Soldato morto: funerali tra commozione e rabbia

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Soldato morto: funerali tra commozione e rabbia

 

C'era qualche divisa e tantissimi giovani tra le persone in lacrime che si affollavano davanti alla chiesa di Quartu Sant'Elena, in Sardegna, per salutare con un applauso la bara avvolta in una bandiera degli Ultras del Cagliari. Aveva solo 24 anni Valery Melis, l'ultimo dei militari reduci dalle missioni nei Balcani morti per una forma di cancro al sangue, il linfoma di Hodgkin. La 24esima vittima tra i militari reduci dalle missioni nei Balcani. Molti di più i malati. Sicuramente tanti, troppi. La sua morte ha riaperto la polemica sulle radiazioni dell'uranio impoverito impiegato per i proiettili utilizzati nel conflitto. Il ministro della Difesa Martino ha annunciato che farà di tutto per chiarire la vicenda. Un segnale di apertura su una questione grave e ancora controversa, a partire dalle effettive cause delle malattie, e dalle stesse cifre.
Da una parte i dati della commissione presieduta dal professor Mandelli, l'oncologo incaricato già tre anni fa dal governo di fare un'inchiesta a tappeto tra i reduci dai Balcani. 43.000 in tutto, 44 i casi di tumore di vario genere riscontrati. In media uno su mille. Un valore complessivamente al di sotto della media, con una sola eccezione: gli otto casi di linfoma di Hodgkin, più del doppio della media nazionale, giudicati da Mandelli un "eccesso statisticamente significativo". Ma sulle cause, restava il mistero. Impossibile, in base alla relazione presentata nel giugno 2002, mettere quelle malattie in relazione con l'uranio impoverito. Dati e conclusioni ai quali si rifà il Ministero della Difesa. Ma criticati dal maresciallo Domenico Leggiero, responsabile dell'Osservatorio militare. Secondo lui la commissione avrebbe preso in esame le missioni, conteggiando in alcuni casi due volte i militari. Non 43.000, secondo lui, ma 27.000 in tutto. E dunque la percentuale, per lui, non è di 1 malato su 1.000, ma uno su 100. Perché alle 24 vittime, dice, vanno aggiunti, due anni dopo, 263 malati. Una battaglia a suon di numeri, insomma, che si è di nuovo riversata in Parlamento, con interrogazioni che piovono da maggioranza e opposizione.
 
(Servizio andato in onda sul tg5 delle 20 di venerdì 6 febbraio 2004)
 

 

 


 

 

 

 

 

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