<<MOBBING NELLE FORZE ARMATE -
NUOVA INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE DIFESA DELLA CAMERA DEI
DEPUTATI>>
Pubblichiamo una nuova
interrogazione presentata in Commissione Difesa della Camera il
giorno 13/3/2007, in merito ad un caso di mobbing ai danni di un
Maresciallo della Guardia di Finanza.
Rimanendo sempre su questo
argomento, anche il Cocer dell'Esercito, del precedente mandato,
stimolato anche dal Coir del Foter, delibero' su questo
importante argomento, molto sentito dal personale militare.
La delibera nr. 22 - che
alleghiamo - chiedeva al Capo di SME:
1. di impegnare il Sig. Capo di
Stato maggiore dell'Esercito affinche' istituisca dei centri per
lo studio, il monitoraggio e la prevenzione della problematica
riferita al Mobbing sia a livello Stato Maggiore Esercito che
Alti Comandi ed Ispettorati, con la partecipazione a "pieno
titolo", dei Consigli di Rappresentanza collegata.
La Risposta del Capo di Sme non
raccolse minimamente la richiesta del Cocer, rappresentando che
i casi prospettati sono esterni all'Amministrazione Difesa, e
aggiungendo:
- chi e' soggetto a mobbing puo'
rivolgersi alle Autorita' competenti;
- che da tempo e' stato gia'
istituito un osservatorio permanente sulla qualita' della vita.
Per quanto sopra va detto che il
Cocer fece riferimento ad un caso di mobbing all'interno di un
Circolo Sottufficiali della Liguria (quindi luogo militare), e
che nella delibera parlava anche di studio, monitoraggio e
prevenzione.
Inoltre chiedeva che nei centri
di studio, monitoraggio e prevenzione, venissero inseriti anche
i Consigli di Rappresentanza.
Di seguito invitiamo alla lettura
dei documenti pubblicati.
Delibera sul
mobbing del Coir - Foter
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Delibera nr. 22/06 sul mobbing - Cocer Esercito
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Risposta del Capo di SME alla delibera nr. 22/06
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SENTENZA TRIBUNALE DI LA SPEZIA
CONDANNA IL MINISTERO DIFESA
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ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE
A
RISPOSTA
SCRITTA
4/02902
Dati di presentazione dell'atto
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Legislatura : 15 |
|
Seduta di annuncio :
125 del
13/03/2007 |
Firmatari:
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Primo firmatario:
GIORDANO FRANCESCO |
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Gruppo: RIFONDAZIONE
COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA |
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Data firma: 13/03/2007 |
Destinatari:
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Ministero destinatario : |
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MINISTERO
DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE Attuale delegato a
rispondere e data delega :
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MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
|
13/03/2007 |
Stato iter :
IN CORSO
TESTO ATTO
Atto Camera
Interrogazione
a
risposta
scritta
4-02902
presentata da
FRANCESCO GIORDANO
martedì 13 marzo 2007 nella seduta n.125
GIORDANO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
il maresciallo Vincenzo Marchese all'inizio della sua carriera
veniva assegnato, nell'estate del 1996, presso la Compagnia
della Guardia di Finanza di Firenze;
nel periodo di permanenza a Firenze, risulta all'interrogante,
che l'ispettore venisse impiegato, con un evidente
demansionamento rispetto alle funzioni per il grado acquisito,
in compiti spettanti a gradi inferiori;
in data 18 febbraio 1999, in attività di servizio, rimaneva
coinvolto in un incidente stradale con l'automezzo militare. Da
questo momento in poi una serie di atti che l'interrogante
ritiene vessatori e obiettivamente tra loro concatenati, posti
in essere dalla gerarchia, segnavano la vita professionale del
suddetto maresciallo;
durante la degenza per l'incidente di cui sopra, trascorsa
presso il proprio domicilio ad Aversa, riceveva l'ordine, a
firma Colonnello Bardi Vito, di rientrare a Firenze per essere
sottoposto a visita medica presso l'infermeria di quel Comando e
presso l'ospedale militare del capoluogo toscano, visita che
doveva invece tenersi presso l'ospedale militare più vicino al
luogo in cui usufruiva della convalescenza e, cioè, in quello di
Caserta. Solo in tempi successivi e per le successive degenze,
riuscirà ad ottenere di essere sottoposto a visita presso
l'ospedale militare di Caserta, evitando così, egli
convalescente, coercitivi spostamenti di centinaia di
chilometri;
alle legittime rimostranze per quanto precedentemente accaduto,
il M.O. Marchese ebbe a patire tutta una serie di comportamenti
ostili, subiti presso lo stesso ospedale militare di Caserta.
Uno degli esempi più eclatanti fu la coattiva sottoposizione ad
accertamenti psichiatrici, sebbene la natura delle infermità che
ne causarono l'ingresso in detta struttura era prettamente
ortopedica. Si susseguirono numerosissime battaglie legali, con
grave dispendio economico per il signor Marchese, e, tutto ciò,
per mera difesa di rilevanti interessi legittimi;
nel 2004 l'ispettore riuscirà ad ottenere il diritto di svolgere
esclusivamente servizi sedentari per problematiche ortopediche.
Tuttavia, non è stata riconosciuta appieno la notevole entità
delle infermità contratte dall'ispettore, trattandosi, come
documentabile in atti provenienti dagli stessi ospedali
militari, di una patologia cervicale di media-alta gravità con
discopatie multiple e neuropatie periferiche, e di una
lussazione mandibolare;
si instaurava così una vera e propria intolleranza da parte dei
superiori gerarchici verso il signor Marchese;
il signor Marchese, pur usufruendo di periodi di convalescenza
causati dalle patologie sopramenzionate, riceveva l'ordine di
recarsi a Firenze per sgombrare l'alloggio in caserma di cui
aveva disponibilità e diritto. Successivamente tale
alloggiamento veniva liberato dagli effetti personali
dell'ispettore in data 9 ottobre 2001, senza alcun assenso, ad
opera del Comandante della Sezione Operativa della Compagnia di
Firenze. In seguito tali effetti venivano repertati e chiusi in
scatoloni custoditi nell'ufficio del Comando. Il tutto in
assenza dell'interessato;
in occasione del suo rientro al Reparto dalla licenza di
convalescenza nel marzo 2002, gli veniva ordinato di non
occupare alcun posto letto in caserma (sebbene fosse un suo
diritto) nemmeno quelli temporaneamente disponibili; e così di
fatto sfrattato e con gli scatoloni pieni di effetti personali,
sosteneva ingenti spese presso un locale albergo;
per motivi di assistenza del proprio genitore disabile affetto
da handicap grave, l'ispettore presentava, nel marzo 2002,
domanda di trasferimento ai sensi della legge n. 104 del 1992.
Tale domanda sarà rigettata dal Comando Generale della Guardia
di Finanza, nella persona del responsabile del procedimento,
Generale Bardi;
a fronte dei suddetti comportamenti da parte dei superiori,
plurime e in suo favore sono state le Sentenze dell'A.G.
competente, comprovanti l'avvenuta persecuzione nei confronti
del M.O. Marchese, a mezzo di provvedimenti ingiusti e
gravemente lesivi dei più elementari diritti: Sentenza T.A.R.
Toscana n. 714/2003 avverso diniego trasferimento, Sentenza
T.A.R. Toscana n. 6268/2004 di ottemperanza e di esecuzione del
precedente giudicato su trasferimento, Sentenza T.A.R. Toscana
n. 5018/2004 avverso provvedimento di parziale negazione di
dipendenza da causa di servizio relativamente a collocamento in
aspettativa, Sentenza T.A.R. Toscana n. 1194/2004 avverso
irrogazione di sanzione disciplinare di rimprovero, Sentenza
Consiglio di Stato n. 6426/2004 avverso diniego di accesso agli
atti;
l'ispettore, inoltre, non veniva promosso al grado superiore per
anzianità di servizio (che è una promozione quasi automatica) a
causa della diminuzione di alcune voci analitiche delle schede
valutative (la cosiddetta «documentazione caratteristica»)
redatte periodicamente sul suo conto dai Superiori gerarchici;
trasferito a Napoli, a seguito di ottemperanza del giudicato
amministrativo, il signor Marchese subiva nuovi attacchi
devastanti per la sfera della propria salute;
in diretta relazione all'acquisito diritto a svolgere
esclusivamente mansioni di lavoro sedentario riconosciuto dagli
Ospedali Militari, al signor Marchese è stato ordinato di
compilare un modulo prestampato, non previsto da legge e/o
circolare alcuna, recante per oggetto: «Domanda di impiego dei
militari riconosciuti non idonei in forma parziale». Il
Maresciallo, temendo che la compilazione di detto modulo, per
come era impostato, potesse comportare il congedo dal Corpo,
rifiutava la sua compilazione e presentava altre istanze che,
pur recanti lo stesso oggetto, seguivano criteri di impostazione
diversi, volti, cioè, ad una maggior tutela ed esposizione dei
propri interessi legittimi ed al sostegno del riconoscimento di
un diritto delicatissimo; per aver tenuto detto comportamento
l'ispettore subiva un procedimento disciplinare protrattosi a
lungo;
veniva ordinato al signor Marchese, appena pochissimi giorni
dopo il suo arrivo nella nuova sede, di ripresentare domanda
relativa a quei benefici previsti dalla legge n. 104 del 1992
che gli consentivano di assistere il padre portatore di handicap
grave e che erano già stati ottenuti e, perfino, confermati
dall'Autorità Giudiziaria che, all'uopo, aveva disposto il
trasferimento a Napoli. Nonostante la difficile e avvilente
situazione il signor Marchese si dimostrava collaborativo e
presentava, per ben tre volte, dichiarazioni che avrebbero
dovuto essere pacificamente accettate dai Comandi competenti
quali autocertificazioni sostitutive dell'atto notorio - ex
decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000 - (in
esse l'ispettore dichiarava che nulla era cambiato nella sua
situazione familiare, riconoscendo all'Amministrazione la
facoltà di controllare di sua iniziativa);
nonostante ciò, i responsabili del procedimento, appena
trasferito da Roma a Napoli, non hanno voluto accettare il
valore legale di dette dichiarazioni, esigendo una rinnovazione
in toto dei procedimenti amministrativi relativi e
postulando la necessità della presentazione di una nuova domanda
e di tutta la documentazione relativa, in totale disprezzo della
legge n. 241 del 1990;
l'intero carteggio sul tema, tra il signor Marchese e i
Superiori diretti, è stato portato all'attenzione della Procura
Militare di Napoli mediante un'informativa di polizia
giudiziaria in cui si ipotizzava il reato di «diffamazione
aggravata», perpetrata dal Maresciallo addirittura nei confronti
del Comandante Generale, ed una imputazione di «Insubordinazione
con ingiuria». Verrà, invece, accertato dagli stessi Pubblico
Ministero e Giudice per le indagini preliminari, entrambi
concordi nel disporre l'archiviazione immediata, che l'ispettore
si accingeva, esclusivamente, ad esercitare il proprio
elementare diritto alla difesa;
inoltre, da alcuni documenti recentemente rinvenuti dal signor
Marchese, risulterà che sono stati disposti, ad iniziativa del
Maggiore Natale nei confronti dell'ispettore e a riguardo anche
della sua situazione familiare, accertamenti «strettamente
riservati», non meglio specificati e che parrebbero travalicare
la natura esclusivamente documentale dei controlli previsti
dalla normativa vigente (decreto del Presidente della Repubblica
n. 445 del 2000);
il signor Marchese chiedeva di conferire per esigenze private e
familiari, a mezzo domanda scritta, con un'Autorità che fosse al
di sopra dei propri superiori diretti, poiché questi ultimi si
erano dimostrati irrimediabilmente ostili: individuava tale
autorità nel Comandante Interregionale, Generale di Corpo
d'Armata Mariella Giovanni;
i superiori del signor Marchese invece di inoltrare la richiesta
all'Autorità adita, la bloccavano e gli imponevano di recarsi
presso l'ufficio del diretto superiore, Maggiore Ciro Natale.
Pertanto, il signor Marchese si vedeva costretto ad inoltrare
ulteriore atto di diffida in cui invitava i Superiori a
trasmettere, come da regolamento, la domanda affinché potesse
avvenire il colloquio con il Generale. A seguito di ciò la
domanda di conferimento è stata inoltrata, e dopo invito
formulato dallo stesso Comandante Interregionale, l'ispettore ha
potuto parlare dei propri problemi personali solo ed
esclusivamente con il Generale di Corpo d'Armata Mariella. Il
Maggiore Ciro Natale e il Capitano Ricevuto denunciavano alla
Procura Militare l'ispettore sostenendo che doveva rendere a
loro conto dei motivi per cui era stato adito il Generale e che
la mancata presentazione dell'ispettore nei loro uffici non
poteva essere giustificata neppure da motivazioni di carattere
sanitario. Il Giudice ed il P.M., entrambi concordi, anche in
questo caso, nel disporre l'archiviazione immediata,
decreteranno che il fatto non sussiste e/o non costituisce
reato;
soltanto un duplice intervento del Generale di Corpo d'Armata
Mariella, richiamato in causa dall'ispettore con memorie scritte
e istanze di accesso agli atti, permetteva al M.O. Marchese di
allontanarsi, stante la oggettiva situazione di incompatibilità
ambientale e l'esigenza di assistenza al padre malato di
Alzheimer, da quei superiori che lo avevano, in maniera
infondata e reiterata, denunciato. Tuttavia, attualmente il M.O.
Marchese, pur essendo stato permanentemente riconosciuto: «Non
idoneo in forma parziale», circostanza che gli garantirebbe per
legge agevolazioni in tema di trasferimento, e pur prestando da
due anni oramai servizio a Napoli e provincia, risulta tuttora
essere assegnato «con riserva» al Comando Regione Campania, una
formula, quest'ultima, che non è prevista neppure dalle stesse
circolari del Comando Generale -:
se non ritenga che le vicende del Maresciallo Vincenzo Marchese,
oltre a costituire un palese discredito dell'immagine pubblica
del Corpo della Guardia di Finanza, non si configurino come
gravi violazioni dei diritti fondamentali alle persone e come
gravi pregiudizi alla vita di servizio e privata di un pubblico
dipendente;
se per tali vicende non ritenga di dover disporre una indagine
conoscitiva mediante l'acquisizione dell'intero carteggio al
fine di verificare le responsabilità ed intervenire in
autotutela amministrativa;
quali ulteriori iniziative il Ministro intenda avviare affinché
vengano riconosciuti i diritti del Maresciallo Marchese e la
conseguente possibilità di poter espletare le proprie mansioni
senza subire ulteriori arbitrii che hanno minato la sua salute,
prostrandone il morale attraverso una vera e propria attività di
«mobbing»;
se non ritenga necessario approfondire sulla questione di
eventuali investigazioni o accertamenti riservati nei confronti
della sfera privata del signor Marchese. (4-02902)
RISPOSTA ATTO
SideWeb, 16/3/2007
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Tessera 2007/08
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