operatori interessati.
Questo Governo, nell’ultima
Finanziaria, non ha saputo trovare nemmeno i fondi per il
rinnovo del contratto, ha tagliato su aspetti vitali per lo
svolgimento stesso dei compiti di istituto, ha abolito le
missioni e persino le prime forme di assistenza ai feriti per
causa di servizio.
Ha persino “licenziato” centinaia
di poliziotti penitenziari, mettendo a serio rischio la
possibilità concreta di gestire gli istituti penitenziari.
Una decisione gravissima che deve
essere contestata con la massima fermezza: è in gioco la
sicurezza di tutti.
Chiediamo la solidarietà dei
cittadini italiani in questo momento tristissimo per le Forze
di polizia e per le Forze armate: chiediamo la vicinanza in
nome e per conto di quasi 600 mila poliziotti, carabinieri,
finanzieri, soldati, che ogni giorno, in Italia e all’estero
rischiano la propria vita per il bene comune, e non meritano
questo trattamento.
Chiediamo al Parlamento di
intervenire per evitare questo danno senza precedenti nella
storia dei rapporti tra Governo e operatori dei Comparti
sicurezza e difesa.
23 gennaio 2006
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