Abbiamo
rilevato diverse denunce da parte di militari impiegati all’estero, che
lamentano difficoltà nell’esercizio del diritto di voto. In tali casi è emersa
invero l’esistenza di inaccettabili difficoltà logistiche se non la totale
preclusione all’esercizio di tale fondamentale diritto-dovere.
Pubblichiamo al riguardo il testo di un’ interrogazione
parlamentare sulla violazione del diritto di voto dei militari impiegati
all’estero, presentata dalla lista Di Pietro-Occhetto a firma dei senatori
Occhetto, Falomi e Zulueta.
Interrogazione
con risposta scritta
Al Ministro degli Affari
Esteri,
al Ministro dell'Interno
e al Ministro della Difesa
Premesso che:
in occasione delle prossime
elezioni europee del 12 e 13 giugno 2004 sarà di fatto negato il diritto/dovere
di voto, costituzionalmente garantito, al personale militare schierato
oltremare per motivi di servizio;
da notizie apprese
dall’Associazione Nazionale che opera in difesa
del pieno esercizio dei diritti individuali e collettivi garantiti dalla
Costituzione a tutti i cittadini, inclusi gli appartenenti alle Forze Armate,
risulta che:
1.- non sono stati
predisposti gli atti e gli adempimenti per garantire il diritto di voto ai
militari impegnati nelle missioni all’estero ed in particolare in Iraq, in
Afganistan e nei Balcani.
2.- un gruppo di militari
della Marina Militare Italiana di stanza presso un’unità navale dislocata in
Gran Bretagna non sono in condizione di esercitare pienamente il loro diritto di
voto alle prossime elezioni europee a causa degli ostacoli logistici ed
economici che devono affrontare per recarsi presso il seggio elettorale più
vicino a Southampton;
considerato che numerosi
paesi dell'Unione europea e non, hanno da tempo predisposto misure idonee a
garantire il pieno e incondizionato esercizio del diritto di voto anche ai
cittadini dislocati temporaneamente all'estero per motivi di studio o lavoro, ad
esempio per corrispondenza o via Internet;
tenuto conto che tale
problema si é presentato all'inizio degli anni '90 quando le missioni in
Kurdistan e Albania portarono oltremare circa 2000 uomini e nel 1993-94 quando
per le operazioni in Somalia e Mozambico furono coinvolti oltre 4000 uomini
incluso il personale della Marina imbarcato sui gruppi navali che operarono
nell'Oceano Indiano;
considerato peraltro che da
quanto è stato possibile apprendere, il governo sarebbe impegnato a garantire il
voto ai calciatori e all’equipe della Nazionale Italiana in Portogallo
predisponendo dei seggi per l’occasione;
tenuto che i militari
italiani, sono impegnati quotidianamente ad adempiere il loro dovere di tutela
delle istituzioni democratiche e di difesa della pace in Italia e all’estero;
constatato che lo status di
militare non può in nessun modo comportare la mortificazione della condizione di
cittadino considerata in tutti gli aspetti di titolare di diritti fondamentali
al pari degli altri.
Si chiede di sapere:
1.- se il governo ritenga
legittima una tale violazione del diritto fondamentale all’esercizio del voto.
2.- quali provvedimenti si
intendano adottare al fine di garantire il pieno e incondizionato esercizio di
tale diritto per i militari impegnati all’estero, compresi i Balcani, l’Afganistan
e l’Iraq, sia in una unità navali e sia in quelle di terra, in occasione delle
prossime elezioni europee e per ogni altro futuro esercizio dei diritti
politici.
Lunedì 7 giugno 2004
I senatori
Achille
Occhetto
Antonello
Falomi
Tana de
Zulueta
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