<<LORETO 18 -
20 APRILE 2007.
I Delegati della Rappresentanza Militare dell'Aeronautica
votano una mozione sul diritto di rappresentanza sindacale per
le Forze Armate e le Forze di Polizia ad ordinamento militare>>
Qui puoi leggere il Comunicato Stampa
dello Stato Maggiore dell'Aeronautica
Il Capo di SMA ha partecipato
all'apertura dei lavori!
Il 19/4/2007, alle ore 16.35,
con 194 voti a favore, 4 contrari e 5 astenuti, i delegati della
Rappresentanza Militare dell'Aeronautica Militare riuniti a
Loreto hanno approvato una mozione con la quale chiedono
l'abbrogazione dell'art. 8 della legge 382/78, e quindi libertà
sindacale per i militari.
Di seguito la mozione votata a
Loreto. Seguiranno comunicati stampa.
SideWeb, 19/4/2007
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Mozione sul
diritto di rappresentanza sindacale per le Forze Armate e le
Forze di Polizia ad ordinamento militare.
Mozione approvata
dai delegati A.M. - Loreto - 19/4/2007
con 194 voti a favore, 4 contrari e 5 astenuti.
Sono trascorsi ventotto anni
dall'approvazione della “Legge dei principi”, anni che
sono serviti a dimostrare quali e quante siano le
difficoltà e le contraddizioni legate alla gestione ed al
funzionamento di uno strumento, che poggia le sue basi
nell’affermazione di un concetto di democrazia
partecipativa e rappresentativa ma che deve svilupparsi
all’interno di un “corpo” che ha come riferimento la
gerarchia e che, proprio per questo, esclude la possibilità di
dialogo e confronto basati sulle rispettive intelligenze e
diversità di opinione.
Le rivendicazioni di allora
miravano al riconoscimento del diritto sindacale anche per
i militari, ma la politica decise che così non poteva
essere e concesse quello che è l'attuale strumento
rappresentativo.
Gli anni successivi evidenziarono
tutti i limiti dello strumento, benché la
Rappresentanza Militare riuscisse comunque ad incidere ed a
portare delle novità nell’organismo militare; ma gli
obiettivi raggiunti con anni di impegno, non sono mai diventati
momenti di partenza verso altri traguardi.
L’orario di servizio, il diritto
allo studio, la partecipazione al tavolo della concertazione,
sono diventate solo delle tappe di una corsa che, nel
tempo, è stata come la tela di Penelope: di giorno si
tesseva e di notte si sfilava.
Nell’ultimo decennio, le
crescenti contraddizioni di un sistema tutto interno, sono
state accresciute dalle riforme che hanno interessato le
forze armate: la professionalizzazione, con la creazione di un
ruolo, quello dei sergenti, che continua a non avere
riconoscimento formale all'interno della Rappresentanza
Militare; l’introduzione dei parametri e le proposte di
riduzione degli organici, sviluppate ed attuate escludendo
completamente dal processo decisionale i rappresentanti
del personale, ci hanno aiutato a capire quanto sia
inutile aspettarsi di ottenere una vera capacità
rappresentativa se si resta all’interno del sistema Forze
Armate.
La crescita culturale dei
militari, l’accelerazione portata dalla tecnologia alle
necessità di formazione di specialisti e professionisti,
la maggiore interazione con la società civile, il
confronto con i militari degli altri paesi europei, hanno dato
un ulteriore spinta verso richieste di maggior
partecipazione decisionale.
Per chi è contrario è una
questione di potere, per chi è favorevole è una questione
di partecipazione. Quello che chiediamo oggi è chiaro ormai da
tempo: maggiore democrazia nello svolgimento del
compito di rappresentante; concreta rappresentatività del
personale; indipendenza dalla catena gerarchica; autonomia
finanziaria; pluralismo. Senza cercare
strade autonome e di difficile decriptazione come quelle
paventate nelle aule parlamentari in questi anni, quali quello
del “doppio binario” (rappresentanza interna ed
associazioni esterne) per il quale non sarebbe difficile
presagire conflittualità, paralisi ed inefficienza;
rigettando senza indugio reviviscenze di organismi sempre
subordinati all'ordinamento militare e da esso dipendente
economicamente; tacitando definitivamente i cori pilotati di
coloro che paventano lo spauracchio della frammentazione
delle sigle sindacali, dimenticandosi che nella
legislazione esiste la regola della rappresentatività
legata al numero degli iscritti che obbliga alla
confederazione delle sigle sindacali; rifuggendo le logiche di
coloro che, periodicamente, sfoderano le richieste di
diritto sindacale come contropartita di pretese economiche
o corporative.
Lo strumento che riteniamo sia
necessario al raggiungimento di questi obiettivi e che
COCER, COIR e COBAR A.M. confluenti si impegnano a
sostenere, non può essere che il riconoscimento del diritto di
costituire associazioni sindacali, secondo quanto previsto dagli
artt. 18 e 39 Cost., attraverso la cancellazione dell’art.
8 della legge 382/78, con esclusione del diritto di
sciopero, e l'estensione alle orze Armate di quanto già previsto
in materia di tutela sindacale per la Polizia di Stato,
così come delineato dagli artt. 82, 83 e 84 della
legge 121/81.
Per quanto espresso: i
delegati della Rappresentanza Militare dell'Aeronautica, riuniti
a Loreto in assise plenaria i giorni 18, 19 e 20 aprile
2007 approvano che, nel prosieguo del mandato, il COCER
AM, i COIR ed i COBAR confluenti sostengano tutte le
iniziative costituzionalmente previste, legate al
riconoscimento del DIRITTO SINDACALE per i militari, inteso
come estensione alle FF.AA. di quanto già previsto dalla
L.121/1981 in materia di tutela del personale per i corpi
di polizia ad ordinamento civile.
Inoltre si impegnano ad
intraprendere, individualmente, tutte le iniziative
necessarie a sostenere tale tesi nel loro ambito di
competenza, coinvolgendo attivamente anche il personale da
loro rappresentato.
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