Anche il
leader del Partito POPOLARI/UDEUR On. Clemente
Mastella interviene sul nostro portale per esprimere le
proprie riflessioni sulle condizioni dell’organizzazione
militare.
Una
figura nuova che manifesta grande interesse per la
categoria, si pronuncia su passato, presente e futuro, in
replica alla relazione del Ministro della Difesa.
Oramai
siamo giunti alla fine della campagna elettorale, ma il
successo della Vostra sensibilità ed operosità continua
ininterrottamente onorando la nostra politica basata sulla
libera e corretta informazione.
Con
l’occasione, riteniamo opportuno evidenziare che tutte le
forze politiche sono state invitate ad esprimersi, e la
scelta di non rivelarsi rimane ovviamente libera facoltà di
ogni schieramento.
Ribadiamo
pertanto, qualora dovessero sorgere dei ripensamenti, la
nostra massima disponibilità a pubblicare ogni eventuale
comunicazione pervenutaci.
sideweb,
6 aprile 2006
Puoi
leggere o intervenire sul blog!
Cari amici di militari.org – Sideweb,
il mio personale intervento, ancorché finalizzato a farmi
meglio conoscere e a dialogare con Voi, non vuole disegnare
un quadro che raffiguri il classico spot elettorale di fine
campagna (se fosse stato questo l’intento, mi sarei
manifestato molto prima ed avrei semplicemente cercato di
promuovere il nostro programma), ma soltanto portarVi a
conoscenza che anche la mia forza politica, la quale cerco
onoratamente di rappresentare in qualità di Segretario
del partito, ha sempre mostrato una particolare
attenzione verso quelle che rappresentano le novità che
colpiscono il mondo militare, in particolare gli uomini e le
donne che “vestono” la divisa, con le loro famiglie, alle
prese con i problemi della quotidianità, e con la
consapevolezza delle maggiori difficoltà da affrontare
rispetto ad altre categorie di lavoratori, proprio a causa
del particolare stato di servizio. Non è necessariamente con
la visibilità che si dimostra attenzione ed affetto
sociale.
Di
fronte ad un governo che continua a rispondere del proprio
operato ai cittadini dando “numeri” e percentuali, palesando
con ciò i laboriosi tentativi di voler coprire i fallimenti
raggiunti, il vostro sito manifesta tutte le differenze che
vi sono tra l’apparire e l’essere. E le conferme giungono
direttamente dall’interno degli stabilimenti militari,
espresse a gran voce da tutti quei soldati che dimostrano,
nonostante tutto, l’enorme attaccamento e la smisurata
fedeltà nei confronti dell’organizzazione militare che
rappresentano.
Molti di Voi conosceranno le tradizioni del
partito Popolari/UDEUR, forza della democrazia, della
moderazione e del rispetto dell’uomo lavoratore, valorizzato
come l’elemento centrale di ogni organizzazione. Affermare
della necessità di dare più spazio e più voce a tutti per
valutare i sacrifici e lodare anche coloro che indossano
l’uniforme, non significa necessariamente fare propaganda
demagogica, ma rispettare, prima di tutto, l’Istituzione
stessa.
Non è solo il Ministero della Difesa ad
occuparsi dei Vostri avvenimenti. Anche noi abbiamo letto
con interesse i vostri articoli, commenti, analisi, utili
per comprendere concretamente la realtà e la quotidianità
della vita di caserma, in particolare le difficoltà con le
quali ci si confronta e ci si combatte per raggiungere
quegli obiettivi irrinunciabili di difesa del territorio e
delle istituzioni e per garantire la sicurezza dei cittadini
italiani.
Non voglio stare qui ad esaminare punto per
punto quanto descritto nel documento da Voi divulgato. Le
risposte dei lettori sono sufficienti a dare un giudizio
rappresentativo dell’operato di questo governo. A me preme
solo parteciparVi le mie riflessioni scaturite da tali
informazioni.
Nonostante le gravi difficoltà economiche in
cui versa il nostro paese, sicuramente la politica poteva e
doveva affrontare diversamente tali problemi. La
dimostrazione risiede nel fatto che si sta continuando a
sottovalutare le condizioni di vita di molte famiglie
italiane, a quanto pare anche quelle degli appartenenti alle
FF.AA. e Forze dell’Ordine. I Vostri interventi ed i Vostri
sfoghi manifestano tale preoccupazione. Ora è giunto il
momento di pensare sul serio a questi operatori
infaticabili, cercando innanzitutto di cambiare questa
classe politica che sta fortemente penalizzando il nostro
Paese.
Noi stiamo contribuendo in maniera seria ed
energica alla realizzazione di un programma di governo dove
la nostra politica si basa essenzialmente sulla “famiglia”,
punto di partenza per consentire la crescita di quei sani
valori cristiani che affiorano principalmente tramite le
stesse relazioni umane ed affettive.
Politica basata sul dialogo e sulla
comprensione di quelle donne e uomini che lottano per il
cambiamento. Coinvolgendo, pertanto, anche la vostra
categoria nella vita sociale per evitare il rischio di
perdere fiducia nelle Istituzioni e per vivere da
protagonisti la responsabilità di essere “cittadini
italiani”.
Ho letto di tante promesse fatte, aumento
delle retribuzioni, degli organici, degli investimenti, ma
poi vedo tagliare le risorse necessarie non solo per
affrontare le attività finalizzate a garantire le migliori
condizioni di lavoro, o di tutela della salute, del
benessere e di ogni forma di sostentamento, ma che incidono
duramente sullo svolgimento dei compiti d’istituto
compromettendone la stessa capacità operativa. Il tutto con
la complicità innocente degli stessi appartenenti alle Forze
Armate che con dedizione e zelo affrontano in silenzio i
compiti attribuitogli.
E nel fugare ogni falso proclama
propagandistico che arriva dal governo, certamente
finalizzato a recuperare quella credibilità perduta, ci si
rende conto che si sta continuando con questa politica,
basata talvolta sull’arroganza di chi intende convincere
della purezza delle proprie idee e del proprio operato, a
tutti i costi.
Più chiarezza, invece, sarebbe auspicabile,
per comprendere, intervenire e risolvere, per quanto è
possibile, le gravi problematiche che penalizzano la
struttura militare.
E’ facile riempirsi la bocca sulle opere e
gli obiettivi eccellentemente raggiunti dalle Forze Armate e
dalle Forze di Polizia. Difficile diviene accettare, poi,
l’assenza di quel rispetto “concreto” verso gli operatori
che, costretti ad una difficoltà di vita quotidiana e tra
mille peripezie disagi e sacrifici rappresentano quei
successi tanto celebrati.
La falsa convinzione che il personale delle
Forze Armate e delle Forze di Polizia siano di pertinenza di
un unico “colore” politico non può essere credibile in un
sistema democratico che lo annovera quale la più importante
risorsa che si esprime al servizio dei cittadini.
E’ di pubblica consapevolezza quanto sia
forte il mio “senso dello Stato” così come la mia diffusione
del rispetto delle Istituzioni.
L’intento di ricomporre un grande “centro”
significa ritrovare la cultura del dialogo e della
moderazione, prendendo l’ispirazione appunto dal passato con
l’energia che deriva da un indubbio patrimonio di principi,
di valori e di riferimenti etici, composto di quelle sfide
vincenti che stanno permettendo l’apertura verso il
cambiamento.
Saremo noi la “garanzia” per un nuovo governo
moderato, tradizionalmente attenti alle aspettative degli
operatori delle Forze Armate. Il nostro equilibrio e la
nostra mitezza rappresenteranno appunto la tranquillità.
Tanto si deve fare, notevoli dovranno essere
gli interventi strutturali ed economici nonostante la
situazione di profonda crisi congiunturale, valorizzando
l’operato di tutti i “soldati”, militari e non, che ogni
giorno operano in divisa al servizio del paese affrontando
pericoli e rischiando la propria vita per il bene collettivo.
Innanzitutto, studiando la composizione
sociale dell’esercito, unitamente alle proprie famiglie, per
poi sviluppare equità e politiche di sostegno per i più
bisognosi, onde diffondere certezze e motivazioni circa il
ruolo che ricoprono. Inoltre, accogliendo quel monito così
diffuso di tanti soldati intervenuti nel Vostro blog, che
chiedono di essere ascoltati e rispettati piuttosto che
“… perseverare nel dipingere di
azzurro il futuro, quando è da diverso tempo che è di un
grigio tendente al nero…”
Non si tratta di populismo ma di scelte,
scelte politiche. Quando mi accosto alle classi più
sofferenti della Vostra categoria, con la notoria
sensibilità espressa dal nostro programma indirizzato a
tutelare prioritariamente le classi più deboli e disagiate,
ed in particolare leggo di “precariato” nelle FF.AA.,
l’istinto mi porta a confrontarla con i gruppi di vertice
dell’Istituzione Militare, sicuramente non messi nelle
migliori condizioni per gestire questo diffuso decadimento,
ma certamente molto meglio tutelati e forse poco attenti
verso questa profonda crisi di valori morali e sociali.
Ovvero, se lo slogan sulla casa di abitazione urla … “deve
essere un diritto per tutti”, non si possono perseguire
le politiche sulle “cartolarizzazioni” per fare cassa e
sfrattare gli apparentemente sine titulo senza
valutarne le conseguenze e le ripercussioni sociali.
Sicuramente una maggiore attenzione su questi temi di
massima rilevanza sociale avrebbe permesso meno conflitti e
più coerenza.
La lontananza della politica da questi temi
rischia di consentire la crescita spontanea delle “selezioni
di classe”, un tumore assolutamente da sconfiggere se si
vuole evitare un clamoroso percorso all’indietro.
Ora, non voglio tediarVi oltre con il mio
intervento. Ben altro avete di cui discutere e su cui
riflettere.
Con cordialità
Roma, 05 aprile 2006
On. Clemente
Mastella
Segr.
Popolari/Udeur