I diritti costituzionali e democratici dei militari ed il
diritto ad una vera contrattazione nazionale e decentrata, e' un
obiettivo necessario e raggiungibile attraverso una reale
riforma della Legge 382/78.
Altresì
necessaria è l’esigenza di evitare le ambiguità sul tema
sindacalizzazione, evitando soprattutto una impropria
strumentalizzazione del COCER INTERFORZE per lanciare – in
astratto - potenziali messaggi di “smilitarizzazione”.
L’altrui DNA
ministeriale, agli odierni delegati COCER non interessa e
nemmeno al COCER dell’Esercito allorquando le questioni vengono
poste nelle sedi diverse dal consesso Interforze. Perché solo
quello è il COCER, ovvero quel Consiglio composto dai delegati
delle sezioni EI, AM, MM, CC e GdF - E questo se lo ricordino
bene i politici che sovente attribuiscono a singoli delegati la
definizione di COCER.
Se poi
l’obiettivo è quello di rimarcare la differenza tra militare e
poliziotto e quindi scindere i comparti, allora lo si chieda
chiaramente al “legislatore”, e lo si faccia in fretta, perché
non è giusto indebolire uno strumento di rappresentatività per
fini non comuni.
Sia chiaro
noi riteniamo lo status militare un valore aggiunto e non
sottratto, e su questo assunto siamo persuasi di rappresentare
migliaia di colleghi orgogliosamente militari.
Chi del
COCER non è convinto di ciò, o chi del COCER ritiene la sua
funzione inutile al cospetto di un sindacalista, si faccia
avanti e “contiamoci” con serenità e senza ambiguità all’interno
dell’unico “alveo” possibile: il COCER nella sua unica veste
Interforze.
Noi
attendiamo con fiducia che nel prossimo Consiglio Interforze i
contenuti dei comunicati stampa della Sezione COCER Guardia di
Finanza vengano trattati da tutta l’assise, e si giunga a giuste
deliberazioni per traghettare la GDF presso il proprio DNA
sindacale.
Roma, 23
marzo 2007
Pasquale
FICO (*) e Luca TARTAGLIONE (*)