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I nuovi guadagni dovrebbero arrivare dall’avvio delle convenzioni stipulate recentemente con la Società Difesa S.p.A., di cui il Ministero è azionista unico. Previsioni meteorologiche, commercializzazione dei marchi, fotovoltaico sono i tre settori che La Russa ha citato, tra i molti che inizieranno a produrre frutti per qualche milione di euro già dal prossimo anno, |
Dichiarazione rilasciata dal Ministro prima dei disordini sociali di Roma, mattinata di sabato 15/10 Condividi di Paolo Cappelli Roma, 15/10/2011 - A margine della sua visita negli Stati Uniti, dove vedrà per la prima volta il neo Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Leon Panetta per discutere delle missioni in Afghanistan e Libia, oltre che delle ottime relazioni bilaterali, il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha parlato dei fondi stralciati dal bilancio del Dicastero. Un miliardo e quattrocentocinquanta milioni di euro. Questa la cifra che non sarà più disponibile nelle casse del Ministero della Difesa e per la quale sarà necessario operare tagli. In un momento di grande crisi economica mondiale, a Via XX Settembre si riflette sui settori le cui assegnazioni subiranno una contrazione, anche se l’idea prevalente non è quella di operare sulla riduzione di spesa, quanto di apportare modifiche a livello strutturale, da una parte, incrementando gli introiti, dall’altra. Nell’ambito del Consiglio del Ministri di ieri è stato approvato il provvedimento in cui sono stati fissati i tagli necessari, gran parte dei quali a carico della Difesa. “Tenete presente – ha detto La Russa – che nell’ambito delle missioni militari il 40% della spesa (ma si può arrivare fino al 60%) è costituito dagli stipendi e dalle indennità”, indicando che questo settore è uno dei primi sui quali interverrà. “Per quest’anno (il 2012, ndr) abbiamo deciso di arruolare 3000 soldati in meno, mille per ogni Forza Armata, tranne i Carabinieri. (…) Si tratta di una misura valida solo per quest’anno, ma il risparmio che genera si moltiplica, perché non significa solo tremila stipendi in meno, ma meno pasti, meno veicoli per il trasporto e così via, questo per tutto il tempo in cui quei tremila sarebbero stati in servizio”. “Stiamo anche studiando – ha aggiunto il responsabile del Dicastero – la possibilità di trasferire in via definitiva, previa acquisizione del consenso dell’interessato, personale della Difesa ad altre amministrazioni dello Stato che ne hanno bisogno, mi viene in mente, ad esempio, il comparto Giustizia”. Al momento, infatti si può solo distaccare temporaneamente il personale a prestare servizio altrove, ma non si può trasferirlo, anche se c’è il consenso. “Quello che stiamo facendo è cercare di rendere ‘appetibile’ questo passaggio, poiché nessuno vuole togliersi la divisa”. Riguardo alle risorse finanziarie, il Ministro ha osservato che dalla vendita delle frequenze, gran parte delle quali messe a disposizione proprio dal ministero dal lui retto, si incasserà più del previsto, ovvero circa 1 miliardo e 600 milioni di euro. Di questi, metà sarà destinata alla riduzione del debito pubblico e metà sarà inserita in un fondo a disposizione del Sottosegretario Gianni Letta, da ridistribuire ai Ministeri a seconda delle esigenze di ognuno. Alla Difesa dovrebbero andare circa 300 milioni di euro, riducendo così l’entità dei tagli. “Tagli – ha aggiunto La Russa – che non riguarderanno in nessun modo la spesa corrente e tantomeno l’addestramento, la manutenzione e la sicurezza dei militari e dei contingenti. Si inciderà principalmente sugli investimenti di breve termine. (…) Non si può, ovviamente, fare annunci demagogici del tipo ‘togliamo tutte le auto blu’. Di fatto di auto blu al Ministero della Difesa ce ne sono poche; ci sono invece molte auto di servizio. Ho deciso, quindi, che per i prossimi tre anni non si acquisteranno altre auto di servizio e che terremo quelle che abbiamo, in fondo non le abbiamo comprate da molto e quindi sono ancora mezzi nuovi. Ho fatto una proposta, quella di consentire, a chi non ha l’assoluta esigenza di dover usare auto blindate, o auto blu per questioni di sicurezza o di alta rappresentanza, di mettere a disposizione la propria auto personale. Potremmo pensare di fornire solo l’autista. L’ipotesi è piaciuta al Presidente Berlusconi, che la sta facendo valutare. Personalmente, prima di diventare Ministro, ho fatto una cosa del genere. A Milano avevo due agenti di Polizia assegnati come tutela. Ho ceduto la mia auto in comodato gratuito alla Polizia, che si occupava di pagare manutenzione, bollo e assicurazione e il personale. Quindi, volendo, la cosa si può fare. Nell’esempio che ho fatto, certo, il risparmio non sarebbe significativo, quindi dovremo studiare un meccanismo perché diventi tale”. “Inoltre – ha aggiunto il Ministro – il grosso della spesa non è legato ai parlamentari, che non hanno l’auto blu, quanto agli enti locali, dove ogni singolo assessore ha la sua macchina”. |