Iraq, una foto incastra i soldati inglesi:
violenze gratuite. Maltrattati i prigionieri iracheni: il ministro
della Difesa apre un'inchiesta. |
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Roma, 25 Nov. -
Prigionieri maltrattati. La
convenzione di Ginevra e la carta dei diritti
umani calpestate. Quella foto, strappata alle
turbolenze dell’Iraq, costituirebbe la prova
provata di qualcosa di cui si aveva sentore da
tempo. E che, nel 2004, aveva avuto un
raccapricciante prologo con gli orrori di Abu
Ghraib. La presenta come servizio esclusivo il
quotidiano The Independent. Era stata scattata
da un soldato britannico nel maggio del 2004.
Mostra un altro soldato inglese, fucile
inutilmente spianato, davanti a quattro corpi
distesi bocconi per terra, occhi bendati, mani
legate dietro la schiena. La
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foto, che l’esercito
britannico possedeva già dal
2004, sarebbe una conferma,
scrive il quotidiano, che
"le violenze sui prigionieri
iracheni sono una pratica
corrente".
Il ministro della Difesa
annuncia un'inchiesta
Ce n’è quanto basta perché
il ministro della Difesa,
Bob Ainsworth, annunci di
aver messo in piedi
un’inchiesta. Che peraltro
dovrà fare luce su un
episodio ancora più
terrificante. Il massacro e
la mutilazione dei corpi di
venti civili iracheni. Tutto
accade nel maggio del 2004.
Si era appena combattuta la
battaglia denominata Danny
Boy, nei pressi di Basra.
Poche ore dopo lo scatto, i
quattro uomini ripresi nella
foto ai piedi del soldato,
sarebbero stati condotti in
un campo di prigionia
provvisorio e picchiati
selvaggiamente da altri
soldati, che poi uccisero e
mutilarono venti civili.
La Croce Rossa aveva già
denunciato "pratiche vessatorie"
Quello testimoniato dalla
foto, e la strage dei venti
civili, non rappresentano
comunque un caso isolato. Il
Comitato internazionale
della Croce Rossa già nel
febbraio del 2004 aveva
richiamato i governi
statunistense e britannico
sulla frequenza di pratiche
vessatorie. E un dossier
cospicuo riguarda la Gran
Bretagna cui, tra il 2003 e
il 2008, vengono attribuiti
trentatré casi di violenze.
Gli avvocati: "Ci vuole una
salutare lezione"
Un gran lavoro per gli
avvocati. Phil Shiner, il
legale che ha lottato per
l’apertura dell’inchiesta
sulle violenze e l’uccisione
dei venti civili iracheni,
sostiene che finora "la
polizia militare ha
sottovalutato il fenomeno.
Un’inchiesta è necessaria
perché gli autori di
violenze, e oltre a questo
ci sono centinaia di casi
che riguardano i civili,
rispondano davanti alla
giustizia. Perché, insomma,
sia data una salutare
lezione". Kevin Laue,
avvocato di Redress
(un’organizzazione londinese
per i diritti umani) che
assiste le vittime di
torture, ritiene che
"l’immagine sollevi
questioni cui è necessario
rispondere". La situazione
fissata dalla foto "potrebbe
costituire un trattamento
crudele, inumano o
degradante. (I prigionieri)
appaiono bendati a tal punto
che quasi l’intera faccia è
coperta, inclusi naso e
bocca, e questo potrebbe
rendere difficile respirare
normalmente". Come possono
impedire una regolare
respirazione le mani legate
dietro la schiena.
Violata la Convenzione di
Ginevra
Sono vessazioni che la
Convenzione di Ginevra,
firmata poco dopo la seconda
guerra mondiale, nel 1949,
vorrebbe scongiurare.
L’articolo 3 proibisce tutti
i trattamenti che possano
umiliare o degradare il
prigioniero. E l’articolo 31
proibisce di usare nel corso
degli interrogatori tecniche
di coercizione fisica e
morale. In aggiunta, la
Convenzione europea sui
diritti umani, che venne
firmata a Roma nel 1950,
bandisce ogni tipo di
trattamento inumano e
degradante. Misure che
l’esercito britannico, anche
in un’audizione parlamentare
del 2006, assicura di aver
cancellato dal proprio
repertorio. Voci, e ora la
foto, testimonierebbero il
contrario. C’è da stupirsi?
Il navigato Humphrey Bogart
commenterebbe freddamente:
"E’ la guerra, bellezza". La
guerra, o comunque come
altro la si voglia chiamare.
Giuliano Capecelatro
Fonte:
http://www.ilsalvagente.it
Sideweb, 25 novembre 2009 |
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