Al Ministro della difesa Di Paola chiedo di dare una regolata anche al Cocer: costa 5.257.925 euro ogni anno
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Roma, 15 gen. 2012 - Lo scorso 10
gennaio il Ministro della difesa Di
Paola, rispondendo a un'interrogazione
(4-04614) sui costi della rappresentanza
militare - una sorta di sindacato giallo
delle forze armate - ha affermato che i
delegati della Rappresentanza militare
costano ai contribuenti 5.257.925 euro
ogni anno e che un diverso trattamento
economico "potrebbe suscitare
sensibilità da parte dei componenti del
Cocer".
Giustificare una spesa simile in un periodo di vacche magre è già difficile e diventa incomprensibile se ci mettiamo che serve per non avere problemi con la "sensibilità" di determinati personaggi, che tutto hanno fuorché sensibilità verso i problemi dei loro colleghi che dovrebbero rappresentare allo stesso vertice che li paga. È una giustificazione inaccettabile, quindi mi viene spontaneo chiedermi se anche il Ministro è ostaggio degli interessi economici e di bottega dei Cocer e se quei milioni di euro siano in realtà un modo per compensare la supina disponibilità dei delegati a tutelare le decisioni del vertice anziché gli interessi della truppa mentre curano altri e più redditizi affari.
tasche dei contribuenti per i costi degli alberghi dei ristoranti e delle cospicue indennità di missione, di fruire di vitto e alloggio nelle strutture delle amministrazioni di appartenenza. Eppure nei confronti dei sindacalisti (gialli) in divisa questa norma non viene applicata nonostante sia già in vigore da diversi giorni. È chiaro che se il Ministro continua a garantire ai Cocer dei privilegi - anche contro la legge -, mentre agli altri militari annuncia e impone sacrifici, c'è un serio problema di legalità ed equità che deve essere risolto con ogni mezzo. La questione quindi è una, o il Ministro Di Paola interviene immediatamente per far cessare lo stato di palese illegalità disponendo che già dalla prossima convocazione dei Cocer - prevista per lunedì 16 gennaio – tutti i delegati dei Cocer siano aggregati per vitto e alloggio nelle strutture militari (che solo a Roma offrono oltre 500 alloggi (APP) e numerosissime mense di servizio), oppure dovrà ancora una volta essere la magistratura a occuparsi della questione.
fiorivano nei peggiori periodi della
prima Repubblica, semmai siano mai
scomparsi. 13 gennaio 2012 - Fonte:
http://notizie.tiscali.it
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