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LA RASSEGNA SUL RIORDINO

 

 

Il Gazzettino del 31/1/2001: Sottufficiali saltano i pasti per il contratto

L'Arena di Verona, Bresciaoggi e Giornale di Vicenza del 23/1/2001
Sergenti e Marescialli sul piede di Guerra!

La Nazione del 19/1/2001: La rivolta dei Sottufficiali

 

 

IL GAZZETTINO DEL 31/1/2001


SOTTUFFICIALI SALTANO I PASTI PER IL CONTRATTO

 

I Sottuficiali dell'Esercito in servizio nelle 3 caserme di Pordenone, condividendo il comportamento tenuto dagli organi centrali di rappresentanza militare (COCER) - anno annunciato con con una nota - non accettano le proposte del governo in materia di rinnovo contrattuale e riordino delle carriere, e pertanto ieri (ndr. 30/1/2001) si sono astenuti dalla consumazione del pasto. E lo faranno anche oggi (31/1/2001 ndr.). Questa forma di autolesionismo (rimanere in caserma dopo aver regolarmente timbrato per la fine dell'orario di servizio; astenersi dai pasti previo avvertimento per non arrecare danno economico all'Amministrazione; etc) è stata intrapresa con la speranza di riuscire a trovare spazio nell'informazione pubblica e con la prospettiva che nelle dovute sedi istituzionali si ponga rimedio all'attuale situazione di disagio economico, morale e di impiego.



L'Arena di Verona, Bresciaoggi e Giornale di Vicenza del 23/1/2001

Sergenti e Marescialli sul piede di Guerra!

 

     Non bastasse la paura per l’uranio impoverito, nelle forze armate ora soffia forte il vento della protesta per un progetto di riordino delle carriere dei sottufficiali all’esame del governo <<Baffi>> e <<Binari>>, sergenti e marescialli sono sul piede di guerra per un intervento che, a loro avviso, rallenta gli avanzamenti di carriera e li penalizza sotto il profilo economico.

     E cosi’ la protesta si è organizzata e attraverso il portale dei militari presenti un po’ in tutta Italia, ha inondato di fax e di telegrammi la presidenza del Consiglio per chiedere uno stop alla proposta di riordino delle carriere elaborata dallo Stato maggiore della Difesa.

Almeno 20.000 le lettere inviate a Roma negli ultimi giorni, soprattutto dal Triveneto, a conferma del disagio con cui i sottufficiali guardano a questa riforma. Tra gli aspetti maggiormente criticati, l’Sideweb lamenta la mancata semplificazione della catena gerarchica: <<Anziché semplificare la catena gerarchica riducendo il numero dei gradi, tale proposta prevede un aumento dei gradi, introducendo nuovo figure al vertice della categoria senza pero’ associarvi un adeguato riconoscimento funzionale ed economico>>. Per non dire, aggiungo, della mancata parificazione con l’arma dei carabinieri. 

     A differenza poi di quanto avviene per gli ufficiali, lamenta l’Sideweb, <<non vengono minimamente tenute in considerazione le anzianità>>.

In piu’, accusa l’Sideweb <<viene istituito il pericoloso principio secondo cui il trattamento economico del sottufficiale avrebbe un legame diretto con le note caratteristiche e con le sanzioni disciplinari.

Tale principio non puo’ che condurre ad ancora piu’ insostenibili sperequazioni ed ingiustizie, attribuendo una facoltà diretta ai superiori di decidere sul trattamento economico dei subordinati, senza che vi siano le necessarie garanzie di equità>>.

 


LA NAZIONE - 19/1/2001

La rivolta dei Sottufficiali
 <<Presi in giro dallo Stato>>
di Cecilia Marzotti

 

SIENA. – In 20.000, stretti nella divisa da sottufficiali, si stanno rivolgendo al governo. In silenzio, ma con tanta delusione verso uno stato che prima li ha <dimenticati> in Libano, in Somalia, dando loro stivaletti di gomma nonostante i 50 gradi, poi nei Balcani dove, ignari, hanno respirato le polveri dell’uranio impoverito. E ora si sentono <presi in giro> dalla legge sul riordino dei gradi. I 20.000 hanno cosi’ preso carta e penna (non possono scendere in piazza come altri lavoratori) e da giorni intasano i fax della presidenza del consiglio dei ministri per dire <no> a una norma che definiscono un bluff e che, invece, avrebbe dovuto dare loro un po’ di gratificazione dopo tanti anni trascorsi a dire <Signorsì comandi>. Le lettere arrivano da tutta Italia: da Firenze a Bologna, da Siena a Pesaro, da Milano a Roma. Un maresciallo capo, ad esempio, con 25 anni di servizio prende 2 milioni e mezzo al mese. Ebbene oggi lui, come tutti gli altri suoi colleghi, si sentono <umiliati>. E scrivono: <E’ stato imitato l’esercito borbonico: quando il popolo si lamenta, aumentiamo la paga ai generali>. Infatti per questi ultimi è stato deciso un aumento annuo di 12.600.000, contro gli 8.100.000 per i colonnelli e 500.000 (sempre annue e lorde) per i sottufficiali. <Poi ci parlano di nonnismo – si legge in una lettera -, proprio loro>. Dunque è proprio il caso di dire, a fronte di questa norma che ha scosso nelle fondamenta i 20.000 sottufficiali dell’esercito italiano, che è piu’ facile diventare colonnello che luogotenente. Un grado quest’ultimo, già dato ai carabinieri. Ma quanti oggi hanno 40 anni e sono marescialli, difficilmente raggiungeranno questo grado, nonostante note caratteristiche eccellenti e nessuna sanzione. E oggi questi 20.000, stretti nella loro divisa, non possono far altro che scrivere a palazzo Chigi sperando di non essere ancora una volta dimenticati dal loro Stato. Una rivolta silenziosa, anche se portata avanti con rabbia. La rabbia degli umiliati e degli insoddisfatti dal decreto sul riordino delle carriere dei sottufficiali e volontari delle forze armate. . Se la norma passerà, sostengono gli interessati, <così come è stata formulata non ci daranno nulla. Non c’è scelta. E’ assurdo, ma tutto questo sta accadendo. Siamo stati ancora una volta dimenticati>.

 

 

 
 

 

   
 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

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RASSEGNA STAMPA SUL RIORDINO DEI GRADI DEI TOTTUFFICIALI