.
Chi siamo Nuovi abbonati Rinnova l'abbonamento Tutela legale Consulenze scritte Area riservata Banca dati leggi/circolari Le pubblicazioni

 Ultimo aggiornamento: venerdì 03 dicembre 2010 02.57

 CERCA
Su Google Su questo sito

 

Iraq, una foto incastra i soldati inglesi: violenze gratuite. Maltrattati i prigionieri iracheni: il ministro della Difesa apre un'inchiesta.


 

 

 

Roma, 25 Nov. - Prigionieri maltrattati. La convenzione di Ginevra e la carta dei diritti umani calpestate. Quella foto, strappata alle turbolenze dell’Iraq, costituirebbe la prova provata di qualcosa di cui si aveva sentore da tempo. E che, nel 2004, aveva avuto un raccapricciante prologo con gli orrori di Abu Ghraib. La presenta come servizio esclusivo il quotidiano The Independent. Era stata scattata da un soldato britannico nel maggio del 2004. Mostra un altro soldato inglese, fucile inutilmente spianato, davanti a quattro corpi distesi bocconi per terra, occhi bendati, mani legate dietro la schiena. La
foto, che l’esercito britannico possedeva già dal 2004, sarebbe una conferma, scrive il quotidiano, che "le violenze sui prigionieri iracheni sono una pratica corrente".  
 

Il ministro della Difesa annuncia un'inchiesta

Ce n’è quanto basta perché il ministro della Difesa, Bob Ainsworth, annunci di aver messo in piedi un’inchiesta. Che peraltro dovrà fare luce su un episodio ancora più terrificante. Il massacro e la mutilazione dei corpi di venti civili iracheni. Tutto accade nel maggio del 2004. Si era appena combattuta la battaglia denominata Danny Boy, nei pressi di Basra. Poche ore dopo lo scatto, i quattro uomini ripresi nella foto ai piedi del soldato, sarebbero stati condotti in un campo di prigionia provvisorio e picchiati selvaggiamente da altri soldati, che poi uccisero e mutilarono venti civili. 
 

La Croce Rossa aveva già denunciato "pratiche vessatorie"

Quello testimoniato dalla foto, e la strage dei venti civili, non rappresentano comunque un caso isolato. Il Comitato internazionale della Croce Rossa già nel febbraio del 2004 aveva richiamato i governi statunistense e britannico sulla frequenza di pratiche vessatorie. E un dossier cospicuo riguarda la Gran Bretagna cui, tra il 2003 e il 2008, vengono attribuiti trentatré casi di violenze. 
 

Gli avvocati: "Ci vuole una salutare lezione"

Un gran lavoro per gli avvocati. Phil Shiner, il legale che ha lottato per l’apertura dell’inchiesta sulle violenze e l’uccisione dei venti civili iracheni, sostiene che finora "la polizia militare ha sottovalutato il fenomeno. Un’inchiesta è necessaria perché gli autori di violenze, e oltre a questo ci sono centinaia di casi che riguardano i civili, rispondano davanti alla giustizia. Perché, insomma, sia data una salutare lezione". Kevin Laue, avvocato di Redress (un’organizzazione londinese per i diritti umani) che assiste le vittime di torture, ritiene che "l’immagine sollevi questioni cui è necessario rispondere". La situazione fissata dalla foto "potrebbe costituire un trattamento crudele, inumano o degradante. (I prigionieri) appaiono bendati a tal punto che quasi l’intera faccia è coperta, inclusi naso e bocca, e questo potrebbe rendere difficile respirare normalmente". Come possono impedire una regolare respirazione le mani legate dietro la schiena. 
 

Violata la Convenzione di Ginevra

Sono vessazioni che la Convenzione di Ginevra, firmata poco dopo la seconda guerra mondiale, nel 1949, vorrebbe scongiurare. L’articolo 3 proibisce tutti i trattamenti che possano umiliare o degradare il prigioniero. E l’articolo 31 proibisce di usare nel corso degli interrogatori tecniche di coercizione fisica e morale. In aggiunta, la Convenzione europea sui diritti umani, che venne firmata a Roma nel 1950, bandisce ogni tipo di trattamento inumano e degradante. Misure che l’esercito britannico, anche in un’audizione parlamentare del 2006, assicura di aver cancellato dal proprio repertorio. Voci, e ora la foto, testimonierebbero il contrario. C’è da stupirsi? Il navigato Humphrey Bogart commenterebbe freddamente: "E’ la guerra, bellezza". La guerra, o comunque come altro la si voglia chiamare.

Giuliano Capecelatro

Fonte: http://www.ilsalvagente.it

Sideweb, 25 novembre 2009


 

Abbonati alla nostra organizzazione
Avrai la consulenza telefonica; l'accesso alla banca dati riservata, gli studi legali convenzionati, la raccolta delle pubblicazioni tascabili, ricorsi gerarchici e ai tar facilitati; l'impegno sociale ed economico a favore del personale, ecc...

Scopri come abbonarti...

 


 

Community

Avvicendamenti

FORUM BLOG

 

© 2006-2009

Sideweb s.r.l.
Sede legale: Via Callalta, 33 - 31100 Treviso
Partita IVA e C.F. 04040850267
R.E.A. (TV-317998)
Capitale sociale € 10.000

Chiunque può usare e diffondere liberamente le nostre informazioni, con il solo obbligo di citarne la fonte