Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-01714
presentata da ELETTRA DEIANA martedì 4 marzo
2003 nella seduta n.274
DEIANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sul Nuovo giornale dei militari, ed n. 3 del 2003, è stata pubblicata
una lettera-articolo riguardante una riunione, svoltasi il 10 dicembre 2002
presso il 1 reggimento Corazzato di Teulada, avente per oggetto «Riunione sulla
sicurezza - istruzione semestrale»;
in tale articolo si riportava come, nel corso della riunione, il relatore,
maggiore Olla, ufficiale addetto alla sicurezza, nell'elencare le associazioni
pericolose e sovversive, ha evocato la dicitura «pseudo sindacalisti» facendo
espressamente riferimento a una direttiva emanata dal Sottocapo dello Stato
Maggiore dell'esercito, generale Roberto Speciali, con la quale si ribadisce il
divieto per i militari all'adesione e associazione a carattere sindacale,
evidenziando come tale violazione comporterebbe grave sanzione disciplinare
oltre che reato penalmente perseguibile;
il relatore, inoltre, ha proseguito invitando i presenti a segnalare nominativi
di colleghi iscritti a tali associazioni e anche eventuali richieste di adesione
ad esse, citando espressamente l'Associazione xxx
quale organismo a carattere sindacale la cui attività metterebbe in discussione
la buona immagine delle forze armate;
nel suddetto articolo viene, inoltre, sottolineato lo sconcerto e il
disorientamento determinatosi tra i militari presenti alla riunione per sentirsi
invitati apertamente alla delazione e per il clima e modalità con cui l'invito
veniva rivolto, tanto da apparire chiaramente un vero e proprio atto
intimidatorio;
sin dal mese di gennaio 2002, presso diversi enti dell'aeronautica, i locali
comandi, tramite comunicazioni riservate - prot. CL/US/01/63 - hanno richiamato
l'attenzione del personale dipendente sui divieti di cui all'articolo 8 della
legge n. 382 del 1978, in materia di diritti associativi e sindacali,
richiedendo, contestualmente, ad personam notizia di eventuali adesioni
ad alcune associazioni, elencate in apposito allegato, classificate come
associazioni professionali a carattere sindacale che opererebbero in assenza di
autorizzazione ministeriale;
risultano quindi, sia dalla riunione del 1 Reggimento Corazzato di Teulada, sia
dalla divulgazione presso i vari enti dell'esercito della citata informativa
riservata, emanata dal generale Roberto Speciali, gravi affermazioni rivolte in
particolare all'attività dell'Associazione....;
tale sodalizio, indebitamente classificato come professionale a carattere
sindacale, è già stato «monitorato» nel 1993, dallo Stato maggiore della Difesa
e dal Ministro pro tempore, con esiti liberatori per lo stesso
sodalizio, scaturiti dal riscontro dell'inesistenza di elementi obiettivi per
essere considerato illegale;
l'associazione di cui sopra fonda la sua esistenza e la sua attività sui
principi e i dettami della Costituzione della Repubblica nonché sui diritti
insopprimibili da essa garantiti;
l'oggetto statutario dichiarato dall'Associazione è quello di operare in difesa del pieno esercizio dei diritti
individuali e collettivi garantiti dalla Costituzione, impegnandosi, in
particolare, a favore delle FF.AA, FF.PP., Corpi di Polizia civili, in servizio,
in quiescenza nonché a favore dei dipendenti pubblici di cui agli articoli 1 e 2
del decreto legislativo n. 29 del 1993;
la sua attività prevalente si esplica attraverso la promozione di iniziative
volte alla tutela dei diritti e degli interessi morali e materiali dei soci,
mediante interventi diretti agli Organi Istituzionali, all'opinione pubblica e
ai mezzi di informazione, per stimolare e sollecitare ogni risposta utile al
raggiungimento dei suoi fini sociali;
la scelta di attribuire caratteri sindacali a tale associazione appare del tutto
immotivata e arbitraria, considerata la forma associativa di volontariato che
opera nel sociale senza alcuno scopo di lucro, e appare una evidente violazione
all'esercizio dei fondamentali diritti di cui sono titolari i singoli cittadini
militari anche nelle loro istanze di natura collettiva;
l'iniziativa del maggiore Olla, come l'informativa del generale Roberto
Speciali, tendono inoltre a esercitare una potestà di intervento verso soggetti
estranei alla giurisdizione militare nonché ad acquisire presso il personale
militare stesso, con modalità del tutto arbitrarie, dati e informazioni che
violerebbero apertamente il diritto all'associazionismo e all'esercizio della
libertà di cittadinanza dei singoli militari che deve essere sempre
costituzionalmente piena, non inibita ma neanche dimidiata né sovradimensionata
dallo specifico ruolo militare;
il sottosegretario Berselli, rispondendo ad un interrogazione rivolta in
Commissione Difesa lo scorso 21 novembre dall'interrogante, ha parlato
espressamente di «comunicazioni diramate dagli organi centrali verso la
periferia, il cui oggetto, si affermava, non perfettamente rispondente ai reali
contenuti della comunicazione stessa, che ha prodotto iniziative condizionate da
un equivoco di fondo...» e che «nell'oggetto dell'informativa è stato fatto
erroneamente cenno ad associazioni professionali a carattere sindacale,
ingenerando una conseguente impropria interpretazione della nota...» -:
se non si ritengano illegittime le iniziative assunte dall'amministrazione
militare e quali provvedimenti si intenda adottare al fine di evitare per il
futuro il verificarsi di episodi analoghi che possano compromettere le libertà
associative in ambiti e con finalità non vietate dalla legge ai cittadini
militari. (5-01714)
RISPOSTA DEL
GOVERNO - ON. BERSELLI
Sulle problematiche relative all'associazionismo libero
e democratico tra cittadini, per i più svariati scopi, a volte coinvolgenti
anche militari, la Difesa, come ricordato dallo stesso Onorevole interrogante,
ha già avuto modo di esprimersi rispondendo
all'interrogazione n. 5-01089,
presso questa Commissione.
Nella circostanza, dopo aver puntualizzato, tra l'altro,
che non vi è alcuna preclusione alla partecipazione di militari a tali sodalizi,
a meno che le attività degli organismi non siano in contrasto con la normativa
sulla disciplina militare, la Difesa aveva assicurato che
avrebbe posto in essere ogni possibile sforzo teso al chiarimento di quanto
fosse di dubbia interpretazione, relativamente alle disposizioni di cui
alla Legge 11 luglio 1978, n. 382, recante, appunto, norme di principio sulla
disciplina militare.
Ciò è avvenuto con l'emanazione di apposita direttiva
finalizzata ad assicurare un'applicazione univoca e garantista della normativa.
Fatta questa doverosa premessa, è ora possibile affrontare nel merito i quesiti
sollevati con l'atto di sindacato ispettivo cui si risponde.
Nel corso della riunione richiamata nell'interrogazione, che affrontava tutta
una serie di aspetti connessi con la sicurezza delle infrastrutture e delle
comunicazioni, l'Ufficiale relatore ha effettivamente illustrato al personale
presente il contenuto di alcune direttive di Forza annata, che riprendevano
quanto delineato dallo Stato Maggiore della Difesa in merito alla problematica
delle associazioni di natura sindacale, dedicandovi appena cinque minuti su una
durata complessiva della riunione di circa un'ora.
Non risulta, tuttavia, che il relatore abbia mai, asserito che l'associazione
citata dall'interrogante fosse annoverabile tra quelle pericolose
o a sfondo sovversivo né, tantomeno, ha paragonato o correlato la stessa ad
altre di carattere sovversivo.
Allo stesso modo, non risulta che siano stati formulati inviti, nei confronti
dei presenti, a segnalare nominativi di altro personale aderente
all'associazione in argomento.
Pertanto, nel rilevare un uso strumentale e distorto dei reali contenuti della
riunione da parte dell'autore della lettera-articolo cui l'interrogante fa
riferimento, la Forza armata interessata ha disposto che ne venisse informata la
competente Procura Militare.
In tale quadro, non si individuano nell'episodio oggetto dell'interrogazione i
presupposti minimi indispensabili per assumere iniziative volte a censurare il
comportamento sia dell'Amministrazione militare che dell'Ufficiale che ha tenuto
la riunione.
Non si ritiene, infatti, che siano state poste in essere le paventate azioni
tese ad «esercitare indebite potestà d'intervento verso soggetti estranei alla
giurisdizione militare», o ad inficiare «il diritto all'associazionismo e
all'esercizio delle libertà di cittadinanza dei singoli militari».
Rimane fermo, tuttavia, l'impegno dell'Amministrazione
Militare a vigilare affinché la libertà associativa dei militari, negli ambiti e
con finalità non vietate dalla legge, sia sempre garantita.
REPLICA DELL'ON.
DEIANA
L'On. Elettra DEIANA (RC), replicando, si dichiara soddisfatta della
risposta, in particolare per quanto riguarda le assicurazioni sul rispetto della
libertà associativa e di espressione del personale militare.
Luigi RAMPONI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle
interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.45 del 3/7/2003.
|