Non è reato tenere i capelli lunghi, ma l'Amministrazione lo sospende dal servizio. Il militare (Maresciallo dell'Esercito)attende l'intervento diretto del Ministro La Russa per sospendere lo sciopero della fame" 

 

Di seguito pubblichiamo l'interrogazione parlamentare dell'on. Turco, che ha per oggetto l'incredibile vicenda di un Maresciallo dell'Esercito denunciato per il reato di disobbedienza per non aver obbedito all'ordine di tagliarsi i capelli. Il Sottufficiale è stato assolto dalla Corte di appello militare "perchè il fatto non costituisce reato" ed incredibilmente però lo stesso è stato sospeso dal servizio per due mesi. Il militare per protesta fa lo sciopero della fame da

un mese.
 

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI.
 

Al Ministro della difesa./ - Per sapere - premesso che:

da oltre un mese il Maresciallo dell'Esercito Gelsomino Iannarone sta attuando uno sciopero della fame, astenendosi volontariamente dall'assunzione di alimenti solidi, per protestare contro il provvedimento disciplinare di stato con cui il Ministero della difesa, nella persona del generale Roggio, ne ha decretato la sospensione dal servizio per due mesi per avere mantenuto una capigliatura non decorosa per un militare;

a causa delle conseguenze fisiche dovute alla prosecuzione della protesta il maresciallo Iannarone è stato ricoverato presso l'Ospedale militare «Celio» di Roma;

il provvedimento disciplinare che è causa della estrema protesta è conseguente al procedimento penale svoltosi dinanzi al tribunale militare di Roma, in cui il militare veniva imputato del reato di cui agli articoli 173 e 47 n. 2 e 4 codice penale militare di pace, ovverosia di disobbedienza aggravata, per essersi rifiutato di obbedire all'ordine, attinente al servizio e alla disciplina militare intimatogli dal superiore gerarchico, di tagliarsi i capelli ad  un'altezza consona al servizio e compatibile con l'uniforme militare.

Il tribunale militare di Roma condannava il maresciallo Iannarone alla pena di mesi quattro di reclusione, ma successivamente la corte di appello militare di Roma, con sent. 94/2009 divenuta definitiva, lo assolveva dai reati contestati con la formula «perché il fatto non costituisce reato»;

appare eccessivo e contraddittorio il provvedimento disciplinare di stato della sospensione comminato al maresciallo Iannarone già assolto per il medesimo fatto dalla corte di appello militare di Roma, con sent. 94/2009 -:

se non ritenga di dover emanare apposite disposizioni volte ad evitare l'uso indiscriminato della potestà disciplinare per quei fatti già valutati in sede penale con esito favorevole a carico dell'incolpato;

quali immediate iniziative intenda avviare per ripristinare la legalità secondo gli interroganti compromessa dall'attività del direttore generale del personale militare, generale Roggio, che ha emesso il provvedimento sanzionatorio e quali per tutelare la salute e la vita del  militare in premessa. (4-10055)

 


Argomento aggiornato il 6/1/2011

17 Dicembre 2010