Roma, 14 gen. 2012 - Argomenti trattati dalle interrogazioni: Missione - invio in foglio di viaggio. Amianto sulle navi militari. Creazione strutture di rappresentanza sindacale. Compenso forfettario d'impiego (C.F.I.) - COIR delle forze operative terrestri. 1° Reggimento Bersaglieri - ricorso gerarchico. Servizi di caserma. Condividi
Missione - invio in foglio di viaggio. MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sul sito
internet del quotidiano La
Repubblica in data 12 gennaio 2010 è
stato pubblicato l'articolo dal titolo
«Amianto sulle navi militari gli ammiragli
alla sbarra» in cui si legge «Padova - Navi
imbottite di amianto, navi killer che per
mezzo secolo - dalla fine della seconda
guerra mondiale al disarmo definitivo del
2005 - hanno avvelenato i polmoni di
centinaia di Marinai, condannati a una morte
lenta ma puntuale. Militari della Marina in
servizio nelle basi di Monfalcone, La Spezia
e Taranto. Almeno 500 se ne sono andati,
negli ultimi dieci anni, falciati dal
mesotelioma, il tumore provocato dalle fibre
dell'asbesto. Per rendere giustizia a questa
strage silenziosa nel tribunale di Padova si
apre oggi il primo processo per le vittime
dell'amianto in Marina. Gli imputati sono
otto alti ufficiali - sei ammiragli, due
generali (nell'udienza preliminare ne erano
comparsi 14) - rinviati a giudizio con le
accuse di omicidio colposo e inosservanza
delle norme di sicurezza negli ambienti di
lavoro (le navi militari). Dovranno
rispondere del decesso di un comandante,
Giuseppe Calabro, e di un maresciallo,
Giovanni Baglivo, morti a Padova, dopo una
lunga agonia, all'età di 61 e 50 anni. Le
loro famiglie sono già state risarcite dal
Ministero della difesa con 850 e 800 mila
euro - un indennizzo arrivato ancor prima
della sentenza dei giudici, primo e finora
unico caso nella storia della Marina. Ma
quel che più importa è che quello celebrato
a Padova diventerà una sorta di processo
esemplare. Da una parte. E di maxi-processo,
dall'altra. La procura padovana, su
provvedimento della Cassazione, ha infatti
avocato a sé tutti i casi di morti da
amianto in Marina: una scia lunga dieci
anni, che conta almeno 500 decessi e per la
quale i PM Maurizio Block e Sergio Dini
attribuiscono responsabilità precise a chi
stava ai vertici della Marina militare negli
anni in cui le navi - soprattutto cannoniere
e dragamine di provenienza americana -
solcavano i mari e intanto bombardavano la
salute di chi era a bordo. Macchinari,
tubature, cabine: tutto, di quelle
imbarcazioni, era rivestito con il minerale
tossico (...)»;
MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: i commi
3, 4 e 4-bis, dell'articolo 21 del
decreto del Presidente della Repubblica 31
luglio 1995, n. 394, stabiliscono
rispettivamente che: «3. Prima dell'avvio
dei lavori di cui all'articolo 7, comma 7,
del decreto legislativo 12 maggio 1995, n.
195, al fine di acquisire elementi utili al
prosieguo dei lavori medesimi, ed a seguito
dell'emanazione del conseguente decreto del
Presidente della Repubblica, al fine di
illustrare compiutamente i contenuti del
provvedimento approvato, le sezioni COCER
sono autorizzate dai Capi di Stato Maggiore
di ciascuna Forza armata ad inviare propri
delegati presso i COIR della rispettiva
Forza armata», che «4. Nelle occasioni di
cui al comma 3 presso i COIR potranno
intervenire anche delegazioni dei COBAR
collegati composte di norma da un
rappresentante per ogni categoria
interessata, per la successiva informazione
del personale delle corrispondenti unità di
base, previ accordi con i rispettivi
comandanti e fatte comunque salve le
esigenze di servizio. Per tale informazione,
previa autorizzazione del comandante di
regione militare, o di altro alto comando
periferico equivalente, limitatamente alle
principali unità di base e fatte comunque
salve le esigenze di servizio, può
partecipare, di norma, un delegato per
categoria della rispettiva sezione del
Consiglio centrale di rappresentanza.», e
che «4-bis. Nel periodo
intercorrente fra l'avvio e la conclusione
dei lavori di cui all'articolo 7 del decreto
legislativo 12 maggio 1995, n. 195, I
Sezioni COCER sono autorizzate dai Capi di
Stato Maggiore di ciascuna Forza Armata a
convocare, per una o più volte, delegazioni
dei COIR al fine di aggiornare
sull'andamento dei lavori stessi.»; Risposta.
-
Attesa la molteplicità degli aspetti e delle
problematiche evidenziate con l'atto in
argomento, ritengo opportuno affrontare
subito il merito dei quesiti posti.
Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.
MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: il
Consiglio intermedio di rappresentanza
militare (COIR) delle forze operative
terrestri con delibera n. 16 del 7 giugno
2011 ha chiesto al COCER Esercito di
attivare la procedura prevista dall'articolo
21, comma 1, del decreto del Presidente
della Repubblica n. 52 del 2009 per
addivenire alla corretta applicazione della
norma istituita del compenso forfettario
d'impiego (C.F.I.) per il personale delle
forze armate di cui all'articolo 9, comma 6
e 7, del decreto del Presidente della
Repubblica n. 163 del 2002 e seguenti
decreti di recepimento delle concertazioni. Risposta.
- Il
compenso forfettario di impiego (CFI) è
stato istituito dall'articolo 9 del decreto
del Presidente della Repubblica n. 163 del
2002, così come integrato dall'articolo 9
del decreto del Presidente della Repubblica
n. 171 del 2007, che ne prevede la
corresponsione in favore del personale
impiegato in esercitazioni/operazioni in
territorio nazionale contraddistinte da:
MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: con il
foglio prot. MD-E24244 18414 del 5 settembre
2011 il comandante del 1° Reggimento
Bersaglieri, colonnello Cosimo Orlando, su
invito del generale Antonio Vittiglio, ha
chiesto al caporal maggiore capo Antonio
Mandarino di fornire chiarimenti su alcune
frasi contenute nell'atto di ricorso
gerarchico con il quale aveva a suo tempo
impugnato una sanzione disciplinare di corpo
ritenendola ingiusta, e gli ha altresì
comunicato l'avvio di un nuovo procedimento
disciplinare. Il medesimo ricorso gerarchico
non era stato comunque accolto; Risposta.
- Confermo, in premessa, che
effettivamente il comandante della brigata
«Garibaldi» ha chiesto al comandante del 1°
reggimento bersaglieri i necessari
chiarimenti al fine di verificare se le
asserzioni del caporale maggiore Mandarino,
contenute nel ricorso gerarchico,
configurassero violazioni disciplinari
sanzionabili a norma del codice
dell'ordinamento militare.
MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
immediate iniziative intenda assumere per rendere omogenea la disciplina di cui in premessa. (4-14408)
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