Progetto governativo in materia di
pensioni: comunicato stampa del Co.Ce.R.
- Sezione Carabinieri
Comunicato stampa del Co.Ce.R. - Sezione Carabinieri - Consiglio Centrale di Rappresentanza
Il recente progetto governativo
in materia di pensioni,
eufemisticamente definito di
"armonizzazione", in realtà non
è altro che l'ennesimo atto di
una strategia finalizzata
all'indiscriminato appiattimento
del comparto pubblico, una
politica che disconosce
specificità, meriti e sacrifici
degli appartenenti alle forze
dell'ordine ed alle Forze
Armate.
Dopo anni di continuo depauperamento della condizione economica, giuridica e morale del personale in divisa, si vuole arrivare, con la scusa dell' "armonizzazione", a praticare l'ennesima pesante penalizzazione alle spalle di chi non può reagire come, invece, oramai sempre più vorrebbe.Siamo sinceri: non ci aspettavamo niente di diverso. Le mire dell'attuale esecutivo sono apparse ben chiare fin da principio. E dire che uno studio risalente al 2009 presentato alla Commissione Europea, evidenziava come il sistema pensionistico italiano offriva più che adeguate garanzie di tenuta sino al 2060! Da dove, allora, tutta questa necessità ed urgenza di riformare il sistema, se non quella sfacciata di far cassa nella maniera più facile e sbrigativa possibile e quella più strisciante di costringere le persone a ricorrere a sistemi di previdenza integrativa, con l'evidente scopo di favorire società assicuratrici? E questi sarebbero i cosiddetti tecnici che dovrebbero risanare le finanze dello Stato? Invece di operare come giustizia e decenza vorrebbero, abbattendo i costi di una politica sempre più onerosi, di un'Amministrazione pubblica sempre più costosa e meno efficiente, di un sistema che favorisce corruzione, clientelismo e ruberie di ogni genere, si vuole continuare, sempre e comunque, a dissanguare il cittadino e, segnatamente, quello in divisa. Quello, per capirci, che scorta queste persone, le difende dagli assalti sempre più frequenti dei disperati, resi tali dalle politiche sconsiderate che si sono succedute in tutti questi anni. Chiediamo con forza al Ministro della Difesa e al Ministro dell'Interno di difendere con lo stesso incondizionato impegno che ci viene da loro richiesto tutti i giorni la specificità del comparto difesa e sicurezza: specificità che impone agli appartenenti alle Forze di Polizia e alle Forze Armate un diverso stile di vita, maggiori e continui sacrifici che si riverberano anche sul piano personale e familiare con continui trasferimenti, che ci vedono sempre presenti in qualunque condizione di tempo e senza limiti di orario, esposti al concreto rischio di perdere la vita durante il servizio, come testimoniano i numerosi
mantenimento di tutti quegli istituti previdenziali che riconoscono la nostra specificità e la cui rivisitazione non è tra l'altro prevista dalla delega normativa. Da ultimo ribadiamo la necessità di un incontro urgente con il Ministro del Lavoro e dell'Economia per discutere di queste problematiche senza che esse ci vengano imposte come un dictat come è stato fatto sino ad oggi. Non ci era rimasta che la prospettiva di un accesso alla pensione, chiamiamolo anticipato, quale ultimo, segno tangibile di quel minimo di residua riconoscenza per un servizio gravoso e pericoloso come pochi altri. Adesso annulleranno anche questo. Il peggio è che avranno la sfacciataggine di farlo dichiarando che lo devono fare nell'interesse del paese. Forse nel loro interesse o di qualcuno di loro conoscenza, ma di certo non degli italiani. 04/04/2012 ore 09:30
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