ELEZIONI
POLITICHE 2008
Le risposte dei
candidati
Numerosi utenti ci contattano
per sapere quali forze politiche hanno interesse e risposte ai
problemi professionali dei militari.
Forzearmate.org e Militari
Magazine stanno chiedendo direttamente ai candidati, che vestono o
hanno vestito le stellette, il loro punto di vista sui problemi
più sentiti dai lettori.
Nell’intento di fornire ai
militari italiani, intesi come cittadini/elettori, ulteriori
strumenti per decidere e valutare in autonomia, pubblicheremo,
interamente e in ordine d’arrivo, gli interventi richiesti e
rilasciati dai vari candidati.
Al prossimo Parlamento sono candidati
importanti nomi provenienti dal mondo delle FF. AA e di Polizia.
Nel Lazio, per il Partito
Democratico, si presenta il Generale Mauro Del Vecchio, invece il
Generale Silvio Mazzaroli, nelle liste del Friuli Venezia Giulia,
sotto le insegne dell'Italia dei Valori.
Per quanto riguarda Il Popolo delle
Libertà sarà il generale Roberto Speciale a candidarsi nel partito
di Silvio Berlusconi in Umbria; mentre la medaglia d'oro, il
Capitano Gianfranco Paglia sfiderà le urne in Campania sempre
nelle fila del PDL.
Anche L’Udc di Casini schiera un ex
generale nelle sue fila; sarà Andrea Fornasiero a correre in
Toscana. Mentre l'ex Segratario del sindacato di Polizia Siulp
Oronzo Cosi corre per il Senato della Repubblica in piu' regioni.
La destra di Storace schiera il
Colonnello Francesco Azzaro nel Lazio , vice presidente del Cocer dei
Carabinieri e il Ten. Col. Liguori in Toscana.
Il Movimento per le
autonomie del Sud (alleato al PDL) schiera l'ex Generale Messina
nel Lazio, mentre il Maresciallo Vassallo Carmine è
candidato in Campania 2.
Anche dalla Polizia di Stato arrivano due candidature di assoluto
rilievo, Oronzo Cosi, ex segretario del Siulp (Sindacato Italiano
Unitario Lavoratori di Polizia), per le liste Udc, mentre Filippo
Saltamartini, leader del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia),
candidato nelle fila del PDL in Sardegna.
La Sinistra Arcobaleno
candida
l'Appuntato
della Guardia di Finanza Erminio Sacco
alla Camera dei Deputati nella Regione
Lazio/2.
Non appena riceveremo gli altri
interventi richiesti, pubblicheremo online
il testo integralmente.
Le interviste pubblicate qui
di seguito sono in ordine di arrivo alla nostra Redazione.
Redazione Militari Magazine
SideWeb
magazine@sideweb.it
www.forzearmate.org
Tel. 331 4125652
Puoi discutere l'argomento sul blog!
Altri candidati non militari
che hanno
risposto alle nostre domande.
Puoi discutere l'argomento sul blog!
I CANDIDATI,
LE DOMANDE E
LE RISPOSTE
Il punto di
vista
dell'Appuntato della Guardia di Finanza
Erminio
SACCO, candidato
alla Camera dei Deputati nella Regione Lazio/2, nelle liste
del partito: Sinistra Arcobaleno.
9
aprile
2008
D) L’ultima legge
finanziaria contiene al suo interno un provvedimento secondo il
quale un cospicuo numero di marescialli delle F.F. A.A.- in
esubero secondo il nuovo modello di difesa- dovranno transitare
nei ranghi della Polizia di Stato. Come giudica questo passaggio
di esponenti delle Forze Armate nelle Forze di Polizia? Quali
potrebbero essere i criteri di attuazione? Come si coniuga il
valore del provvedimento con l’esigenza del singolo?
R) Penso che il
provvedimento contenuto dall’ultima finanziaria sia positivo, in
quanto tende a razionalizzare l’impiego delle risorse umane dello
Stato in settori come la difesa a favore del settore della
sicurezza. Infatti non si ha nessuna minaccia di aggressione
militare esterna ai nostri confini, ma al contrario il livello
della criminalità è piuttosto alto e ci sono interi territori
lasciati alla mercé dei gruppi malavitosi oltre a quelli oramai
inseriti organicamente in settori importanti della nostra società.
Un principio deve rimanere fondamentale per attuare questo
provvedimento, la concertazione con i lavoratori delle FF.AA
interessati. Ritengo sia necessario condurre una ricognizione
conoscitiva sul parere dei militari interessati e per quei
soggetti che volontariamente vorranno transitare dalle FF.AA alle
forze di Polizia, dovrà essere garantita almeno la stessa
retribuzione, mentre la sede di servizio dovrà essere individuata
tra una rosa di proposte formulate dai militari stessi.
NATURALMENTE DOVRANNO ESSERE ADEGUATAMENTE FORMATI E ADDESTRATI A
SVOLGERE I NUOVI COMPITI,PASSANDO DA QUELLI PRETTAMENTE MILITARI A
QUELLI CHE HANNO A CHE FARE CON IL SISTEMA GIUDIZIARIO.
-------
D) La
precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo
militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di truppa
che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio
permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima
legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a
maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa,
senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni
estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo)
della situazione? In ultima analisi quale prospettiva
rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei
giovani?
R) Quando il mondo del
lavoro privato e pubblico non militare è stato stravolto da queste
nuove forme di rapporto di lavoro,i militari hanno creduto che non
li riguardasse,sbagliando. Il passaggio da esercito di leva e
esercito professionale è stato ed è un grave errore politico. La
mia parte politica si è battuta in Parlamento per estendere le
norme del pubblico impiego anche al mondo militare e alcuni
impegni sono stati imposti al Governo che però ha subito
silenziosamente i “dictat” degli Stati Maggiori. Se le forze di
destra,il Popolo delle Libertà,dovesse prevalere,non ci sarà
alcuna modifica della situazione odierna. Il PD non sembra
interessato a modificare lo stato attuale delle cose. Solo la
Sinistra Arcobaleno ha assunto impegni per superare la precarietà
anche nel mondo militare. Le Forze Armate, così come sono oggi,
non rappresentano alcuna prospettiva seria e stabile per i giovani
che sono alla ricerca di sicurezza e stabilità.
-------
D) Nel
1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i
cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli-
pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere
facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo
sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di
legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel
ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un
approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il
disagio creatosi?
R) Al Senato, nella
legislatura appena interrotta- prematuramente-, è stato depositato
dai Senatori del PRC componenti al Commissione Difesa, il DDL del
13 settembre 2007 n°1787 che propone una rivoluzione nel sistema
delle carriere del personale militare contrattualizzato. In
sintesi la proposta è questa: adottiamo il sistema francese, nel
quale anche un semplice militare neppure graduato ha la
possibilità di fare carriera e diventare Generale. Questo è
l’impegno che sarà portato avanti dalla Sinistra Arcobaleno.
-------
D)
Diversi settori del Co.Ce.R- in primis
Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie
maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per
assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i lavoratori.
La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che
il nuovo parlamento voglia legiferare in merito? Il programma
della Sinistra Arcobaleno prevede la smilitarizzazione del Corpo
della Guardia di Finanza, con l’uscita dal comparto difesa. Quali
sono le motivazioni della proposta? E’ possibile credere che la
smilitarizzazione rappresenti una volontà, una via, anche per la
creazione di una rappresentanza sindacale? Quali altri forze
politiche potrebbero appoggiare la proposta di smilitarizzazione?
R)
La Sinistra Arcobaleno ripresenterà DDL che parlano di
sindacalizzazione delle Forze Armate, come oramai è la realtà di
quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea e di trasformazione della
Guardia di Finanza da corpo di polizia a ordinamento militare a
corpo di polizia tributaria ed economica a ordinamento civile,
come è la realtà di tanti Paesi dell’Unione Europea. Noi non
saremo e non siamo europeisti i giorni pari ed anti-europeisti
quelli dispari. Inoltre se in questi anni, il dibattito sulla
sindacalizzazione e la democraticizzazione delle FF.AA ha avuto un
progresso significativo è grazie all’impegno dei Deputati e del
responsabile del settore “ordine democratico e poteri
costituzionali” del Partito della Rifondazione Comunista Enzo
Jorfida, che hanno incontrato i militari nelle caserme ed hanno
potuto comprendere ed ascoltare le problematiche di noi lavoratori
con le stellette.
-------
D) La
lotta all’evasione fiscale vede ovviamente in prima linea la
Guardia di Finanza; come si coniuga l’azione delle Fiamme Gialle
con la scarsità di risorse che investe sia il comparto difesa che
il comparto sicurezza?
R) La necessità di
sconfiggere questo diffuso reato deve essere prioritario per
qualsiasi governo. Purtroppo i due partiti che dicono di avere le
maggior possibilità di governare il nostro Paese hanno scelto di
percorrere strade non molto chiare in questo senso: il PD di
Veltroni non ha candidato Vincenzo Visco, colui che ha dichiarato
guerra agli evasori con un significativo risultato; mentre il PDL
di Berlusconi, da sempre impegnato in una vera campagna contro chi
paga le tasse (ricordiamo il ricorso ai condoni del suo governo),
non da ultimo le proposte di scioperi fiscali. Bisogna dare
maggiori risorse alla Guardia di Finanza e renderla un corpo
moderno, per operare in maniera incisiva nel contrasto
dell’evasione fiscale, per questo ritengo importante riproporre il
disegno legge presentato dall’On. Elettra Deiana della Sinistra
Arcobaleno per la smilitarizzazione della Guardia di Finanza.
-------
D) La
Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1°di luglio di molti
tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di
Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud
Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è
evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli,
per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare
lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per
l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il
convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata,
di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua
opinione in merito?
R) Visto le condizioni in
cui versa la Giustizia ordinaria per la scarsità di mezzi messi a
disposizione, che causano spesso il vanificarsi dell’azione
giudiziaria delle Forze di Polizia, ritengo la chiusura dei
tribunali militari un provvedimento dovuto vista la scarsità di
lavoro che producono, è auspicabile la chiusura anche dei tre
tribunali rimasti ed impiegare le risorse liberate per i tanti
processi che rischiano la prescrizione. Per risolvere i problemi
connessi alla giustizia militare propongo anzitutto la revisione
del regolamento di disciplina militare ed istituire delle sezioni
presso i tribunali ordinari.
-------
D)
Recenti dichiarazioni di esponenti del
Co.Ce.R hanno sollevato dubbi sull’opportunità dei partiti
politici che scelgono di candidare solo alti ufficiali,
dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta queste
dichiarazioni?
R) Partendo dalla mia
esperienza personale, La Sinistra L’Arcobaleno, ha candidato me,
un Appuntato. Ritengo che non ci sia un grado militare più idoneo
per rappresentare i cittadini nelle Istituzioni, ma è necessario
riflettere sul fatto che i partiti abbiano dato l’impressione di
aver fatto una vera e propria corte a quei candidati che ricoprono
ruoli dirigenziali nelle FF.AA o di Polizia. Dal mio punto di
vista è più vicino alla vita quotidiana e alle difficoltà del
cittadino medio un Appuntato, piuttosto che un dirigente che già,
per la remunerazione salariale molto più alta e i connessi
privilegi legati al ruolo ricoperto, non può comprendere il
malessere diffuso della maggior parte della popolazione.
Redazione Militari Magazine – Ha
risposto l'Appuntato
della Guardia di Finanza Erminio SACCO.
Puoi discutere l'argomento sul blog!
Il punto di
vista
del Capitano
Gianfranco PAGLIA, candidato
alla Camera dei Deputati nella Regione Campania/1, nelle liste
del PDL:
Partito del Popolo della Libertà.
4
aprile
2008
D) Lei
è candidato per la Camera dei deputati al 19 posto in lista.
Quali sono le condizioni che renderebbero concreta la sua
elezione al Parlamento?
R)
Se il Pdl che mi ha voluto candidare vince le elezioni, come
è molto probabile e come confermano i più recenti sondaggi,
conquista il premio di maggioranza e quindi sarei eletto.
-------
D) Lei
è un giovane Capitano, medaglia d’ora al valore militare,
impegnato e ferito gravemente in azione. Come crede sia
possibile trasmettere concretamente ai giovani d’oggi, forse più
disimpegnati, l’alto senso del dovere verso lo Stato, il valore
e l’eroismo?
R)
Le generalizzazioni sono spesso approssimative e quindi
fuorvianti. I giovani di oggi non sono quelli che talvolta ci
mostrano in Tv e cioè solo discoteche e divertimenti. Sarebbe
sufficiente parlare con quelle migliaia e migliaia di giovani
che ad esempio popolano il centro di selezione dell’Esercito a
Foligno durante l’anno o frequentare le aule delle università
per comprendere che abbiamo una gioventù che ha fortemente
radicata la consapevolezza dei diritti e dei doveri di un buon
cittadino. Non credo perciò che i giovani d’oggi non abbiano
più il senso del Dovere verso lo Stato. Naturalmente spetta a
chi ha responsabilità pubbliche far comprendere, anche con il
proprio esempio, che per credere e portare avanti i valori come
Lealtà Onore ed amor di Patria bisognerà essere coscienti che
questo comporterà sacrificio. L’importante è che i giovani
capiscano che le Forze Armate non possono essere un ripiego ad
un lavoro che non si trova nel mondo civile. L’uniforme è
sinonimo di sacrificio. Se si ha questa consapevolezza si
contribuisce al progresso della nostra società civile è i
risvolti positivi si avranno anche tra le Forze Armate e nel
rapporto tra queste ed il mondo esterno ad esse.
-------
D) La
precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo
militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di
truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al
servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che
la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire,
aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la
divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose
missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità
(immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale
prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del
lavoro e dei giovani?
R) La precarietà del
lavoro è una caratteristica di tutte le società occidentali nel
nostro mondo contemporaneo. Poiché non possiamo modificarne le
cause che affondano anche nella globalizzazione dobbiamo
limitarci a ridurre i contraccolpi negativi che caratterizzano
questa nostra epoca come una Era della Incertezza. Cominciando,
ad esempio, a incentivare la meritocrazia, contrastando una
antica tendenza a identificare il lavoro come un “posto stabile”
per cui la inamovibilità ha come conseguenza il lassismo. In
questo quadro il nuovo Parlamento certamente incentiverà forme
di stabilizzazione a coloro che ne hanno merito, sia nella
società civile che tra le Forze Armate. Perché i meccanismi di
efficienza sono validi in entrambi i casi. Viviamo un’epoca di
trasformazioni profonde e rapide, ad esse dobbiamo adeguarci.
Credo perciò che le Forze Armate, fiore all’occhiello del Paese,
aprirà di certo nuove e più serene prospettive.
-------
D)
Diversi settori del Co.Ce.R- in primis
Guardia di Finanza ed Aeronautica Militare- chiedono, con ampie
maggioranze, una riforma della rappresentanza militare, per
assicurare maggior rappresentatività e tutela verso i
lavoratori. La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene
possibile che il nuovo parlamento voglia legiferare in merito?
Quali sono le direzioni e soluzioni da scegliere?
R)
Il dibattito politico negli ultimi tempi ha investito lo Statuto
dei Lavoratori considerato fino a qualche tempo fa un tabù
intoccabile. Figuriamoci per la legge sulla rappresentanza
militare che ha trent’anni e che li dimostra tutti. Oggi una
legge di trent’anni fa è da considerare come fosse vecchia di un
secolo. Il nuovo Parlamento non potrà tralasciare questo aspetto
tenendo conto che vanno salvaguardati e valorizzati due elementi
di fondo: la tutela effettiva dei diritti degli appartenenti a
tutte le Forze Armate, la garanzia del rispetto delle gerarchie.
-------
D) La
Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1°di luglio di
molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo
quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto
il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è
evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a
Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di
vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di
fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e
chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una
sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a
Palermo. Qual è la sua opinione in merito?
R) Le geografia
dislocativi di tribunali e procure rispondeva alle esigenze di
un Esercito di coscritti. Oggi le nostre Forze Armate sono
professionalizzate, di conseguenza la soppressione di tribunali
e procure corrisponde ad una modernizzazione di tale sistema.
Credo che una sezione distaccata possa essere creata sia a
Palermo che a Cagliari.
-------
D) Le
FF.AA. italiane sono diversamente impegnate in zone di conflitto
e aree sensibili. In relazione anche alla sua esperienza, lei
ritiene che gli standard di sicurezza per il personale siano
adeguati?
R)
I tagli operati dalle leggi finanziarie non hanno avuto, come è
ovvio, alcuna ripercussione sugli standard di sicurezza che
erano e restano assolutamente validi. Ma dobbiamo invece
preoccuparci che nel futuro non si proceda più sulla strada di
ulteriori tagli perché disporre di Forze Armate professionali
significa anche investire in esse per adeguarne l’organizzazione
e i mezzi.
Il nuovo Parlamento è
chiamato a riconsiderare questo capitolo di spesa che
costituisce in realtà un investimento che fa da supporto anche
alla nostra politica estera.
-------
G) Recenti
dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi
sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare
solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come
commenta queste dichiarazioni?
R)
Per quanto mi riguarda, conosco benissimo le problematiche
della Classe dei Sottufficiali, come ad esempio la troppa
disparità nel trattamento economico. È’ giusto sottolineare che
esiste una differenza eccessiva tra lo stipendio di un
maresciallo e quello di un ufficiale con 13 anni di servizio. La
questione dunque non è quella di candidare ufficiali o
sottufficiali, la questione è quella di dar voce a tutti i
settori delle nostre Forze Armate facendoci carico delle
esigenze e riconsiderando le disparità di trattamento economico
e di sviluppo della carriera.
Redazione Militari Magazine – Ha
risposto il Capitano Gianfranco Paglia.
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Il punto di
vista di
Oronzo Cosi,
ex segretario del sindacato di polizia
Siulp, candidato
al Senato della Repubblica in piu' regioni, nelle liste
dell'UDC:
Unione Democratici Cristiani di Centro.
3
aprile
2008
D) L’ultima legge
finanziaria contiene al suo interno un provvedimento secondo il
quale un cospicuo numero di marescialli delle F.F. A.A.- in
esubero secondo il nuovo modello di difesa- dovranno transitare
nei ranghi della Polizia di Stato. Come giudica questo passaggio
di esponenti delle Forze Armate nelle Forze di Polizia? Molte
sigle sindacali della Polizia hanno espresso perplessità sul
provvedimento. Qual è il suo parere in merito?
R) Ho qualche
perplessità anch’io: questi Marescialli delle Forze Armate che
vantano esperienze professionali e meriti di servizio, sono
trattati come un “esubero” da smaltire nei ranghi della Polizia di
Stato. Sono colleghi destinati ad operare in un’organizzazione del
tutto diversa da quella di provenienza. E’ un esperimento che
produrrà disfunzioni e malcontento. Senza contare che questi
Marescialli dovranno improvvisare dal nulla una nuova
professionalità. Avrei visto meglio una possibilità di sbocco
versoi ruoli superiori, dico quelli degli Ufficiali, magari con
modalità concorsuali.
--------
D)
La precarietà del lavoro sembra abbia
investito anche il mondo militare, dove moltissimi addetti- sia
per il personale di truppa che per gli ufficiali- non riescono ad
accedere al servizio permanente per mancanza di posti. Crede
possibile che la prossima legislatura riesca concretamente ad
intervenire, aprendo a maggiori possibilità di rafferma (anche
nelle Forze di Polizia) a chi ha indossato la divisa, senza
demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni
estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo)
della situazione? In ultima analisi quale prospettiva
rappresentano le forze armate e le forze di polizia per il mondo
del lavoro e dei giovani?
R) L’attesa su questo
aspetto da parte del mondo militare e da parte delle famiglie dei
militari è molta. Certamente il mondo delle Forze di polizia e
delle Forze Armate continua ad avere una forte attrattiva per i
giovani e non solo per l’attrattiva di un posto di lavoro ma quale
opportunità per un impegno al servizio del Paese. Naturalmente
l’evoluzione della situazione nella prossima legislatura dipenderà
molto, in primo luogo dalle risorse economiche disponibili per
rendere possibili nuove assunzioni e dalla volontà parlamentare di
mantenere l’attuale legislazione in tema di assunzioni per le
Forze Armate e per le Forze di Polizia.
--------
D)
Nel 1995 fu varato un riordino delle
carriere per i sottufficiali i cui effetti sono ancora
riconoscibili; infatti, molti marescialli- pur avendo avuto
carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere facilmente il
grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati
con la legge 958, per i quali un disegno di legge (poi bocciato)
aveva previsto perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo
impegno al Parlamento prevede un approfondimento della materia? E
come sarà possibile risolvere il disagio creatosi?
R) Una riforma
ordinamentale complessiva delle carriere costituirà senz’altro una
delle priorità del mio impegno futuro. Si tratta di un’esigenza
molto sentita all’interno dell’intero Comparto Sicurezza e Difesa
e per tutti i ruoli. Si tratta di una riforma legislativa
particolarmente complessa che dovrà inevitabilmente avere quali
presupposti per la sua concreta realizzazione un disegno di legge
delega ed una previsione di finanziamento pluriennale che possa
consentire di rimuovere tutte le situazioni di disagio oggi
lamentate nel mondo militare e delle forze di polizia. Senza
questi due presupposti nessuna seria riforma potrà essere attuata.
--------
D) Diversi
settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica
Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della
rappresentanza militare, per assicurare maggior rappresentatività
e tutela verso i lavoratori. La legge attuale e in vigore è
datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo parlamento voglia
legiferare in merito? All’interno della rappresentanza militare
dell’Arma dei Carabinieri, sembra esservi una frattura tra le
varie componenti sul ruolo della rappresentanza stessa: alle
istanze per una riforma in chiave sindacale si contrappone un
atteggiamento più refrattario. Come giudica questa situazione?
Quali le soluzioni e la direzione da scegliere?
R) E’ vero, l’attuale
legge che regola la rappresentanza militare è certamente datata.
Anch’io ritengo che siano necessari interventi legislativi in
proposito anche se penso sia molto improbabile che il futuro
legislatore possa adottare interventi drastici e risolutivi con
il passaggio dalla condizione attuale alla costituzione di un
sindacato. Qualunque intervento sarà molto più graduate e sarebbe
già una grande novità l’introduzione di un sistema di
rappresentanza più democratico.
--------
D) Come
si coniuga la richiesta di maggiore sicurezza dei cittadini con la
scarsità di risorse? Qual è la sua valutazione sull’unificazione
del centralino Polizia di Stato e Carabinieri
R) La scarsità di
risorse per la sicurezza obbligherà inevitabilmente ad interventi
concreti di razionalizzazione della spesa e ad alcune riforme
organizzative che dovranno consentire un miglioramento qualitativo
della risposta. La costituzione di un unico numero d’emergenza è
solo uno degli interventi che vanno in questa direzione. Ce ne
sono molti altri da attuare.
--------
D) La
Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1°di luglio di molti
tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle di
Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud
Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è
evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli,
per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare
lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per
l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il
convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata,
di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua
opinione in merito?
R) La politica della
razionalizzazione in ogni settore della spesa pubblica costituisce
per il nostro Paese ormai una necessità. Questi, a mio parere
dovrebbero essere i presupposti fondanti da valutare prima di
adottare decisioni organizzative sia nel settore della sicurezza
che della giustizia. Occorre analizzare i costi e l’efficacia del
servizio richiesto e della spesa da sostenere.
--------
D) Recenti
dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi
sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare
solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta
queste dichiarazioni?
R) La mia candidatura nelle liste dell’UDC al Senato della
Repubblica,
sostenuta non solo dal
Siulp ma da molte altre sigle del mondo
sindacale della Polizia
di Stato è la prova che esiste un’altra
possibilità. Che si
possono candidare uomini che non rivestano gradi
elevati e non per questo
si può sostenere che siano meno
rappresentativi o abbiano
minore esperienza o conoscenza dei
problemi di questo
delicato mondo.
Redazione Militari Magazine – Ha
risposto Oronzo Cosi.
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Il punto di
vista del 1° Maresciallo
Carmine Vassallo,
candidato nella Regione Campania/2 per la Camera dei Deputati, con il
Movimento per le
autonomie del Sud (alleato con il PDL - Partito del Popolo della Libertà).
1
aprile
2008
D) Il
nuovo modello di difesa ha previsto una forte riduzione degli
organici e delle sedi operative. Lei è candidato, per la Camera
dei deputati, in Campania, regione che vanta un’importante
presenza militare, articolata nelle storiche scuole e caserme di
prestigio, che hanno appunto subito un forte calo di presenze.
Quali prospettive individua per il futuro delle scuole e delle
caserme campane? Sono in progetto ulteriori riduzioni? Con
riferimento anche alle decisioni attuate per la Reggia di
Caserta, come valuta i rapporti di collaborazione e reciprocità
tra il Ministero della Difesa e le realtà amministrative del
territorio?
R)
Le Scuole di Formazione come le
Caserme Operative subiranno sicuramente una riduzione del
quadro organico come previsto dal nuovo modello di Difesa e,
purtroppo, ci saranno sempre meno posti messi a concorso dovuti
alle scarse risorse economiche destinate al comparto dalla Legge
Finanziaria, come ad esempio l’ultimo concorso per allievi
Marescialli dell’Aeronautica che è di soli 40 posti. Bisogna
pensare che la Provincia di Caserta vantava una presenza di
circa 12.000 militari, ora finita la leva obbligatoria,con la
riduzione dei posti messi a concorso e quella degli organici,
la realtà economica locale è stata messa in ginocchio. Dopo vari
studi, verifiche, progetti, valutazioni, accordi sia il
Ministero della Difesa e sia le organizzazioni politiche ed
amministrative locali sono riuscite nel far rimanere la storica
Scuola allievi dell’Aeronautica nel capoluogo. I lavori del
nuovo sito sono iniziati e dovrebbero terminare presumibilmente
nell’arco di 15/18 mesi.
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D) La
precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo
militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di
truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al
servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che
la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire,
aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la
divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose
missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità
(immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale
prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del
lavoro e dei giovani?
R)
I correttivi, introdotti dopo una iniziale confusione dovuta
soprattutto ai tempi ristretti per arruolare del personale per
ricoprire ruoli una volta prerogativa del personale di leva,
possono e devono essere migliorati. Cosa fare: .Quantificare
numericamente quanto personale arruolare per un successivo
passaggio anche ad altri corpi armati , curare la formazione
professionale e ripianare ogni anno le posizioni che si liberano
, questo potrebbe essere un primo passo verso la
regolarizzazione delle posizioni ora precarie.
.
Attualmente i Volontari di Truppa godono di riserve dei posti
per il transito solo nelle Forze di Polizia; ci sono pero’
settori come Carabinieri – Guardia di Finanza – Vigili del Fuoco
e tante altre categorie che lamentano quotidianamente carenza di
personale e tali carenze potrebbero essere ripianate con
personale adeguatamente formato. Ancora piu’ grave e’ la
situazione degli Ufficiali di complemento che hanno un solo
canale di immissione nel S.P. che e’ quello del concorso ove i
posti disponibili sono pochissimi rispetto ai partecipanti
aventi titolo.
--------
D) Nel
1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i
cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti
marescialli- pur avendo avuto carriere esemplari- non
riusciranno a raggiungere facilmente il grado apicale e lo
stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati con la legge 958,
per i quali un disegno di legge (poi bocciato) aveva previsto
perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo impegno al
Parlamento prevede un approfondimento della materia? E come sarà
possibile risolvere il disagio creatosi?
R)
Il riordino delle carriere sarà il mio primo obiettivo. Come
sempre si approvano leggi e leggine senza valutare gli effetti
che possono provocare. Sono convinto che tutta
la Classe non Direttiva deve
essere rivalutata partendo dalla bonifica di tutti i colleghi
che oggi si trovano ad essere penalizzati economicamente e
moralmente e con questo mi rivolgo anche al ruolo Sergenti.
Occorre riprendere dal cassetto la proposta di un possibile
passaggio dal ruolo Marescialli al ruolo Ufficiali, dando cosi
la possibilità a tutti di poter avanzare nel grado e nel ruolo
superiore , premiando “i meritevoli” e ancora rivedendo il
sistema delle valutazioni e della documentazione caratteristica
e premiando “la professionalità”.
--------
D) L’ultima
legge finanziaria contiene al suo interno un provvedimento
secondo il quale un cospicuo numero di marescialli delle F.F.
A.A.- in esubero secondo il nuovo modello di difesa- dovranno
transitare nei ranghi della Polizia di Stato. Come giudica
questo passaggio di esponenti delle Forze Armate nelle Forze di
Polizia? Quali potrebbero essere i criteri di attuazione? Come
si coniuga il valore del provvedimento con l’esigenza del
singolo?
R)
Ad essere sincero nutro qualche dubbio nell’applicazione di
questo emendamento, anche perché ancora oggi non si è a
conoscenza di alcuna direttiva in materia. Ritengo pero’
positiva questa possibilità del passaggio, sicuramente qualche
problema verrebbe fuori per l’impiego reale di queste unità.
Credo che in questa occasione le valutazioni è meglio farle
prima, perché non mi sembrerebbe giusto distruggere un
equilibrio sociale e familiare con trasferimenti di sede di
servizio in altre regioni.
--------
D) La Finanziaria, ha previsto,
la soppressione dal 1° di luglio di molti tribunali e Procure
militari, lasciando in piedi solo quelle di Roma, Verona e
Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud Italia. In un
convegno, appena svoltosi a Palermo, si è evidenziato che il
costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per testimoni ed
imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo spirito
della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario. L’On.
Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il convegno, ha
dichiarando la necessità di una sezione distaccata, di uno dei
tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua opinione in
merito?
R)
Credo che
sia tempo di riformare la Giustizia Militare e penso che dopo
anni di missioni di centinaia di militari presso i vari Istituti
Medico Legali , sicuramente piu’ frequentati della Procura
Militare e senza che nessuno si sia mai preoccupato dei costi di
queste missioni, ora sia numericamente irrilevante il numero di
persone che dovranno spostarsi dalla Sicilia o dalla Calabria e
i relativi costi. Una soluzione sarebbe quella di costituire a
Palermo una Sezione Speciale che si riunisca a scadenze
prefissate tipo ogni tre mesi
--------
D) Diversi
settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica
Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della
rappresentanza militare, per assicurare maggior
rappresentatività e tutela verso i lavoratori. La legge attuale
e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo
parlamento voglia legiferare in merito? Quali sono le direzioni
e soluzioni da scegliere?
R) Ritengo che la rappresentanza militare debba avere un
maggiore potere decisionale in materie quali le retribuzioni e i
rinnovi contrattuali che le consentirebbero la trattazione di
argomenti in cui allo stato attuale non puo’ influire in
nessun modo ma non credo che sia producente creare un sindacato
,alla stregua delle altre forze di Polizia spesso arma di
contrasto e non di partecipazione nei rapporti con il Governo .
Una riforma in tale direzione non avrebbe senso non avendo noi
F.A. la facolta’ di far valere un dissenso attraverso lo
sciopero.
il Governo dovrà obbligatoriamente rivedere tutto anche in
relazione al Nuovo Modello di Difesa.
--------
D) Recenti
dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi
sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare
solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come
commenta queste dichiarazioni?
R)
Effettivamente, guardando anche al
passato, non mi sembra vi siano stati altri candidati tra i
gradi bassi, tranne qualche caso , vedi Ascierto ,
I partiti puntano molto spesso a personaggi di un certo spessore
ed a una certa casta sociale Credo che sia necessario , per
vedere finalmente sollevate e accolte le problematiche del ruolo
non direttivo delle F.A.,, che sia qualcuno che i problemi della
categoria li conosca dall’interno. Come si dice “ Il problema e’
di chi c’e’ l’ha” e chi puo’ tentare una risoluzione di questo
problema se non uno che vi e’ coinvolto direttamente ? In
questa tornata elettore se non sbaglio sono l’unico a
rappresentare le categorie non direttive e a dire il vero ne
sono fiero ed orgoglioso della fiducia concessami dal Movimento
per l’Autonomia – Alleati per il Sud.
Redazione Militari Magazine – Ha
risposto il 1° Maresciallo Carmine Vassallo.
Puoi discutere l'argomento sul blog!
Il punto di
vista del Col. Francesco AZZARO,
candidato nella Regione Lazio per il Senato della
Repubblica con il Partito La Destra.
31 marzo
2008
Desidero
ringraziare la redazione della rivista “Militari Magazine” per
avermi dato l’opportunità di esprimermi su argomenti di grande
attualità, particolarmente avvertiti dal mondo militare e che da
anni attendono concrete risposte.
Le domande che mi sono state
formulate, infatti, riguardano tematiche molto importanti ma
anche particolarmente complesse, che avrebbero bisogno di essere
sviluppate in modo sicuramente più articolato rispetto a quello
che per motivi di tempo e di spazio potrò fare in questa sede.
Tuttavia cercherò di esporre il mio pensiero nel modo più chiaro
ed esaustivo possibile, nella speranza di riuscire a dare
precise indicazioni sugli impegni che intendo assumere in futuro
e su come imposterò il mio lavoro, affinché i lettori della
vostra rivista possano recepire i miei intenti in maniera
positiva ed autentica.
--------
D) L’ultima
legge finanziaria contiene al suo interno un provvedimento
secondo il quale un cospicuo numero di marescialli delle F.F.
A.A.- in esubero secondo il nuovo modello di difesa- dovranno
transitare nei ranghi della Polizia di Stato. Come giudica
questo passaggio di esponenti delle Forze Armate nelle Forze di
Polizia? Quali potrebbero essere i criteri di attuazione? Come
si coniuga il valore del provvedimento con l’esigenza del
singolo?
R) L’art. 3 comma 126 della L.
244/2007 (Finanziaria 2008), ha previsto che contingenti di
marescialli dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica in
situazione di esubero, possano essere trasferiti nelle forze di
polizia ad ordinamento civile e militare.
Sono convinto, però, che tale
previsione normativa, in concreto, non troverà attuazione, in
primo luogo perché il provvedimento era stato fortemente
sostenuto solo dal Governo Prodi e da una parte della sua
coalizione ma fortemente osteggiato dall’opposizione. Per buona
sorte di tutti, l’esecutivo del Professor Prodi non potrà più
nuocere, in quanto, a seguito della nota crisi il Governo è
caduto e ben difficilmente una nuova coalizione di sinistra
potrà governare l’Italia, visti i deludenti e disastrosi
risultati ottenuti. Un ulteriore motivo che mi induce a ritenere
che il provvedimento non avrà ulteriore corso è dato dal fatto
che l’Amministrazione della Difesa non si vuol privare di
personale altamente qualificato, in possesso di un consistente
bagaglio professionale maturato nell’ambito delle PKO’s che ha
permesso ai militari italiani di riscuotere consensi e
apprezzamenti in campo internazionale.
Aggiungo inoltre che il nuovo
Governo, che verosimilmente e fortunatamente sarà di centro –
destra, avrà cose ben più urgenti ed importanti da fare che non
dare pratica attuazione ad una norma così iniqua, visto che
peraltro non ne aveva condiviso fin dall’inizio i contenuti. Sul
punto, inoltre, desidero fare una ulteriore considerazione: è
una vergogna che un Governo della Repubblica abbia concepito un
provvedimento di tale portata. Solo un Governo di sinistra
poteva osare tanto. Una norma di tale specie non solo mortifica
la professionalità di tanti ottimi sottufficiali, ma incide
anche sulla loro dignità in quanto li vorrebbe relegare in un
ruolo di serie B.
--------
D) La
precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo
militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di
truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al
servizio permanente per mancanza di posti. Crede possibile che
la prossima legislatura riesca concretamente ad intervenire,
aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la
divisa, senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose
missioni estere? O diversamente prospetta una inamovibilità
(immobilismo) della situazione? In ultima analisi quale
prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del
lavoro e dei giovani?
R) Il
problema del precariato è un male che ormai affligge anche il
mondo militare. E’ impensabile che un volontario, dopo un
periodo di permanenza in forza armata a volte anche superiore a
4 anni di servizio, non abbia certezze sul proprio futuro.
Tralasciamo gli aspetti finanziari legati alla formazione
professionale dei volontari perché se dovessimo esaminarli avrei
bisogno di qualche centinaio di pagine. Soffermiamoci soltanto
sulla questione morale. E’ giusto che un giovane dopo aver
scelto di servire la propria Patria, essersi addestrato e aver
partecipato a numerosi missioni per restituire stabilità e pace
a intere popolazioni martoriate da guerre, malattie e povertà,
mettendo, tra l’altro, costantemente a repentaglio la propria
incolumità, senza validi e giustificati motivi debba essere
congedato? E’ giusto che un volontario per tutto il periodo di
permanenza nella Forza Armata di appartenenza non abbia alcun
riconoscimento dal punto di vista previdenziale? Questi sono
solo alcuni dei tanti punti che gridano allo scandalo e che
impongono immediate risposte da parte della classe politica. Le
forza armate concorrono in misura determinante alla politica
internazionale dell’Italia conferendogli visibilità e prestigio.
I suoi appartenenti meritano maggiore considerazione e rispetto
e tutela. Non parliamo poi degli interventi compiuti anche
all’interno del nostro Paese quasi sempre per sopperire ai
danni causati dalla disorganizzazione e dalla gestione poco
trasparente e piuttosto clientelare di molte amministrazioni.
Il mondo militare non può più essere trascurato e in certi casi
sfruttato così come oggi avviene per i militari volontari E’
necessario pertanto dare delle immediate risposte, per
garantire stabilità ed assicurare un futuro a questi giovani
che giornalmente rischiano la propri vita in teatri operativi
ad alto indice di intensità, lontano dalla propria Patria, dalle
proprie famiglie e dagli affetti più cari, per concorrere a
salvaguardare la pace nel mondo. Come delegato Co.Ce.R. ho
sostenuto la causa degli ufficiali in ferma
prefissata dell’Arma dei Carabinieri, ottenendo concreti e
positivi risultati. Analogo impegno
intendo profonderlo anche per i
volontari delle Forze Armate. Il problema del precariato,
inoltre, ha ulteriori implicazioni, quali ad esempio
l’incapacità delle Forze Armate di rappresentare una valida
prospettiva per i giovani e conseguentemente minor interesse da
parte di questi verso il mondo militare per ovvi motivi di
mancata stabilità lavorativa. Un cane che si morde la coda
insomma e che postula l’esigenza di affrontare la questione con
la massima serietà e rapidità se si vuole continuare a
mantenere un ruolo di primo piano in ambito internazionale.
Vanno quindi senza ulteriori indugi predisposti interventi
normativi “ad hoc”, per definire una volta per tutte l’annosa
questione e rivalutare sotto il profilo economico e
professionale il mondo militare al fine di renderlo un
interessante ed ambita scelta professionale per molti giovani.
In tal senso, peraltro, già esistono delle proposte elaborate in
ambito Co.Ce.R. Interforze, che mi impegno a sviluppare
ulteriormente in ambito parlamentare.
Come ho tentato di
spiegare, il mio principale obiettivo sarà quello di presentare
e sostenere le istanze del personale militare, studiare e
preparare insieme agli organismi di rappresentanza, da cui
peraltro provengo, provvedimenti di legge che possano
rivalutare la figura del militare a livello nazionale per
conferirgli maggiore dignità, sia
sotto il profilo normativo che economico
e quel ruolo che purtroppo fino ad oggi solo a parole gli è
stato tributato ma che nei fatti non gli è mai stato concesso.
Sembrerebbe che servire la
Patria sia una colpa grave e non un elemento di merito.
--------
D) Nel
1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i
cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti
marescialli- pur avendo avuto carriere esemplari- non
riusciranno a raggiungere facilmente il grado apicale e lo
stesso dicasi per il ruolo sergenti arruolati con la legge 958,
per i quali un disegno di legge (poi bocciato) aveva previsto
perfino l’inquadramento nel ruolo truppa. Il suo impegno al
Parlamento prevede un approfondimento della materia? E come sarà
possibile risolvere il disagio creatosi?
(R) Il Riordino delle Carriere
rappresenta un traguardo importante che da anni il personale
delle Forze di polizia e delle Forze Armate, tenta di
raggiungere ma ancora purtroppo senza esito per immotivate
ragioni. Il precedente governo ha giustificato la propria
indisponibilità a portare avanti la riforma per la mancanza di
adeguate risorse finanziarie. La vera ragione a mio giudizio è
un altra: i soldi necessari per la riforma dovevano essere
destinati altrove forse al presidente Bassolino per risolvere
definitivamente l’emergenza rifiuti in Campania.
Al di la della polemica
l’aspetto che mi preme sottolineare è che vi sono attualmente
palesi disallineamenti di carriere che devono essere
completamente e definitivamente armonizzati.
Per portare a termine la
riforma sono necessari 1000 milioni di euro, una cifra molto
consistente, che non potrà essere sicuramente stanziata in una
unica soluzione, ma in diverse tranche nell’arco di una
legislatura.
Attualmente, dovrebbero
essere ancora disponibili 120 milioni di euro; è ciò che rimane
dello stanziamento concesso dal vecchio governo di centro destra
e che ammontava a circa 400 milioni di euro.
Con queste risorse,
ulteriormente incrementate con almeno altri 100 milioni di € da
stanziare con la prossima finanziaria, si dovrà dare avvio alla
prima 1° tranche della riforma per concluderla entro il 2010.
Ritengo, infatti, insensato rimandare oltre l’avvio della
riforma in attesa di reperire tutte le risorse necessarie atteso
che oggi la maggior parte del personale sta vivendo momenti
drammatici a causa di una insufficiente disponibilità di risorse
finanziarie per arrivare alla fine del mese. Cito un dato a
conforto di quanto sostenuto che ritengo significativo e nello
stesso tempo preoccupante: sono circa 60.000 i militari
dell’Arma che hanno la ritenuta del 5° dello stipendio per
motivi legati a debiti contratti di natura non voluttuaria Tale
situazione impone pertanto un rapido avvio della riforma de quo
che dovrà, naturalmente, essere preceduta da un tavolo tecnico
composto da esponenti del governo e delle parti sociali.
Con le medesime modalità si
dovrà anche procedere alla approvazione della norma per il
riconoscimento della c.d. “specificità” del personale del
comparto Sicurezza – Difesa in quanto, senza tema di smentite,
rappresenta in assoluto la vera priorità del settore, che da
anni viene invocata a gran voce da tutto il personale.
--------
D) Diversi
settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed Aeronautica
Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma della
rappresentanza militare, per assicurare maggior
rappresentatività e tutela verso i lavoratori. La legge attuale
e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il nuovo
parlamento voglia legiferare in merito? All’interno della
rappresentanza militare dell’Arma dei Carabinieri, sembra
esservi una frattura tra le varie componenti sul ruolo della
rappresentanza stessa: alle istanze per una riforma in chiave
sindacale si contrappone un atteggiamento più refrattario. Come
giudica questa situazione? Quali le soluzioni e la direzione da
scegliere?
R)
La Legge 11 luglio 1978 n. 382
nota come “legge dei principi” ha introdotto nell’ordinamento
militare la nozione di rappresentanza soggettiva del militare in
relazione alla tutela dei diritti individuali e collettivi.
Detta normativa però non è
più rispondente a soddisfare le esigenze di rappresentatività e
tutela del personale militare. Peraltro le riforme dello
strumento militare introdotte negli ultimi anni (tra cui, di
particolare rilievo, quelle che hanno interessato i vertici
militari, i ruoli del personale, l’ordinamento e la
professionalizzazione delle Forze armate) hanno modificato in
maniera significativa il quadro di riferimento normativo,
ordinativo e funzionale della rappresentanza stessa. Ne
consegue, anche a seguito della trentennale esperienza maturata
nel settore, l’esigenza di procedere ad una sua revisione
complessiva, soprattutto al fine di rendere la Rappresentanza
uno strumento dell’Istituzione militare che garantendo quella
specificità che ci contraddistingue in maniera inequivocabile
dal pubblico impiego, per diritti e doveri, per singolarità
dell’impiego, per rapporto gerarchico disciplinare, possa avere
il giusto riconoscimento di quella capacità contrattuale e
negoziale quale parte sociale che con responsabile realismo,
diventi la garanzia di tutela dei diritti e degli interessi
fondamentali di tutto personale militare. Come delegato Cocer
sono stato il responsabile del gruppo di lavoro sulla riforma
della rappresentanza il cui elaborato finale è stato presentato
in commissione difesa del senato e da me esposto nel corso di
una apposita audizione per l’ulteriore seguito legislativo.
La rappresentanza militare è
un organismo unitario che rappresenta la totalità del personale
militare e che da questa sua peculiarità trae la sua forza, e
dovrà essere necessariamente reso ancora più idoneo per svolgere
appieno il proprio ruolo.
Il nuovo parlamento pertanto
dovrà avviare con urgenza la riforma in quanto il personale sta
premendo da troppo tempo per ottenere una diversa e maggiore
tutela dei propri diritti.
Da parte mia vi sarà il
massimo impegno per raggiungere in tempi brevi questo importante
traguardo.
--------
D) Come
si coniuga la richiesta di maggiore sicurezza dei cittadini con
la scarsità di risorse? Qual è la sua valutazione
sull’unificazione del centralino Polizia di Stato e Carabinieri?
R) E’ ovviamente impensabile
riuscire a garantire in modo efficace e concreto la sicurezza
dei cittadini senza di contro disporre di adeguate risorse
economiche. Per garantire la sicurezza si deve necessariamente
spendere e anche molto; ma spendere in sicurezza significa anche
investire perché il vivere in un ambiente sicuro permette di
progredire e migliorare la produttività e quindi incrementare il
prodotto interno lordo. Naturalmente vi sono soluzioni che
permettono di poter ugualmente sostenere una politica di
sicurezza improntata all’insegna dell’efficienza ma altresì
anche al rigoroso controllo delle spese proprio per evitare
quelle inutili. In proposito ritengo che si potrebbero utilmente
impiegare nel dispositivo operativo nazionale organismi di
volontariato che inquadrano ex appartenenti alle forze di
polizia o alle forze armate, quali ad esempio la ANC
utilizzandoli in settori meno impegnativi ove l’elemento
“deterrenza” costituisce il supposto fondamentale. tutto ciò
anche in considerazione del fatto che queste organizzazioni già
attualmente concorrono in attività che hanno dirette
riverberazioni sul buon andamento dell’ordine e della sicurezza
pubblica (vigilanza d’avanti alle scuole all’interno dei mercati
e dei musei). Vi sono comunque anche altre soluzioni tutte
valide e percorribili che potrebbero consentire ai cittadini
italiani di godere di maggiore sicurezza senza dover
necessariamente far sostenere loro oneri maggiori rispetto a
quelli che oggi sono costretti a subire senza di contro ottenere
tangibili benefici. In ogni caso si dovranno comunque ricercare
nuove e più efficaci strategie di contrasto alla criminalità
per migliorare la qualità di vita degli italiani. nonché
garantire mirati interventi legislativi che consentano di
incidere concretamente sul diffuso clima di insicurezza che si
percepisce nell’ambito della collettività nazionale.
Per quanto concerne
l’unificazione delle centrali operative dei Carabinieri con
quelle della Polizia di Stato, sono fondamentalmente contrario,
in quanto non è attraverso tali interventi che si possono
assicurare al cittadino positivi risultati.
Esistono già oggi strumenti
operativi che consentono di assicurare in modo ottimale il
coordinamento tra le due Forze (il c.d. Piano coordinato per il
controllo del territorio). Il vero problema oggi rimane quello
della esatta definizione dei compiti proprio per evitare inutili
sovrapposizioni o peggio ancora pericolose interferenze che non
danno alcun tipo di tangibile beneficio ma provocano solo
disorientamento del cittadino e una scadente qualità del
servizio.
Desidererei concludere con un
commento. Il Governo Prodi ha trascurato completamente il
settore della sicurezza disattendendo così uno dei principali
punti del suo programma. La sua azione di governo è stata debole
e incerta Si è preso gioco delle forze di polizia irretendole
con lusinghe e false promesse, ha tradito la fiducia di una
parte degli italiani (quelli che lo avevano imprudentemente
votato), ha messo in pericolo l’intera nazione, in due parola:
ha fallito. Oggi tutto il popolo italiano chiede a gran voce di
essere maggiormente tutelato dalle continue violenze dalle
criminalità predatoria da una presenza ormai fuori da ogni
controllo di stranieri clandestini che vanno a rinforzare le
fila della criminalità comune ed organizzata e che uccidono
depredano e violentano cittadini italiani. Tale stato di cose
non è più accettabile come non è oltremodo accettabile che gli
operatori di Polizia siano impossibilitati dal compiere il
proprio dovere perché non hanno a disposizione adeguati
strumenti giuridici ovvero perché vi è penuria di mezzi. E
allora alla sicurezza degli italiani chi ci pensa? Ci dovrà
pensare il nuovo governo e anche seriamente. Da parte mia non
trascurerò certamente il settore.
--------
D) La
Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1°di luglio di
molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo
quelle di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto
il Sud Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è
evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a
Napoli, per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di
vanificare lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di
fondi per l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e
chiudendo il convegno, ha dichiarando la necessità di una
sezione distaccata, di uno dei tre tribunali militari, a
Palermo. Qual è la sua opinione in merito?
R) A mio avviso i Tribunali
Militari, andrebbero soppressi, in quanto in un momento storico
come quello attuale in cui la ingente spesa pubblica va
rigorosamente controllata tutto ciò che è inutile va eliminato.
Infatti nel caso dei tribunali militari il rapporto costi
benefici induce a non giustificare la loro esistenza in quanto
i primi sono nettamente superiori ai vantaggi. Mantenere
magistrati sotto impiegati atteso che la maggior parte dei
procedimenti riguarda incidenti stradali o reati particolarmente
lievi il cui numero è praticamente insignificante costituisce
uno spreco di risorse ingiustificato. Sarebbe forse più
economico ma parimenti efficiente, la loro sostituzione con
Sezioni specializzate presso le corti di appello.
--------
D) Recenti
dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi
sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare
solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come
commenta queste dichiarazioni?
R) Non credo che esista una
equazione matematica in base alla quale si può stabilire con
assoluta certezza quale sia il grado più idoneo per
rappresentare le istanze del personale. Sono però convinto
che per poter curare gli interessi del personale si debba
fortemente credere in quello che si fa anche perché l’agire in
maniera meno genuina non consente di perseguire obiettivi
importanti e alle lunga chi ha indossato tale travestimento per
conseguire solo scopi personali viene smascherato. Sarei
presuntuoso e non obiettivo se volessi tracciare il mio profilo
o giudicare il mio operato sia da comandante di uomini sia da
delegato CoCeR Lascio ad altri il compito di fare le
valutazioni del caso Una cosa però la posso sostenere; ritengo
di aver sempre agito con onesta e lealtà nei confronti di tutti:
superiori, colleghi e collaboratori e mi sento anche di
affermare che ho sempre anteposto gli interessi degli altri a
quelli personali e di aver difeso e sostenuto i miei dipendenti
in tutte le sedi, istituzionali e non.
Intendo continuare a
percorrere questa strada con immutato impegno e tenacia e con la
mia candidatura al Senato con La Destra sono determinato a
battermi per una Italia migliore, più pulita e fortemente
orientata verso il sociale verso cioè tutti coloro che soffrono
e che hanno bisogno di un sostegno fattivo e tangibile. Mi
auguro di poter contare sull’appoggio del personale militare del
quale orgogliosamente faccio parte.
Redazione
Militari Magazine - Ha risposto il Col. AZZARO.
Puoi discutere l'argomento sul blog!
Il punto di
vista del Gen.
Silvio MAZZAROLI,
candidato nella Regione Friuli Venezia Giulia per il Senato della
Repubblica con il Partito Italia dei Valori.
27 marzo
2008
D.
Lei propone la sua candidatura nelle liste del Senato, nella
regione Friuli Venezia Giulia con il partito Italia dei Valori,
storicamente zona di un’importante presenza militare italiana. Il
nuovo assetto difensivo della Nato si è spostato verso sud,
sguarnendo la frontiera orientale. Ritiene possibile che si
attuino altre dismissioni di caserme? Nel caso, il personale in
forza sarà tutelato? Come prospetta la futura presenza delle FF.
AA. nel Friuli Venezia Giulia?
R.
Ritengo che lo schieramento delle FF.AA in atto risponda al mutato quadro
strategico internazionale che, per quanto riguarda il nostro
Paese, è caratterizzato da una situazione di stabilità e sicurezza
sulla frontiera orientale e di maggiore vulnerabilità sul fronte
meridionale e mediterraneo. In questo contesto piccoli
aggiustamenti possono sempre essere possibili (specie, per quanto
al momento mi è dato sapere, nell’area triestina) ma la situazione
mi appare ormai sufficientemente stabilizzata. Ci potrà
eventualmente essere ancora qualche riduzione, in particolare
nell’ambito dell’Esercito, compensata magari da una maggiore
presenza di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia funzionale,
stante la permeabilità del confine orientale, per il contrasto
dell’immigrazione illegale, della penetrazione criminale, dei
traffici transfrontalieri illeciti ed alla minaccia terroristica.
Per quanto attiene alla tutela del personale interessato ai
processi riduttivi in atto, mi risulta che lo stesso sia stato
sempre preventivamente sentito; il soddisfacimento dei desiderata
dei singoli dipende poi sempre dalla possibilità di contemperare
domanda – offerta. Non intravvedo però alcuna volontà di
penalizzazione degli interessi dei singoli.
--------
D) In base alla sua
esperienza di comando nei Balcani, cosa pensa dell’attuale impegno
italiano fuori area? Inoltre, crede che la presenza italiana nei
vari teatri (Balcani, Afghanistan, Libano) andrà rimodellata nel
prossimo futuro? Riguardo invece al problema dell’uranio
impoverito, ritiene che gli standard di sicurezza per il personale
siano adeguati?
R)
Lo schieramento delle FF.AA. italiane è
funzionale alle esigenze di sicurezza internazionale e fattore di
prestigio e credibilità per l’Italia. Certo è un impegno che deve
essere commisurato alle reali possibilità del Paese e potenzialità
dello strumento militare. La prassi sinora applicata di una sua
riduzione quantitativa a vantaggio di un miglioramento qualitativo
non può essere spinta oltre un certo limite. Per uno strumento
militare efficiente, oltre a personale ben addestrato e motivato,
ci vogliono risorse finanziarie, materiali e mezzi per
incrementarne la capacità operativa o, quantomeno, contenerne il
logoramento dovuto all’impiego. Le continue riduzioni di bilancio
a fronte degli onerosi ed usuranti impegni assunti contrastano con
le suddette esigenze. I teatri operativi citati non hanno ancora
raggiunto situazioni di stabilità tali da lasciar prevedere
imminente una riduzione delle nostre FF.AA. attualmente impegnate
fuori area. In ogni caso il loro schieramento discende da accordi
internazionali sottoscritti ed ogni rimodellamento dovrà essere
concordato allo stesso livello. In tale contesto sarebbe quanto
mai opportuno che le posizioni espresse dai Paesi europei fossero
concordate e condivise. Ritengo che sul problema dell’uranio
impoverito ci siano state e ci siano troppe strumentalizzazioni.
Durante il mio semestre di impegno in Kossovo, immediatamente
successivo alla fase guerreggiata, ad esempio, le verifiche
effettuate da personale specializzato non hanno mai rilevato dati
allarmanti; di contro, non sono mai state prese in considerazione
altre forme di inquinamento ambientale fortemente presenti sul
territorio, quali residui industriali e diffusa presenza di
materiale contenente amianto fortemente degradato, quando non
anche polverizzato a seguito di offesa bellica. Ritengo che molte
delle affezioni perniciose riscontrate sul personale militare colà
impegnato possano essere dipese da questi fattori, piuttosto che
dall’uso dell’uranio impoverito. Di certo tutte le misure
disponibili per migliorare gli standard di sicurezza del personale
dovranno essere adottate ed i controlli sanitari sullo stesso
dovranno essere attuati con continuità.
--------
D. La
precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo
militare, dove moltissimi addetti- sia per il personale di truppa
che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio
permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima
legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a
maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa,
senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni
estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo)
della situazione? In ultima analisi quale prospettiva
rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei
giovani?
R. In effetti anche in ambito militare si riscontrano forme di precarietà
del lavoro che non danno sicurezza ai giovani che, vincitori dei
vari bandi d’arruolamento, adiscono a periodi di ferma più o meno
prolungati. Per quanto riguarda i militari di truppa ciò dipende
essenzialmente dall’esigenza di un ciclico rinnovamento dei quadri
organici per impedirne l’invecchiamento; per quanto attiene
ufficiali e sottufficiali la carenza di posti per accedere al
servizio permanente è essenzialmente dovuto all’esubero di detti
quadri ancora esistente nelle FF.AA. per effetto dei preesistenti
volumi organici che costituisce “tappo” per lo sviluppo di
carriera dei nuovi entrati. Le possibili soluzioni risiedono per
il personale di truppa, nel transito agevolato dei militari
congedati in altre FF.AA, Corpi armati dello Stato o
Amministrazioni pubbliche dove siano presenti eventuali carenze
organiche ovvero nell’agevolare il loro ingresso nel mondo del
lavoro civile attraverso corsi di riqualificazione di cui sia lo
Stato che i potenziali settori produttivi interessati dovrebbero
farsi carico; per ufficiali e sottufficiali il problema è
sostanzialmente analogo e, per quanto riguarda, lo sviluppo di
carriera potrà risultare di più agevole soluzione con la
progressiva uscita dal servizio dei quadri più anziani che,
peraltro, devono anch’essi essere tutelati nei diritti sin qui
maturati. In sostanza, pur non intravvedendo particolari nuove
soluzioni rispetto a quelle sinora vagliate, il tema dovrà essere
ulteriormente approfondito e le soluzioni individuate perseguite
con maggiore determinazione.
--------
D. Nel
1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i
cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli-
pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere
facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo
sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di
legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel
ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un
approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il
disagio creatosi?
R.
I disagi di cui si parla sono effettivamente riscontrabili. Gli stessi
sono dovuti al fatto che i provvedimenti normativi riguardanti
dette categorie di personale si sono succeduti nel tempo con la
finalità di promuovere allineamenti tra personale dipendente dalle
varie FF.AA. e Forze di Polizia. In effetti la loro applicazione
non è stata sempre agevole e ha creato disparità di trattamento.
La materia, ingarbugliata, è tuttora allo studio dei Co.Ce.R. di
Forza Armata ed Interforze e necessita di ulteriori
approfondimenti. Si auspicano provvedimenti legislativi che
pongano fine a detta problematica.
--------
D. La
Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1° di luglio di
molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle
di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud
Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è
evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli,
per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare
lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per
l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il
convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata,
di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua
opinione in merito?
R.
Ogni processo riduttivo comporta evidentemente dei contraccolpi di segno
opposto. Il caso di Palermo è esplicativo in tal senso. Ma allora
perché no una sezione distaccata anche a Cagliari dal momento che
anche in Sardegna c’è una consistente presenza militare e che i
costi di trasferimento dall’isola a Roma non sono certo inferiori
di quelli dalla Sicilia a Napoli.
Ragionando in tale maniera si
tornerebbe ad una proliferazione di organismi che inficerebbe
sicuramente lo spirito della riforma. Ritengo, quindi, doveroso un
approfondimento soprattutto in termini di costo-efficacia, in
considerazione anche del fatto che molti reati commessi da
militari sono competenza dei tribunali civili ordinari.
--------
D.
Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed
Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma
della rappresentanza militare, per assicurare maggior
rappresentatività e tutela verso i lavoratori.
R.
La legge attuale e in vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il
nuovo parlamento voglia legiferare in merito? Quali sono le
direzioni e soluzioni da scegliere? La Legge in vigore del 1978,
in qualche misura all’avanguardia per allora, dovrebbe essere
adeguata allo strumento militare attuale, passato dalla leva al
reclutamento volontario e con la necessità di uniformarsi anche in
tale settore agli standards esistenti nelle FF.AA. degli altri
paesi europei. Le ipotesi da tempo allo studio riguardano, in
alternativa, la creazione di un sindacato autonomo similmente a
quanto attuato dalla Polizia di Stato (con ordinamento civile)
oppure con una revisione in senso maggiormente democratico dello
strumento attuale conservandolo però all’interno dell’Istituzione
militare. Personalmente, sono più favorevole a questa seconda
soluzione.
--------
D.
Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato dubbi
sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di candidare
solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi. Come commenta
queste dichiarazioni?
R. Di massima, le candidature politiche riguardano persone che già godono
di una certa visibilità pubblica, per motivi che possono essere i
più svariati (vedasi candidature di sportivi, personaggi dello
spettacolo,…) e che hanno già maturato delle esperienze di vita e
di lavoro che in qualche maniere si sono riflesse sull’opinione
pubblica nazionale; si tratta evidentemente di aspetti
difficilmente riscontrabili in chi è appena agli inizi del proprio
impegno lavorativo e/o professionale. L’asserto del Co.Ce.R. non
mi appare poi del tutto aderente alla realtà dei fatti. Lo
dimostra, ad esempio, la candidatura del Cap. Paglia, a livello
nazionale come pure il fatto che nelle liste del partito, dal
quale sono stato candidato, sono presenti, per le elezioni a
livello locale, anche un Primo Maresciallo (peraltro, con ben 4
mandati all’interno della rappresentanza militare e candidato alla
Camera nonché al Consiglio regionale) ed un Vigile del Fuoco.
Redazione
Militari Magazine - Ha risposto il Gen.
Mazzaroli.
Puoi discutere l'argomento sul blog!
Il punto di vista del
Gen. Mauro Del
Vecchio, candidato nella Regione Lazio per il Senato della
Repubblica con il Partito Democratico.
21/3/2008
D)
Il quotidiano “Libero” ha pubblicato un articolo secondo il quale
la sua candidatura non sarebbe possibile, per un
sospetto di
ineleggibilità legato ad un vizio procedurale.
Come risponde a
tale ipotesi?
R)
Gen. Del Vecchio.
L’affermazione del quotidiano “Libero” è priva di
ogni fondamento e non sussiste alcun motivo di
ineleggibilità nei
riguardi della mia persona.
In merito,
la presidente della Commissione della Camera dei Deputati, on.
Roberta Pinotti, ha rilasciato, già da tempo, un comunicato stampa
nel quale evidenzia l’infondatezza dell’articolo del quotidiano.
In
particolare, ha precisato che le norme erroneamente richiamate da
“Libero” non hanno alcuna relazione con la mia candidatura, in
quanto riferite agli Ufficiali Generali Comandanti di Comandi
Territoriali.
È ben noto,
viceversa, che le funzioni che ho assolto fino al 6 marzo erano
quelle di Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze,
ossia della struttura interforze a maggiore caratterizzazione
operativa, senza alcuna attribuzione di carattere territoriale o
riconducibile al territorio e preposta alla direzione e gestione
delle operazioni all’estero.
------------
D)
In base alla sua lunga esperienza di comando nei teatri operativi,
sia nei Balcani sia in Afghanistan, cosa pensa
dell’attuale
impegno italiano fuori area? Inoltre, crede che la
presenza italiana
nei vari teatri (Balcani, Afghanistan, Libano) andrà
rimodellata nel
prossimo futuro? Riguardo invece al problema
dell’uranio
impoverito, ritiene che gli standard di sicurezza per
il personale
siano adeguati?
R) Gen.
Del Vecchio.
L’impegno
italiano all’estero è molto consistente e raggiunge attualmente
l’entità di circa 10.000 uomini e donne di ogni ordine e grado
e di tutte le Forze Armate.
Ciò pone
l’Italia tra i maggiori contributori di Forze (4° contributore)
nelle molteplici Operazioni di supporto alla pace in tre
continenti diversi (Asia, Africa, Europa).
È un impegno
di cui l’Italia può essere fiera anche perché, in ogni Teatro
operativo, i nostri uomini e donne hanno sempre conquistato e
continuano a riscuotere il consenso delle popolazioni.
L’impegno
nazionale ed il modo nel quale è svolto sono, inoltre,
puntualmente e significativamente riconosciuti da tutte le
Organizzazioni internazionali, che spesso si rivolgono all’Italia
perché contribuisca alla risoluzione delle più delicate crisi
internazionali.
Desidero, al
riguardo, sottolineare il determinante intervento delle Forze
militari italiane in Libano nella seconda parte del 2006, per dare
concreta attuazione alle risoluzioni dell’ONU e per porre termine
ad un conflitto che minacciava di destabilizzare ancora di più
tutto il Medio Oriente.
Per quanto
attiene all’entità dell’impegno nel futuro non è possibile dare
concrete indicazioni, in quanto tale impegno sarà condizionato
dalla evoluzione della situazione politica e militare nelle
diverse aree di crisi. Un esempio al riguardo è il Kosovo, dove la
tensione è tornata ad elevarsi dopo anni di parziale
tranquillità.
Si può,
peraltro, affermare che tutte le decisioni in merito all’impegno
nazionale dovranno essere decise nell’ambito delle Organizzazioni
internazionali quali l’ONU, la UE e la NATO in un quadro di
coinvolgimento multilaterale per la stabilizzazione e la pace.
Per quanto
attiene alla problematica dell’uranio impoverito, osservo
preliminarmente che, nonostante ripetute e qualificatissime
indagini svolte negli anni passati, nessuno è riuscito a stabilire
scientificamente un nesso di causalità. Ma, prescindendo da tale
aspetto, penso che l’obiettivo da porsi prioritariamente sia
quello di assistere il personale afflitto da queste gravi
patologie, riconoscendogli tutte le provvidenze previste in base
ad un principio di “probabilità” o “invertendo l’onere della
prova”. Alle stesse conclusioni è arrivata del resto la
commissione d’inchiesta del Senato della Repubblica.
---------------
D)
La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il mondo
militare, dove moltissimi addetti - sia per il personale
di truppa
che per gli ufficiali - non riescono ad accedere al servizio
permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la
prossima
legislatura riesca concretamente ad intervenire,
aprendo a maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la
divisa,
senza demerito, e magari partecipando anche a
pericolose missioni estere? O diversamente prospetta una
inamovibilità (immobilismo) della situazione? In ultima analisi
quale
prospettiva rappresentano le forze armate per il mondo del
lavoro e
dei giovani?
R) Gen.
Del Vecchio.
La
precarietà del lavoro è il dramma più grave che affigge le giovani
generazioni.
Questo tema
è ben presente nel programma del Partito Democratico ed è stato
più volte sottolineato dallo stesso Walter Veltroni. Cito
letteralmente dal programma: “La lotta alla precarietà è
indispensabile per dare prospettive di vita dignitosa ai giovani.”
Con il
passaggio dalla leva obbligatoria al servizio volontario, anche
nelle Forze Armate sono stati posti in essere rapporti di lavoro a
tempo determinato. Per molti aspetti è stato un passaggio
obbligato e condizionato dalla logica dei grandi numeri. Ai
volontari reclutati nei primi anni, purtroppo, sono state offerte
scarse garanzie reali. Poi, dopo numerosi tentativi, è stato
introdotto un correttivo molto significativo con le riserve di
posti per il passaggio nelle Forze di Polizia dopo la ferma
quadriennale. Fuori da queste garanzie sono rimasti tuttora gli
Ufficiali in ferma prefissata.
Richiamo
sinteticamente queste vicende per evidenziare quanto il problema
sia importante. Qualcosa è già stato fatto, ma molto ancora si
deve fare, in termini di prospettive concrete per il futuro dei
nostri militari e di formazione professionale per l’eventuale
sbocco occupazionale nel mondo civile, al fine di garantire la
continuità dei rapporti e la certezza del lavoro.
------------
D)
Nel 1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali
i cui
effetti sono ancora riconoscibili; infatti,
molti marescialli - pur
avendo avuto carriere esemplari - non riusciranno
a raggiungere
facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi
per il ruolo sergenti
arruolati con la legge 958, per i quali un
disegno di legge (poi
bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento
nel ruolo
truppa.
Il suo impegno al Parlamento prevede un
approfondimento
della materia? E come sarà possibile risolvere il
disagio
creatosi?
R.
Gen. Del Vecchio.
Gran
parte della legislazione emanata in materia di ruoli e profili di
carriera ha messo in evidenza delle contraddizioni accentuate dal
fatto che ci stiamo muovendo per realizzare un modello (quello a
190.000 unità) che è stato già messo in discussione. Penso quindi
che il Parlamento ne dovrà discutere attentamente ed in
profondità. È quella infatti la sede più idonea per scelte così
impegnative sia per i destini delle persone che per l’istituzione
militare. In tale ambito, una concreta ipotesi di lavoro potrebbe
essere il riesame e la riproposizione migliorata, in accordo anche
con la Rappresentanza Militare, delle norme inserite nell’A.S.
n. 3755, che non è diventato legge per la prematura fine della XIV
Legislatura.
------------
D) La Finanziaria, ha
previsto, la soppressione dal 1° di luglio di
molti tribunali e Procure militari, lasciando in
piedi solo quelle di
Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per
tutto il Sud
Italia. In un convegno, appena svoltosi a
Palermo, si è
evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli, per
testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare lo
spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per l’erario.
L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo
il convegno,
ha richiamato la necessità di una sezione
distaccata, di uno dei
tre tribunali militari, a Palermo. Quale è la sua
opinione in merito?
R . Gen.
Del Vecchio.
La
riduzione dei tribunali militari è stata un atto dovuto per
rimettere in equilibrio i costi dell’ordinamento giudiziario
militare con la domanda di giustizia che ad esso viene rivolta. Mi
rendo conto dei disagi come quelli che richiamate e ritengo giusto
ci si adoperi per eliminarli. Quello che è stato fatto è però solo
il primo passo. Ne restano altri, a cominciare dalla emanazione di
un nuovo codice penale militare di pace applicabile anche alle
missioni all’estero. Un ottimo lavoro era già iniziato alla Camera
sulla base del testo presentato dalla Presidente, on. Roberta
Pinotti. Credo che si debba proseguire su questa strada. Quanto al
problema di una presenza sul territorio più diffusa e adeguata
alla reale domanda di giustizia, fermo restando che, ad onore del
personale militare, tale domanda è molto contenuta, ritengo una
soluzione perseguibile sia quella della costituzione di Sezioni a
composizione speciale.
------------
D)
Diversi settori del Co.Ce.R - in primis Guardia di Finanza ed
Aeronautica Militare - chiedono, con ampie
maggioranze, una
riforma della rappresentanza militare, per
assicurare maggior
rappresentatività e tutela verso i lavoratori.
La legge attuale e in
vigore è datata 1978. Ritiene possibile che il
nuovo parlamento
Voglia legiferare in merito? Quali sono le
direzioni e soluzioni da
scegliere?
R.
Gen. Del Vecchio.
A fronte del processo di “rinnovamento” che le Forze Armate
hanno sviluppato negli ultimi lustri, alcuni istituti normativi, e
tra di essi in particolare la Rappresentanza Militare, sono
rimasti fermi nelle iniziali caratteristiche.
Credo,
pertanto, che il nuovo Parlamento debba rapidamente farsi carico
della problematica, definendo in tempi brevi il necessario ed
opportuno rinnovamento dell’impianto normativo della
Rappresentanza Militare, al fine di renderlo idoneo a perseguire,
con sempre maggiore tempestività, incisività ed aderenza, il
raggiungimento dei migliori livelli di efficienza del “sistema
Forze Armate”, assicurando nel contempo il benessere del personale
militare e delle relative famiglie.
In tale
ambito, la Rappresentanza Militare potrebbe vedere:
- modificati gli attuali procedimenti elettorali, dando alla base la
possibilità di eleggere direttamente i delegati del Co. Ce. R.;
-
ampliate opportunamente le materie di competenza;
- incrementati sensibilmente i fondi per il funzionamento dei
Consigli ai vari livelli;
-
riviste le procedure per la disciplina del rapporto d’impiego
definito dal D.L. n 195/1995.
In sostanza,
ritengo che le forze politiche debbano dotare la Rappresentanza
Militare di strumenti che le consentono di assumere il ruolo di
“parte sociale” e quindi di autorevole interlocutore nelle sedi
della concertazione e della contrattazione.
------------
D)
Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R. hanno sollevato
dubbi sull’opportunità dei partiti politici che
scelgono di
candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei
gradi bassi. Come
commenta queste dichiarazioni?
R. Gen.
Del Vecchio.
Si
tratta di dichiarazioni formulate, evidentemente, sulla base del
convincimento che i Rappresentanti eletti nel Parlamento,
provenendo dalle Forze Armate, vogliano perseguire esclusivamente
progetti e problematiche del ruolo di appartenenza.
Non
condivido assolutamente tale convincimento, in quanto ritengo
doveroso, da parte di chi è chiamato ad assumere una così
importante funzione, interpretare le problematiche non solo del
proprio settore o comparto di provenienza, ma anche quelle più
generali della società intera, con assoluto equilibrio e massima
trasparenza.
Detto
questo, aggiungo che le dichiarazioni in argomento – se
effettivamente ispirate dal convincimento sopra indicato – sono
assolutamente ingiustificate nei miei confronti.
Invito, chi vuole, a verificare
quale è stato il mio impegno nei 43 anni di servizio e quali
rapporti abbia sviluppato con tutte le Componenti della
nostra Istituzione.
Redazione
Militari Magazine - Ha risposto il Gen. Del Vecchio.
Puoi discutere l'argomento sul blog!
ALTRI CANDIDATI, NON MILITARI
Il punto di
vista dell'On.
Giorgio Conte,
candidato nella Regione Veneto per la Camera dei Deputati, con il Partito
del Popolo della Libertà.
2 aprile
2008
D.
Lei propone la sua candidatura nelle liste per la Camera dei
Deputati, con il partito Popolo della Libertà, nella Regione
Veneto, storicamente zona di un’importante presenza militare
italiana. Il nuovo assetto difensivo della Nato si è spostato
verso sud, sguarnendo la frontiera orientale. Ritiene possibile
che si attuino altre dismissioni di caserme? Nel caso, il
personale in forza sarà tutelato? Come prospetta la futura
presenza delle FF. AA. nella regione?
R)
La dislocazione delle
nostre Forze Armate ha subito un profondo cambiamento negli ultimi
anni; la caduta del muro di Berlino e il decennio di evoluzione
democratica dell'est Europa ha trasformato profondamente
l'esigenza di difesa per il nostro confine orientale. Questa
variazione del clima internazionale ha portato a diverse visioni
strategiche che oggi guardano maggiormente al sud dell’Europa
quale frontiera con il medio-oriente e l'Africa del nord, nuove
esigenze per la difesa Italiana ed Europea. Ma credo che il
profilo strategico verso l'est non possa subire ulteriori cali di
attenzione; vero è che i paesi dell'ex Patto di Varsavia sono oggi
maggiormente coinvolti nelle politiche atlantiche ma la Russia
-dopo le ultime scelte in materia di armamenti- rappresenta
comunque un tema, anche di difesa strategica, con il quale
dobbiamo continuare a confrontarci. Non ritengo pertanto che si
possa ulteriormente diminuire la dislocazione delle nostre Forze
Armate nel quadrante Nord Est d'Italia e in questa direzione sento
di potermi impegnare. Peraltro le scelte strategiche della Nato
-Aviano e Vicenza - sembrano confermare questa esigenza di
mantenere alta la guardia anche e soprattutto nel Nord Est, pur in
una prospettiva sempre più orientata al medio oriente.
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D. La precarietà del lavoro sembra abbia investito anche il
mondo militare, dove moltissimi addetti -sia per il personale di
truppa che per gli ufficiali- non riescono ad accedere al servizio
permanente per mancanza di posti. Crede possibile che la prossima
legislatura riesca concretamente ad intervenire, aprendo a
maggiori possibilità di rafferma a chi ha indossato la divisa,
senza demerito, e magari partecipando anche a pericolose missioni
estere? O diversamente prospetta una inamovibilità (immobilismo)
della situazione? In ultima analisi quale prospettiva
rappresentano le forze armate per il mondo del lavoro e dei
giovani?
R)
Le Forze Armate, per
ciò che hanno rappresentato e per ciò che ancora rappresentano,
devono continuare ad essere una prospettiva ed una scuola per i
giovani, offrendo loro concretamente anche una possibilità di
lavoro che possa rispondere, soprattutto oggi, ad aspirazioni
ideali e di valori. Io stesso provengo da una formazione in cui le
Forze Armate mi hanno dato molto, dal Collegio Navale “Morosini”
di Venezia, all'Accademia a Livorno e al servizio prestato quale
ufficiale nel Genio Pontieri.
Ritengo che
le Forza Armate debbano valorizzare in modo appropriato il
personale che chiede, dopo anni di esperienza e di servizio
meritorio, il passaggio al servizio permanente. Tale aliquota di
personale, sia truppa che ufficiali, rappresenta un patrimonio
prezioso ed indispensabile che magari ha anche svolto importanti
missioni all'estero; bisogna fornire una risposta concreta,
attraverso scelte politiche che valorizzino capacità e merito.
Sono queste infatti le linee guida che vedo a fondamento di Forze
Armate formate da professionisti. Il precariato, diversamente che
in altre attività, non credo sia applicabile alle FF. AA., ovvero
ad un settore strategico che deve essere caratterizzato da
motivazione ed adesione profonde.
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D. Nel
1995 fu varato un riordino delle carriere per i sottufficiali i
cui effetti sono ancora riconoscibili; infatti, molti marescialli-
pur avendo avuto carriere esemplari- non riusciranno a raggiungere
facilmente il grado apicale e lo stesso dicasi per il ruolo
sergenti arruolati con la legge 958, per i quali un disegno di
legge (poi bocciato) aveva previsto perfino l’inquadramento nel
ruolo truppa. Il suo impegno al Parlamento prevede un
approfondimento della materia? E come sarà possibile risolvere il
disagio creatosi?
R)
Durante il Governo
Berlusconi era stato previsto un riordino dei gradi dei
sottoufficiali. Ricordo bene la questione per averla seguita alla
Commissione Difesa della Camera dei Deputati. E' quantomai
necessario fornire una risposta soprattutto ai sottoufficiali che,
in età abbastanza giovane, raggiungono il massimo grado loro
consentito; ritengo possibile studiare un sistema di accesso,
sotto altissima selezione, al grado di ufficiale per i
luogotenenti. Ed è sicuramente necessario prevedere anche una
omogeneizzazione per i sottoufficiali in modo tale di consentire,
magari dopo 15 anni di servizio, di godere del massimo stipendio
per la categoria.
------------
D. La
Finanziaria, ha previsto, la soppressione dal 1° di luglio di
molti tribunali e Procure militari, lasciando in piedi solo quelle
di Roma, Verona e Napoli. Con Napoli competente per tutto il Sud
Italia. In un convegno, appena svoltosi a Palermo, si è
evidenziato che il costo delle trasferte, dalla Sicilia a Napoli,
per testimoni ed imputati sarebbe cospicuo, al punto di vanificare
lo spirito della riforma, ovvero il risparmio di fondi per
l’erario. L’On. Leoluca Orlando, partecipando e chiudendo il
convegno, ha dichiarando la necessità di una sezione distaccata,
di uno dei tre tribunali militari, a Palermo. Qual è la sua
opinione in merito?
R)
Non conosco a fondo la
situazione della Giustizia militare ma ritengo corretta la
valutazione sui maggiori costi delle trasferte tra la Sicilia e
Napoli. La riorganizzazione è necessaria, per molti organismi e
enti dello Stato e non certamente solo per la Giustizia militare,
ma credo che una sezione staccata a Palermo e Cagliari possa
essere una scelta corretta.
------------
D.
Diversi settori del Co.Ce.R- in primis Guardia di Finanza ed
Aeronautica Militare- chiedono, con ampie maggioranze, una riforma
della rappresentanza militare, per assicurare maggior
rappresentatività e tutela verso i lavoratori.
R)
Un “sindacato militare” mi sembra inopportuno e rischioso per
l’indipendenza assoluta delle Forze Armate che è garanzia per la
democrazia della Nazione. E' invece essenziale promuovere quella
riforma della rappresentanza militare che promuova indipendenza e
autonomia dei rappresentanti stessi, ovvero una loro non
gerarchizzazione. Nella legislatura del governo Berlusconi era
iniziato l’iter per una legge quadro che riformasse la
rappresentanza militare ma fu interrotta per lasciare spazio ad
altre priorità. All’interno di questa attività ritengo utile che
ai rappresentanti dei vari settori del Co.Ce.R. possa essere
riconosciuto il supporto legale presente già oggi in organico
nelle FF.AA. e che sia possibile comunicare all'esterno l'attività
degli stessi rappresentanti attraverso attività di stampa. Ad
esempio ritengo importante l'attività svolta sulla tematica degli
alloggi per i militari: ho avuto confronti importanti
sull'argomento e ritengo che la rappresentanza stia svolgendo un
ruolo importante e degno di nota.
------------
D.
Recenti dichiarazioni di esponenti del Co.Ce.R hanno sollevato
dubbi sull’opportunità dei partiti politici che scelgono di
candidare solo alti ufficiali, dimenticandosi dei gradi bassi.
Come commenta queste dichiarazioni?
R)
Credo che le
candidature non debbano mai godere di “quote protette”, siano esse
donne, minoranze di ogni tipo, categorie specifiche: si
promuoverebbe il qualunquismo e la rappresentanza a tutti i costi,
anche se priva di valore e di capacità. Credo che, probabilmente,
le candidature di alti ufficiali siano dovute a posizioni
personali in cui, magari, la pensione è già stata raggiunta e vi è
la volontà di trasferire esperienze nella vita politica del Paese.
Non sono assolutamente contrario a candidature di sottoufficiali,
ufficiali e ufficiali superiori, in grado di portare specifiche,
nuove e diverse esperienze e rappresentanza. Anche il soldato
semplice, nell'ottica della rappresentanza della Nazione, deve
trovare spazio. Credo che non vi siano da parte dei partiti
politici preclusioni di sorta; è un discorso di opportunità e
disponibilità, che deve essere costruita e ricercata senza
strumentalizzazioni elettorali.
Redazione Militari Magazine – Ha
risposto l’On. Giorgio Conte.
Puoi discutere l'argomento sul blog!
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21/3/2008 Il nostro impegno e la nostra professionalita' al servizio di tutti.
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