Pescatori uccisi, i due marò italiani rischiano pena di morte
NEW DELHI, 20 feb. 2012 - – La corsa contro il tempo della Farnesina per riportare a casa i soldati italiani accusati per l’omicidio di 2 pescatori indiani è frenetica, ma il rischio d’incidente diplomatico con il governo di Delhi resta alto. L’attrito tra i 2 stati è relativo al caso avvenuto mercoledì, attorno alle 16, nelle acque antistanti la penisola indiana. Condividi
Stando al racconto dell’uomo, infatti, in seguito all’avvicinarsi di una barca sospetta, i soldati avrebbero sparato in acqua al fine di allontanare quella che sembrava un’imbarcazione di “predoni” del mare. Questa ricostruzione, però, non ha convinto le autorità indiane che, all’approdo del natante nei pressi della città marittima di Kochi, hanno arrestato i 2 militari italiani. S.M. Krishna, il Ministro delgli Esteri Indiani, ha sottolineato come l’accaduto avrebbe potuto essere evitato con più moderazione ed accortezza. Al contempo, Paola Severino, il ministro della Giustizia italiana, ha sottolineato che il caso è di completa competenza tricolore, tenendo presente l’immunità dalla giurisdizione estera di cui godono gli organi dello stato italiano. Attualmente, il rischio maggiore è che i 2 possano essere condannati alla pena di morte, ma la corsa contro il tempo per scongiurare il pericolo è frenetica. La diplomazia, intanto, segue il proprio travagliato corso che, ad oggi, rischia di minare i rapporti tra l’Italia e l’India. Fonte: www.ilquotidianoitaliano.it Nicola Oscar Ottati
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