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Anche in questo caso le chiavi degli immobili di stato le hanno i sindaci. Una norma voluta da La Russa prevede comunque che il ministero si possa accordare con i comuni e le regioni per valorizzare gli immobili della Difesa, anche cambiando la destinazione d’uso. Sempre il ministero della Difesa, è impegnato proprio in questi giorni sul capitolato della gara che servirà ad |
Quegli immobili da 500 miliardi che lo Stato non riesce a vendere
Roma, 29 set. 2011
- Che l’Italia sia comunque all’alba di una nuova
stagione per gli immobili pubblici lo dimostra,
oltre al seminario di oggi, l’attivismo di Ignazio
La Russa, ministro di un dicastero, quello della
Difesa, che è sempre stato molto geloso delle sue
proprietà. Questa volta sembra che qualcosa stia
veramente cambiando. La Russa sta preparando un
fondo immobiliare al quale affidare caserme, fari e
altri edifici, non più strategici. Nel caso della
Difesa, c’è già una stima di quanto potrebbe entrare
nelle casse dello stato. Un miliardo di euro in tre
anni, solo dalla vendita di fari e caserme. Circa
400 caserme sono già state trasferite al demanio.
Condividi Il patrimonio c’è, ricchissimo e
poco valorizzato. Lo Stato, poi, è un pessimo
padrone di casa e finisce per spendere il doppio di
quanto incassa dai suoi immobili e quindi ha tutto
l’interesse a vendere. Ma il mattone di Stato è
anche inafferrabile, disperso in mille rivoli ed è
in larga parte sconosciuto persino al «proprietario»,
tanto che per rimediare già da qualche anno è
iniziato un censimento «a prezzi di mercato» che
ancora non ha dato risultati definitivi. Una recente
indagine conoscitiva della Camera ha anticipato
qualche dato e stima. |