Risposta. - L'interrogazione in discussione affronta la
questione relativa all'interruzione dell'attività
addestrativa svolta presso il 78
o Reggimento
«lupi di Toscana» di Firenze e, più in particolare, alla
presunta imminente chiusura dell'Ente in parola.
In primo luogo, si precisa che la citata sospensione, si è
resa necessaria in esito alle valutazioni effettuate dalla
Forza armata sullo stato delle infrastrutture del sedime in
argomento - sede della citata Unità addestrativa - che è
risultato vetusto ed inadeguato ai necessari standard
abitativi previsti per i Volontari di truppa e che,
pertanto, osta a qualunque convenienza al suo mantenimento
in vita da parte dell'Esercito.
Quanto invece, alle presunte «voci sull'imminente chiusura»
del citato reggimento, si fa notare, preliminarmente, che la
questione rientra nel più ampio quadro del processo di
ristrutturazione e snellimento dell'organizzazione militare,
caratterizzato da vari provvedimenti di soppressione,
accorpamento e riorganizzazione delle strutture, avviato da
alcuni anni e tuttora in divenire, in attuazione di una
serie di atti normativi, tesi a meglio modulare le Forze
armate alle nuove esigenze, adeguandole, nel contempo, alle
riduzioni dei livelli organici (190.000 unità) stabilite
dalla legge 14 novembre 2000, n. 331.
Tale processo è volto ad ottimizzare tutte le componenti
delle Forze armate, ossia quelle di vertice e delle aree
operativa logistica, dell'organizzazione territoriale e
della formazione.
In sostanza, si intende perseguire soluzioni tese ad
ottenere un migliore rapporto costo/efficacia, attraverso la
soppressione di strutture ormai non più funzionali, nonché
la ridefinizione delle funzioni di Comandi/Enti ed il loro
accorpamento, per quanto possibile, in chiave interforze e
comunque di non sovrapponibilità funzionale e territoriale.
L'obiettivo finale, in sintesi, è quello di calibrare uno
strumento militare di ridotta entità, ma di più elevato
profilo qualitativo in termini di capacità di proiezione,
flessibilità e supporto logistico-amministrativo, ad un
tempo pienamente integrabile ed interoperabile dal punto di
vista interforze e multinazionale.
Fatta questa opportuna premessa, si fa rilevare come
l'intervenuta sospensione della leva (gennaio 2005) in
coincidenza della progressiva professionalizzazione
dell'intero strumento militare, abbia reso sovradimensionata
l'attuale organizzazione della componente addestrativa
dell'Esercito Italiano.
Ciò trova ulteriore conferma nel programmato piano dei
reclutamenti dei volontari in ferma prefissata di un anno
(VFP1), che individua una graduale riduzione degli
arruolamenti da 16.000 unità per il 2007 a 4.000 unità nel
2020.
Pertanto, la normativa vigente in materia di riforma
strutturale delle Forze armate (decreto legislativo 15
dicembre 2005 n.253) ha previsto, per l'Esercito, la
riduzione degli attuali Enti addestrativi, da 10 a 3 e,
contestualmente, la soppressione o riconfigurazione dei 7
restanti.
Nell'ottica del riordino della suddetta componente
addestrativa dell'Esercito, hanno inciso, ulteriormente e
significativamente, la riduzione degli stanziamenti sul
bilancio della difesa operata nella precedente legislatura,
nonché il taglio delle risorse stanziate per la
professionalizzazione delle Forze armate di cui alla «legge
finanziaria 2007».
Ciò, infatti, ha indotto l'Esercito a procedere al
ridimensionamento delle unità addestrative non più
necessarie, così come contemplato dalla predetta norma,
individuando gli specifici provvedimenti, fra i quali
rientra quello di soppressione del 78
o reggimento
«Lupi di Toscana».
In tale contesto, comunque, sono stati opportunamente
valutati tutti gli aspetti di carattere sociale, economico
ed infrastrutturale, nonché quelli connessi alla presenza
militare e civile nell'area interessata.
4-03001
Il Ministro della difesa: Arturo Mario Luigi Parisi.
27/7/2007