Ci scrivono dalla Scuola Marescialli dell'AM. Vanno valutate con più elasticità le esigenze del personale "anziano" con moglie e figli
CondividiLa Scuola Marescialli di Viterbo
Dal momento in cui i nostri colleghi varcano la soglia della scuola, tutto questo però viene cancellato dalla stessa Amministrazione per cui hanno prestato servizio. Infatti vengono inquadrati allo stesso modo degli allievi marescialli vincitori del concorso pubblico che alle loro spalle non hanno nessun periodo di servizio prestato (tranne qualche rara parentesi di vfa,vfp1). Quindi, per le prime settimane, gli unici contatti con il mondo esterno sono limitati a poche ore di parlatoio ( alla stregua di semplici detenuti…), dove mogli e figli sono costretti a vivere un’esperienza a dir poco traumatica, durante la quale l’allievo maresciallo del concorso interno, che per chi sa quali segretissimi motivi non può usufruire di una licenza di breve fine settimana, è obbligato a centellinare i momenti di affetto con i propri cari, tra l’altro sotto lo sguardo vigile dello scelto di turno. Ma questo non è che un aspetto della vita del primo anno, fatta anche di divieti sull’utilizzo dei cellulari, nessun diritto sulla licenza di congedo parentale, malattia figlio ecc….
la scuola per non avere dubbi allunga leggermente il periodo di frequenza (2 anni e mezzo!) e, sempre per maggior sicurezza, ti fà rifare gli esami del 1° anno, solo ai fini della graduatoria. A questo punto sorge una domanda: per quale motivo in tempi di evidente ristrettezza economica non si interviene per cercare di utilizzare al meglio le risorse economiche (all’aparenza tante) presso la Scuola al fine di svolgere un addestramento più mirato e specializzato? Forse perchè, come effettivamente accade, viene considerato più importante spendere parte di tali risorse rimanendo presso la Scuola per l’intero fine settimana, passando le giornate (dopo almeno 8 anni di servizio) a studiare Norme di vita interna? Grazie per la vostra attenzione.
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