Alloggi demaniali: in arrivo forti aumenti per i sine titulo

Roma, 27 ott. 2011 - Per carità, di dare un bella sforbiciata alle scorte e alle auto blu non se ne parla proprio; e figuriamoci poi se potrebbero mai concretizzarsi provvedimenti come la riduzione del numero dei parlamentari o il taglio delle province.

Nonostante i tanti annunci la Casta sembra ancora una volta intenzionata a tutelare se stessa. Ma per mantenere intatti i suoi i privilegi occorrono soldi. Tanti soldi. E così se la mannaia dei tagli si è rivelata sin qui poco affilata, quella dei rincari ha già mostrato di poter funzionare perfettamente. A partire dall’aumento improvviso del canone di affitto degli alloggi di proprietà dello Stato, cui potrebbe far seguito in tempi stretti l’adeguamento di quelli degli enti pubblici come Inps, Inpdap, Inail, Enasarco e via di questo passo.

Non potendo vendere il vendibile in fretta e furia a Palazzo si è pensato piuttosto di adeguare i canoni di affitto alle logiche e alle cifre del mercato in modo da riempirci così le caselle delle due manovre varate dal governo.

Full metal residence

Un geniere dell'esercito italiano, durante un'esercitazione.

I primi ad accorgersi del vento che cambia sono stati gli ufficiali e sottoufficiali d’Italia, uniti questa volta non dalle stellette ma un destino a dir poco beffardo. I graduati di tutte e quattro le armi (Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri) si sono visti recapitare a domicilio una lettera raccomandata del ministero della Difesa con la quale è stato comunicato loro l’adeguamento del canone d’affitto degli alloggi occupati. Sia quelli di servizio, sia quelli ottenuti prima di andare in pensione.

MILITARI, CARNE DA CANONE. Certo, in tempi di vacche magre, anzi magrissime, una revisione delle entrate è cosa buona e giusta, considerato che sino a qualche anno fa occupare una residenza cosiddetta di servizio non era solo vantaggioso, ma quanto mai conveniente. Il guaio è che la storia diventa maledettamente complicata quando l’adeguamento richiesto è fuori da ogni logica e decenza.

LOCAZIONI PIÙ CHE RADDOPPIATE. Un esempio pratico su tutti. Un ufficiale dell’esercito in congedo per motivi di servizio, impiegato in tutte le missioni all’estero, sino a ieri pagava circa mille euro di locazione. Da domani e senza alcuna possibilità di mediazione è destinato a pagarne 2.500. Una follia. Soprattutto se lo stesso trattamento è previsto anche per il maresciallo in pensione da qualche anno, che fino a ieri sborsava 800 euro per l’alloggio e da domani è chiamato a versare nelle asfittiche casse della Difesa il doppio esatto.
Il caso della Difesa potrebbe essere da manuale, visto che con i conti disastrati si devono misurare anche tutti gli enti statali e non, proprietari d’immobili, sparsi per la Penisola.

Giorgio Napolitano chiamato in trincea

Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica.

Ma è possibile che a pagare i costi delle dismissioni mancate, delle caserme invendute e lasciate a marcire da anni; e infine dell’allegra gestione clientelare dei patrimoni immobiliari di Enti pubblici e privati, siano gli affittuari e cioè nello specifico ufficiali e sottoufficiali?
Purtroppo è ciò che sta accadendo. E siccome il Capo dello Stato, come recita la Costituzione, è il primo comandante del nostro sistema di Difesa, i graduati dell’esercito hanno scritto una lettera a Giorgio Napolitano per chiedere il suo intervento.

UN AUMENTO FIGLIO DEL CAOS LEGISLATIVO. Un’azione necessaria, va detto, visto che il clamoroso rialzo del canone è figlio di un enorme inghippo legislativo nel quale leggi, regolamenti, normative e finanziarie varie hanno finito per aggrovigliarsi fra loro.
Nella matassa rischiano di restare impigliati tutti i soggetti che intendono valorizzare il loro patrimonio immobiliare e la lettera al presidente della Repubblica ha fotografato perfettamente la situazione.

I GRADUATI: «AFFITTI SUPERIORI A DIARIE O PENSIONI». «Autentici drammi familiari si stanno consumando nella assoluta indifferenza delle autorità e gli appelli che giungono alla nostra Associazione (si tratta del Comitato nazionale utenza e valorizzazione del demanio militare di abitazione, ndr) lo testimoniano. Vengono colpiti maggiormente gli utenti residenti nelle città capoluogo del Centro-Nord», si è potuto leggere nella missiva inviata al Quirinale, «ove per marescialli con pensione o stipendio di 1.800-2.000 euro, i nuovi canoni raggiungono importi di 2.000 e anche di 2.500 euro».