americano alle 20, ora americana, le
2 del mattino in Italia. Secondo i
funzionari del governo Obama farà
esplicito riferimento alle date
della missione: quelle di
dispiegamento delle truppe e,
soprattutto, quelle in cui gli
americani cominceranno a uscire
dall'Afghanistan. L’obiettivo
principale della missione sarà
quello di mettere in sicurezza la
popolazione nelle aree maggiormente
a rischio e riconquistare alcune
zone occupate dai talebani negli
ultimi mesi. Attualmente gli Stati
Uniti hanno circa 68 mila soldati
nel Paese, che saliranno così a
oltre 100 mila prima della prossima
estate.
ALLEATI - Il presidente
americano chiederà agli alleati di
contribuire con l'invio di un numero
fra 5.000 e 10.000 uomini in tutto.
Lo riferiscono fonti diplomatiche
della Nato a Bruxelles. Un
funzionario di un paese europeo ha
spiegato che queste cifre sono
contenute in un documento ufficiale
della Nato compilato sulla base di
informazioni provenienti da
Washington prima dell'annuncio che
Obama farà sui rinforzi americani.
Alla Francia, in particolare,
sarebbero stati richiesti 1.500
uomini. Un'altra fonte Nato ha
parlato di richieste per 10.000
uomini, precisando che in questo
modo il totale dei rinforzi -
includendo i 30.000 soldati
americani - arriverebbero a 40.000.
Secondo quanto pubblicato dal
quotidiano francese
Le Monde,
le richieste degli Stati Uniti alla
Nato ammonterebbero a 10.000 soldati,
di cui 2000 alla Germania, 1500
all'Italia e altrettanti alla
Francia, e 1000 alla Gran Bretagna.
CAUTELE DA GERMANIA E FRANCIA
- Il cancelliere tedesco, Angela
Merkel, ha ribadito però che non
sarà deciso nulla prima della
conferenza internazionale
sull'Afghanistan che si terrà a
Londra il 28 gennaio. «Aspettiamo le
richieste degli Usa ma non
decideremo nei prossimi giorni,
aspetteremo la conferenza
sull'Afghanistan», ha dichiarato al
termine di un incontro a Berlino con
il premier pakistano, Yousuf Raza
Gilani. Da Parigi filtra un
possibile «no« alla richiesta
americana per 1.500 uomini in più.
«La conoscete: la risposta del
presidente francese (Nicolas Sarkozy
ndr) è no», ha affermato il ministro
per l'Europa, Pierre Lellouche.
Fonte:
www.corriere.it