SIDEWEB
chiede il parere di Antonio TOSIANI, delegato COCER
dell’Aeronautica Militare nonché membro del Gruppo di Lavoro
Interforze che si sta occupando di ricercare le giuste soluzioni
circa l’istituzione del “nuovo organismo per la tutela dei
diritti del personale militare”.
TOSIANI:
Permettetemi, prima di iniziare questa intervista, di esprimere
la solidarietà mia e di tutta la R.M. non solo al collega
dell’Esercito trasferito d’autorità nonostante il parere
contrario espresso dal proprio Co.Ba.R. di appartenenza
(auspicando che proprio la sua attività di delegato della R.M.
non sia la causa di tale provvedimento…) ma a tutti quei
colleghi che, credendo nel ruolo a cui sono stati chiamati,
mettono a rischio la loro carriera e non solo perché sprovvisti
di uno strumento di tutela reale!
SIDEWEB: cosa
pensi che si possa fare in questo mandato, sul tema della
Rappresentanza Militare?
TOSIANI: Il primo obbiettivo a cui tendere è di
non rinviare al prossimo mandato, come sempre accaduto, la
discussione sulla riforma della R.M. Quindi, mettere in atto
tutte quelle iniziative che ci possano far giungere alla
realizzazione di uno strumento che possa tutelare realmente
tutto il personale militare oltre che gli stessi delegati, a
prescindere che siano membri del Co.Ce.R., di un Co.I.R. o di un
Co.Ba.R.
Il confronto, che sta prendendo sempre più vigore, si disputa
tra sostenitori e detrattori di una riforma della R.M. in senso
sindacale. Esso non deve essere sterile e fine a se stesso bensì
finalizzato al raggiungimento di un obbiettivo che sia ben
chiaro a tutti; senza la presunzione di voler scoprire la
panacea per tutti i mali ma con la convinzione di contribuire a
superare questo strumento, acclaratamente obsoleto, e realizzare
una forma di rappresentanza che sia esterna all’alveo
gerarchico-istituzionale.
SIDEWEB: qual è l’urgenza di avere una
riforma della R.M.?
TOSIANI: L’esperienza ed
il buon senso ci dimostrano che abbiamo la necessità di essere
presenti nei momenti e nelle sedi in cui vengono prese le
decisioni strategiche che ci riguardano. Ad esempio, quasi tutti
sanno che recentemente è stata avviata tutta una serie di
confronti riguardanti i temi della previdenza, del precariato e
sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego. Ai tavoli dove si
svolgevano queste discussioni erano seduti il Governo e le tre
maggiori confederazioni sindacali. La domanda che mi pongo e che
ho posto personalmente al Capo di Stato Maggiore della Difesa,
Gen. Di Paola, è quella di voler conoscere chi ha rappresentato
il personale militare in quei contesti, visto che non era
presente ne il Vertice militare ne il Co.Ce.R.?!
SIDEWEB: alla luce di queste considerazioni,
quale sarebbe il nuovo modello di Rappresentanza che immagini
per il futuro?
TOSIANI: Per uscire da
questo circolo vizioso che sembra favorire per lo più gli
interessi di chi auspica l’immobilismo ed il mantenimento di
questo “status quo”, dobbiamo svincolarci dai formalismi e
concentrarci sui contenuti che dovranno necessariamente essere
propri di un nuovo istituto che rappresenti il personale
militare. In questo contesto sarà importante che questo nuovo
strumento abbia quelle caratteristiche di democrazia,
rappresentatività, indipendenza, autonomia e pluralismo,
così come già riconosciuto, in differenti forme, ai militari del
resto d’Europa.
Non si può
prescindere ovviamente dal cominciare con l’abolizione dell’art.
8 della legge 382 del 1978 che vieta anche il semplice diritto
di costituire associazioni di categoria tra i militari; per poi
continuare con il riconoscimento della personalità giuridica dei
nuovi organismi di tutela, nonché di quella forma di
rappresentatività esponenziale che consentirebbe, gioco forza,
di trovare la legittima collocazione in quei tavoli
istituzionali ai quali mi riferivo prima. Sarà necessario
inoltre che questo strumento disponga di autonomia economica che
prevenga il rischio di trovarsi di fronte a ciò che è vietato
dalle norme e meglio noto come “sindacato giallo”. Altro
elemento chiave e qualificante dovrà essere il riconoscimento di
un potere di contrattazione di primo e secondo livello, ossia
centrale e periferico: uscendo da questa logica per cui i
contratti trovano applicazione e corso con la sola firma degli
Stati Maggiori ancorché gli stessi rappresentanti nazionali
abbiano dato parere contrario ed impedendo che circolari
applicative di tali accordi ne stravolgano il senso e la
sostanza e permettendo agli organismi preposti alla tutela del
personale a livello periferico di contrattare con le autorità di
riferimento la destinazione delle risorse assegnate a livello
locale, soprattutto per quel che riguarda quegli emolumenti oggi
considerati di carattere soggettivo e discriminante (per taluni
quasi a comprendere una 14^, 15^ e finanche 16^ mensilità e per
talaltri un vero e proprio “assegno di povertà”) mutuando,
quindi, quanto già avviene con i sindacati del personale civile
per la distribuzione del FUA e del FUS.
Inoltre, mi
auspico la realizzazione di un organismo che possa garantire la
possibilità di svolgere la funzione di tutela che sia
indirizzata sia verso i singoli sia verso i suoi membri stessi,
al fine altresì di prevenire e combattere l’insorgere di
fenomenologie come il mobbing e situazioni ad esso assimilabili.
Senza trascurare, tra le altre cose, che, per essere pienamente
democratico, il futuro strumento di rappresentanza dovrà
prevedere quei contrappesi formali che consentano alla base
elettiva un adeguato esercizio di controllo sull’operato dei
propri rappresentanti.
Per concludere,
ritengo quanto detto non già come esaustivo di tutti gli aspetti
specifici del problema ma come elementi fondanti per far si che
anche nei confronti dei cittadini con le stellette possa
trovare piena applicazione il dettato Costituzionale.
SIDEWEB: cosa ti
aspetti dall’assise che si terrà a Loreto la prossima
settimana?
TOSIANI: Per
l’organizzazione e lo svolgimento di questa assemblea ci siamo
spesi molto e con estrema determinazione. In essa riponiamo
grande fiducia.
La mia speranza
e l’augurio che faccio a tutti i delegati che vi parteciperanno
è che si svolga in un clima sì determinato ma allo stesso tempo
sereno, costruttivo e propositivo. Perché possa essere davvero
una pietra miliare nel nostro cammino ed aiuti tutti noi a
chiarire quali atteggiamenti assumere in futuro sulle tematiche
all’ordine del giorno, in particolar modo per quel che concerne
la nuova proposta dello strumento di tutela del personale
militare.