<<SPESE DI MISSIONE
PERSONALE MILITARE - NUOVA INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE DIFESA
SULL'AGGREGAZIONE...>>
Ritorniamo sull'argomento
trattato alcune settimane fa, pubblicando una nuova
interrogazione presentata in Commissione Difesa e rerelativa al
rimborso delle spese di missione del personale militare.
Nonostante le ultime leggi che
disciplinano il trattamento di missione per il personale
Militare, il Sottosegretario alla Difesa - Emidio CASULA -
citando alcune norme di legge molto piu' vecchie di quelle
attuali, conferma la validita' dell'aggregazione per il
personale militare dell'Aeronautica.
Evidente l'insoddisfazione
dell'Interogante e di tutto il personale dell'Aeronautica
militare.
La
precedente interrogazione e' disponibile
qui.
Sideweb, 29/12/2006
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INTERROGAZIONE
A RISPOSTA
IMMEDIATA IN COMMISSIONE
5/00523
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura : 15 |
Seduta
di annuncio : 88 del 12/19/2006 |
Firmatari:
Primo
firmatario: ASCIERTO FILIPPO |
Gruppo:
ALLEANZA NAZIONALE |
Data
firma: 12/19/2006 |
Commissione assegnataria:
Commissione IV COMMISSIONE (DIFESA) |
Destinatari:
Attuale delegato a rispondere e data delega :
Ministero destinatario : |
MINISTERO DELLA DIFESA 19/12/2006 |
ASCIERTO. - Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
la legge 26 luglio 1978, n. 417, attribuisce al dipendente
inviato in missione la facoltà di chiedere, dietro presentazione
di regolare fattura, il rimborso delle spese dell'albergo;
il decreto-legge 24 novembre 1990, n. 344, convertito nella
legge 23 gennaio 1991, n. 21, all'articolo 3, comma 2,
stabilisce che a decorrere dal 1o gennaio 1990, al
personale militare, per incarichi di missioni di durata
superiore a dodici ore, compete il rimborso delle spese
documentate, mediante fattura o ricevuta fiscale, per il
pernottamento in albergo della categoria consentita e per uno o
due pasti giornalieri. Lo stesso articolo, al comma 7, introduce
la possibilità di fruire di vitto ed alloggio gratuiti forniti
dall'Amministrazione;
il decreto del Presidente della Repubblica 255/99 ha introdotto
la delegificazione nella materia, tra le altre, espressamente
prevista quale oggetto di concertazione dall'articolo 5, comma
1, lettera g) del decreto legislativo 195/95 (trattamento
economico di missione). L'effetto delegificante, riferito a
materie espressamente contemplate, operato dall'articolo 6,
comma 9, del decreto del Presidente della Repubblica 255/99
prevede unicamente l'istituto dell'aggregazione per l'alloggio
solo in caso di mancata disponibilità alberghiera, ovvero di
frequenza di corsi di durata superiore a trenta giorni,
modificando espressamente l'articolo 3, comma 7 della legge
21/1991. Tale delegificazione ha quindi originato una evidente
abrogazione dell'articolo 3, comma 7, della legge 21/1991 così
come in illo tempore articolato e, comunque, una
cessazione di efficacia da attuarsi tramite la disapplicazione
dello stesso;
l'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 13
giugno 2002, n. 163, ha infine confermato come al personale
inviato in missione in caso di pernottamento competa «il
rimborso delle spese di albergo fino alla prima categoria con
esclusione di quelle di lusso»;
risulta all'interrogante che lo Stato maggiore dell'Aeronautica
Militare ha inizialmente rispettato i rigidi parametri fissati
dal decreto del Presidente della Repubblica 255/99 tanto che,
per relationem, con la direttiva protocollo
SMA125/9277/F3-1/2 dell'11 giugno 2003 ha stabilito che «la
carenza di risorse finanziarie per la corresponsione della
indennità di missione non possa - da sola - costituire idonea
giustificazione del provvedimento di aggregazione per l'alloggio»;
successivamente, con le direttive interne (protocolli n. M-D.AVVSMA/9733
del 14 febbraio 2006 e n. M-D.AVVSMA/22686 del 30 marzo 2006) lo
stesso Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare ha ribaltato
tale concetto disponendo l'aggregazione del personale militare
inviato in missione in strutture militari, in condizioni spesso
non decorose e precarie dal punto di vista igienico-sanitario,
come evidenziato da numerose azioni della Rappresentanza
militare;
per di più, il largo uso dell'istituto dell'aggregazione per
l'alloggio è applicato solo al personale dell'Aeronautica
militare contrariamente a quanto avviene in altre forze armate,
secondo l'interrogante in palese contrasto a principi di equità
e di uguaglianza sostanziale -:
se non ritenga opportuno sollecitare il Capo di Stato Maggiore
dell'Aeronautica Militare perché ritiri espressamente le
direttive interne (protocolli n. M-D.AVVSMA/9733 del 14 febbraio
2006 e n. M-D.AVVSMA/22686 del 30 marzo 2006) che impediscono al
personale dell'Aeronautica Militare di fruire di un loro diritto
contrattuale evitando, nel contempo, l'insorgere di eventuali
contenziosi amministrativi inerenti la problematica de qua.
(5-00523)
TESTO DELLA RISPOSTA
Il sottosegretario Emidio CASULA risponde
all'interrogazione in titolo.
L'atto in discussione affronta la questione riguardante la
Direttiva dell'Aeronautica Militare sulle «Disposizioni per
l'impiego ed il controllo della spesa delle missioni nazionali
ed estere del personale militare», ove, tra l'altro, viene
contemplato, in aderenza alle norme vigenti in materia, il
ricorso alle strutture logistiche alloggiative e di ristorazione
dell'Amministrazione.
Come noto, le riduzioni di bilancio operate negli ultimi anni
hanno comportato - inevitabilmente - una significativa
limitazione delle dotazioni finanziarie da destinare, fra
l'altro, anche al soddisfacimento delle esigenze connesse alle
attività svolte dal personale fuori dell'ordinaria sede di
servizio.
La scelta del Governo, finalizzata al contenimento della spesa
pubblica, ha implicato ed implica tuttora un'azione
amministrativa indirizzata ad ottimizzare il rapporto tra
risorse e conseguimento degli obiettivi prefissati.
In tale ambito, le Forze Armate - nel rispetto del principio di
buona amministrazione - hanno dovuto, necessariamente, adottare
una serie di misure per contenere le spese di missione del
personale militare.
In tale ottica, pertanto, l'Aeronautica Militare ha emanato la
predetta Direttiva con cui - fermo restando il soddisfacimento
delle prioritarie esigenze istituzionali - vengono indicate
diverse misure concrete, tra le quali il ricorso alle strutture
alloggiative e di ristorazione dell'Amministrazione, che ciascun
Comandante, nell'ambito della propria autonomia, può adottare.
Al tal riguardo, si rende noto che l'«aggregazione» del
personale militare inviato in missione, intesa come obbligo di
fruire di vitto e/o alloggio a carico dell'Amministrazione, è
una misura in linea con le norme vigenti in materia (Legge n.
836 del 1973, legge n. 21 del 1991 e Decreto del Presidente
della Repubblica n. 1076 del 1976 - RAU).
Tali norme, infatti, prevedono, espressamente, la possibilità
per l'Amministrazione di far sì che il dipendente, inviato in
missione isolata, fruisca gratuitamente di alloggio e vitto
fornito dall'Amministrazione stessa.
Peraltro, i principi di economicità e di ottimizzazione delle
risorse finanziarie disponibili, devono essere alla base di ogni
scelta della Pubblica Amministrazione (articolo 7 comma 9 del
Decreto del Presidente della Repubblica n. 163 del 2002).
La Direttiva in parola, inoltre, ha precisato che il ricorso
alle strutture alloggiative della Difesa debba essere adottato
solo previa valutazione della conformità dello «standard»
abitativo all'esigenza da soddisfare, fissando, peraltro, chiari
criteri per l'alloggiamento nelle citate strutture.
Essa, non ha abrogato le norme richiamate (Legge n. 417 del
1978, decreto legislativo n. 344 del 1990, Decreto del
Presidente della Repubblica n. 255 del 1999 e Decreto del
Presidente della Repubblica n. 163 del 2002), che sono state,
invece, menzionate quali fonti di riferimento della Direttiva
stessa.
È di tutta evidenza, quindi, che la Direttiva, lasciando
ovviamente impregiudicata la possibilità di disporre l'invio in
missione secondo le vigenti norme di legge, si è solo limitata a
dettare più razionali modalità d'impiego sia del personale
militare comandato in missione, al fine di non inficiare
l'indispensabile continuità delle normali attività operative,
addestrative e di formazione (frequenza corsi), sia delle
disponibilità finanziarie del Reparto di appartenenza.
Il ricorso da parte dell'Amministrazione Difesa alle proprie
strutture militari per le missioni, garantisce alle Forze Armate
di poter disporre della presenza del proprio personale militare,
anche nei casi di esercitazioni, campi o manovre militari.
In relazione, infine, alla qualità degli alloggi messi a
disposizione dalla Forza Armata, premesso che essi soddisfano i
richiesti requisiti di abitabilità, si assicura che
l'Aeronautica, sempre attenta alle richieste della
Rappresentanza Militare ed alle esigenze presenti nel settore
alloggiativo, ha già avviato le necessarie azioni che, elevando
ulteriormente i predetti standard abitativi, ottimizzino le
condizioni per una sempre più proficua ed efficace attività del
proprio personale impegnato fuori dell'ordinaria sede di
servizio.
REPLICA
Filippo ASCIERTO (AN) si dichiara
insoddisfatto per la risposta del Governo, in quanto ritiene che
ad una parte del personale militare non vengano riconosciuti
benefici previsti dalla legge. Pertanto, nonostante il problema
della carenza di risorse finanziarie, ritiene che il Governo con
la sua risposta avrebbe dovuto assumere l'impegno di
omogeneizzare il trattamento del personale militare in missione,
anche eventualmente prevedendo l'obbligo del pernottamento in
caserma per tutti i militari.
Sideweb, 29/12/2006
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Tessera 2007/08
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