<<VOLONTARI
IN FERMA PREFISSATA FF.AA. - APPROFONDIMENTO>>
I
VOLONTARI
IN FERMA PREFISSATA DELLE FORZE ARMATE
Un percorso arduo nel riconoscimento dei loro diritti
Orario di lavoro, permessi, congedo a domanda…
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Un invito al
Parlamento a fare scelte più coraggiose
Il
Parlamento si appresta a discutere ed approvare le modifiche
alla legge sull’esercito professionale, dlgs 215/2001, toccando
alcuni aspetti che riguardano i volontari in ferma prefissata.
Nonostante
emergano alcuni interventi a favore di questi “precari” con le
stellette, riteniamo che non siano sufficienti ad eliminare il
disagio che sembra essere particolarmente diffuso in questa
categoria di mlitari delle forze armate. Nel corso delle nostre
attività di tutela legale infatti ci sono giunte, come
continuano ad giungerci, numerose richieste di assistenza da
parte di volontari in ferma prefissata che incontrano notevoli
difficoltà nel recupero delle numerose ore di attività svolte
oltre il nomale orario di lavoro settimanale.
L’ORARIO DI
LAVORO
I limiti del
disegno di legge del governo
Se per un
verso si osservano dei timidi interventi di miglioramento della
condizione dei volontari in F.P., dall’altro bisogna evidenziare
come il provvedimento eviti di entrare nel merito del
problema principale dei volontari che è quello relativo
all’orario di lavoro, e al fatto che manca una disciplina
legislativa che riconosca in modo inequivocabile il diritto ad
un recupero ovvero compenso 1:1 delle ore di straordinarie, sia
relativae alla normale attività lavorativa che ai servizi di
presidio. Si tratta di applicare un semplice principio di
civiltà giuridica consentendo così di limitare l’eccessiva
discrezionalità che viene subita da questa figura di volontari.
Un problema connesso oltremodo con la facoltà che l’attuale
testo normativo riconosce alle autorità militari, di impiegare i
vfp oltre l’orario di lavoro senza che vi sia una garanzia
legislativa al diritto di ottenere un totale recupero delle ore
svolte (co.3 art. 12 ter dlgs 215/2001), e con i rinvii alle
disposizioni interne di ogni singola forza armata che possono
dare luogo ad applicazioni sperequative (art. 9 dlgs 505/97).
LE 36 ORE DI
PERMESSO RETRIBUITO
I pareri
delle Autorità tecnico-militari, qualche passo indietro.
Dalla
lettura delle proposte di modifica-integrazione al d.d.l.
formulate dalle Autorità tecnico-militari, emergono alcune
novità positive di miglioramento del testo normativo ma in
alcuni passi la tendenza sembra essere diretta verso una
regressione dei diritti dei volontari. E’ il caso ad esempio
della proposta tesa a riconoscere le 36 ore di permessi annuali
retribuiti ai soli vfp4 escludendo quindi i vfp1 (vedi note
all’articolo 11 del parere Consiglio Superiore delle FF.AA.).
Tale modifica si rivelerebbe peggiorativa rispetto all’attuale
testo del comma 7 art. 12 ter Dlgs 215/2001, che fa riferimento
a tutti i volontari in ferma prefissata.
LE
LIMITAZIONI NEL CONGEDO A DOMANDA
Il timore
della fuga e la concorrenza dell’impresa privata
Particolarmente emblematiche sono le preoccupazioni relative ai
casi di congedo a domanda, che si riscontrano nelle note
esplicative delle proposte avanzate dagli organi
tecnico-militari (Consiglio Superiore Forze Armate). Va
riconosciuto a tali interventi il merito di estendere la
possibilità di congedarsi a domanda anche ai casi in cui il
volontario venga assunto presso le imprese private, mentre prima
tale facoltà era prevista solo qualora si trattasse di enti
pubblici. Fa riflettere invece l’inciso che mira a escludere da
tale diritto i volontari fp1 paventando incertezza sui possibili
“effetti pregiudizievoli sulla funzionalità delle ff.aa.”
(note articolo 12 Cons.Sup.FF.AA.).
A nostro
avviso, alle spalle di queste preoccupazioni vi potrebbe essere
un’insicurezza legata sostanzialmente al fatto che questa
categoria di militari non ha sufficienti prospettive
professionali.
D’altra
parte anche le forze armate sono chiamate oggi a competere nel
mercato del lavoro al pari delle altre realtà lavorative.
Sono proprio tali ragioni che dovrebbero indurre ad un
riconoscimento di una maggiore tutela del volontario, rendendo
così appetibile l’impiego nella forza armata e facendolo
desistere da altre “tentazioni”.
A nostro
avviso questo obiettivo è perseguibile attraverso le tappe
obbligatorie di un riconoscimento ai volontari degli stessi
diritti spettanti al personale in servizio permanente e alla
promozione di una qualificazione professionale che sia realmente
spendibile nel mondo del lavoro privato o pubblico non
militare.
PER IL
GOVERNO E IL PARLAMENTO UN’OCCASIONE DA NON PERDERE
Concludiamo
il nostro breve appunto sulle modifiche normative che sono al
vaglio del Parlamento, augurandoci che sui temi esposti vengano
effettuati i necessari approfondimenti, e che le forze
parlamentari tutte si facciano carico di dare una svolta
effettiva al trattamento di questi “lavoratori precari con le
stellette”.
La
particolarità dei rischi che sono chiamati a correre, deve
invero essere compensata non con la mortificazione delle
condizioni lavorative ma con una valorizzazione professionale
che li parifichi al trattamento sociale e giuridico del quadro
permanente.
Sarà nostra
cura proseguire con l’analisi dei testi delle proposte di legge
e tenervi aggiornati sugli sviluppi.
Per capire di
piu' cosa sta succedendo, su questa pagina mettiamo a
disposizione il testo di riforma che il Parlamento sta
discutendo -
Clicca qui!
Su questa
pagina abbiamo pubblicato il nuovo codice dei volontari in ferma
prefissata delle Forze Armate, edizione 2006 -
Clicca qui!
Sideweb,
08/10/2006
Ufficio Servizi Giuridici
www.forzearmate.org
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Tessera 2006/07
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