L'astensione dalla mensa
Il
segretario del Cocer, Amato: «Provvedimento che privilegia l'ordine
gerarchico»
Domenica, 4 Maggio 2003 - Il
Gazzettino di Padova
Si astengono dal
partecipare alla mensa, portando avanti in questo modo l'unica forma
di protesta consentita a loro che non hanno diritto allo sciopero
come le normali categorie di lavoratori. Sono i militari delle
cinque componenti delle forze armate (Esercito, Marina, Aeronautica,
Carabinieri e Guardia di Finanza) che anche a Padova, come nel resto
del Nord-Est e in gran parte della Penisola, stanno manifestando
spontaneamente già da alcune settimane, con punte di adesione del
70\%, contro il provvedimento legislativo approvato dal Consiglio
dei Ministri lo scorso 18 aprile.
Una manovra da 638 milioni di
euro, attesa da tempo e che dovrebbe gettare le basi per una
rivoluzione nel sistema stipendiale del personale militare. In
realtà il malessere si inserisce nella cornice più ampia della
ristrutturazione del settore, che, insieme alla mancata riforma
delle carriere, starebbe pesando enormemente sui militari. In
particolare, con la nuova legge avrebbe dovuto verificarsi il
passaggio dagli attuali livelli retributivi, secondo i quali gli
appartenenti alle forze dell'ordine vengono equiparati ai lavoratori
del pubblico impiego, ad un sistema basato su parametri, in vigore
dal 1. gennaio 2005, nel quale il trattamento economico dovrebbe
essere calcolato in base a tre componenti, il grado, la funzione e
l'anzianità di servizio.
Speranze disattese secondo i manifestanti
perché, come si legge in un comunicato del Cocer (Consiglio centrale
di rappresentanza) dei carabinieri) nella tabella degli stipendi
"non vengono rispettate l'equità e la proporzionalità", il sistema
in questione nascerebbe quindi già "malato". «Il provvedimento
approvato, che passerà ora alle Commissioni parlamentari competenti
- ha sottolineato Giovanni Amato, segretario del Cocer Interforze -
privilegia l'ordine gerarchico, penalizzando i gradi apicali, non
contiene in modo chiaro e inequivocabile il meccanismo su cui si
fonderà la dinamicità parametrale negli anni. Inoltre ai volontari
in servizio permanente non vengono riconosciuti un adeguato
trattamento economico e una prospettiva di carriera sicura in modo
da incentivare gli arruolamenti e non decretare il fallimento
dell'esercito professionista e il ritorno alla leva.
Vogliamo
comunque rassicurare tutti i militari del Nord-Est sul fatto che il Cocer sta facendo di tutto per migliorare il provvedimento. Domani
si svolgerà un incontro per formalizzare le proposte da portare in
Commissione Difesa. Il 30 aprile c'è già stato un positivo incontro
tra una nostra delegazione e il presidente Ramponi. Seguiranno altre
audizioni anche con il presidente del Consiglio e il Ministro della
Difesa».
Roberta Benedetto
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