IL GAZZETTINO DI TREVISO
13/05/2003
Digiuno di oltre cento soldati contro il decreto sulle
paghe |
Sciopero
del rancio alla De Dominicis
Treviso
Ieri è
scattato lo sciopero della fame nelle caserme di Treviso. Alla "De Dominicis"
solo in 5 hanno ritirato il rancio di mezzogiorno; gli altri 115 soldati
professionisti hanno digiunato. Lo sciopero sta già coinvolgendo altre caserme a
Vittorio Veneto, Casarsa, Maniago, Portogruaro. Sono interessate tutte e cinque
le Forze Armate italiane, non solo l'Esercito. Il no al rancio è per rifiutare
il decreto sulle nuove paghe. Il Cocer sottolinea: "Viene previsto, ad esempio
che ad un caporale siano riconosciuti 1300 euro mensili dopo 38 anni di
servizio". Il decreto "mortifica sergenti e marescialli riserva un trattamento
ancora peggiore ai volontari in servizio permanente". Il Cocer oltretutto rileva
che invece gli ufficiali "non sono penalizzati". Lo sciopero della fame "può
durare più giorni se non proseguire fino alla definizione del decreto". Altro
punto dolente è quello dello "scavalcamento" del personale che costituisce la
spina dorsale delle Forze Armate: i sergenti ed i marescialli. Dall'oggi al
domani si sono visti passare avanti con gradi superiori (e relativi stipendi) i
vari inferiori di grado dei carabinieri pur essendo inquadrati nello stesso
livello retributivo e giuridico.
Alla "De
Dominicis" poi lottano per un motivo tutto loro: i soldati professionisti della
caserma trevigiana costituiscono il "184. reggimento sostegno Tlc Cansiglio":
vengono pagati con indennità pari a quella dei Distretti Militari (praticamente
come degli impiegati) ed attendono dal 16 ottobre 2001 che allo Stato Maggiore
Esercito sia recepita la lettera del loro superiore gerarchico di Roma, ora
comandante generale dei carabinieri, ten. gen. Guido Bellini, che segnalava la
necessità di elevare l'indennità operativa del "184.". Nessuno l'ha ascoltato.
Sergio Zanellato
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