Militari Magazine, periodico di informazione professionale fondato nel gennaio 2008
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ELEZIONI POLITICHE 2008

 

Le risposte dei candidati

 

Numerosi utenti ci contattano per sapere quali forze politiche hanno interesse e risposte ai problemi professionali dei militari.

Forzearmate.org e Militari Magazine stanno chiedendo direttamente ai candidati, che vestono o hanno vestito le stellette, il loro punto di vista sui problemi più sentiti dai lettori.

Nell’intento di fornire ai militari italiani, intesi come cittadini/elettori, ulteriori strumenti per decidere e valutare in autonomia, pubblicheremo, interamente e in ordine d’arrivo, gli interventi richiesti e rilasciati dai vari candidati.

Al prossimo Parlamento sono candidati importanti nomi provenienti dal mondo delle FF. AA e di Polizia.

Nel Lazio, per il Partito Democratico, si presenta il Generale Mauro Del Vecchio, invece il Generale Silvio Mazzaroli, nelle liste del Friuli Venezia Giulia, sotto le insegne dell'Italia dei Valori.

Per quanto riguarda Il Popolo delle Libertà sarà il generale Roberto Speciale a candidarsi nel partito di Silvio Berlusconi in Umbria; mentre la medaglia d'oro, il Capitano Gianfranco Paglia sfiderà le urne in Campania sempre nelle fila del PDL.

 

Anche L’Udc di Casini schiera un ex generale nelle sue fila; sarà Andrea Fornasiero a correre in Toscana. Mentre l'ex Segratario del sindacato di Polizia Siulp Oronzo Cosi corre per il Senato della Repubblica in piu' regioni.

 

La destra di Storace schiera il Colonnello Francesco Azzaro nel Lazio , vice presidente del Cocer dei Carabinieri e il Ten. Col. Liguori in Toscana.

 

Il Movimento per le autonomie del Sud (alleato al PDL) schiera l'ex Generale Messina nel Lazio, mentre il Maresciallo Vassallo Carmine  è candidato in Campania 2.

 

Anche dalla Polizia di Stato arrivano due candidature di assoluto rilievo, Oronzo Cosi, ex segretario del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia), per le liste Udc, mentre Filippo Saltamartini, leader del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), candidato nelle fila del PDL in Sardegna.

 

La Sinistra Arcobaleno candida l'Appuntato della Guardia di Finanza Erminio Sacco alla Camera dei Deputati nella Regione Lazio/2.

 

Non appena riceveremo gli altri interventi richiesti, pubblicheremo online il testo integralmente.

 

Le interviste pubblicate qui di seguito sono in ordine di arrivo alla nostra Redazione.

 


Redazione Militari Magazine
SideWeb
magazine@sideweb.it
www.forzearmate.org
Tel. 331 4125652

 


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Il punto di vista dell'App. Gdf Erminio Sacco
(Partito: Sinistra Arcobaleno)
09/04/2008

 

Il punto di vista del Capitano Gianfranco Paglia
(PDL: Partito del Popolo della Libertà)
04/04/2008

 

Il punto di vista di Oronzo Cosi, ex segretario del sindacato di polizia Siulp
(UDC - Unione Democratici Cristiani di Centro)
03/04/2008

 

Il punto di vista del 1° Maresciallo Carmine Vassallo
(
Movimento per le autonomie del Sud)
 - alleato con il PDL - Partito del Popolo della Libertà -
01/04
/2008

 

Il punto di vista del Colonnello Francesco AZZARO
(La Destra)

31/3/2008

 

Il punto di vista del Generale Silvio Mazzaroli
(Italia dei Valori)

27/3/2008

 

Il punto di vista del Generale Mauro del Vecchio
(Partito Democratico)
21/3/2008


 

Altri candidati non militari
che hanno risposto alle nostre domande.

 

Il punto di vista dell'On.
Giorgio Conte
(Partito del Popolo della Libertà)
02/04/2008

 

 


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I CANDIDATI,

LE DOMANDE E LE RISPOSTE

 


 

 

Il punto di vista dell'Appuntato della Guardia di Finanza Erminio SACCO, candidato alla Camera dei Deputati nella Regione Lazio/2,  nelle liste del partito: Sinistra Arcobaleno.

9 aprile 2008
 

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D) L’ultima legge finanziaria contiene al suo interno un provvedimento secondo il quale un cospicuo numero di marescialli delle F.F. A.A.- in esubero secondo il nuovo modello di difesa- dovranno transitare nei ranghi della Polizia di Stato. Come giudica questo passaggio di esponenti delle Forze Armate nelle Forze di Polizia?  Quali potrebbero essere i criteri di attuazione?  Come si coniuga il valore del provvedimento con l’esigenza del singolo?

R) Penso che il provvedimento contenuto dall’ultima finanziaria sia positivo, in quanto tende a razionalizzare l’impiego delle risorse umane dello Stato in settori come la difesa a favore del settore della sicurezza. Infatti non si ha nessuna minaccia di aggressione militare esterna ai nostri confini, ma al contrario il livello della criminalità è piuttosto alto e ci sono interi territori lasciati alla mercé dei gruppi malavitosi oltre a quelli oramai inseriti organicamente in settori importanti della nostra società. Un principio deve rimanere fondamentale per attuare questo provvedimento, la concertazione con i lavoratori delle FF.AA interessati. Ritengo sia necessario condurre una ricognizione conoscitiva sul parere dei militari interessati e per quei soggetti che volontariamente vorranno transitare dalle FF.AA alle forze di Polizia, dovrà essere garantita almeno la stessa retribuzione, mentre la sede di servizio dovrà essere individuata tra una rosa di proposte formulate dai militari stessi. NATURALMENTE DOVRANNO ESSERE ADEGUATAMENTE FORMATI E ADDESTRATI A SVOLGERE I NUOVI COMPITI,PASSANDO DA QUELLI PRETTAMENTE MILITARI A QUELLI CHE HANNO A CHE FARE CON IL SISTEMA GIUDIZIARIO.

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D)  La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei giovani?

R) Quando il mondo del lavoro privato e pubblico non militare è stato stravolto da queste nuove forme di rapporto di lavoro,i militari hanno creduto che non li riguardasse,sbagliando. Il passaggio da esercito di leva e esercito professionale è stato ed è un grave errore politico. La mia parte politica si è battuta in Parlamento per estendere le norme del pubblico impiego anche al mondo militare e alcuni impegni sono stati imposti al Governo che però ha subito silenziosamente i “dictat” degli Stati Maggiori. Se le forze di destra,il Popolo delle Libertà,dovesse prevalere,non ci sarà alcuna modifica della situazione odierna. Il PD non sembra interessato a modificare lo stato attuale delle cose. Solo la Sinistra Arcobaleno ha assunto impegni per superare la precarietà anche nel mondo militare. Le Forze Armate, così come sono oggi, non rappresentano alcuna prospettiva seria e stabile per i giovani che sono alla ricerca di sicurezza e stabilità.

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D)  Nel 1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli- pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il disagio creatosi?

R) Al Senato, nella legislatura appena interrotta- prematuramente-, è stato depositato dai Senatori del PRC componenti al Commissione Difesa, il DDL del 13 settembre 2007 n°1787 che propone una rivoluzione nel sistema delle carriere del personale militare contrattualizzato. In sintesi la proposta è questa: adottiamo il sistema francese, nel quale anche un semplice militare neppure graduato ha la possibilità di fare carriera e diventare Generale. Questo è l’impegno che sarà portato avanti dalla Sinistra Arcobaleno.

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D)  Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i lavoratori.  La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo parlamento voglia legiferare in merito? Il programma della Sinistra Arcobaleno prevede la smilitarizzazione del Corpo della Guardia di Finanza, con l’uscita dal comparto difesa. Quali sono le motivazioni della proposta? E’ possibile credere che la smilitarizzazione rappresenti una volontà, una via, anche per la creazione di una rappresentanza sindacale? Quali altri forze politiche potrebbero appoggiare la proposta di smilitarizzazione?

R) La Sinistra Arcobaleno ripresenterà DDL che parlano di sindacalizzazione delle Forze Armate, come oramai è la realtà di quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea e di trasformazione della Guardia di Finanza da corpo di polizia a ordinamento militare  a corpo di polizia tributaria ed economica a ordinamento civile, come è la realtà di tanti Paesi dell’Unione Europea. Noi non saremo e non siamo europeisti i giorni pari ed anti-europeisti quelli dispari. Inoltre se in questi anni, il dibattito sulla sindacalizzazione e la democraticizzazione delle FF.AA ha avuto un progresso significativo è grazie all’impegno dei Deputati e del responsabile del settore “ordine democratico e poteri costituzionali” del Partito della Rifondazione Comunista Enzo Jorfida, che hanno incontrato i militari nelle caserme ed hanno potuto comprendere ed ascoltare le problematiche di noi lavoratori con le stellette.  

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D)   La lotta all’evasione fiscale vede ovviamente in prima linea la Guardia di Finanza; come si coniuga l’azione delle Fiamme Gialle con la scarsità di risorse che investe sia il comparto difesa che il comparto sicurezza?

R) La necessità di sconfiggere questo diffuso reato deve essere prioritario per qualsiasi governo. Purtroppo i due partiti che dicono di avere le maggior possibilità di governare il nostro Paese hanno scelto di percorrere strade non molto chiare in questo senso: il PD di Veltroni non ha candidato Vincenzo Visco, colui che ha dichiarato guerra agli evasori con un significativo risultato; mentre il PDL di Berlusconi, da sempre impegnato in una vera campagna contro chi paga le tasse (ricordiamo il ricorso ai condoni del suo governo), non da ultimo le proposte di scioperi fiscali. Bisogna dare maggiori risorse alla Guardia di Finanza e renderla un corpo moderno, per operare in maniera incisiva nel contrasto dell’evasione fiscale, per questo ritengo importante riproporre il disegno legge presentato dall’On. Elettra Deiana della Sinistra Arcobaleno per la smilitarizzazione della Guardia di Finanza. 

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D)  La Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1°di luglio di molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua opinione in merito?

R) Visto le condizioni in cui versa la Giustizia ordinaria per la scarsità di mezzi messi a disposizione, che causano spesso il vanificarsi dell’azione giudiziaria delle Forze di Polizia, ritengo la chiusura dei tribunali militari un provvedimento dovuto vista la scarsità di lavoro che producono, è auspicabile la chiusura anche dei tre tribunali rimasti ed impiegare le risorse liberate per i tanti processi  che rischiano la prescrizione. Per risolvere i problemi connessi alla giustizia militare propongo anzitutto la revisione del regolamento di disciplina militare ed istituire delle sezioni presso i tribunali ordinari.

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D)   Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta queste dichiarazioni?

R) Partendo dalla mia esperienza personale, La Sinistra L’Arcobaleno, ha candidato me, un Appuntato. Ritengo che non ci sia un grado militare più idoneo per rappresentare i cittadini nelle Istituzioni, ma è necessario riflettere sul fatto che i partiti abbiano dato l’impressione di aver fatto una vera e propria corte a quei candidati che ricoprono ruoli dirigenziali nelle FF.AA o di Polizia. Dal mio punto di vista è più vicino alla vita quotidiana e alle difficoltà del cittadino medio un Appuntato, piuttosto che un dirigente che già, per la remunerazione salariale molto più alta e i connessi privilegi legati al ruolo ricoperto, non può comprendere il malessere diffuso della maggior parte della popolazione.   

Redazione Militari Magazine – Ha risposto l'Appuntato della Guardia di Finanza Erminio SACCO.


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Il punto di vista del Capitano Gianfranco PAGLIA, candidato alla Camera dei Deputati nella Regione Campania/1,  nelle liste del PDL: Partito del Popolo della Libertà.

4 aprile 2008

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D)   Lei è candidato per la Camera dei deputati al 19 posto in lista. Quali sono le condizioni che renderebbero concreta la sua elezione al Parlamento?  

R) Se il Pdl che mi ha voluto candidare vince le elezioni, come è molto probabile e come confermano i più recenti sondaggi, conquista il premio di maggioranza e quindi sarei eletto.

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D)  Lei è un giovane Capitano, medaglia d’ora al valore militare, impegnato e ferito gravemente in azione. Come crede sia possibile trasmettere concretamente ai giovani d’oggi, forse più disimpegnati, l’alto senso del dovere verso lo Stato, il valore e l’eroismo?

R) Le generalizzazioni sono spesso approssimative e quindi fuorvianti. I giovani di oggi non sono quelli che talvolta ci mostrano in Tv e cioè solo discoteche e divertimenti. Sarebbe sufficiente parlare con quelle migliaia e migliaia di giovani che ad esempio popolano il centro di selezione dell’Esercito a Foligno durante l’anno o frequentare le aule delle università per comprendere che abbiamo una gioventù che ha fortemente radicata la consapevolezza dei diritti e dei doveri di un buon cittadino.  Non credo perciò che i giovani d’oggi non abbiano più il senso del Dovere verso lo Stato. Naturalmente spetta a chi ha responsabilità pubbliche far comprendere, anche con il proprio esempio, che per credere e portare avanti i valori come Lealtà Onore ed amor di Patria bisognerà essere coscienti che questo comporterà sacrificio. L’importante è che i giovani capiscano che le Forze Armate non possono essere un ripiego ad un lavoro che non si trova nel mondo civile. L’uniforme è sinonimo di sacrificio. Se si ha questa consapevolezza si contribuisce al progresso della nostra società civile è i risvolti positivi si avranno anche tra le Forze Armate e nel rapporto tra queste ed il mondo esterno ad esse. 

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D)  La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei giovani?

 

R) La precarietà del lavoro è una caratteristica di tutte le società occidentali nel nostro mondo contemporaneo. Poiché non possiamo modificarne le cause che affondano anche nella globalizzazione dobbiamo limitarci a ridurre i contraccolpi negativi che caratterizzano questa nostra epoca come una Era della Incertezza. Cominciando, ad esempio, a incentivare la meritocrazia, contrastando una antica tendenza a identificare il lavoro come un “posto stabile” per cui la inamovibilità ha come conseguenza il lassismo. In questo quadro il nuovo Parlamento certamente incentiverà forme di stabilizzazione a coloro che ne hanno merito, sia nella società civile che tra le Forze Armate. Perché i meccanismi di efficienza sono validi in entrambi i casi. Viviamo un’epoca di trasformazioni profonde e rapide, ad esse dobbiamo adeguarci. Credo perciò che le Forze Armate, fiore all’occhiello del Paese, aprirà di certo nuove e più serene prospettive. 

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D)   Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i lavoratori.  La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo parlamento voglia legiferare in merito? Quali sono le direzioni e soluzioni da scegliere?

R) Il dibattito politico negli ultimi tempi ha investito lo Statuto dei Lavoratori considerato fino a qualche tempo fa un tabù intoccabile. Figuriamoci per la legge sulla rappresentanza militare che ha trent’anni e che li dimostra tutti. Oggi una legge di trent’anni fa è da considerare come fosse vecchia di un secolo. Il nuovo Parlamento non potrà tralasciare questo aspetto tenendo conto che vanno salvaguardati e valorizzati due elementi di fondo: la tutela effettiva dei diritti degli appartenenti a tutte le Forze Armate, la garanzia del rispetto delle gerarchie.

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D)  La Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1°di luglio di molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua opinione in merito?

 

R) Le geografia dislocativi di tribunali e procure rispondeva alle esigenze di un Esercito di coscritti. Oggi le nostre Forze Armate sono professionalizzate, di conseguenza la soppressione di tribunali e procure corrisponde ad una modernizzazione di tale sistema. Credo che una sezione distaccata possa essere creata sia a Palermo che a Cagliari.  

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D)   Le FF.AA. italiane sono diversamente impegnate in zone di conflitto e aree sensibili. In relazione anche alla sua esperienza, lei ritiene che gli standard di sicurezza per il personale siano adeguati?  

R) I tagli operati dalle leggi finanziarie non hanno avuto, come è ovvio, alcuna ripercussione sugli standard di sicurezza che erano e restano assolutamente validi. Ma dobbiamo invece preoccuparci che nel futuro non si proceda più sulla strada di ulteriori tagli perché disporre di Forze Armate professionali significa anche investire in esse per adeguarne l’organizzazione e i mezzi. Il nuovo Parlamento è chiamato a riconsiderare questo capitolo di spesa che costituisce in realtà un investimento che fa da supporto anche alla nostra politica estera.

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G)  Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta queste dichiarazioni?

R) Per quanto mi riguarda, conosco benissimo le problematiche della Classe dei Sottufficiali, come ad esempio la troppa disparità nel trattamento economico. È’ giusto sottolineare che esiste una differenza eccessiva tra lo stipendio di un maresciallo e quello di un ufficiale con 13 anni di servizio. La questione dunque non è quella di candidare ufficiali o sottufficiali, la questione è quella di dar voce a tutti i settori delle nostre Forze Armate facendoci carico delle esigenze e riconsiderando le disparità di trattamento economico e di sviluppo della carriera.


Redazione Militari Magazine – Ha risposto il Capitano Gianfranco Paglia.

 

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Il punto di vista di  Oronzo Cosi, ex segretario del sindacato di polizia Siulp, candidato al Senato della Repubblica in piu' regioni,  nelle liste dell'UDC: Unione Democratici Cristiani di Centro.

3 aprile 2008

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D) L’ultima legge finanziaria contiene al suo interno un provvedimento secondo il quale un cospicuo numero di marescialli delle F.F. A.A.- in esubero secondo il nuovo modello di difesa- dovranno transitare nei ranghi della Polizia di Stato. Come giudica questo passaggio di esponenti delle Forze Armate nelle Forze di Polizia?  Molte sigle sindacali della Polizia hanno espresso perplessità sul provvedimento. Qual è il suo parere in merito?

R) Ho qualche perplessità anch’io: questi Marescialli delle Forze Armate che vantano esperienze professionali e meriti di servizio, sono trattati come un “esubero” da smaltire nei ranghi della Polizia di Stato. Sono colleghi destinati ad operare in un’organizzazione del tutto diversa da quella di provenienza. E’ un esperimento che produrrà disfunzioni e malcontento. Senza contare che questi Marescialli dovranno improvvisare dal nulla una nuova professionalità. Avrei visto meglio una possibilità di sbocco versoi ruoli superiori, dico quelli degli Ufficiali, magari con modalità concorsuali.

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D)  La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a maggiori possibilità di rafferma (anche nelle Forze di Polizia) a chi ha indossato la divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale prospettiva rappresentano le forze armate e le forze di polizia per il mondo del lavoro e dei giovani?

R) L’attesa  su questo aspetto da parte del mondo militare e da parte delle famiglie dei militari è molta. Certamente il mondo delle Forze di polizia e delle Forze Armate continua ad avere una forte attrattiva per i giovani e non solo per l’attrattiva di un posto di lavoro ma quale opportunità per un impegno al servizio del Paese. Naturalmente l’evoluzione della situazione nella prossima legislatura dipenderà molto, in primo luogo dalle risorse economiche disponibili per rendere possibili nuove assunzioni e dalla volontà parlamentare di mantenere l’attuale legislazione in tema di assunzioni per le Forze Armate e per le Forze di Polizia.

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D)  Nel 1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli- pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il disagio creatosi?

R) Una riforma ordinamentale complessiva delle carriere costituirà senz’altro una delle priorità del mio impegno futuro. Si tratta di un’esigenza molto sentita all’interno dell’intero Comparto Sicurezza e Difesa e per tutti i ruoli. Si tratta di una riforma legislativa particolarmente complessa che dovrà inevitabilmente avere quali presupposti per la sua concreta realizzazione un disegno di legge delega ed una previsione di finanziamento pluriennale che possa consentire di rimuovere tutte le situazioni di disagio oggi lamentate nel mondo militare e delle forze di polizia. Senza questi due presupposti nessuna seria riforma potrà essere attuata.

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D)  Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i lavoratori.  La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo parlamento voglia legiferare in merito? All’interno della rappresentanza militare dell’Arma dei Carabinieri, sembra esservi una frattura tra le varie componenti sul ruolo della rappresentanza stessa: alle istanze per una riforma in chiave sindacale si contrappone un atteggiamento più refrattario. Come giudica questa situazione? Quali le soluzioni e la direzione da scegliere?

R) E’ vero, l’attuale legge che regola la rappresentanza  militare è certamente datata. Anch’io ritengo che siano necessari interventi legislativi in proposito anche se penso sia molto improbabile che il futuro legislatore  possa adottare interventi drastici e risolutivi con il passaggio dalla condizione attuale alla costituzione di un sindacato. Qualunque intervento sarà molto più graduate e sarebbe già una grande novità l’introduzione di un sistema di rappresentanza  più democratico.

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D)  Come si coniuga la richiesta di maggiore sicurezza dei cittadini con la scarsità di risorse? Qual è la sua valutazione sull’unificazione del centralino Polizia di Stato e Carabinieri

R) La scarsità di risorse  per la sicurezza obbligherà inevitabilmente ad interventi concreti di razionalizzazione della spesa e ad alcune riforme organizzative che dovranno consentire un miglioramento qualitativo della risposta. La costituzione di un unico numero d’emergenza è solo uno degli interventi che vanno in questa direzione. Ce ne sono molti altri da attuare.

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D)  La Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1°di luglio di molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua opinione in merito?

R) La politica della razionalizzazione in ogni settore della spesa pubblica costituisce per il nostro Paese ormai una necessità. Questi, a mio parere dovrebbero essere i  presupposti fondanti da valutare prima di adottare decisioni organizzative sia nel settore della sicurezza che della giustizia. Occorre analizzare i costi e l’efficacia del servizio richiesto e della spesa  da sostenere.

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D)  Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta queste dichiarazioni?

     R) La mia candidatura nelle liste dell’UDC al Senato della Repubblica,
          sostenuta non solo dal Siulp ma da molte altre sigle del mondo
          sindacale della Polizia di Stato è la prova che esiste un’altra
          possibilità. Che si possono candidare uomini che non rivestano gradi
          elevati e non per questo si può sostenere che siano meno
          rappresentativi o abbiano minore esperienza o conoscenza dei
          problemi di questo delicato mondo.  
   


Redazione Militari Magazine – Ha risposto
Oronzo Cosi.


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Il punto di vista del 1° Maresciallo Carmine Vassallo, candidato nella Regione Campania/2 per la Camera dei Deputati, con  il Movimento per le autonomie del Sud (alleato con il PDL - Partito del Popolo della Libertà).

1 aprile 2008
 

 Versione stampa in PDF - Vassallo

 

D)  Il nuovo modello di difesa ha previsto una forte riduzione degli organici e delle sedi operative. Lei è candidato, per la Camera dei deputati, in Campania, regione che vanta un’importante presenza militare, articolata nelle storiche scuole e caserme di prestigio, che hanno appunto subito un forte calo di presenze. Quali prospettive individua per il futuro delle scuole e delle caserme campane? Sono in progetto ulteriori riduzioni? Con riferimento anche alle decisioni attuate per la Reggia di Caserta, come valuta i rapporti di collaborazione e reciprocità tra il Ministero della Difesa e le realtà amministrative del territorio?  

R) Le Scuole di Formazione come le Caserme Operative subiranno sicuramente una   riduzione del quadro organico come previsto dal nuovo modello di Difesa e, purtroppo, ci saranno sempre meno posti messi a concorso dovuti alle scarse risorse economiche destinate al comparto dalla Legge Finanziaria, come ad esempio l’ultimo concorso per allievi Marescialli dell’Aeronautica che è di soli 40 posti. Bisogna pensare che la Provincia di Caserta vantava una presenza di circa 12.000 militari, ora finita la leva obbligatoria,con la riduzione dei posti messi a concorso e quella degli organici,  la realtà economica locale è stata messa in ginocchio. Dopo vari studi, verifiche, progetti, valutazioni, accordi sia il Ministero della Difesa e sia le organizzazioni politiche ed amministrative locali sono riuscite nel far rimanere la storica Scuola allievi dell’Aeronautica nel capoluogo. I lavori del nuovo sito sono iniziati e dovrebbero terminare  presumibilmente nell’arco di 15/18 mesi.

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D)  La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei giovani? 

R) I correttivi, introdotti dopo una iniziale confusione dovuta soprattutto ai tempi ristretti per arruolare del personale per ricoprire ruoli una volta prerogativa del personale di leva, possono e devono essere migliorati. Cosa fare: .Quantificare   numericamente quanto personale arruolare per un successivo passaggio anche ad altri corpi armati , curare la formazione professionale e ripianare ogni anno le posizioni che si liberano , questo potrebbe essere un primo passo verso la regolarizzazione delle posizioni ora precarie.  . Attualmente i Volontari di Truppa godono di riserve dei posti per il transito solo nelle Forze di Polizia; ci sono pero’ settori come Carabinieri – Guardia di Finanza – Vigili del Fuoco e tante altre categorie che lamentano quotidianamente carenza di personale e tali carenze potrebbero essere ripianate con personale adeguatamente formato. Ancora piu’ grave e’ la situazione degli Ufficiali di complemento che  hanno un solo canale di immissione nel S.P. che e’ quello del concorso ove i posti disponibili sono pochissimi  rispetto ai partecipanti aventi titolo. 

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D)  Nel 1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli- pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il disagio creatosi? 

R) Il riordino delle carriere sarà il mio primo obiettivo. Come sempre si approvano leggi e leggine senza valutare gli effetti che possono provocare. Sono convinto che tutta la Classe non Direttiva deve essere rivalutata partendo dalla bonifica di tutti i colleghi che oggi si trovano ad essere penalizzati economicamente e moralmente e con questo mi rivolgo anche al ruolo Sergenti. Occorre riprendere dal cassetto la proposta di un possibile passaggio dal ruolo Marescialli al ruolo Ufficiali, dando cosi la possibilità a tutti di poter avanzare nel grado e nel ruolo superiore , premiando “i meritevoli” e ancora rivedendo il sistema delle valutazioni e della documentazione caratteristica e premiando “la professionalità”. 

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D)  L’ultima legge finanziaria contiene al suo interno un provvedimento secondo il quale un cospicuo numero di marescialli delle F.F. A.A.- in esubero secondo il nuovo modello di difesa- dovranno transitare nei ranghi della Polizia di Stato. Come giudica questo passaggio di esponenti delle Forze Armate nelle Forze di Polizia?  Quali potrebbero essere i criteri di attuazione?  Come si coniuga il valore del provvedimento con l’esigenza del singolo?  

R) Ad essere sincero nutro qualche dubbio nell’applicazione di questo emendamento, anche perché ancora oggi non si è a conoscenza di alcuna direttiva in materia. Ritengo pero’ positiva questa possibilità del passaggio, sicuramente qualche problema verrebbe fuori per l’impiego reale di queste unità. Credo che in questa occasione le valutazioni è meglio farle prima, perché non mi sembrerebbe giusto distruggere un equilibrio sociale e familiare con trasferimenti di sede di servizio  in altre regioni. 

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D) La Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1° di luglio di molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua opinione in merito? 

R) Credo che sia tempo di riformare la Giustizia Militare e penso che dopo anni di missioni di centinaia di militari presso i vari Istituti Medico Legali , sicuramente piu’ frequentati della Procura Militare e senza che nessuno si sia mai preoccupato dei costi di queste missioni, ora sia numericamente irrilevante il numero di persone che dovranno spostarsi dalla Sicilia o dalla Calabria e i relativi costi. Una soluzione sarebbe quella di costituire a Palermo una Sezione Speciale che si riunisca a scadenze prefissate tipo ogni tre mesi 

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D)  Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i lavoratori.  La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo parlamento voglia legiferare in merito? Quali sono le direzioni e soluzioni da scegliere?

      R) Ritengo che la rappresentanza militare debba avere un maggiore potere decisionale in materie quali le retribuzioni e i rinnovi contrattuali che le consentirebbero la trattazione di  argomenti  in cui allo stato attuale  non puo’ influire in nessun modo ma non credo che sia producente creare un sindacato ,alla stregua delle altre forze di Polizia  spesso arma di contrasto e non di partecipazione nei rapporti con il Governo . Una riforma in tale direzione non avrebbe senso non avendo noi F.A. la facolta’ di far valere un dissenso attraverso lo sciopero. il Governo dovrà obbligatoriamente rivedere tutto anche in relazione al Nuovo Modello di Difesa.

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D)  Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta queste dichiarazioni?

R) Effettivamente, guardando anche al passato, non mi sembra vi siano stati altri candidati tra i gradi bassi, tranne qualche caso , vedi Ascierto  , I partiti puntano molto spesso a personaggi di un certo spessore ed a una certa casta sociale  Credo che sia necessario , per vedere finalmente sollevate e accolte le problematiche del ruolo non direttivo delle F.A.,, che sia qualcuno che i problemi della categoria li conosca dall’interno. Come si dice “ Il problema e’ di chi c’e’ l’ha” e chi puo’ tentare una risoluzione di questo problema se non uno che vi e’ coinvolto direttamente ?  In questa tornata elettore se non sbaglio sono l’unico a rappresentare le categorie non direttive  e a dire il vero ne sono fiero ed orgoglioso della fiducia concessami dal Movimento per l’Autonomia – Alleati per il Sud.

Redazione Militari Magazine – Ha risposto il 1° Maresciallo Carmine Vassallo.


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Il punto di vista del Col. Francesco AZZARO, candidato nella Regione Lazio per il Senato della Repubblica con il Partito La Destra.

31 marzo 2008


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Desidero ringraziare la redazione della rivista “Militari Magazine” per avermi dato l’opportunità di esprimermi su argomenti di grande attualità, particolarmente avvertiti dal mondo militare e che da anni attendono concrete risposte.

Le domande che mi sono state formulate, infatti, riguardano tematiche molto importanti ma anche particolarmente complesse, che avrebbero bisogno di essere sviluppate in modo sicuramente più articolato rispetto a quello che per motivi di tempo e di spazio potrò fare in questa sede. Tuttavia cercherò di esporre il mio pensiero nel modo più chiaro ed esaustivo possibile, nella speranza di riuscire a dare precise indicazioni sugli impegni che intendo assumere in futuro e su come imposterò il mio lavoro, affinché i lettori della vostra rivista possano recepire i miei intenti in maniera positiva ed autentica. 

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D)  L’ultima legge finanziaria contiene al suo interno un provvedimento secondo il quale un cospicuo numero di marescialli delle F.F. A.A.- in esubero secondo il nuovo modello di difesa- dovranno transitare nei ranghi della Polizia di Stato. Come giudica questo passaggio di esponenti delle Forze Armate nelle Forze di Polizia?  Quali potrebbero essere i criteri di attuazione?  Come si coniuga il valore del provvedimento con l’esigenza del singolo?
 

R)  L’art. 3 comma 126 della L. 244/2007 (Finanziaria 2008), ha previsto che contingenti di marescialli dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica in situazione di esubero, possano essere trasferiti nelle forze di polizia ad ordinamento civile e militare.

Sono convinto, però, che tale previsione normativa, in concreto, non troverà attuazione, in primo luogo perché il provvedimento era stato fortemente sostenuto solo dal Governo Prodi e da una parte della sua coalizione ma fortemente osteggiato dall’opposizione. Per buona sorte di tutti, l’esecutivo del Professor Prodi non potrà più nuocere, in quanto, a seguito della nota  crisi il Governo è caduto e ben difficilmente una nuova coalizione di sinistra potrà governare l’Italia, visti i deludenti e disastrosi risultati ottenuti. Un ulteriore motivo che mi induce a ritenere che il provvedimento non avrà ulteriore corso è dato dal fatto che l’Amministrazione della Difesa non si vuol privare di personale altamente qualificato, in possesso di un consistente bagaglio professionale maturato nell’ambito delle PKO’s che ha permesso ai militari italiani di riscuotere consensi e apprezzamenti  in campo internazionale.

Aggiungo inoltre che  il nuovo Governo, che verosimilmente e fortunatamente sarà di centro – destra, avrà cose ben più urgenti ed importanti da fare che non dare pratica attuazione  ad una norma così iniqua, visto che peraltro non ne aveva condiviso fin dall’inizio i contenuti. Sul punto, inoltre, desidero fare una ulteriore considerazione: è una vergogna che un Governo della Repubblica abbia concepito un provvedimento di tale portata. Solo un Governo di sinistra poteva osare tanto. Una norma di tale specie non solo mortifica la professionalità di tanti ottimi sottufficiali, ma incide anche sulla loro dignità in quanto li vorrebbe relegare in un ruolo di serie B.

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D)  La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei giovani?

R)  Il problema del precariato è un male che ormai affligge anche il mondo militare. E’ impensabile che un volontario, dopo un periodo di permanenza in forza armata a volte anche superiore a 4 anni di servizio, non abbia certezze sul proprio futuro. Tralasciamo gli aspetti finanziari legati alla formazione professionale dei volontari perché se dovessimo esaminarli avrei bisogno di qualche centinaio di pagine. Soffermiamoci soltanto sulla questione morale. E’ giusto che un giovane dopo aver scelto di servire la propria Patria, essersi addestrato e aver partecipato a numerosi missioni per restituire stabilità e pace a intere popolazioni martoriate da guerre, malattie e povertà, mettendo, tra l’altro, costantemente a repentaglio la propria incolumità, senza validi e giustificati motivi debba essere congedato? E’ giusto che un volontario per tutto il periodo di permanenza nella Forza Armata di appartenenza  non abbia alcun riconoscimento dal punto di vista previdenziale? Questi sono solo alcuni dei tanti  punti che gridano allo scandalo e che impongono immediate  risposte da parte della classe politica. Le forza armate concorrono in  misura determinante alla politica internazionale dell’Italia conferendogli visibilità e prestigio. I suoi appartenenti meritano maggiore considerazione e rispetto e tutela. Non parliamo poi  degli interventi compiuti anche all’interno del nostro Paese quasi sempre  per sopperire ai danni causati dalla disorganizzazione e dalla gestione poco trasparente e  piuttosto clientelare di molte amministrazioni. Il mondo militare non può più essere trascurato e in certi casi  sfruttato così come oggi avviene per i militari volontari E’ necessario pertanto  dare delle immediate  risposte, per garantire stabilità ed assicurare un futuro a questi giovani che  giornalmente rischiano la propri vita in teatri operativi ad alto indice di intensità, lontano dalla propria Patria, dalle proprie famiglie e dagli affetti più cari, per concorrere a salvaguardare la pace nel mondo. Come delegato Co.Ce.R. ho sostenuto la causa degli ufficiali in ferma prefissata dell’Arma dei Carabinieri, ottenendo concreti e positivi risultati. Analogo impegno intendo profonderlo anche per i volontari delle Forze Armate. Il problema del precariato, inoltre, ha  ulteriori implicazioni, quali ad esempio l’incapacità delle Forze Armate di rappresentare una valida prospettiva per i giovani e conseguentemente minor interesse da parte di questi verso il mondo militare per ovvi motivi di mancata stabilità lavorativa. Un cane che si morde la coda insomma e che postula l’esigenza  di affrontare la questione con la massima serietà e rapidità se si vuole  continuare a mantenere un ruolo di primo piano in ambito internazionale. Vanno quindi senza ulteriori indugi  predisposti  interventi normativi “ad hoc”, per definire una volta per tutte l’annosa questione e rivalutare sotto il profilo economico e professionale il mondo militare al fine di renderlo un interessante ed ambita scelta professionale per molti giovani. In tal senso, peraltro, già esistono delle proposte elaborate in ambito Co.Ce.R. Interforze, che mi impegno a sviluppare ulteriormente in ambito parlamentare.

Come ho tentato di spiegare, il mio principale obiettivo sarà quello di presentare e sostenere le istanze del personale militare, studiare e preparare insieme agli organismi di rappresentanza, da cui peraltro provengo, provvedimenti  di legge che possano rivalutare la figura del militare a livello nazionale per conferirgli  maggiore dignità, sia sotto il profilo normativo che economico e quel ruolo che purtroppo fino ad oggi solo a parole gli è stato tributato ma che nei fatti non gli è mai stato concesso.

Sembrerebbe che servire la Patria sia una colpa grave  e non un elemento di merito. 

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D)  Nel 1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli- pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il disagio creatosi?

(R) Il Riordino delle Carriere rappresenta un traguardo importante che da anni il personale delle Forze di polizia e delle Forze Armate, tenta di raggiungere ma ancora purtroppo senza esito per immotivate ragioni. Il precedente governo ha giustificato la propria indisponibilità a portare avanti la riforma per la mancanza di adeguate risorse finanziarie. La vera ragione a mio giudizio è un altra: i soldi necessari per la riforma dovevano essere destinati altrove forse al  presidente  Bassolino per risolvere definitivamente l’emergenza rifiuti in Campania.

Al di la della polemica l’aspetto che mi preme sottolineare è che vi sono attualmente palesi disallineamenti di carriere che devono essere completamente e definitivamente armonizzati.

Per portare a termine la riforma sono necessari 1000 milioni di euro, una cifra molto consistente, che non potrà essere sicuramente stanziata in una unica soluzione, ma in diverse tranche  nell’arco di una legislatura.

Attualmente, dovrebbero essere ancora disponibili 120 milioni di euro; è ciò che rimane dello stanziamento concesso dal vecchio governo di centro destra e che ammontava a circa 400 milioni di euro.

Con queste risorse, ulteriormente incrementate con almeno altri 100 milioni di €  da stanziare con la prossima finanziaria, si dovrà dare avvio alla prima  1° tranche della riforma per concluderla entro il 2010. Ritengo, infatti, insensato rimandare oltre l’avvio della  riforma in attesa di reperire tutte le risorse necessarie atteso che oggi la maggior parte del personale sta vivendo momenti drammatici a causa di una insufficiente disponibilità di risorse finanziarie per arrivare alla fine del mese. Cito un dato a conforto di quanto sostenuto che ritengo significativo e  nello stesso tempo preoccupante: sono circa 60.000 i militari dell’Arma che hanno la ritenuta del 5° dello stipendio per motivi legati a debiti contratti  di natura non voluttuaria Tale situazione impone pertanto un rapido avvio della riforma de quo che dovrà, naturalmente, essere preceduta da un tavolo tecnico composto da esponenti del governo e delle parti sociali.

Con le medesime modalità si dovrà anche procedere alla approvazione della norma  per il riconoscimento della c.d. “specificità” del personale del comparto Sicurezza – Difesa in quanto, senza tema di smentite, rappresenta in assoluto la vera priorità del settore, che da anni viene invocata a gran voce da tutto il personale.  

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D)  Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i lavoratori.  La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo parlamento voglia legiferare in merito? All’interno della rappresentanza militare dell’Arma dei Carabinieri, sembra esservi una frattura tra le varie componenti sul ruolo della rappresentanza stessa: alle istanze per una riforma in chiave sindacale si contrappone un atteggiamento più refrattario. Come giudica questa situazione? Quali le soluzioni e la direzione da scegliere?

R) La Legge 11 luglio 1978 n. 382 nota come “legge dei principi” ha introdotto nell’ordinamento militare la nozione di rappresentanza soggettiva del militare in relazione alla tutela dei diritti individuali e collettivi.

Detta normativa però non è più rispondente a soddisfare le esigenze di rappresentatività e tutela del personale militare. Peraltro le riforme dello strumento militare introdotte negli ultimi anni (tra cui, di particolare rilievo, quelle che hanno interessato i vertici militari, i ruoli del personale, l’ordinamento e la professionalizzazione delle Forze armate) hanno modificato in maniera significativa il quadro di riferimento normativo, ordinativo e funzionale della rappresentanza stessa. Ne consegue, anche a seguito della trentennale  esperienza maturata nel settore, l’esigenza di procedere ad una sua revisione complessiva, soprattutto al fine di rendere la Rappresentanza uno strumento dell’Istituzione militare  che garantendo quella specificità che ci contraddistingue in maniera inequivocabile dal pubblico impiego, per diritti e doveri,  per singolarità dell’impiego, per rapporto gerarchico disciplinare, possa avere il giusto riconoscimento di quella capacità contrattuale e negoziale quale parte sociale che con responsabile realismo, diventi la garanzia di tutela dei diritti e degli interessi fondamentali di tutto personale militare. Come delegato Cocer sono stato il responsabile del gruppo di lavoro sulla riforma della rappresentanza il cui elaborato finale è stato presentato in commissione difesa del senato e da me esposto nel corso di una apposita audizione per l’ulteriore seguito legislativo.

La rappresentanza militare è un organismo unitario che rappresenta la totalità del personale militare e che da questa sua peculiarità trae la sua forza, e dovrà essere necessariamente reso ancora più idoneo per svolgere appieno il proprio ruolo.

Il nuovo parlamento pertanto dovrà avviare con urgenza la riforma in quanto il personale sta premendo da troppo tempo per ottenere una diversa e maggiore tutela dei propri diritti.

Da parte mia vi sarà il massimo impegno per raggiungere in tempi brevi questo importante traguardo. 

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D)  Come si coniuga la richiesta di maggiore sicurezza dei cittadini con la scarsità di risorse? Qual è la sua valutazione sull’unificazione del centralino Polizia di Stato e Carabinieri?

R) E’ ovviamente impensabile riuscire a garantire in modo efficace e concreto  la sicurezza dei cittadini senza di contro disporre di adeguate risorse economiche. Per garantire la sicurezza si deve necessariamente spendere e anche molto; ma spendere in sicurezza significa anche investire perché il vivere in un ambiente sicuro permette di progredire e migliorare la produttività e quindi incrementare il prodotto interno lordo. Naturalmente vi sono soluzioni che permettono di poter ugualmente sostenere una politica di sicurezza improntata all’insegna dell’efficienza ma altresì anche al rigoroso controllo delle spese proprio per evitare quelle inutili. In proposito ritengo che si potrebbero utilmente impiegare nel dispositivo operativo nazionale  organismi di volontariato che inquadrano ex appartenenti alle forze di polizia o alle forze armate, quali ad esempio la ANC utilizzandoli in settori meno impegnativi ove l’elemento  “deterrenza” costituisce il supposto fondamentale. tutto ciò anche in considerazione del fatto che queste organizzazioni già attualmente concorrono in attività che hanno dirette riverberazioni sul buon andamento dell’ordine e della sicurezza pubblica (vigilanza d’avanti alle scuole all’interno dei mercati e dei musei). Vi sono comunque anche altre soluzioni tutte valide e percorribili che potrebbero consentire ai cittadini italiani di godere di maggiore sicurezza senza dover necessariamente far sostenere loro oneri maggiori rispetto a quelli che oggi sono costretti a subire senza di contro ottenere tangibili benefici. In ogni caso si dovranno comunque  ricercare nuove e più efficaci strategie di contrasto alla criminalità  per migliorare la qualità di vita degli italiani. nonché garantire mirati interventi legislativi che consentano di incidere concretamente sul diffuso clima di insicurezza che si percepisce nell’ambito della collettività nazionale.

Per quanto concerne l’unificazione delle centrali operative dei Carabinieri con quelle della Polizia di Stato, sono fondamentalmente contrario, in quanto non è attraverso tali interventi che si possono assicurare al cittadino positivi risultati.

Esistono già oggi strumenti operativi che consentono di assicurare in modo ottimale  il coordinamento tra le due Forze (il c.d. Piano coordinato per  il controllo del territorio). Il vero problema oggi rimane quello della esatta definizione dei compiti proprio per evitare inutili sovrapposizioni o peggio ancora pericolose interferenze che non danno alcun tipo di tangibile beneficio ma provocano solo disorientamento del cittadino e una scadente qualità del servizio.

Desidererei concludere con un commento. Il Governo Prodi ha trascurato completamente il settore della sicurezza disattendendo così uno dei principali punti del suo programma. La sua azione di governo è stata debole e incerta Si è preso gioco  delle forze di polizia irretendole con lusinghe e false promesse, ha tradito la fiducia di una parte degli  italiani (quelli che lo avevano imprudentemente votato), ha messo in pericolo l’intera nazione, in due parola: ha fallito. Oggi tutto il popolo italiano chiede  a gran voce di essere maggiormente tutelato dalle continue violenze dalle criminalità predatoria da una presenza ormai fuori da ogni controllo di stranieri clandestini che vanno a rinforzare le fila della criminalità comune ed organizzata e che uccidono depredano e violentano cittadini italiani. Tale stato di cose non è più accettabile come  non è oltremodo accettabile  che gli operatori di Polizia siano impossibilitati dal compiere  il proprio dovere perché non hanno a disposizione adeguati strumenti giuridici ovvero perché vi è  penuria di mezzi.  E allora alla sicurezza degli  italiani chi ci pensa? Ci dovrà pensare il nuovo governo e anche seriamente. Da parte mia non trascurerò certamente il settore.

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D)  La Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1°di luglio di molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua opinione in merito?

R) A mio avviso i Tribunali Militari, andrebbero soppressi, in quanto in un momento storico come quello attuale in cui la ingente spesa pubblica va rigorosamente controllata  tutto ciò che è inutile va eliminato. Infatti nel caso dei tribunali militari il rapporto costi benefici  induce a non giustificare la loro esistenza in quanto i primi sono nettamente superiori ai vantaggi. Mantenere magistrati sotto impiegati atteso che la maggior parte dei procedimenti riguarda incidenti stradali o reati particolarmente lievi il cui numero è praticamente insignificante costituisce uno spreco di risorse ingiustificato. Sarebbe forse più economico ma parimenti efficiente, la loro sostituzione con Sezioni specializzate presso le corti di appello.

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D)  Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta queste dichiarazioni?

R) Non credo che esista una equazione matematica in base alla quale si può stabilire con assoluta certezza quale sia il grado più idoneo per rappresentare le istanze del  personale.   Sono però convinto che per poter curare gli interessi del personale si debba fortemente credere in quello che si fa anche perché l’agire in maniera meno genuina non consente di perseguire obiettivi importanti e alle lunga chi ha indossato tale travestimento per conseguire solo scopi personali  viene smascherato. Sarei presuntuoso e non obiettivo se volessi tracciare il mio profilo o  giudicare il mio operato sia da comandante di uomini sia da delegato CoCeR  Lascio ad altri il compito di fare le valutazioni del caso Una cosa però la posso sostenere;  ritengo di aver sempre agito con onesta e lealtà nei confronti di tutti: superiori, colleghi e collaboratori e mi sento anche  di affermare che ho sempre anteposto gli interessi degli altri a quelli personali e di aver difeso e sostenuto i miei dipendenti in tutte le sedi, istituzionali e non.

Intendo continuare a percorrere questa strada con immutato impegno e tenacia e con la mia candidatura al Senato con La Destra sono determinato a battermi per una Italia migliore, più pulita e fortemente orientata verso il sociale verso cioè tutti coloro che soffrono e che hanno  bisogno di un sostegno fattivo e tangibile. Mi auguro di poter contare sull’appoggio del personale militare del quale orgogliosamente faccio parte.

Redazione Militari Magazine - Ha risposto il Col. AZZARO.

 

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Il punto di vista del Gen. Silvio MAZZAROLI, candidato nella Regione Friuli Venezia Giulia per il Senato della Repubblica con il Partito Italia dei Valori. 

27 marzo 2008

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D. Lei propone la sua candidatura nelle liste del Senato, nella regione Friuli Venezia Giulia con il partito Italia dei Valori, storicamente zona di un’importante presenza militare italiana. Il nuovo assetto difensivo della Nato si è spostato verso sud, sguarnendo la frontiera orientale. Ritiene possibile che si attuino altre dismissioni di caserme? Nel caso, il personale in forza sarà tutelato? Come prospetta la futura presenza delle FF. AA.  nel Friuli Venezia Giulia? 

R. Ritengo che lo schieramento delle FF.AA in atto risponda al mutato quadro strategico internazionale che, per quanto riguarda il nostro Paese, è caratterizzato da una situazione di stabilità e sicurezza sulla frontiera orientale e di maggiore vulnerabilità sul fronte meridionale e mediterraneo. In questo contesto piccoli aggiustamenti possono sempre essere possibili (specie, per quanto al momento mi è dato sapere, nell’area triestina) ma la situazione mi appare ormai sufficientemente stabilizzata. Ci potrà eventualmente essere ancora qualche riduzione, in particolare nell’ambito dell’Esercito, compensata magari da una maggiore presenza di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia funzionale, stante la permeabilità del confine orientale, per il contrasto dell’immigrazione illegale, della penetrazione criminale, dei traffici transfrontalieri illeciti ed alla minaccia terroristica. Per quanto attiene alla tutela del personale interessato ai processi riduttivi in atto, mi risulta che lo stesso sia stato sempre preventivamente sentito; il soddisfacimento dei desiderata dei singoli dipende poi sempre dalla possibilità di contemperare domanda – offerta. Non intravvedo però alcuna volontà di penalizzazione degli interessi dei singoli. 

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D) In base alla sua esperienza di comando nei Balcani, cosa pensa dell’attuale impegno italiano fuori area? Inoltre, crede che la presenza italiana nei vari teatri (Balcani, Afghanistan, Libano) andrà rimodellata nel prossimo futuro? Riguardo invece al problema dell’uranio impoverito, ritiene che gli standard di sicurezza per il personale siano adeguati?

R) Lo schieramento delle FF.AA. italiane è funzionale alle esigenze di sicurezza internazionale e fattore di prestigio e credibilità per l’Italia. Certo è un impegno che deve essere commisurato alle reali possibilità del Paese e potenzialità dello strumento militare. La prassi sinora applicata di una sua riduzione quantitativa a vantaggio di un miglioramento qualitativo non può essere spinta oltre un certo limite. Per uno strumento militare efficiente, oltre a personale ben addestrato e motivato, ci vogliono risorse finanziarie, materiali e mezzi per incrementarne la capacità operativa o, quantomeno, contenerne il logoramento dovuto all’impiego. Le continue riduzioni di bilancio a fronte degli onerosi ed usuranti impegni assunti contrastano con le suddette esigenze. I teatri operativi citati non hanno ancora raggiunto situazioni di stabilità tali da lasciar prevedere imminente una riduzione delle nostre FF.AA. attualmente impegnate fuori area. In ogni caso il loro schieramento discende da accordi internazionali sottoscritti ed ogni rimodellamento dovrà essere concordato allo stesso livello. In tale contesto sarebbe quanto mai opportuno che le posizioni espresse dai Paesi europei fossero concordate e condivise. Ritengo che sul problema dell’uranio impoverito ci siano state e ci siano troppe strumentalizzazioni. Durante il mio semestre di impegno in Kossovo, immediatamente successivo alla fase guerreggiata, ad esempio, le verifiche effettuate da personale specializzato non hanno mai rilevato dati allarmanti; di contro, non sono mai state prese in considerazione altre forme di inquinamento ambientale fortemente presenti sul territorio, quali residui industriali e diffusa presenza di materiale contenente amianto fortemente degradato, quando non anche polverizzato a seguito di offesa bellica. Ritengo che molte delle affezioni perniciose riscontrate sul personale militare colà impegnato possano essere dipese da questi fattori, piuttosto che dall’uso dell’uranio impoverito. Di certo tutte le misure disponibili per migliorare gli standard di sicurezza del personale dovranno essere adottate ed i controlli sanitari sullo stesso dovranno essere attuati con continuità. 

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D. La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei giovani?   

R. In effetti anche in ambito militare si riscontrano forme di precarietà del lavoro che non danno sicurezza ai giovani che, vincitori dei vari bandi d’arruolamento, adiscono a periodi di ferma più o meno prolungati. Per quanto riguarda i militari di truppa ciò dipende essenzialmente dall’esigenza di un ciclico rinnovamento dei quadri organici per impedirne l’invecchiamento; per quanto attiene ufficiali e sottufficiali la carenza di posti per accedere al servizio permanente è essenzialmente dovuto all’esubero di detti quadri ancora esistente nelle FF.AA. per effetto dei preesistenti volumi organici che costituisce “tappo” per lo sviluppo di carriera dei nuovi entrati. Le possibili soluzioni risiedono per il personale di truppa, nel transito agevolato dei militari congedati in altre FF.AA, Corpi armati dello Stato o Amministrazioni pubbliche dove siano presenti eventuali carenze organiche ovvero nell’agevolare il loro ingresso nel mondo del lavoro civile attraverso corsi di riqualificazione di cui sia lo Stato che i potenziali settori produttivi interessati dovrebbero farsi carico; per ufficiali e sottufficiali il problema è sostanzialmente analogo e, per quanto riguarda, lo sviluppo di carriera potrà risultare di più agevole soluzione con la progressiva uscita dal servizio dei quadri più anziani che, peraltro, devono anch’essi essere tutelati nei diritti sin qui maturati. In sostanza, pur non intravvedendo particolari nuove soluzioni rispetto a quelle sinora vagliate, il tema dovrà essere ulteriormente approfondito e le soluzioni individuate perseguite con maggiore determinazione. 

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D. Nel 1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli- pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il disagio creatosi? 

R. I disagi di cui si parla sono effettivamente riscontrabili. Gli stessi sono dovuti al fatto che i provvedimenti normativi riguardanti dette categorie di personale si sono succeduti nel tempo con la finalità di promuovere allineamenti tra personale dipendente dalle varie FF.AA. e Forze di Polizia. In effetti la loro applicazione non è stata sempre agevole e ha creato disparità di trattamento. La materia, ingarbugliata, è tuttora allo studio dei Co.Ce.R. di Forza Armata ed Interforze e necessita di ulteriori approfondimenti. Si auspicano provvedimenti legislativi che pongano fine a detta problematica.   

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D. La Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1° di luglio di molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua opinione in merito? 

R. Ogni processo riduttivo comporta evidentemente dei contraccolpi di segno opposto. Il caso di Palermo è esplicativo in tal senso. Ma allora perché no una sezione distaccata anche a Cagliari dal momento che anche in Sardegna c’è una consistente presenza militare e che i costi di trasferimento dall’isola a Roma non sono certo inferiori di quelli dalla Sicilia a Napoli.  Ragionando in tale maniera si tornerebbe ad una proliferazione di organismi che inficerebbe sicuramente lo spirito della riforma. Ritengo, quindi, doveroso un approfondimento soprattutto in termini di costo-efficacia, in considerazione anche del fatto che molti reati commessi da militari sono competenza dei tribunali civili ordinari.   

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D. Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i lavoratori.   

R. La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo parlamento voglia legiferare in merito? Quali sono le direzioni e soluzioni da scegliere?  La Legge in vigore del 1978, in qualche misura all’avanguardia per allora, dovrebbe essere adeguata allo strumento militare attuale, passato dalla leva al reclutamento volontario e con la necessità di uniformarsi anche in tale settore agli standards esistenti nelle FF.AA. degli altri paesi europei. Le ipotesi da tempo allo studio riguardano, in alternativa, la creazione di un sindacato autonomo similmente a quanto attuato dalla Polizia di Stato (con ordinamento civile) oppure con una revisione in senso maggiormente democratico dello strumento attuale conservandolo però all’interno dell’Istituzione militare. Personalmente, sono più favorevole a questa seconda soluzione. 

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D. Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta queste dichiarazioni?   

R. Di massima, le candidature politiche riguardano persone che già godono di una certa visibilità pubblica, per motivi che possono essere i più svariati (vedasi candidature di sportivi, personaggi dello spettacolo,…) e che hanno già maturato delle esperienze di vita e di lavoro che in qualche maniere si sono riflesse sull’opinione pubblica nazionale; si tratta evidentemente di aspetti difficilmente riscontrabili in chi è appena agli inizi del proprio impegno lavorativo e/o professionale. L’asserto del Co.Ce.R. non mi appare poi del tutto aderente alla realtà dei fatti. Lo dimostra, ad esempio, la candidatura del Cap. Paglia, a livello nazionale come pure il fatto che nelle liste del partito, dal quale sono stato candidato, sono presenti, per le elezioni a livello locale, anche un Primo Maresciallo (peraltro, con ben 4 mandati all’interno della rappresentanza militare e candidato alla Camera nonché al Consiglio regionale) ed un Vigile del Fuoco.  

Redazione Militari Magazine - Ha risposto il Gen. Mazzaroli.

 

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Il punto di vista del Gen. Mauro Del Vecchio, candidato nella Regione Lazio per il Senato della Repubblica con il Partito Democratico.

21/3/2008
 

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D)  Il quotidiano “Libero” ha pubblicato un articolo secondo il quale
      la sua candidatura non sarebbe possibile, per un sospetto di
      ineleggibilità legato ad un vizio procedurale. Come risponde a
      tale ipotesi?

R)  Gen. Del Vecchio.
L’affermazione del quotidiano “Libero” è priva di ogni fondamento e non sussiste alcun motivo di
ineleggibilità nei riguardi della mia persona.

In merito, la presidente della Commissione della Camera dei Deputati, on. Roberta Pinotti, ha rilasciato, già da tempo, un comunicato stampa nel quale evidenzia l’infondatezza dell’articolo del quotidiano.

In particolare, ha precisato che le norme erroneamente richiamate da “Libero” non hanno alcuna relazione con la mia candidatura, in quanto riferite agli Ufficiali Generali Comandanti di Comandi Territoriali.

È ben noto, viceversa, che le funzioni che ho assolto fino al 6 marzo erano quelle di Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze, ossia della struttura interforze a maggiore caratterizzazione operativa, senza alcuna attribuzione di carattere territoriale o riconducibile al territorio e preposta alla direzione e gestione delle operazioni all’estero.

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D) In base alla sua lunga esperienza di comando nei teatri operativi,
     sia nei Balcani sia in Afghanistan, cosa pensa dell’attuale
     impegno italiano fuori area? Inoltre, crede che la presenza italiana
     nei vari teatri (Balcani, Afghanistan, Libano) andrà rimodellata nel
     prossimo futuro? Riguardo invece al problema dell’uranio
     impoverito, ritiene che gli standard di sicurezza per il personale
     siano adeguati?

R)  Gen. Del Vecchio.
L’impegno italiano all’estero è molto consistente e raggiunge attualmente l’entità di circa 10.000 uomini e donne di ogni ordine e grado e di tutte le Forze Armate.

Ciò pone l’Italia tra i maggiori contributori di Forze (4° contributore) nelle molteplici Operazioni di supporto alla pace in tre continenti diversi (Asia, Africa, Europa). 

È un impegno di cui l’Italia può essere fiera anche perché, in ogni Teatro operativo, i nostri uomini e donne hanno sempre conquistato e continuano a riscuotere il consenso delle popolazioni.

L’impegno nazionale ed il modo nel quale è svolto sono, inoltre, puntualmente e significativamente riconosciuti da tutte le Organizzazioni internazionali,  che spesso si rivolgono all’Italia perché contribuisca alla risoluzione delle più delicate crisi internazionali.

Desidero, al riguardo, sottolineare il determinante intervento delle Forze militari italiane in Libano nella seconda parte del 2006, per dare concreta attuazione alle risoluzioni dell’ONU e per porre termine ad un conflitto che minacciava di destabilizzare ancora di più tutto il Medio Oriente. 

Per quanto attiene all’entità dell’impegno nel futuro non è possibile dare concrete indicazioni, in quanto tale impegno sarà condizionato dalla evoluzione della situazione politica e militare nelle diverse aree di crisi. Un esempio al riguardo è il Kosovo, dove la tensione è tornata ad elevarsi dopo anni di parziale tranquillità. 

Si può, peraltro, affermare che tutte le decisioni in merito all’impegno nazionale dovranno essere decise nell’ambito delle Organizzazioni internazionali quali l’ONU, la UE e  la NATO  in un quadro di coinvolgimento multilaterale per la stabilizzazione e la pace. 

Per quanto attiene alla problematica dell’uranio impoverito, osservo preliminarmente che, nonostante ripetute e qualificatissime indagini svolte negli anni passati, nessuno è riuscito a stabilire scientificamente un nesso di causalità. Ma, prescindendo da tale aspetto, penso che l’obiettivo da porsi prioritariamente sia quello di assistere il personale afflitto da queste gravi patologie,  riconoscendogli tutte le provvidenze previste in base ad un principio di “probabilità” o “invertendo l’onere della prova”. Alle stesse conclusioni è arrivata del resto la commissione d’inchiesta del Senato della Repubblica. 

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D)  La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo
      militare, dove moltissimi addetti - sia per il personale di truppa
      che per gli ufficiali - non riescono ad accedere al servizio
      permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la
      prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire,
      aprendo a  maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la
      divisa, senza demerito,   e magari partecipando anche a
      pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una
      inamovibilità (immobilismo) della  situazione? In ultima analisi
      quale prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del
      lavoro e dei giovani?

R)  Gen. Del Vecchio.
La precarietà del lavoro è il dramma più grave che affigge le giovani generazioni.

Questo tema è ben presente nel programma del Partito Democratico ed è stato più volte sottolineato dallo stesso Walter Veltroni. Cito letteralmente dal programma: “La lotta alla precarietà è indispensabile per dare prospettive di vita dignitosa ai giovani.”

Con il passaggio dalla leva obbligatoria al servizio volontario,  anche nelle Forze Armate sono stati posti in essere rapporti di lavoro a tempo determinato. Per molti aspetti è stato un passaggio obbligato e condizionato dalla logica dei grandi numeri. Ai volontari reclutati nei primi anni, purtroppo, sono state offerte scarse garanzie reali. Poi, dopo numerosi tentativi, è stato introdotto un correttivo molto significativo con le riserve di posti per il passaggio nelle Forze di Polizia dopo la ferma quadriennale. Fuori da queste garanzie sono rimasti tuttora gli Ufficiali in ferma prefissata. 

Richiamo sinteticamente queste vicende per evidenziare quanto il problema sia importante. Qualcosa è già stato fatto,  ma molto ancora si deve fare, in termini di prospettive concrete per il futuro dei nostri militari e di formazione professionale per l’eventuale sbocco occupazionale  nel mondo civile,  al fine di  garantire la continuità dei rapporti e la certezza del lavoro. 

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D)  Nel 1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i cui
      effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli - pur
      avendo avuto carriere esemplari - non riusciranno a raggiungere
      facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo sergenti
      arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di legge (poi
      bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel ruolo
      truppa.
      Il suo impegno al Parlamento prevede un approfondimento
      della materia? E come sarà possibile risolvere il disagio
      creatosi
?
 

R.  Gen. Del Vecchio.
Gran parte della legislazione emanata in materia di ruoli e profili di carriera ha messo in evidenza delle  contraddizioni accentuate dal fatto che ci stiamo muovendo per realizzare un modello (quello a 190.000 unità) che è stato già messo in discussione. Penso quindi che il Parlamento ne dovrà discutere attentamente ed in profondità. È quella infatti la sede più idonea per scelte così impegnative sia per i destini delle persone che per l’istituzione militare. In tale ambito, una concreta ipotesi di lavoro potrebbe essere il riesame e la riproposizione migliorata, in accordo anche con la Rappresentanza Militare,   delle norme inserite nell’A.S. n. 3755, che non è diventato legge per la prematura fine della XIV Legislatura.

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D)  La Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1° di luglio di
      molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di
      Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud
      Italia. In un  convegno, appena svoltosi a Palermo, si è
      evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per
      testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo
      spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario.
      L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno,
      ha richiamato la necessità di una sezione distaccata, di uno dei
      tre tribunali militari, a Palermo. Quale è la sua opinione in merito?
 

R.  Gen. Del Vecchio.
La riduzione dei tribunali militari è stata un atto dovuto per rimettere in equilibrio i costi dell’ordinamento giudiziario militare con la domanda di giustizia che ad esso viene rivolta. Mi rendo conto dei disagi come quelli che richiamate e ritengo giusto ci si adoperi per eliminarli. Quello che è stato fatto è però solo il primo passo. Ne restano altri, a cominciare dalla emanazione di un nuovo codice penale militare di pace applicabile anche alle missioni all’estero. Un ottimo lavoro era già iniziato alla Camera sulla base del testo presentato dalla Presidente, on. Roberta Pinotti. Credo che si debba proseguire su questa strada. Quanto al problema di una presenza sul territorio più diffusa e adeguata alla reale domanda di giustizia, fermo restando che, ad onore del personale militare, tale domanda è molto contenuta, ritengo una soluzione perseguibile sia quella della costituzione di Sezioni a composizione speciale.

  ------------ 
 

D)  Diversi settori del Co.Ce.R - in primis Guardia di Finanza ed
      Aeronautica Militare - chiedono, con ampie maggioranze, una
      riforma della rappresentanza militare, per assicurare maggior
      rappresentatività e tutela verso i lavoratori.  La legge attuale e in
      vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo parlamento
      Voglia legiferare in merito? Quali sono le direzioni e soluzioni da
      scegliere? 

R.  Gen. Del Vecchio.
A fronte del processo di “rinnovamento” che le Forze Armate hanno sviluppato negli ultimi lustri, alcuni istituti normativi, e tra di essi in particolare la Rappresentanza Militare, sono rimasti fermi nelle iniziali caratteristiche.
 

Credo, pertanto, che il nuovo Parlamento debba rapidamente farsi carico della problematica, definendo in tempi brevi il necessario ed opportuno rinnovamento dell’impianto normativo della Rappresentanza Militare,  al fine di renderlo idoneo a perseguire, con sempre maggiore tempestività, incisività ed aderenza, il raggiungimento dei migliori livelli di efficienza del “sistema Forze Armate”, assicurando nel contempo il benessere del personale militare e delle relative famiglie. 

In tale ambito, la Rappresentanza Militare potrebbe vedere:

-  modificati gli attuali procedimenti elettorali, dando alla base la possibilità di eleggere direttamente i delegati del Co. Ce. R.;

-     ampliate opportunamente le materie di competenza;

-    incrementati sensibilmente i fondi per il funzionamento dei Consigli ai vari livelli;

-    riviste le procedure per la disciplina del rapporto d’impiego definito dal D.L. n 195/1995. 

In sostanza, ritengo che le forze politiche debbano dotare la Rappresentanza Militare di strumenti che le consentono di assumere il ruolo di “parte sociale” e quindi di autorevole interlocutore nelle sedi della concertazione e della contrattazione.

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D)  Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R. hanno sollevato
      dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di
      candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come
      commenta queste dichiarazioni? 

R.  Gen. Del Vecchio.
Si tratta di dichiarazioni formulate, evidentemente, sulla base del convincimento che i Rappresentanti eletti  nel Parlamento, provenendo dalle Forze Armate, vogliano perseguire esclusivamente  progetti e  problematiche del ruolo di appartenenza.

Non condivido assolutamente tale convincimento, in quanto ritengo doveroso, da parte di chi è chiamato ad assumere una così importante funzione, interpretare  le problematiche non solo del  proprio settore o comparto di provenienza,  ma anche quelle più generali della società intera, con assoluto equilibrio e  massima trasparenza.

Detto questo, aggiungo che le dichiarazioni in argomento – se effettivamente ispirate dal  convincimento sopra indicato – sono assolutamente ingiustificate nei miei confronti.

Invito,  chi vuole, a verificare quale è stato il mio impegno nei 43 anni di servizio e quali rapporti abbia sviluppato con tutte le Componenti della nostra Istituzione.

Redazione Militari Magazine - Ha risposto il Gen. Del Vecchio.

 

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ALTRI CANDIDATI, NON MILITARI


 

 

Il punto di vista dell'On. Giorgio Conte, candidato nella Regione Veneto per la Camera dei Deputati, con il Partito del Popolo della Libertà.

2 aprile 2008


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D. Lei propone la sua candidatura nelle liste per la Camera dei Deputati, con il partito Popolo della Libertà, nella Regione Veneto, storicamente zona di un’importante presenza militare italiana. Il nuovo assetto difensivo della Nato si è spostato verso sud, sguarnendo la frontiera orientale. Ritiene possibile che si attuino altre dismissioni di caserme? Nel caso, il personale in forza sarà tutelato? Come prospetta la futura presenza delle FF. AA. nella regione? 

R) La dislocazione delle nostre Forze Armate ha subito un profondo cambiamento negli ultimi anni; la caduta del muro di Berlino e il decennio di evoluzione democratica dell'est Europa ha trasformato profondamente l'esigenza di difesa per il nostro confine orientale. Questa variazione del clima internazionale ha portato a diverse visioni strategiche che oggi guardano maggiormente al sud dell’Europa quale frontiera con il medio-oriente e l'Africa del nord, nuove esigenze per la difesa Italiana ed Europea. Ma credo che il profilo strategico verso l'est non possa subire ulteriori cali di attenzione; vero è che i paesi dell'ex Patto di Varsavia sono oggi maggiormente coinvolti nelle politiche atlantiche ma la Russia -dopo le ultime scelte in materia di armamenti- rappresenta comunque un tema, anche di difesa strategica, con il quale dobbiamo continuare a confrontarci. Non ritengo pertanto che si possa ulteriormente diminuire la dislocazione delle nostre Forze Armate nel quadrante Nord Est d'Italia e in questa direzione sento di potermi impegnare. Peraltro le scelte strategiche della Nato -Aviano e Vicenza - sembrano confermare questa esigenza di mantenere alta la guardia anche e soprattutto nel Nord Est, pur in una prospettiva sempre più orientata al medio oriente.

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D. La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo militare, dove moltissimi addetti -sia per il personale di truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei giovani?
 

R) Le Forze Armate, per ciò che hanno rappresentato e per ciò che ancora rappresentano, devono continuare ad essere una prospettiva ed una scuola per i giovani, offrendo loro concretamente anche una possibilità di lavoro che possa rispondere, soprattutto oggi, ad aspirazioni ideali e di valori. Io stesso provengo da una formazione in cui le Forze Armate mi hanno dato molto, dal Collegio Navale “Morosini” di Venezia, all'Accademia a Livorno e al servizio prestato quale ufficiale nel Genio Pontieri.

Ritengo che le Forza Armate debbano valorizzare in modo appropriato il personale che chiede, dopo anni di esperienza e di servizio meritorio, il passaggio al servizio permanente. Tale aliquota di personale, sia truppa che ufficiali, rappresenta un patrimonio prezioso ed indispensabile che magari ha anche svolto importanti missioni all'estero; bisogna fornire una risposta concreta, attraverso scelte politiche che valorizzino capacità e merito. Sono queste infatti le linee guida che vedo a fondamento di Forze Armate formate da professionisti. Il precariato, diversamente che in altre attività, non credo sia applicabile alle FF. AA., ovvero ad un settore strategico che deve essere caratterizzato da motivazione ed adesione profonde.

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D. Nel 1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli- pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il disagio creatosi? 

R) Durante il Governo Berlusconi era stato previsto un riordino dei gradi dei sottoufficiali. Ricordo bene la questione per averla seguita alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati. E' quantomai necessario fornire una risposta soprattutto ai sottoufficiali che, in età abbastanza giovane, raggiungono il massimo grado loro consentito; ritengo possibile studiare un sistema di accesso, sotto altissima selezione, al grado di ufficiale per i luogotenenti. Ed è sicuramente necessario prevedere anche una omogeneizzazione per i sottoufficiali in modo tale di consentire, magari dopo 15 anni di servizio, di godere del massimo stipendio per la categoria.

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D. La Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1° di luglio di molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua opinione in merito? 

R) Non conosco a fondo la situazione della Giustizia militare ma ritengo corretta la valutazione sui maggiori costi delle trasferte tra la Sicilia e Napoli. La riorganizzazione è necessaria, per molti organismi e enti dello Stato e non certamente solo per la Giustizia militare, ma credo che una sezione staccata a Palermo e Cagliari possa essere una scelta corretta.

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D. Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i lavoratori. 

R) Un “sindacato militare” mi sembra inopportuno e rischioso per l’indipendenza assoluta delle Forze Armate che è garanzia per la democrazia della Nazione. E' invece essenziale promuovere quella riforma della rappresentanza militare che promuova indipendenza e autonomia dei rappresentanti stessi, ovvero una loro non gerarchizzazione. Nella legislatura del governo Berlusconi era iniziato l’iter per una legge quadro che riformasse la rappresentanza militare ma fu interrotta per lasciare spazio ad altre priorità. All’interno di questa attività ritengo utile che ai rappresentanti dei vari settori del Co.Ce.R. possa essere riconosciuto il supporto legale presente già oggi in organico nelle FF.AA. e che sia possibile comunicare all'esterno l'attività degli stessi rappresentanti attraverso attività di stampa. Ad esempio ritengo importante l'attività svolta sulla tematica degli alloggi per i militari: ho avuto confronti importanti sull'argomento e ritengo che la rappresentanza stia svolgendo un ruolo importante e degno di nota.

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D. Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta queste dichiarazioni? 

R) Credo che le candidature non debbano mai godere di “quote protette”, siano esse donne, minoranze di ogni tipo, categorie specifiche: si promuoverebbe il qualunquismo e la rappresentanza a tutti i costi, anche se priva di valore e di capacità. Credo che, probabilmente, le candidature di alti ufficiali siano dovute a posizioni personali in cui, magari, la pensione è già stata raggiunta e vi è la volontà di trasferire esperienze nella vita politica del Paese. Non sono assolutamente contrario a candidature di sottoufficiali, ufficiali e ufficiali superiori, in grado di portare specifiche, nuove e diverse esperienze e rappresentanza. Anche il soldato semplice, nell'ottica della rappresentanza della Nazione, deve trovare spazio. Credo che non vi siano da parte dei partiti politici preclusioni di sorta; è un discorso di opportunità e disponibilità, che deve essere costruita e ricercata senza strumentalizzazioni elettorali. 

Redazione Militari Magazine – Ha risposto l’On. Giorgio Conte.

 

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