“QUOTIDIANO DI
BARI” DEL 01/05/2003
GIOIA DEL COLLE IL 36° STORMO
PROTESTA CONTRO I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO
Di Francesco De Martino
BARI –
Continua nelle caserme pugliesi la protesta dei militari contro i provvedimenti
in vista, seppure ancora “in itinere”, da parte del Governo sugli adeguamenti
stipendiali. Contro i nuovi parametri approvati venerdi 18 aprile e già passati
alle competenti commissioni sono scesi in campo i rappresentanti sindacali di
Esercito, Aeronautica e Marina Militare, che hanno puntato il mirino sui
provvedimenti approvati appena in tempo per rientrare nella delega che scade a
fine maggio. Provvedimenti, vale la pena di rammentare, attesi ormai da troppo
tempo, ma che a quanto sembra non vanno bene a nessuno. Il passaggio al
meccanismo dei parametri che non piace a nessuna delle forze armate e
soprattutto non piace alla truppa, futura ossatura dei militari, che vede
appiattirsi il salario nel corso della vita lavorativa. Così va a finire che con
i nuovi parametri e i nuovi stipendi, i volontari in servizio permanente, che
come detto costituiranno il grosso del nuovo esercito professionista, non
avranno mai le prospettive promesse in sede referente dal Parlamento. Entrati
sette anni fa e precisamente nel 96 con uno stipendio netto di 500 euro al mese
come precari (e arrivati oggi a circa 800) i volontari avrebbero al massimo,
secondo le dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti militari nei giorni
passati, la prospettiva di chiudere dopo circa quaranta anni di servizio con al
massimo mille e trecento euro al mese. Ma l’organismo sindacale dell’Esercito,
il Cocer, è andato ancora più pesante contro il futuro dipinto a tinte fosche
per un Esercito impegnato in maniera sempre professionale in ogni angolo del
mondo, ma senza nessun investimento concreto per il suo miglioramento. Infatti i
parametri salariali promessi dal Governo prevedono aumenti solo all’avanzamento
di grado (che per la truppa sono tre) al posto degli scatti biennali di
anzianità che prima muovevano gli stipendi. E non è tutto: a tramontare anche
altri bonus che per i militari rappresentavano una piccola salvezza dinanzi ai
troppi sacrifici da fare, come la possibilità di alloggiare nelle case messe a
disposizione dai ministeri. A protestare sono sempre i rappresentanti del Cocer:
“Se ci si mette pure che Tremonti ha appena requisito gli alloggi della Difesa,
una vera e propria integrazione del reddito, che sono appena partite tremila
ingiunzioni di sfratto, che dal 96 circa 18 mila volontari sono accasermati”
aggiunge il maresciallo Pasquale Fico, consigliere comunale per AN a Novara, “si
spiega pure il perché della protesta”. Conclusione: come si pretende
professionalità, modernità e competenza con questi stipendi e parametri quasi a
costo zero? Per il 2005 servirebbero 76 mila volontari solo nell’Esercito. Oggi
ce ne sono 38 mila e sono gli stessi generali ad essere scettici sulla
possibilità di raggiungere l’obiettivo. Per i concorsi da ufficiale ci sono in
media 25 domande per ogni posto, per i volontari solo due. E con la fine della
leva anticipata fra due anni, gli arruolamenti dei volontari potrebbero subire
autentici crolli. E per ora anche i militari pugliesi protestano astenendosi
dalle mense.
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