Nella giornata del 29/3/2012 si è svolta presso Difesa Gabinetto, presieduta dal Sott. Magri, la prevista riunione con le OO.SS. Nazionali della Difesa alla presenza di SMD, di Segredifesa e Persociv, con all’ordine del giorno “l’avanzamento della revisione dello strumento militare”, come anticipato con il nostro Notiziario n. 45 del 26.3.2012.
A premessa e con rammarico vale la pena di segnalare all’attenzione dei colleghi della Difesa che l’incontro si è svolto a tavoli separati per la specifica volontà di CGIL-CISL-UIL che in un momento così delicato hanno pensato bene di divedere il fronte sindacale invece di ricercare una forte unità di intenti nell’interesse più alto del personale civile.
Ciò detto ed entrando nel merito dell’incontro, il Sott. Magri ha esordito comunicando il rinvio della audizione delle OO.SS. Nazionali presso la Commissione Difesa del Senato ed ha proseguito che è in stato di avanzamento la messa a punto del disegno di legge delega che dovrà fissare la cornice programmatica su cui verrà inserita la riforma dello strumento militare e che prevederà più provvedimenti legislativi recanti i processi riorganizzativi per le diverse realtà dell’A.D..
Il Sottosegretario ha proseguito assicurando l’inserimento nella delega di una espressa previsione di informazione preventiva e monitoraggio, come da noi richiesto con forza nel corso dell’incontro con il Ministro Di Paola e per FLP Difesa ritenuto la condizione indispensabile anche solo per un primo assenso di massima.
Nel merito del provvedimento allo studio, il rappresentante politico del’A.D. ha confermato in termini generali il percorso già delineato dal Ministro, segnalando che sono in corso approfondimenti con la Funzione Pubblica e con il MEF per la fattibilità di alcuni degli “assi portanti” della riforma ed in particolare:
- sui processi di mobilità, stante la dimensione del fenomeno legato agli esuberi del personale militare (33.000) e sulla proposta di tabella di equiparazione militari/civili (per intenderci quella attuale utilizzata per il personale militare non più idoneo per motivi di salute e sulla quale, come FLP DIFESA, nella precedente apposita riunione svoltasi a Segredifesa, da soli, abbiamo fatto sentire forte il nostro dissenso;
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- sui percorsi di formazione legati ai processi di mobilità, sulla formazione, sulla riqualificazione e sul possibile riavvio delle progressioni economiche per il personale civile . In ultimo, il Sottosegretario Magri ha evidenziato come un percorso di tale carattere non potesse non essere considerato innovativo rispetto alle |
esperienze precedenti e, in tal senso, ha richiamato le forze sociali ad un atto di fiducia nei confronti dell’Amministrazione della Difesa impegnata in un forte e innovativo processo di riforma.
La delegazione FLP Difesa pur dando atto al rappresentante dell’A.D. di un approccio metodologico diverso e propositivo, non ha potuto non rimarcare innanzitutto, e proprio partendo dal “progetto Di Paola”, che se i dati ed i valori da tenere in considerazione erano quelli che emergevano dallo studio dello Stato Maggiore Difesa del gennaio 2012, fortunosamente reperito da FLP Difesa sul web, c’era da stare “poco allegri”, tenuto conto che in prospettiva si andava delineando un percorso di sostituzione nei ruoli del personale civile con personale ex militare in esubero transitato all’impiego civile (ben 9000 unità) interessando anche l’area tecnica e delle lavorazioni e non solo quella tradizionale, contabile amministrativa e logistica. Un percorso che ci preoccupa fortemente non solo per i numeri ma soprattutto perché mette in discussione quelle attività ad alto tasso di civilizzazione che caratterizzano da sempre l’Area Industriale e della Difesa.
A questo, ha sottolineato FLP DIFESA, non può non essere aggiunta la ulteriore preoccupazione per la mancanza, allo stato, di un qualsiasi impegno dell’A.D. in ordine alla necessaria “civilizzazione di funzioni e compiti”, conseguenti alla richiesta anche in ambito europeo di un maggior impegno qualitativo del personale militare italiano sul fronte delle attività di carattere strettamente operativo. Appare ineludibile e prioritario, quindi, almeno per quanto riguarda FLP DIFESA, conoscere le scelte che l’A.D. intende operare su questo fronte, che a noi dovranno essere ben chiare prima di dare l’assenso a qualsiasi processo di riorganizzazione, ancorchè lungimirante come quello del Ministro Di Paola.
E sempre sulle questioni di carattere generale, sono state richieste spiegazioni in ordine alla congruenza dei tagli al personale con il possibile utilizzo da parte della Difesa dei connessi risparmi, tenuto in debito conto che, in ogni caso, a fronte dei massicci processi di mobilità proposti, la Pubblica Amministrazione nel suo complesso si dovrà sempre e comunque far carico degli stipendi del personale che uscirà dalla Difesa.
Sul fronte della mobilità del personale, FLP DIFESA ha richiamato la necessità di un impegno politico di tutto l’Esecutivo Monti per traguardare lo smaltimento degli esuberi nelle altre Pubbliche Amministrazioni ed ha evidenziato la necessità che l’Amministrazione della Difesa verifichi la fattibilità di percorsi che traguardino il possibile l’ impiego di personale ex militare nei ruoli della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, nella Polizia Penitenziaria, nel Corpo Forestale dello Stato e nella Protezione Civile, con una scelta maggiormente consona allo status precedente del personale militare.
Il Sottosegretario Magri ha preso la parola per ribadire che lo studio di Stato Maggiore Difesa a cui FLP DIFESA faceva riferimento era da considerarsi solo una delle tante bozze di lavoro e che i dati contenuti ed evidenziati nei grafici non dovevano essere considerati l’approdo e le scelte finali dell’A.D. ma solo una tappa di avvicinamento ad un percorso in fase di costruzione.
A questo, la delegazione di FLP DIIFESA ha controbattuto che in assenza di chiari elementi di controtendenza, dati diversi e smentite ufficiali, quello studio non poteva che essere l’unico elemento su cui ragionare, per altro in un momento assolutamente particolare in cui, ad esempio, da un lato uno Stato Maggiore predispone la riorganizzazione della propria Area Territoriale e il Ministro, nel suo progetto, ne prevedeva l’interforzizzazione.
Sempre a titolo di esempio, FLP DIFESA ha aggiunto e richiamato la vicenda delicatissima ed incredibile della sventata applicazione al personale civile di Difesan, Direzione Generale soppressa, dell’art. 16 della Legge 183/2011, che prevedeva procedure nelle quali si configurava il reimpiego del personale come vere e proprie eccedenze, alla “faccia” del CCNI Difesa e delle regole previste sui reimpieghi, mentre, in parallelo, le |
procedure del Contratto Integrativo venivano tranquillamente applicate in Enti dell’area operativa per la chiusura del NIP e connesso reimpiego di personale civile.
La riunione si è quindi conclusa con l’impegno del Sottosegretario ad un prossimo appuntamento dopo la pausa pasquale, augurandoci, lo diciamo noi, di avere un quadro di riferimento e delle indicazioni di carattere politico più precise, in particolare, lo ripetiamo, per quanto attiene al ruolo ed alle funzioni che questo processo di riordino devono prevedere per il personale civile della Difesa, finalmente cittadino di serie “A” nella sua Amministrazione. Dal sito: http://flpdifesa.org/?p=1239
(Elio Di Grazia)