Diritti dei militari: ogni iniziativa a favore delle vittime del dovere merita ospitalità sul nostro portale” “Partecipiamo ai nostri utenti la presente iniziativa che intende dare conoscenza del mondo militare attraverso le voci di coloro che lo vivono direttamente” Roma, 13 dic - Cittadini in divisa, le loro storie in un libro per raccontare le verità ignorate. “Una parte della società italiana vive ancora priva di quei fondamentali diritti che la Costituzione riconosce indistintamente a tutti i cittadini e fra questi i militari e gli appartenenti alle Forze di polizia possono essere considerati i “minus habentes” del terzo millennio.” Approfondisci l'argomento >>>
Tutela dei diritti del
personale , precariato e manovra finanziaria. Lettera aperta al Presidente
della Repubblica, da parte di Girolamo Foti, delegato Co.ce.r. dell'Esercito
Con preghiera di pubblicazione a risposta del Signor Marco Luca Comellini e
Domenico Bilello, che al Co.Ce.R c'è gente che fà il suo dovere "io mi
posso guardare allo specchio". Girolamo Foti (*)
Lettera aperta al Presidente della Repubblica.
Roma, 10
lug. - Riceviamo e pubblichiamo. Condividi
Signor Presidente della Repubblica On. Giorgio
Napolitano,
dopo
l'ennesima perdita sul campo del nostro Esercito, con la scomparsa del
giovane collega, la mia coscienza mi ha portato a scriverLe questa lettera.
Ci sono
momenti nella vita in cui ognuno di noi, con forza e coraggio, deve
denunciare la mancanza di rispetto, o forse sarebbe meglio dire la beffa che
sa di oltraggio, che passivamente si deve subire, e che, colpendo una
categoria, si riverbera sui singoli individui.
In questo caso,
mi riferisco ai ruoli militari dei Graduati e dei Volontari di truppa,
oggetto di ingiuste considerazioni.
Mi sento in
dovere di sottoporre alla Sua attenzione, e per Sua intercessione all'intera
opinione pubblica, altri aspetti che ancora oggi non trovano soluzione e
anzi sono peggiorati con l'attuale governo.
Personalmente,
non voglio usare le solite parole di rito nei confronti di un collega
scomparso.
Voglio
difendere i colleghi in vita, e ricordarli con dignità da morti.
Altri
definiscono invece "Eroe" quel collega, come gli altri colleghi che non ci
sono più.
Eppure, signor
Presidente, quell'eroe è lo stesso che, istruito come professionista, viene
impiegato in alcuni reparti italiani in mansioni di manovalanza,
pardon, sottoimpiego; quell'eroe, nel suo reparto come in ogni
caserma d’Italia, a differenza di altre categorie e dei colleghi pari grado
di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, non ha delle mansioni ben
chiare e professionali, ma anzi viene deprofessionalizzato, attraverso i
dettami cristallizzati in una omnicomprensiva disciplina interna dei servizi,
la direttiva 2938 .
Il mio
commento, per ragioni di servizio, si deve limitare ad una segnalazione.
Ma in quanto membro
nazionale degli organismi di rappresentanza, il Co.Ce.R, ho il dovere morale
di battermi perché questo problema sia discusso nelle sedi adeguate.
Da servitore
dello Stato, mi rivolgo a Lei in quanto garante dei diritti e della
democrazia del paese, nonché quale capo delle Forze Armate.
Non solo
abbiamo casi di sottoimpiego, ma denuncio inoltre gravi discriminazioni di
carattere sociale: in alcune basi italiane è fatto divieto a graduati
e volontari di truppa di accedere a Organi di protezione sociale presenti in
strutture dello Stato che appartengono allo Stato riservate ai soli
ufficiali e sottufficiali , un'articolazione a mio avviso
antisociale e disuguagliante che frena la normale evoluzione democratica
della nostra forza armata.
Penso che
questi gesti ci allontanino da quanto previsto dall'Art. 52 della nostra
costituzione.
In tempi di
crisi, devo contestualizzare economicamente i problemi che ho esposto.
Si tratta di
questioni a costo zero, che non incidono sul bilancio, perché attengono
puramente a ciò si chiama dignità, la dignità e la libertà di pensiero
citata da un suo illustre predecessore, il Presidente Sandro Pertini, per
dire che la loro negazione non ci permette di considerarsi più un essere
umano, un militare, un servitore dello Stato.
E' però
necessario che menzioni anche quello che economico lo è, come sono i pesanti
tagli che seguiranno alla attuale e antisociale manovra finanziaria.
E' possibile
che il ceto medio, gli statali, i militari, poliziotti debbano pagare la
crisi del paese, e coloro i quali questo sacrificio lo impongono rinunciano
solo marginalmente ai loro benefici? E' possibile che per quattro anni si
congelino gli stipendi e anche gli emolumenti, è possibile che nelle forze
armate ci siano giovani vfb e vfp4 che non hanno un futuro certo e
sembrerebbe che dal blocco del turn over questi giovani addestrati,
preparati professionalmente , e impiegati in teatri di guerra,al loro
rientro rischiano di finire in mezzo alla strada? Cosa faranno dopo cinque o
sei anni nelle forze armate, passeranno dall'esercito regolare a quello
delle mafie per pagare il mutuo. Pur credendo nella coscienza e
nell'educazione alla legalità di questi nostri valorosi soldati una piccola
parte potrebbero farsi prendere dallo sconforto e dal bisogno e seguire
strade sbagliate .
Da
ultimo, signor Presidente, volevo sollecitarla a considerare in coscienza
se sia moralmente giusto che nel 2011 i militari non possano costituirsi in
associazioni di categoria o sindacali sul modello dei colleghi europei, e
che siano assoggettati ad uno strumento che non tutela il delegato alle
funzioni rappresentative, limitando così la libertà di pensiero.
La corte
costituzionale, interrogata sull’argomento, con la sentenza 449/1999 di
fatto non si è espressa, limitandosi a citare l’impatto sulla struttura
gerarchica e sulla sua tenuta e delineando una specificità delle Forze
Armate rispetto alla smilitarizzata polizia.
Mi chiedo se
anche per lei questi argomenti non siano poco persuasivi.
Io sono un
cittadino con le stellette , mi hanno eletto per tutelare i diritti del
personale pertanto ho scelto di proseguire e continuare a fare la mia
battaglia di democratizzazione della forza armata dal punto di vista sociale
all'interno, e mi perdoni se mi sono permesso di rivolgermi a Lei per il
solo scopo di chiedere il Suo prezioso intervento in relazione a quanto
scritto.
Arrivati a
questo punto, non escludo che da parte mia e di altri colleghi, stanchi di
tutto questo malessere, non si dia vita, per tutelare la dignità e i diritti
del personale, ad iniziative che forse susciteranno clamore nel nostro
ambiente, come potrebbe essere, entro la fine dell’estate, uno sciopero
della fame, se nessuno accoglierà le nostre richieste.
Lo facciamo in
onore dei nostri colleghi in vita che rischiano la vita, i feriti e quelli
che non sono tra noi.
Vogliamo solo
dignità
"A
nome dei graduati e volontari delle Forze Armate che rappresento a livello
nazionale".
Cordialmente,
Girolamo Foti
(*)
(*) A titolo personale ai sensi dell'Art.21 della
Costituzione - Delegato Nazionale del Co.Ce.R Interforze - Sez. Esercito
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