<<RELAZIONE
SULL'INCONTRO DI TUTTI I CO.BA.R. DELL'AERONAUTICA MILITARE A
BORGO PIAVE - 27-28/12/2007>>
I DELEGATI
DELL’A.M. NON FANNO PASSI INDIETRO
DA LORETO A BORGO PIAVE NON CAMBIANO LE SCELTE
UNA SFIDA ALLA RIFORMA BIPARTISAN DELLA RAPPRESENTANZA.
Si è conclusa, a B.go Piave (LT), la seconda assise dei delegati
Co.Ce.R., Co.I.R. e Co.Ba.R. dell’ Aeronautica Militare.
Tema dell’incontro è stata la riforma della Rappresentanza
Militare, attualmente in discussione presso la Commissione
Difesa del Senato.
Dopo la chiara presa di posizione assunta nello scorso incontro
di Aprile a Loreto, in cui i delegati dell’Arma Azzurra avevano
chiesto alla politica una svolta che aprisse all’associazionismo
sindacale anche per i militari, la risposta che ne era seguita
era stata altrettanto precisa. Due testi, uno, il Testo
Unificato, che chiude la porta a qualunque prospettiva
associazionistica e men che mai sindacale, sostenuto da un
fronte bipartisan costituito dal P.D., U.D.C., F.I. ed A.N.
Il secondo, il d.d.l. S 1821, presentato dalla sinistra è di
segno diametralmente opposto al primo che, se approvato,
aprirebbe le porte di basi e caserme ai diritti di associazione
sindacale, similmente a quanto accade in gran parte delle Forze
Armate europee.
In realtà ai più è sembrato che la vera risposta fosse proprio
il primo, che nel suo voler rigettare le istanze più progressite
assumeva il significato di un vero e proprio diktat. O si fa una
riforma che segua il solco di una struttura interna
all’amministrazione o non si fa nulla.
Ecco allora, i delegati dell’Aeronautica nuovamente insieme a
confrontarsi, prima ancora che tra loro con una qualificatissima
rappresentanza del vertice militare della loro Forza Armata. La
quale ha accettato di buon grado un confronto estremamente
franco, sul tema della riforma e non solo.
Una serie di domande e risposte che hanno aiutato tutti a
conoscere un po’ meglio le ragioni degli altri, ma senza
produrre significative variazioni nelle reciproche opinioni.
All’assemblea veniva ribadita la chiusura non solo al sindacato
ma anche a forme troppo ardite di rappresentanza, ribadendo che
ai tavoli della concertazione il vertice militare non è disposto
a cedere a nessuno il suo ruolo negoziale. Le scarsissime
aperture prospettate, inerenti un maggiore coinvolgimento degli
organismi della Rappresentanza Militare nei processi
decisionali, che parlano ancora di una applicazione che continua
ad essere subordinata alla esclusiva sensibilità di chi svolge
la funzione di comando e non ad un disposto regolamentare,
riscontravano l’ulteriore delusione dei convenuti.
Una volta che i rappresentanti dello S.M.A. hanno lasciato
L’auditorium il dibattito ha potuto prendere quota con la
relazione introduttiva da parte del Segretario del Co.Ce.R.
A.M., nel corso della quale è stato illustrata l’attuale
situazione e le modalità con la quale ci si è arrivati,
ribadendo il sostegno alla scelta fatta ad Aprile e la coerenza
di averla sostenuta in tutte le sedi.
I numerosissimi interventi che seguivano, non si scostava
significativamente dalla forte volontà di rimarcare una scelta
che confermasse la decisione di voler perseguire la ricerca un
modello sindacale ed associazionistico, ben radicato fuori dai
confini italiani e foriero di maggiori diritti e tutele. Da più
parti si levava la consapevolezza che, la gran parte del
personale condividesse la scelta fatta come conferma di una
maturazione alla quale si è pervenuti dopo trenta anni di
fallimenti dell’attuale sistema. Inoltre, ad alimentare
ulteriormente questa determinazione, concorrevano senza ombra di
dubbio le recenti scelte operate in finanziaria ed il protocollo
sul welfare. Ritenuti entrambi, oltre che penalizzanti, la
ri-prova del fatto che, senza una reale autonomia sindacale, i
tavoli della concertazione continueranno a rimanere chiusi a
qualunque forma di Rappresentanza, lasciando che certe scelte
vengano condivise solo con le tre grandi confederazioni
sindacali. Le quali non essendo titolate per legge a
rappresentare i quasi 500.000 uomini e donne del comparto
difesa, concorrono a dare vita ad un vuoto di tutela.
La conclusione, dopo due giorni di serrato dibattito, giungeva
con l’approvazione a larghissima maggiornaza (105 votanti - 99 favorevoli, 1
contrario e 5 astenuti) di un documento che, prima, rigetta al
mittente i contenuti del Testo Unificato per la Riforma della
R.M., bollandolo senza mezzi come ennesima variante di inciucio
ai danni del personale militare e, poi, trasmetta un messaggio
che esprimesse la determinazione di perseguire tutte le azioni
necessarie per il riconoscimento della libertà di associazione,
anche a carattere sindacale.
Paolo Melis
LEGGI ANCHE: DAI VERTICI DELL'AERONAUTICA
MILITARE - COMUNICATO SULL'INCONTRO DEI DELEGATI
COBAR-COIR-COCER A BORGO PIAVE
SideWeb s.r.l., 1/12/2007
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